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‘Plebiscito per l’annessione’, Putin smembra l’Ucraina

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“La Russia ha il diritto di utilizzare armi nucleari, se necessario, in base alla dottrina nucleare”. Nel giorno in cui si certifica il prevedibile plebiscito a favore dell’annessione a Mosca nei referendum dei filorussi in quattro regioni ucraine, bollati come una “farsa” da Kiev e dalla comunita’ internazionale, Dmitry Medvedev torna ad agitare lo spettro dell’atomica. La Russia, ha avvertito il vicepresidente del Consiglio di sicurezza, “fara’ tutto il possibile per impedire ai vicini ostili, come l’Ucraina, di acquistare armi nucleari”. Le nuove minacce sono giunte poco prima che il Senato di Mosca annunciasse di essere pronto ad approvare martedi’ prossimo l’unione alla “madrepatria” delle zone controllate dai russi nelle oblasti di Lugansk, Donetsk, Kherson e Zaporizhzhia (circa il 15% del territorio di tutta l’Ucraina), considerandole cosi’ parte integrante della Federazione; mentre l’intelligence britannica ha ipotizzato un annuncio formale dell’annessione da parte di Vladimir Putin gia’ venerdi’ davanti alle Camere riunite. Oltre il 95% degli aventi diritto indicati dai filorussi, stando ai dati diffusi dalle sedicenti commissioni elettorali, ha votato a favore, mentre l’affluenza e’ stata annunciata ben oltre la soglia del 50%, unica condizione che sarebbe posta da Mosca per il riconoscimento della consultazione. Un’escalation analoga a quella dell’annessione della Crimea del 2014, che il presidente russo potrebbe sfruttare anche per forzare la mano sul terreno. Di fronte alla controffensiva ucraina, che ha riconquistato la regione di Kharkiv e preme ora proprio sul Lugansk, lo zar potrebbe decidere di far valere i nuovi autoproclamati confini per reagire agli attacchi delle forze di Kiev con armi nucleari tattiche, come previsto dalla dottrina sulla deterrenza in caso di minaccia alla “integrita’ territoriale”. La Russia, ha avvertito il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, adottera’ misure “per garantire la sicurezza nei territori liberati dopo il referendum”. Ma Kiev ha subito escluso qualsiasi freno al suo contrattacco: “Non cambiera’ nulla nella nostra politica, nella nostra diplomazia e nella nostra condotta sul campo di battaglia”, ha assicurato il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba. “Le armi che stiamo fornendo sono state finora usate in modo efficace dagli ucraini. Kiev ha il diritto di continuare a difendersi anche nei territori che saranno eventualmente annessi dalla Russia. Dal nostro punto di vista non cambia niente”, gli ha fatto eco il segretario di Stato Usa Antony Blinken. Il rilancio dell’offensiva di Mosca con la mobilitazione militare deve pero’ fare i conti con la grande fuga dei potenziali coscritti dal Paese, che prosegue con ogni mezzo possibile. Mentre i biglietti aerei sono in gran parte sold out o hanno raggiunto prezzi esorbitanti, molti riservisti e tanti dei giovani che temono di venire presto arruolati – un esodo di oltre 260 mila persone, secondo Novaya Gazeta – continuano a tentare di lasciare la Russia, diretti alle uniche frontiere terrestri verso Ovest ancora aperte. Lungo il confine con la Georgia, stando alle immagini del satellite Maxar, si e’ formata una coda di oltre 16 km, mentre restano a livelli di guardia anche i flussi verso la Finlandia, la sola frontiera Ue tuttora attraversabile con visto turistico, dove nonostante le maglie dei controlli piu’ ristrette annunciate dal governo di Sanna Marin la Guardia di Frontiera ha registrato lunedi’ quasi ottomila ingressi dalla Russia. “Il traffico e’ ancora intenso ma si e’ ridotto rispetto al picco del fine settimana: la maggior parte di chi entra si dirige verso altri Paesi”, hanno spiegato le autorita’ di Helsinki. Sul terreno, nel frattempo, i bombardamenti non si fermano. Le autorita’ ucraine hanno denunciato un nuovo attacco a Kryvyi Rih, citta’ natale del presidente Volodymyr Zelensky nel sud, dove l’aeroporto e’ stato centrato con un missile Kh-59 e “l’infrastruttura e’ stata distrutta”. Altri raid hanno preso di mira zone abitate e la rete di approvvigionamento idrico a Mykolaiv, mente i filorussi hanno segnalato attacchi contro diversi insediamenti nel Donetsk “nel tentativo di interrompere il referendum”. Una guerra che secondo l’Onu ha gia’ causato almeno seimila vittime civili e che Kiev si prepara a continuare a combattere approvando un bilancio di guerra per tutto il 2023.

