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Vergogna sanitá in Campania, ancora formiche su un paziente in rianimazione

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Nuova invasione di formiche all’ospedale San Giovanni Bosco. Un altro paziente in rianimazione é stato ritrovato tra gli insetti. I Verdi attaccano: “Ora basta. Chiediamo interventi drastici nei confronti dei vertici dell’ospedale e si proceda con massima urgenza ad una bonifica strutturale”.
“Una nuova invasione di formiche ha colpito questa volta i locali della rianimazione dell’ospedale San Giovanni Bosco”. E’ il consigliere dei Verdi e membro della commissione Sanità, Francesco Emilio Borrelli, a dare la notizia della nuova emergenza igienica nel nosocomio napoletano. “Si tratta di un evento allucinante, sono senza parole. Il ripetersi del problema arriva a poche settimane dall’ultimo caso. Un paziente, nella notte, è stato ritrovato tra le formiche all’interno del reparto di rianimazione.

A quanto ci hanno riferito erano presenti, al momento del fatto, tre medici e cinque infermieri. Solo dopo l’accaduto si è proceduto alla disinfestazione delle aree interessate. In seguito ad un sopralluogo effettuato nei giorni scorsi abbiamo segnalato al direttore della Asl Napoli 1 Forlenza di aver riscontrato la presenza significativa di formiche nello stesso bagno della stanza dove fu ritrovata la paziente srilankese successivamente deceduta. Non si può giustificare oltre, è il momento di agire con la massima determinazione. Ho chiesto per questo al direttore Forlenza di valutare interventi drastici e immediati nei confronti dei vertici dell’ospedale”.
“Occorre altresì la massima celerità nel procedere alla bonifica strutturale dell’ospedale. Il San Giovanni Bosco, a quaranta anni dall’apertura, non è mai stato interessato da un intervento di manutenzione straordinaria da quando è stato costruito. Bisogna altresì procedere con nuove gare d’appalto per il servizio di pulizia. Chi se ne occupa attualmente non garantisce l’igiene dei locali e agisce, tra l’altro, in un regime di proroga ultradecennale, in spregio della normativa sugli appalti. Chiedo inoltre al questore di intervenire contro i fenomeni di illegalità che si verificano all’esterno dell’ospedale tra cui la presenza di parcheggiatori abusivi legati alla criminalità organizzata con un presidio fisso di polizia”.

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Guida ubriaco, si scontra con 3 moto e muore centauro, arrestato

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E’ risultato positivo all’alcol test il conducente della Fiat Punto che oggi si è scontrato con tre moto lungo la statale 108 bis “Silana di Cariati” che porta a Lorica. Nell’urto un centauro 37enne di Settingiano (Catanzaro) è morto, e altri due sono rimasti gravemente feriti. Dopo i risultati, i carabinieri della Compagnia di Cosenza hanno arrestato l’uomo, un 41enne, con l’accusa di omicidio stradale e lo hanno posto ai domiciliari.

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Scossa di terremoto di magnitudo 3.1 fa tremare il Vesuvio, molta paura ma nessun danno

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Un terremoto di magnitudo 3.1 della Scala Richter ha colpito alle 5,55 alle pendici del Vesuvio. L’evento sismico, che ha avuto luogo a una profondità di circa 400 metri, è stato distintamente avvertito dagli abitanti delle zone circostanti, in particolare nei piani alti degli edifici.

Gi esperti hanno definito la scossa come un evento “inusuale” e hanno confermato che non ci sono stati segnali di un incremento dell’attività vulcanica. L’epicentro del terremoto è stato localizzato vicino al Monte Somma, una zona storicamente monitorata per la sua vicinanza con il vulcano.

La comunità locale ha reagito con una comprensibile apprensione, ma, fortunatamente, non sono stati segnalati danni a persone o strutture. Le autorità locali nelle prossime ore decideranno se mantenere aperte le scuole. Intanto c’è da rassicurare  la popolazione sulla gestione dell’evento.

Ieri, alle 5,45, dall’altra parte di Napoli, in un’altra area vulcanica, nei Campi Flegrei, c’è stata una scossa di magnitudo 3.9. Anche in quel caso paura tanta ma nessun danno.

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“Due uomini dei servizi segreti vicino l’auto di Giambruno”, le rivelazioni del Domani

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Due uomini fuori dalla villetta di Giorgia Meloni, la notte tra il 30 novembre e l’1 dicembre. Armeggiavano attorno all’auto dell’ex compagno, Andrea Giambruno, mentre la premier era in missione a Dubai. Nell’episodio, però, non sono stati coinvolti “appartenenti ai Servizi” e la sicurezza della premier “non è mai stata posta a rischio”. Così il sottosegretario Alfredo Mantovano interviene dopo che un articolo apparso oggi sul Domani ha riferito sull’allarme scattato in quella occasione. Nella ricostruzione del quotidiano, un’auto si avvicina alla villetta nel quartiere Torrino.

Scendono due uomini, accendono una torcia o un telefonino e si mettono a trafficare attorno alla macchina di Giambruno. A sorvegliare la scena c’è però una volante della Polizia appostata in servizio di vigilanza. Un agente scende e chiede conto ai due dei loro movimenti. Gli uomini si identificano come “colleghi” senza però mostrare documenti di riconoscimento e si allontanano. Sull’accaduto viene stilato un rapporto che finisce alla Digos; vengono avvertiti – sempre secondo l’articolo del Domani – il capo del Polizia, Vittorio Pisani, il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, l’Autorità delegata alla sicurezza della Repubblica, Mantovano e la stessa premier.

Sarebbe stata informata anche la procura della Capitale. Inizialmente i sospetti ricadono su due uomini dell’Aisi, l’Agenzia d’intelligence per la sicurezza interna, che fanno parte della scorta di Meloni. I due vengono quindi trasferiti all’Aise, l’agenzia che invece si occupa dell’estero. In seguito però le indagini dell’Aisi scagionano gli 007 che quella notte – e lo testimonierebbero le celle telefoniche – si trovavano altrove.

I due potrebbero essere stati banalmente ladri alla ricerca di qualcosa nell’auto di Giambruno. Il fatto, secondo il quotidiano, avrebbe influito anche sulla nomina del nuovo direttore dell’Aisi, sbarrando la strada ad uno dei papabili, Giuseppe Del Deo, alla guida del gruppo dell’Agenzia che ha investigato sul caso. Mantovano non entra nei dettagli della vicenda, ma si limita a rivelare di averne dato notizia il 4 aprile nella sua audizione al Copasir, dove ha chiarito che “gli accertamenti svolti per la parte di competenza dell’intelligence hanno consentito con certezza di escludere il coinvolgimento di appartenenti ai Servizi, e che la sicurezza del presidente Meloni non è mai stata posta a rischio”.

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