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Esteri

‘Mosca ha concentrato oltre 10.000 soldati a Bakhmut’

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Ancora Bakhmut. Nel precario equilibrio della linea del fronte est in Ucraina, l’insediamento del Donetsk ormai ridotto a un cumulo di macerie resta una preoccupazione per Kiev: secondo il Gruppo orientale delle Forze armate ucraine, la Russia infatti non ha alcuna intenzione di perdere la città e vi ha concentrato più di 10.000 militari effettivi, con reggimenti di carri armati, gruppi motorizzati e aviotrasportati. “Ci sono pesanti battaglie”, ha affermato il portavoce del gruppo Ilya Yevlash, secondo cui l’assalto a Bakhmut sarebbe un prezzo molto alto da pagare e l’Ucraina non può permettersi di perdere così tante persone. Quindi, fino a quando l’operazione non sarà perfettamente pianificata e non saranno sgomberati tutti i campi minati, i soldati ucraini non saranno mandati avanti.

Kiev preferisce spingere a sud nella controffensiva mentre prova a tenere sul fianco orientale, con la guerra che si avvicina a grandi passi verso il triste traguardo dei 600 giorni di ostilità. E che la Russia è pronta a combattere per anni, secondo l’analisi dell’intelligence britannica. A suggerire le conclusioni degli 007 di Londra è la decisione di Mosca di aumentare del 70% il budget alla difesa per il 2024, portandolo a circa il 6% del Pil anche a discapito degli altri settori. Una decisione preoccupante per il governo ucraino di Volodymyr Zelensky, ancor più perché tra gli alleati occidentali sembra che il vento stia cambiando e che le certezze sul sostegno militare occidentale a Kiev non sia più solido come un anno fa. Una buona notizia per Kiev sembrava arrivare invece dal Regno Unito, con il ministro della Difesa Grant Shapps aperto alla possibilità di schierare addestratori britannici in Ucraina. In un’intervista al Telegraph, il funzionario ha detto di averne già parlato con il capo di stato maggiore Patrick Sanders. Ma Rishi Sunak ha frenato subito: “Credo che ci siano state notizie errate al riguardo”, ha specificato il primo ministro britannico, sottolineando che quanto detto da Shapps riguarda “il lungo termine, non il presente”.

Finora infatti nessuno dei Paesi Nato ha attuato misure del genere, preferendo addestrare i militari di Kiev fuori dall’Ucraina per ridurre al minimo i rischi per i soldati occidentali, la cui eventuale morte potrebbe diventare motivo di escalation. Da Mosca intanto è giunto il commento tagliente di Dmitry Medvedev: se andranno in Ucraina, i britannici “saranno spietatamente distrutti”, sono state le parole del superfalco di Putin. Tra le incognite e i dubbi sul futuro della guerra, l’unica certezza è che milioni di ucraini si preparano ad affrontare un altro difficile inverno di attacchi alle infrastrutture critiche, che porteranno blackout e freddo in tutto il Paese. Nell’ultima giornata, gli attacchi russi sono continuati su Kherson, Kharkiv, Zaporizhzhia e in altre regioni del Paese. Le autorità ucraine hanno denunciato che un massiccio raid con droni è stato lanciato nella notte sulla regione di Cherkasy, in Ucraina centrale, e sono state colpite strutture dove viene immagazzinato il grano: le esplosioni hanno provocato incendi di vaste proporzioni. Dall’altra parte del confine, il media indipendente bielorusso Netxa ha riferito invece che un drone avrebbe colpito una fabbrica di aerei nella regione russa di Smolensk, senza tuttavia trovare conferme dalle autorità russe o quelle ucraine. Secondo una fonte dell’intelligence di Kiev citata dall’Ukrainska Pravda, un drone ucraino avrebbe colpito anche una base per elicotteri a Sochi.

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Trump: la Crimea resterà alla Russia, Zelensky lo sa

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Donald Trump torna a parlare della guerra in Ucraina e lo fa con dichiarazioni destinate a far discutere. In un’intervista rilasciata a Time, il presidente degli Stati Uniti ha affermato che “la Crimea resterà con la Russia”, aggiungendo che anche il presidente ucraino Zelensky ne sarebbe consapevole.

“La Crimea è andata ai russi, fu colpa di Obama”

«La Crimea è stata consegnata alla Russia da Barack Hussein Obama, non da me», ha ribadito Trump, sottolineando come la penisola fosse “con i russi” ben prima del suo arrivo alla Casa Bianca. «Lì ci sono sempre stati i russi, ci sono stati i loro sottomarini per molti anni, la popolazione parla in gran parte russo», ha aggiunto. Secondo l’ex presidente, se lui fosse stato alla guida del Paese, “la Crimea non sarebbe mai stata presa”.

“Questa guerra non doveva accadere”

Trump ha definito il conflitto in Ucraina “la guerra che non sarebbe mai dovuta accadere”, lanciando un messaggio implicito al presidente Joe Biden e alla gestione democratica della politica estera. A suo avviso, con lui alla presidenza, la situazione in Ucraina si sarebbe sviluppata in modo del tutto diverso, senza l’invasione da parte delle truppe russe.

Le dichiarazioni si inseriscono in un contesto internazionale già molto teso, mentre si continua a discutere del futuro della Crimea e dei territori occupati.

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Esteri

Mosca: generale ucciso in attacco terroristico

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La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha condannato come “un attacco terroristico” l’attentato in cui è morto oggi vicino a Mosca il generale Yaroslav Moskalik, ucciso dall’esplosione di un ordigno posto sulla sua auto. “La questione principale – ha detto Zakharova, citata dall’agenzia Tass – è come fermare la guerra nel cuore dell’Europa e del mondo. Vediamo così tante vittime ogni giorno. Anche oggi, un militare russo è stato ucciso in un attacco terroristico a Mosca”. (

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‘Usa offriranno pacchetto di armi da 100 miliardi a Riad’

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Gli Stati Uniti sono pronti a offrire all’Arabia Saudita un pacchetto di armi del valore di ben oltre 100 miliardi di dollari: lo riferisce la Reuters sul proprio sito citando sei fonti a conoscenza diretta della questione e aggiungendo che la proposta dovrebbe essere annunciata durante la visita di Donald Trump nel regno a maggio. Il pacchetto offerto arriva dopo che l’amministrazione dell’ex presidente Joe Biden ha tentato senza successo di finalizzare un patto di difesa con Riad nell’ambito di un accordo più ampio che prevedeva la normalizzazione dei rapporti tra Arabia Saudita e Israele.

La proposta di Biden offriva l’accesso ad armamenti statunitensi più avanzati in cambio del blocco degli acquisti di armi cinesi e della limitazione degli investimenti di Pechino nel Paese. La Reuters non è riuscita a stabilire se la proposta dell’amministrazione Trump includa requisiti simili.

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