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Il West Ham spegne il sogno viola al novantesimo

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S’infrange al novantesimo il sogno Europeo della Fiorentina. Quando i supplementari erano in vista, Jarrod Bowen è sfuggito alla linea difensiva gigliata, si è ritrovato davanti a Terracciano e ha regalato al West Ham un trofeo europeo che i tifosi aspettavano da quasi sessant’anni. La Fiorentina ha perso la sua seconda finale della stagione e il calcio italiano ha perso la seconda delle sue tre finali europee. La notte di Praga si trasforma in una grande festa per i martelli londinesi, arrivati in Repubblica Ceca in decine di migliaia, molti dei quali senza biglietto, per sognare di vivere il momento che poi il campo ha regalato loro. In una partita di fatto tutta condensata nell’ultima mezzora di gioco, la Fiorentina ha fatto il solito gran possesso, ma anche costruito meno del solito.

Il West Ham è rimasto prima un po’ in disparte come le squadre inglesi di una volta, ed è poi passato in vantaggio con un calcio di rigore concesso al quarto d’ora per un mani in area di Biraghi. Che la Fiorentina, però, ha avuto la forza di pareggiare pochi minuti dopo grazie a un’incursione di Jack Bonaventura, forse il migliore viola in campo e non solo per il gol. Fino al novantesimo, quando il West Ham ha saputo rompere lo stallo con Bowen, sfuggito a Igor e implacabile a segnare il gol più importante della sua carriera e uno dei più importanti della storia del West Ham. Dei primi sessanta minuti di partita si potrebbe pure non parlare: per tutto il primo tempo e il primo quarto d’ora della ripresa la Fiorentina ha palleggiato tanto, ma senza essere mai realmente pericolosa.

Il West Ham ha giocato soprattutto lasciando che la Fiorentina costruisse castelli in aria e provando a scavarne intorno il fossato: ma anche nel suo caso senza andare mai veramente vicina al gol. Tanti errori, da una parte e dall’altra. Le cose da ricordare sono l’intervento dei sanitari per medicare Biraghi colpito alla testa da un oggetto lanciato dalla curva degli inglesi mentre stava per battere un calcio d’angolo e il gol annullato per fuorigioco a Jovic, allo scadere del primo tempo, che aveva raccolto e messo in porta la ribattuta su un colpo di testa di Kouamé. Ultimo atto della partita di Jovic, sostituito in avvio di secondo tempo da Cabral, col quale, alla vigilia, era stato in ballottaggio. La partita si è accesa quando l’arbitro spagnolo Del Cerro Grande, richiamato dal Var, ha giudicato non regolare il tocco di mani in area di Biraghi: dal dischetto Benrahama ha portato in vantaggio gli Hammers. Uno schiaffo per la Fiorentina: ma forse proprio lo schiaffo del quale aveva bisogno. Dopo appena qualche minuto Bonaventura, con un inserimento dei suoi ha trovato il pari servito da Nico Gonzalez.

A quel punto entrambe le squadre hanno provato a vincerla: il West Ham con Antonio e il praghese Soucek che hanno trovato attento Terracciano, la Fiorentina soprattutto con le conclusioni alla distanza, di Mandragora e di Amrabat. Avrebbe potuto chiuderla, sarebbero potuti arrivare i supplementari e magari ci si sarebbe potuta giocare ai rigori, ma è bastato il lampo di Bowen, una disattenzione di una difesa che ha sbagliato molto poco per scrivere la storia della più giovane delle competizioni europee che lascia Roma in direzione Londra. Festeggia il capitano Declan Rice che se ne andrà per una big, festeggia Emerson Palmieri, unico giocatore ad aver vinto tutte e tre le coppe europee, festeggia, con uno scampolo di partita a risultato acquisito, anche Angelo Ogbonna. Festeggia soprattutto il caloroso popolo del West Ham, con la Fiorentina che conclude la stagione fra gli applausi dei suoi tifosi e con due finali perse. Entrambe a testa alta. Ma perse.

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Cronache

Campi Flegrei, che cosa succede? Parla il vulcanologo Giuseppe Mastrolorenzo

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La preoccupazione è alta: le scosse di terremoto nei Campi Flegrei sono tante nelle ultime settimane. Bradisismo, eruzione, piani di evacuazione… La gente ha paura. Quello che potrebbe succedere nell’area flegrea puo interessare fino a 3 milioni di persone: abbiamo chiesto di capire di più ad un vulcanologo esperto, Giuseppe Mastrolorenzo. Ed ecco che cosa ci ha spiegato.

