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Conference League: goleada agli Hearts, i Viola in corsa

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La Fiorentina aveva bisogno di vincere per riscattare la figuraccia con la Lazio e restare in corsa in Europa. Missione compiuta: i viola di Italiano hanno travolto gli Hearts per 5-1, chiudendo nella pratica gia’ nel primo tempo con quattro gol: a segno Jovic, Biraghi, Gonzalez (che poi raddoppiera’ su rigore nella ripresa) e Barak, per gli scozzesi ha segnato la rete della bandiera Humphrys che in apertura di match aveva colpito un palo. Una vittoria importante per una squadra che fin da inizio stagione ha accusato grossi problemi davanti alla porta. Vero che la formazione scozzese non e’ apparsa irresistibile come gia’ era accaduto all’andata, battuta per 3-0 a Edimburgo da Biraghi e compagni. Ma questo punteggio rotondo trasmette entusiasmo e fiducia ad un gruppo apparso spesso in difficolta’. La qualificazione alla fase successiva di Conference League non e’ ancora centrata, ma possono bastare due pareggi nelle ultime due gare rimaste: quella decisiva sara’ il 27 ottobre al Franchi contro i turchi del Basiksehir che guidano il girone con 10 punti, tre piu’ della Fiorentina, con una migliore differenza reti. Italiano per l’occasione ha rilanciato titolari Milenkovic e Nico Gonzalez e confermato Jovic in attacco, relegando Cabral, ancora in panchina. Solita alternanza fra i pali con Gollini al posto di Terracciano, fiducia a Terzic come nella gara d’andata e spazio a Barak a centrocampo insieme a Mandragora e ad Amrabat (che saltera’ il prossimo impegno in campionato per squalifica). I viola sono entrati in campo senza il sostegno dei club della curva Fiesole che non hanno affisso gli striscioni e hanno fatto lo sciopero del tifo nei primi 25′ per gli altrettanto Daspo ricevuti da loro associati. Robbie Neilson, tecnico degli Hearts spinti da circa cinquemila di sostenitori, ha escluso il centravanti Shankland a cui e’ stato preferito inizialmente Humphrys che al pronti via ha colpito subito il palo e Grant ha impegnato Gollini. Immediata la risposta dei viola dopo il rischio corso: prima con Kouame’, poi soprattutto con Jovic che al 6′ di testa, su assist di Biraghi, ha portato in vantaggio la propria squadra. Un inizio di gara al cardiopalma. Dopo essersi sbloccata la Fiorentina e’ diventata padrona del campo contro i teneri avversari ed e’ andata all’intervallo avanti di quattro reti. Al palo colpito da Mandragora e’ seguito il raddoppio di Biraghi con una strepitosa punizione all’incrocio dei pali e di li’ a poco e’ arrivato il tris con Gonzalez: l’argentino reduce da un lungo periodo di problemi fisici aveva gia’ segnato nei play off d’andata di Conference con il Twente. Nel finale di tempo, su suggerimento di Kouame’, gloria anche per Barak che ha festeggiato mettendosi il pallone sotto la maglia: il centrocampista ceco diventera’ padre per la seconda volta. A inizio ripresa sussulto d’orgoglio per gli Hearts che con Humphrys hanno accorciato approfittando di una svagatezza difensiva dei viola che poi hanno gestito senza affanni trovando anche il pokerissimo con Gonzalez su rigore assegnato per un fallo su Saponara.

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Pioli più lontano, forse è Conte il nuovo allenatore del Napoli

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La panchina del Napoli potrebbe presto vedere un cambio significativo con due grandi nomi del calcio italiano in lizza per il ruolo di allenatore capo: Antonio Conte e Stefano Pioli. Il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, ha un chiaro favorito tra i due: l’ex allenatore di Inter e Juventus, Antonio Conte, considerato l’uomo ideale per avviare un nuovo ciclo vincente al club.

Secondo quanto riportato da “La Repubblica”, De Laurentiis è disposto a offrire a Conte un contratto triennale con un compenso sostanzioso e piena libertà di manovra sul mercato, nella speranza di sedurre il tecnico toscano, che sembra attendere offerte da club di maggior prestigio europeo.

