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Coni: da Pennetta a De Zolt, altri 12 azzurri nella Walk of Fame

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Otto nuove targhe per 12 grandi campioni vanno ad arricchire la Walk of Fame dello sport italiano. Al Foro Italico, il presidente del Coni, Giovanni Malagò, ha svelato le nuove mattonelle dedicate a Flavia Pennetta (tennis), Amedeo Pomilio (pallanuoto), Giulia Quintavalle (judo), Marco Galiazzo (arco), Daniele Molmenti (canoa), Antonio Tartaglia e Gunther Huber (bob), Carlo Molfetta (taekwondo) e agli olimpionici della 4×10 km di sci nordico a Lillehammer 1994, Marco Albarello, Maurilio De Zolt, Silvio Fauner e Giorgio Vanzetta. Alla cerimonia erano presenti anche il segretario generale del Coni, Carlo Mornati, la vice presidente vicaria, Silvia Salis, la vice presidente, Claudia Giordani, componenti della Giunta e diversi presidenti federali.

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Idf, avanti con operazione Rafah per portare ostaggi a casa

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“Le Forze di Difesa di Israele stanno continuando la loro operazione mirata contro Hamas a Rafah come parte degli sforzi per ottenere una duratura sconfitta di Hamas e per portare a casa tutti i nostri ostaggi”. Lo ha detto il portavoce dell’Idf, Rear Admiral Daniel Hagari, in un video diffuso sul canale Telegram dell’esercito israeliano. “La nostra guerra – ha aggiunto – è contro Hamas non contro la popolazione di Gaza”.

“Le nostre operazioni contro Hamas a Rafah restano limitate e dirette a progressi tattici, aggiustamenti tattici, progressi militari e ad evitare aree densamente popolate – ha sottolineato il portavoce dell’Idf -. Dall’inizio della nostra azione mirata contro Hamas a Rafah abbiamo eliminato dozzine di terroristi, scoperto tunnel e numerose armi. Prima delle nostre operazioni invitiamo i civili a spostarsi temporaneamente nelle aree umanitarie e ad allontanarsi dal fuoco incrociato in cui li mette Hamas”.

“Negli ultimi giorni – ha spiegato Rear Admiral Daniel Hagari – abbiamo facilitato l’ingresso di 200.000 litri di carburante dal valico di Kerem Shalom, abbiamo facilitato e coordinato l’apertura di un nuovo ospedale da campo a Gaza e ci stiamo adoperando per consentire il flusso di aiuti umanitari verso Rafah attraverso il valico di Salah Al-Din Road. Solo negli ultimi giorni, ci siamo ricordati del perché il nostro attacco contro Hamas sia vitale: Hamas ha lanciato missili da Rafah verso il valico di Kerem Shalom attraverso il quale Israele lascia entrare gli aiuti umanitari per la popolazione di Gaza. E venerdì notte, Hamas ha lanciato 9 missili da Rafah verso la città israeliana di Beer Sheva, colpendo un parco giochi per bambini. Continueremo a compiere la nostra missione per ottenere la sconfitta di Hamas e per riportare a casa i nostri ostaggi”.

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La Svizzera vince l’Eurovision con Nemo, Angelina Mango settima

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Era tra i candidati alla vittoria alla vigilia, e alla fine Nemo, rappresentante della Svizzera, ha vinto l’Eurovision Song Contest 2024 con il brano The Code. Il cantante ha portato sul palco della Malmo Area anche una bandiera con i colori giallo, bianco, viola e nero, ovvero la bandiera non binaria, che rappresenta le persone di genere non binario, in cui l’artista si riconosce. Nemo, dopo Lys Assia e Celine Dion, riporta così il microfono di cristallo nello stato federale. Sul podio la Croazia con Baby Lasagna e l’Ucraina con il duo Alyona Alyona e Jerry Heil.

Angelina Mango, quarta per le giurie con 164 punti e con 104 da parte del televoto, si è piazzata settima nella classifica generale con La noia, il brano con il quale aveva vinto il festival di Sanremo a febbraio. Venticinque i Paesi che si sono sfidati nella gara, dopo che nel pomeriggio era stata decisa l’esclusione dell’artista olandese Joost Klein, per una denuncia presentata da una donna del team di produzione. Un’edizione che, forse come non mai, ha avuto anche risvolti politici, per la difficile situazione internazionale. Il conflitto in Medio Oriente ha impattato sia dentro che fuori la Malmo Arena, dove si è tenuto l’Eurovision Song Contest, che quest’anno aveva scelto il claim “United by music”, uniti dalla musica.

Nei giorni scorsi per le strade della città ci sono state diverse manifestazioni, ma i riflessi di ciò che sta succedendo in Israele e a Gaza si sono fatti sentire anche stasera durante la finale. Eden Golan, l’artista che rappresenta Israele, è stata pesantemente fischiata dal pubblico in sala, come già successo nella semifinale, così come la giuria al momento delle votazioni, mentre all’esterno dell’arena manifestanti filo-palestinesi, tra questi anche Greta Thunberg con la kefiah al collo, hanno tentato di avvicinarsi con un corteo non autorizzato. Sono stati fermati e allontanati dalla polizia, che ha poi creato un cordone di sicurezza a 200 metri dagli ingressi dell’edificio per impedire nuovamente l’avvicinarsi dei manifestanti e per garantire il deflusso a fine serata. Alla fine Golan si è classificata quinta, spunta dal televoto (ben 323 i punti raccolti).