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Esteri

Ricatto di Saied, l’arma dell’invasione per i fondi

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Saied presidente Tunisia

Un gioco al rialzo o rivendicazioni a uso e consumo interno? Il presidente tunisino Kais Saied ha rifiutato un primo assegno da 127 milioni dell’Unione europea, bollandolo come “elemosina”, con un rigurgito – almeno all’apparenza – di anticolonialismo. O, piuttosto, per alzare la posta, brandendo la minaccia dell’invasione di migliaia di migranti pronti a salpare da Sfax verso le coste italiane. Con un duplice obiettivo: ricevere una somma più alta, sul modello dell’accordo da 6 miliardi di euro raggiunto dall’Ue con la Turchia di Erdogan nel 2016 per chiudere i rubinetti della rotta balcanica; e riuscire ad ottenere i 900 milioni di assistenza macrofinanziaria previsti dal memorandum del luglio scorso, sganciandoli dai quasi 2 miliardi che l’Fmi tiene bloccati in attesa di riforme. Riforme che Saied – che dal 2021 si presenta come nuovo autocrate del Nord Africa – non sembra intenzionato nemmeno ad avviare.

La Commissione europea aveva annunciato nei giorni scorsi di aver stanziato i 127 milioni da versare “rapidamente” a Tunisi. Bruxelles aveva precisato che si trattava di 67 milioni per combattere l’immigrazione illegale (i primi 42 milioni dei 105 milioni di aiuti previsti dal memorandum firmato due mesi fa e altri 24,7 milioni nell’ambito di programmi già in corso) e 60 milioni legati al sostegno del bilancio tunisino. Ma Saied ha bloccato tutto: “La Tunisia accetta la cooperazione, ma non accetta nulla che somigli a carità o favore, quando questo è senza rispetto”, ha dichiarato il presidente dopo aver rinviato e sospeso nei giorni scorsi anche le visite delle delegazioni europee, prima parlamentare e poi della Commissione. Questo rifiuto, ha tenuto a sottolineare Saied, “non è dovuto all’importo irrisorio ma al fatto che questa proposta va contro” l’accordo firmato a Tunisi e “lo spirito che ha prevalso durante la Conferenza di Roma” di luglio, “iniziativa avviata da Tunisia e Italia”.

“Non abbiamo capito ancora cosa volesse dire Saied. Non abbiamo avuto la trascrizione e stiamo lavorando per avere più informazioni”, ha ammesso un alto funzionario Ue, intuendo però che il tunisino “avrebbe preferito più aiuti” rispetto alla prima tranche. Sullo stato dell’intesa la fonte ha ricordato che il Consiglio “non è stato coinvolto” nei negoziati. Ma, ha sottolineato, “non possiamo dire che il Memorandum sia un fallimento”. E se anche a Bruxelles l’intesa con Tunisi trova un ostacolo nelle diverse posizioni dei 27, preoccupa lo stato dei diritti umani nel Paese, dove la democrazia sognata dalla rivoluzione dei Gelsomini è ormai naufragata e dove lo stesso Saied ha di fatto aizzato una caccia al migrante subsahariano, ormai poco tollerato da una popolazione alle prese con una grave crisi economica e alimentare.

Resta il fatto che l’Europa e l’Italia non possono fare a meno di lavorare con la Tunisia per arginare gli sbarchi che rischiano di mettere in crisi l’Unione e il suo futuro dopo le elezioni di giugno. E Saied lo ha capito, rilanciando ogni giorno, non solo per sedare le tensioni interne ma anche e soprattutto per spingere l’Europa, di fronte ad una crisi migratoria senza precedenti, a fare pressione su Washington per lo sblocco degli 1,9 miliardi del Fondo Monetario Internazionale.

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Sinner nella storia: batte Alcaraz e vola in finale contro Medvedev a Pechino

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Jannik Sinner nella storia: batte Carlos Alcaraz e vola in  finale del “China Open” a Pechino,  sui campi in cemento dell’Olympic Green Tennis Centre. Un torneo che ha come montepremi 3.633.975 dollari.

Sinner, 22 anni era la sesta testa di serie ed ha sconfitto in semifinale lo spagnolo Alcaraz, numero 1 del tabellone e del ranking mondiale, in due soli set con il punteggio di 7-6, 6-1, poco meno di due ore di gioco.  Il giovane azzurro altoatesino sfiderà per il titolo il russo Daniil Medvedev, seconda testa di serie e numero 3 del mondo, che in semifinale aveva battuto Alexander Zverev.

 

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