E’ partita in sordina, con toni politically correct, la sfida tra Stefano Bonaccini e Elly Schlein, i due candidati più accreditati per la segreteria del Pd. “Sostengo Bonaccini perché credo nel gioco di squadra” ma il discorso di Schlein “mi è sembrato coerente e comprensibile”, dice il sindaco di Firenze Dario Nardella. Mentre Pierluigi Bersani chiede che “ciascun candidato dica più precisamente, più chiaramente, quale partito nuovo ha in testa”. Per ora i diretti interessati sono Bonaccini, Schlein e l’ex ministra Paola De Micheli. Ma alla triade potrebbe aggiungersi anche il sindaco di Pesaro Matteo Ricci, da tempo in tour per l’Italia con la sua iniziativa ‘Pane e Politica’.
“Questo giro bellissimo nella provincia continua fino al 16 dicembre con un evento nazionale a Roma. Quella sarà l’occasione per tirare le somme”. Se, sommariamente, il posizionamento delle correnti è già delineato (gli ex renziani con Bonaccini, Area dem con Schlein), mai come questa volta sarà determinante la scelta dei singoli, che – suggerisce un dirigente dem – potrebbero votare anche diversamente all’indirizzo delle aree di provenienza. Sulle scelte della sinistra dem, che nei giorni scorsi sembrava essere orientata su Ricci, non c’è ancora chiarezza.
Andrea Orlando e i suoi stanno guardando con interesse alle prime proposte in campo, come quelle di Schlein che – nel suo discorso di lancio – ha richiamato alcune delle riflessioni fatte dall’ex ministro sull’identità del partito: lavoro, economia e sostenibilità ambientale Riflettori puntati anche sulle mosse del cosiddetto asse del Sud, la cui unità rischia di essere spaccata da eventuali fughe in avanti: il governatore della Campania Vincenzo De Luca, secondo quanto filtra da ambienti di partito, la scorsa settimana avrebbe visto Bonaccini, ma – ad esempio – se fosse confermato questo orientamento appare improbabile che Francesco Boccia (che è anche commissario dem in Campania) possa seguirlo. Senza contare che la frattura, se si concretizzasse, potrebbe incidere anche sull’unità del partito in Campania. Bonaccini parla ai possibili alleati di domani, M5s e Terzo Polo.
“Facciamo insieme una battaglia per la sanità pubblica. Noi vogliamo ridurre disparità e diseguaglianze, non allargarle. E sono sicuro che il Pd sia pronto a mobilitarsi in tutta Italia, facendo sulla sanità pubblica una grande battaglia di giustizia e civiltà”. Carlo Calenda, tra i candidati in corsa per il post-Letta, è con lui che vede maggiore comunanza di visione, ma subito dopo sferza su twitter: “Amici i distinguo fanno ridere. Eravate tutti più renziani di Renzi”. Per il governatore della Toscana, Eugenio Giani, “il congresso Pd sta andando verso Stefano Bonaccini, ma comunque sarà una bella sfida con Schlein. Sta già rivitalizzando anche le energie dei nostri tesserati, militanti ed elettori”.
Prosegue, in sottofondo anche il dibattito serrato sul processo costituente. Maurizio De Giovanni, scrittore e membro del comitato che dovrebbe stilare il manifesto-guida del ‘nuovo’ Pd, ammette di avere “personalmente forti dubbi sulla concretezza del processo”, “non credo sia possibile – dice – trovare in tempi brevi la convergenza totale di 87 persone di estrazione diversa”. Orlando lancia una proposta concreta per cambiare la carta dei valori dem: mettere “l’economia al servizio delle persone”.