Nonostante l’interesse per Conte, il Napoli non ha escluso altre opzioni. Stefano Pioli, che recentemente sembrava perdere terreno, rimane una valida alternativa. Anche Gian Piero Gasperini è stato menzionato come possibile candidato, sebbene per ora rimanga solo un’ipotesi.

Il Napoli, dopo una stagione al di sotto delle aspettative, è alla ricerca di un rinascimento che possa rinvigorire la squadra e riacquistare la fiducia dei tifosi. La rosa attuale è considerata competitiva, e Conte, se dovesse accettare l’incarico, ha richiesto di mantenere i giocatori chiave, ad eccezione di quelli in partenza come Zielinski e Osimhen.

Il futuro allenatore del Napoli avrà il compito di ripristinare il morale e ottimizzare le prestazioni di una squadra che, nonostante le difficoltà, lotta ancora per un posto nelle competizioni europee. La decisione finale sull’allenatore sarà probabilmente annunciata al termine della stagione, quando il club avrà un quadro più chiaro delle sue prospettive europee e potrà pianificare con maggiore certezza il futuro.

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Tennis, Masters 1000 di Madrid: Sinner troppo forte per l’amico Sonego

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Esordio vincente per Jannik Sinner al Masters 1000 di Madrid. L’altoatesino, n.2 del ranking e testa di serie n.1, nel derby azzurro con Lorenzo Sonego, si è imposto con un perentorio 6-0 6-3 in un’ora e otto minuti di gioco. Al terzo turno Sinner affronterà il vincente del match tra il russo Pavel Kotov e l’australiano Jordan Thompson.

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Cambi panchine e stagione no, la Salernitana saluta la A

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La retrocessione in serie B della Salernitana, sancita dalla sconfitta di questa sera per 3-0 a Frosinone, era sembrata, da tempo, un film dal finale già scritto. Ma ora che anche la matematica ha spazzato via le ultime speranze, l’amarezza e lo sconforto hanno preso il sopravvento perfino sulla rassegnazione. Dopo tre stagioni consecutive, Salerno saluta l’olimpo del calcio e si prepara a ripartire dalla cadetteria. Un epilogo che è diretta conseguenza di un’annata in cui nulla ha funzionato, e nella quale non è servito nemmeno cambiare quattro allenatori e due direttori sportivi per ritrovare la retta via. In difficoltà praticamente dall’inizio, la Salernitana ha probabilmente pagato (anche) il clima di grande confusione che si è creato sin dagli albori di una stagione sportivamente maledetta.

A giugno i contatti tra Paulo Sousa e il Napoli avevano acceso un primo focolaio, disinnescato a fatica e i cui strascichi si sono protratti nel tempo tra frecciate e veleni per un mercato che non è mai realmente decollato; a fine agosto, poi, i mal di pancia di Dia per la mancata cessione hanno lasciato intendere che qualcosa si stava per rompere. Il presidente Danilo Iervolino ha provato a rimescolare continuamente le carte ma senza riuscire a cambiare l’esito della partita. Gli avvicendamenti in panchina tra Paulo Sousa, Filippo Inzaghi, Fabio Liverani e Stefano Colantuono e il passaggio di consegue tra Morgan De Sanctis e Walter Sabatini non sono bastati per evitare la retrocessione.

A pesare è stato sopratutto il rendimento disastroso avuto nel 2024. Al giro di boa, infatti, i campani erano a soli due punti dalla zona salvezza. Ma la rivoluzione di mercato targata Sabatini (11 acquisti, tra cui gli esperti Boateng e Manolas) stavolta non è servita ad evitare il tracollo. Anzi. Nel nuovo anno la Salernitana non è mai riuscita a conquistare i tre punti, sprofondando all’ultimo posto e perdendo sempre più contatto dalla zona salvezza.

Fino ad arrivare all’epilogo di oggi allo ‘Stirpe’: Salerno torna in serie B. Alla proprietà, adesso, spetterà il compito di provare a rimettere insieme i cocci d’un vaso che è andato in frantumi, distruggendo un progetto sportivo che, soprattutto dopo lo scorso campionato (salvezza centrata con tre turni d’anticipo), sembrava destinato ad avere ben altre prospettive. Serviranno, adesso, nuova linfa e nuove idee, anche per onorare la passione di una piazza che è stata tra le poche note liete di questa annata fallimentare.

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