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Messico, corpi di 3 surfisti con ferite da proiettile in testa

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I corpi di due presunti surfisti australiani e di un americano, scomparsi in Messico, sono stati ritrovati con ferite da colpi d’arma da fuoco alla testa, hanno annunciato domenica i pubblici ministeri messicani. Una delle piste seguite dagli investigatori è quella di un tentativo di furto del pick-up dei turisti, apparentemente finito male.

Il veicolo è stato ritrovato bruciato non lontano dai corpi dei due fratelli australiani, Jake e Callum Robinson, e dell’americano Jack Carter, appassionati di surf, visti l’ultima volta il 27 aprile. L’ufficio della polizia federale degli Stati Uniti a San Diego, nel sud-ovest della California, aveva annunciato in precedenza che “tre persone decedute” erano state “trovate a Santo Tomas, nella Bassa California”, senza rivelare l’identità delle vittime.

Santo Tomas si trova a circa 45 chilometri a sud-est di Ensenada, in una regione del Messico segnata dalla violenza dei cartelli della droga. Giovedì scorso le autorità della Bassa California avevano riferito che tre messicani erano stati arrestati e interrogati in relazione a queste sparizioni.

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Show di Obama e Biden a Hollywood, raccolti 28 milioni

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Hollywood sfila al Peacock Theatre di Los Angeles in sostegno a Joe Biden: da George Clooney a Barbra Streisand passando per Julia Roberts, il parterre è da Oscar. Il presidente affiancato dal suo ex capo Barack Obama e dal comico Jimmy Kimmel sul palco dà spettacolo, fra battute, scherzi ma anche momenti di estrema serietà. L’elefante nella stanza è Donald Trump, la cui vittoria sarebbe un pericolo. “Le istituzioni contano. Guardate al 6 gennaio e a quello che dice ora sul fatto che ci sarà un bagno di sangue se non vincerà: è scandaloso”, ha detto Biden rispondendo al conduttore del popolare Jimmy Kimmel Show della Abc che lo ha stuzzicato con frecciatine sull’ex presidente, descritto come il ‘Giulio Cesare arancione’.

La Corte Suprema “non è mai stata fuori controllo come lo è oggi”: se Trump sarà eletto “probabilmente si troverà a nominare due giudici della Corte Suprema. E l’idea che possa scegliere altre due persone che fanno sventolare la bandiera al contrario è la cosa che fa più paura”, ha aggiunto Biden fra gli applausi riferendosi allo scandalo che ha travolto il giudice dell’alta corte Samuel Alito, che aveva una bandiera americana capovolta, usata dai sostenitori di Trump che hanno assaltato il Capitol sostenendo che le elezioni del 2020 fossero state “rubate”, nel giardino della sua abitazione prima dell’insediamento del presidente. A Kimmel che gli chiedeva se l’America soffrisse di “amnesia” su Trump – “un po’ come una colonscopia che si vuole dimenticare” -, il presidente ha detto ironico: “Ricordatevi la pandemia. Aveva detto di non preoccuparsi, bastava iniettarsi solo un po’ di candeggina”.

“Il potere della Corte Suprema è determinato dalle elezioni. Quello a cui stiamo assistendo oggi è un prodotto del 2016. Speriamo di aver imparato al lezione: le elezioni contano”, ha rincarato la dose Obama, dicendosi “orgoglioso” del lavoro svolto dall’amminsitrazione Biden. L’ex presidente ha poi abilmente schivato la domanda provocatoria di Kimmel su chi, fra le sue figlie Malia e Sasha, sarebbe il presidente migliore. “Michelle ha inculcato loro che sarebbero pazze a scendere in politica”, ha detto Obama fra le risate del pubblico, incassando una pioggia applausi quando ha commentato le parole di Trump che va dicendo di aver fatto di più per gli afroamericani dai tempi di Abraham Lincoln.

“Una cosa che ha fatto è farli sentire ancora meglio per il loro primo presidente afroamericano”, ha spiegato con il sorriso. L’ex presidente sta di recente assumendo un ruolo più attivo nella campagna di Biden. Durante la tappa a Los Angeles oltre alla raccolta fondi ha incontrato degli influencer, figure chiave per far avvicinare i giovani a Biden. “Abbiamo bisogno di voi”, è stato il suo appello. I giovani fra i 18 e i 29 anni hanno consegnato la vittoria a Biden nel 2020. L’entusiasmo però è andato sfumando negli ultimi quattro anni e il vantaggio di 25 punti percentuali che il presidente aveva su Trump fra i giovanissimi si è ridotto a soli 11 punti. Mentre all’interno del teatro Hollywood celebrava Biden, consentendogli di raccogliere 28 milioni di dollari, fuori decine di persone manifestavano per un cessate il fuoco a Gaza, accusando i presenti di avere “le mani sporche di sangue”.