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‘Da banche Occidente in Russia 800 mln euro in tasse a Cremlino’

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Le maggiori banche occidentali che sono rimaste in Russia hanno pagato lo scorso anno più di 800 milioni di euro in tasse al Cremlino, una cifra quattro volte superiore ai livelli pre-guerra. Lo riporta il Financial Times sottolineando che le imposte pagate, pari allo 0,4% delle entrate russe non legate all’energia per il 2024, sono un esempio di come le aziende straniere che restano nel Paese aiutano il Cremlino a mantenere la stabilità finanziaria nonostante le sanzioni. Secondo quanto riportato dal quotidiano, “le maggiori sette banche europee per asset in Russia – Raiffeisen Bank International, Unicredit, Ing, Commerzbank, Deutsche Bank, OTP e Intesa Sanpaolo – hanno riportato profitti totali per oltre tre miliardi di euro nel 2023. Questi profitti sono stati tre volte maggiori rispetto al 2021 e in parte generati dai fondi che le banche non possono ritirare dal Paese”.

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Sindaco Istanbul Ekrem Imamoglu contro Erdogan: Hamas è un gruppo terroristico

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Il sindaco di Istanbul Ekrem Imamoglu, il principale rivale del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, definisce Hamas “un gruppo terroristico” e afferma che la Turchia è stata “profondamente rattristata” dal massacro del 7 ottobre. Intervistato dalla Cnn, il primo cittadino della metropoli turca spiega che “qualsiasi struttura organizzata che compie atti terroristici e uccide persone in massa è da noi considerata un’organizzazione terroristica”, aggiungendo però che crimini simili stanno colpendo i palestinesi e invita Israele a porre fine alla sua guerra contro Hamas.

Il governo turco di Erdogan sostiene apertamente Hamas, ha duramente criticato l’offensiva israeliana nella Striscia di Gaza e ha chiesto un cessate il fuoco immediato. Il leader turco ha paragonato le tattiche del primo ministro Benyamin Netanyahu a quelle di Adolf Hitler e ha definito Israele uno “stato terrorista” a causa della sua offensiva contro Hamas a Gaza.

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Usa: sondaggio “Cnn”, Trump in vantaggio su Biden di 6 punti a livello nazionale

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A poco meno di sei mesi dalle elezioni negli Stati Uniti, l’ex presidente Donald Trump gode del sostegno del 49 per cento degli elettori, in vantaggio di sei punti percentuali sul suo successore Joe Biden, fermo al 43 per cento. Lo indica l’ultimo sondaggio pubblicato dall’emittente “Cnn” ed effettuato dall’istituto Ssrs. Rispetto alla precedente rilevazione condotta lo scorso gennaio, il candidato repubblicano e’ rimasto stabile, mentre l’attuale presidente ha perso il due per cento del proprio consenso. Soprattutto, e’ in miglioramento l’idea che gli elettori hanno degli anni della presidenza Trump. Ora il 55 per cento degli statunitensi considera “un successo” la sua amministrazione, contro il 44 per cento che la definisce “un fallimento”.

Nel gennaio del 2021, pochi giorni dopo l’insediamento di Biden, era il 55 per cento a considerare un fallimento la presidenza di Trump. Al contrario, il 61 per cento ritiene che la presidenza Biden sia stata un fallimento, mentre il 39 per cento la definisce “un successo”. Il sondaggio mostra anche come i repubblicani siano piu’ convinti dell’idea che la presidenza Trump sia stata un successo (92 per cento) rispetto a quanto gli elettori democratici abbiano la stessa opinione della presidenza Biden (solo il 73 per cento). Tra gli indipendenti, l’amministrazione Trump e’ guardata con favore dal 51 per cento, contro il 37 per cento che ha opinione positiva dell’attuale presidenza. Poi vi e’ un 14 per cento che considera un fallimento entrambe le esperienze, e un 8 per cento che invece ritiene un successo sia la presidenza di Donald Trump che quella di Joe Biden.

Il sondaggio rileva anche come il 60 per cento degli elettori disapprovi l’operato dell’attuale presidente e come il tasso di approvazione, attualmente al 40 per cento, sia al di sotto del 50 per cento anche su materie quali le politiche sanitarie (45 per cento) e la gestione del debito studentesco (44 per cento). A pesare sull’opinione che i cittadini Usa hanno di Biden e’ soprattutto la gestione della crisi a Gaza (il 71 per cento disapprova), in particolare nel caso degli under 35 (tra questi e’ l’81 per cento a esprimere valutazione negativa). Non molto meglio il giudizio degli elettori sull’operato della Casa Bianca in economia (solo il 34 per cento approva), tema che il 65 per cento degli intervistati considera “estremamente importante” per il voto di novembre.

Tra questi ultimi, il 62 per cento ha intenzione di votare Trump, il 30 per cento Biden. In generale, il 70 per cento degli elettori si lamenta delle attuali condizioni economiche del Paese, e il 53 per cento si dice insoddisfatto della propria situazione finanziaria. Tale insoddisfazione sale soprattutto tra gli elettori a basso reddito, tra le persone di colore e tra i piu’ giovani. L’impressione per entrambi i candidati resta per lo piu’ negativa (il 58 per cento ha opinione negativa di Biden, il 55 per cento di Trump) e il 53 per cento e’ insoddisfatto delle opzioni a disposizione sulla scheda elettorale il prossimo novembre.

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