Sul palco non sono mancati gli artisti che hanno invocato la pace, come Iolanda, in gara per il Portogallo, convinta che “la pace prevarrà” o come il concorrente francese Slimane che ha gridato “uniti dalla musica, dall’amore e dalla pace”. In segno di protesta, si sono ritirati dal ruolo di portavoce delle rispettive giurie anche Alessandra Mele per la Norvegia, motivando la sua decisione con un netto “C’è un genocidio in corso”, e Kaarija per la Finlandia. Ma un altro conflitto è stato ricordato durante la serata: quello tra Ucraina e Russia. È stato il duo formato dalla rapper Alyona Alyona e da Jerry Heil, in rappresentanza di Kiev, a chiedere “Unità per il mondo. Pace e libertà per l’Ucraina”.

Tra le contestazioni, anche quella contro Martin Osterdahl, supervisore esecutivo dell’Eurovision Song Contest, nel momento dell’annuncio dei voti delle giurie con il consueto “Good to go”. Un Eurovision che, dal punto di vista dello show, ha comunque riservato il solito carico di trash tra improbabili mise, eccessi scenici e canzoni non sempre indimenticabili. Angelina Mango, nonostante il tifo eccellente da Marco Mengoni a Damiano David dei Maneskin, passando per Amadeus, Adriano Celentano, Laura Pausini, Fiorello, non ha vinto ma ha ben figurato e la sua esibizione non è passata inosservata ed è stata ben accolta da giurie tecniche e pubblico a casa.

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Il Bologna vince al Maradona contro un Napoli penoso, è terzo posto ‘quasi’ Champions

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Il Bologna è sempre più vicino all’impresa di conquistare un posto in Champions League. I felsinei vincono 2-0 in trasferta sul campo del NAPOLI e salgono momentaneamente al terzo posto in classifica con 67 punti, scavalcando di una lunghezza la Juventus, impegnata domani in casa con la già retrocessa Salernitana. I rossoblù potrebbero conquistare la matematica certezza di giocare l’anno prossimo la competizione europea più prestigiosa già domani se la Roma non vincesse a Bergamo contro l’Atalanta. A decidere la sfida del Maradona le reti nel primo tempo di Ndoye al 9 e Posch al 12′. Pesante ko per gli azzurri che restano ottavi a quota 51, un punto in più della Fiorentina che però ha due partite in meno. Il primo brivido del match arriva al 5′ con Calafiori, il centrale rossoblù arriva al tiro dal limite dell’area, con la palla a lato non di molto. Al 9′ gli ospiti sbloccano il match con Ndoye al primo gol in campionato.

L’attaccante svizzero anticipa Di Lorenzo e appoggia di testa in rete l’assist perfetto di Odgaard. Passano tre minuti e arriva il raddoppio: sugli sviluppi del corner di Urbanski, torre di Calafiori per la girata vincente di testa di Posch, anche lui al primo gol in campionato. Il pubblico di casa non gradisce e fischia i propri calciatori. Al 21′ i padroni di casa potrebbero riaprire la partita. Pairetto assegna un rigore per fallo in area di Freuler su Osimhen. Dagli 11 metri va Politano ma Ravagli intuisce la traiettoria e respinge il tiro dell’attaccante azzurro. Al 27′ ancora azzurri vicini al gol, corner di Politano per il colpo di testa di Olivera di poco alto. Poco dopo la mezz’ora giallo a Kvaratskhelia per proteste dopo un fallo subito da Posch. Al 40′ gran tiro da fuori area di Lobotka con palla alta di un soffio a Ravaglia fermo. Nel recupero Osimhen cade in area dopo il contatto con Aebischer, Pairetto lascia correre, inutili le proteste del nigeriano.

I partenopei partono all’attacco in avvio di ripresa. Al 5′ cross pericoloso di Di Lorenzo che attraversa tutta l’area avversaria senza che nessuno arrivi all’appuntamento con la deviazione. Al 7′ Anguissa va al tiro da buona posizione ma la mira è da dimenticare e la palla termina altissima. Passa un minuto e Politano converge dalla sinistra e va al tiro sul primo palo, Ravaglia è attendo e fa buona guardia. Al 12′ Motta cambia gli esterni alti: dentro Orsolini e Saelemaekers, fuori Ndoye e Odgaard. Poco dopo Aebischer salva il risultato: punizione velenosa di Kavaratskhlia che arriva nell’area rossoblù, lo svizzero prolunga di testa alle sue spalle mandando in angolo, anticipando di un soffio Osimhen pronto a intervenire. Al 20′ tornano pericolosi gli ospiti.

Buona l’iniziativa di Zirkzee, che riceve da Saelemaekers e incrocia il sinistro, Meret si salva col piede, sulla ribattuta Orsolini calcia alto. Al 25′ illuminante giocata di Ngonge, entrato al posto di Politano, che premia il taglio di Osimhen, il nigeriano incrocia sul palo lontano con Ravaglia bravissimo a deviare in corner. Poco prima della mezz’ora novità da entrambe le panchine: Raspadori prende il posto di Cajuste, Castro e Fabbian sostituiscono Zirkzee e Urbanski. Al 36′ Calzona si gioca le ultime mosse: ecco Simeone, Traoré e Mazzocchi. Fuori Kvaratskhelia, Anguissa e Olivera, mentre Motta leva Freuler e mette El Azzouzi. Nel finale la squadra di casa tenta gli ultimi assalti senza troppa convinzione e il Bologna controlla senza correre rischi portando a casa tre punti che l’avvicinano in maniera quasi decisiva alla prossima Champions League.

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