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Campagna nel vivo, Sarkozy duro con i Republicains

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Stop alle trattative e agli strappi: da stasera sono chiuse in Francia le liste dei candidati nelle 577 circoscrizioni per le legislative dl 30 giugno e 7 luglio. Con qualche decisione dell’ultimo momento e l’attesa di scoprire il quadro esatto delle situazione nell’estrema destra, dove sarebbero circa 70 le circoscrizioni in cui destra Républicains ed estrema destra Rassemblement National presenteranno candidati comuni. Grande emozione e polemiche per l’annuncio dell’ottantottenne “cacciatore di nazisti”, Serge Klarsfeld, che nel caso di un duello fra estrema destra ed estrema sinistra, voterà per il partito di Marine Le Pen. E’ saltata nell’ultimo giorno una delle candidature più controverse de La France Insoumise (LFI), il partito di estrema sinistra di Jean-Luc Mélenchon che per evitare scontri frontali nel Nuovo Fronte popolare della gauche sulla sua candidatura a premier nel caso di vittoria ha ribadito che non farà il premier: “Non sarò mai io il problema, sono sempre dalla parte della soluzione”.

In questa direzione va anche la decisione di non candidarsi di Adrien Quatennens, candidato melenchoniano uscente condannato per violenze sulla moglie nel 2022 e per molti “impresentabile”. Ha deciso di gettare la spugna perché non vuole che la sua candidatura “venga utilizzata” contro la nuova coalizione di sinistra. Al suo posto, Lfi presenta un altro candidato, Aurélien Le Coq, ma la femminista Amy Bah, che si era presentata contro Quatennens, non ritira la sua candidatura per il momento. E’ uno dei tanti casi che stridono in un’alleanza che mette insieme personalità e tendenze molto diverse tra loro, dai riformisti liberali come Raphael Glucksmann all’ex presidente François Hollande, fino all’anticapitalista Philippe Poutou, per le sue posizioni filopalestinesi estreme soprannominato “il portavoce di Hamas”.

In queste ore di tensione, continuano ad essere molte le personalità politiche che scendono in campo, pur senza candidarsi come ha fatto Hollande (per il Nuovo Fronte popolare). Oggi è stata la volta dell’ex premier socialista Lionel Jospin, che ha attaccato “l’arroganza” e la “leggerezza di Emmanuel Macron nella scelta di sciogliere il Parlamento, definendo “unica diga” all’estrema destra la coalizione della gauche. Stessa condanna da parte dell’ex presidente Nicolas Sarkozy, che ha però criticato anche aspramente l’alleanza dei Républicains, il suo partito, con l’estrema destra, un errore strategico destinato – secondo lui – a trasformare il partito di destra in una “appendice” dei lepenisti. “Voterei per il Rn” nel caso di ballottaggio con il Fronte popolare di sinistra, perché il partito di Marine Le Pen “ha fatto la sua mutazione” e “sostiene gli ebrei”, ha detto lo storico difensore della causa dei deportati ebrei di Francia e “cacciatore di nazisti”, Serge Klarsfeld.

Al contrario, l’estrema sinistra “è sotto l’influsso della France Insoumise con ventate antisemite e un violento antisionismo”, insomma un partito “decisamente antisemita”. Già concentrati sulle tradizionali promesse agli elettori, il premier Gabriel Attal, e colui che aspira a prenderne il posto, Jordan Bardella. Se il primo ha assicurato ai francesi una bolletta elettrica più leggera se la maggioranza sarà confermata, il vincitore delle europee ha promesso di cancellare la riforma che rende più difficile l’accesso ai sussidi di disoccupazione. Che l’attuale governo non ha ancora reso operativa.

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A corto di truppe, l’Ucraina libera i criminali per combattere

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L’Ucraina a corto di truppe sta liberando i criminali nelle carceri per combattere sulle prime linee: da quando è stata adottata la legge in maggio, Kiev ha liberato più di 2.750 carcerati, inclusi spacciatori e assassini. Lo riporta il Washington Post, sottolineando che l’uso di criminali è l’ennesima conferma delle difficoltà dell’Ucraina di reclutare nuove forze. I carcerati possono solo combattere nelle brigade d’assalto, il che può significare trovarsi faccia a faccia con i soldati russi, e possono servire solo in divisioni composte da ex carcerati e guidate da un soldato.

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