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Muore dopo il parto poche ore dopo aver messo al mondo un bimbo, la procura di Napoli apre un’inchiesta

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Parliamo del dramma di una famiglia perbene. E lo facciamo con rispetto per tutti. Parliamo della morte di Vincenza Donzelli, una donna che oggi dovrebbe essere l’immagine della felicità perchè ha messo al mondo un bambino bellissimo, frutto dell’amore con il compagno Andrea Cannavale, noto produttore cinematografico. Purtroppo la donna, 43enne napoletana, fondatrice della Galleria Borbonica, è deceduta nel reparto di Rianimazione dell’ospedale Cardarelli, dove era stata trasferita in seguito a delle complicanze sopraggiunte dopo il parto, nella clinica privata Ospedale Internazionale. Una  morte che è al centro delle indagini della polizia. C’è una “denuncia” sporta dai familiari della donna. Vogliono capire se è stato fatto tutto il possibile per evitare questa tragedia. La denuncia ha messo in moto la macchina della giustizia. Sono state sequestrate le cartelle cliniche della donna. Ci sarà bisogno anche dell’esame autoptico sulla salma. Vincenza Donzelli non solo si sentiva bene in salute ma aveva lavorato fino all’ultimo giorno. Aveva accompagnato turisti nelle viscere di Napoli per far ammirare loro le bellezze della sua città.

Vincenza Donzelli. Radiosa, sorridente, al lavoro fino a pochi giorni prima del parto

Tutto doveva andare per il verso giusto. Il parto era  programmato per la sera del 7 agosto. Dove essere un parto naturale alla clinica Ospedale Internazionale. Da quel che si apprende la gravidanza di Vincenza Donzelli era stata normale, “senza problemi. Il parto, indotto con una normale stimolazione, si è concluso con la nascita di un bimbo sanissimo. Un’ora e mezza dopo il parto la donna ha avuto bisogno di assistenza. Da questo momento in poi, ogni momento dei soccorsi medici, dei medicinali, della assistenza e del trasferimento della donna al Cardarelli è oggetto di una indagine che dovrà essere veloce ed accurata. Quel che possiamo scrivere, sulla base di quanto riferito dalle autorità sanitarie, è che “la donna è giunta in gravi condizioni all’ospedale Cardarelli e dopo una valutazione ginecologica, è stata subito trasferita in Rianimazione dove i medici hanno fatto il possibile per salvarla”, spiega Antonio D’Amore, neo direttore dell’ospedale.

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Guida ubriaco, si scontra con 3 moto e muore centauro, arrestato

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E’ risultato positivo all’alcol test il conducente della Fiat Punto che oggi si è scontrato con tre moto lungo la statale 108 bis “Silana di Cariati” che porta a Lorica. Nell’urto un centauro 37enne di Settingiano (Catanzaro) è morto, e altri due sono rimasti gravemente feriti. Dopo i risultati, i carabinieri della Compagnia di Cosenza hanno arrestato l’uomo, un 41enne, con l’accusa di omicidio stradale e lo hanno posto ai domiciliari.

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Scossa di terremoto di magnitudo 3.1 fa tremare il Vesuvio, molta paura ma nessun danno

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Un terremoto di magnitudo 3.1 della Scala Richter ha colpito alle 5,55 alle pendici del Vesuvio. L’evento sismico, che ha avuto luogo a una profondità di circa 400 metri, è stato distintamente avvertito dagli abitanti delle zone circostanti, in particolare nei piani alti degli edifici.

Gi esperti hanno definito la scossa come un evento “inusuale” e hanno confermato che non ci sono stati segnali di un incremento dell’attività vulcanica. L’epicentro del terremoto è stato localizzato vicino al Monte Somma, una zona storicamente monitorata per la sua vicinanza con il vulcano.

La comunità locale ha reagito con una comprensibile apprensione, ma, fortunatamente, non sono stati segnalati danni a persone o strutture. Le autorità locali nelle prossime ore decideranno se mantenere aperte le scuole. Intanto c’è da rassicurare  la popolazione sulla gestione dell’evento.

Ieri, alle 5,45, dall’altra parte di Napoli, in un’altra area vulcanica, nei Campi Flegrei, c’è stata una scossa di magnitudo 3.9. Anche in quel caso paura tanta ma nessun danno.

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“Due uomini dei servizi segreti vicino l’auto di Giambruno”, le rivelazioni del Domani

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Due uomini fuori dalla villetta di Giorgia Meloni, la notte tra il 30 novembre e l’1 dicembre. Armeggiavano attorno all’auto dell’ex compagno, Andrea Giambruno, mentre la premier era in missione a Dubai. Nell’episodio, però, non sono stati coinvolti “appartenenti ai Servizi” e la sicurezza della premier “non è mai stata posta a rischio”. Così il sottosegretario Alfredo Mantovano interviene dopo che un articolo apparso oggi sul Domani ha riferito sull’allarme scattato in quella occasione. Nella ricostruzione del quotidiano, un’auto si avvicina alla villetta nel quartiere Torrino.

Scendono due uomini, accendono una torcia o un telefonino e si mettono a trafficare attorno alla macchina di Giambruno. A sorvegliare la scena c’è però una volante della Polizia appostata in servizio di vigilanza. Un agente scende e chiede conto ai due dei loro movimenti. Gli uomini si identificano come “colleghi” senza però mostrare documenti di riconoscimento e si allontanano. Sull’accaduto viene stilato un rapporto che finisce alla Digos; vengono avvertiti – sempre secondo l’articolo del Domani – il capo del Polizia, Vittorio Pisani, il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, l’Autorità delegata alla sicurezza della Repubblica, Mantovano e la stessa premier.

Sarebbe stata informata anche la procura della Capitale. Inizialmente i sospetti ricadono su due uomini dell’Aisi, l’Agenzia d’intelligence per la sicurezza interna, che fanno parte della scorta di Meloni. I due vengono quindi trasferiti all’Aise, l’agenzia che invece si occupa dell’estero. In seguito però le indagini dell’Aisi scagionano gli 007 che quella notte – e lo testimonierebbero le celle telefoniche – si trovavano altrove.

I due potrebbero essere stati banalmente ladri alla ricerca di qualcosa nell’auto di Giambruno. Il fatto, secondo il quotidiano, avrebbe influito anche sulla nomina del nuovo direttore dell’Aisi, sbarrando la strada ad uno dei papabili, Giuseppe Del Deo, alla guida del gruppo dell’Agenzia che ha investigato sul caso. Mantovano non entra nei dettagli della vicenda, ma si limita a rivelare di averne dato notizia il 4 aprile nella sua audizione al Copasir, dove ha chiarito che “gli accertamenti svolti per la parte di competenza dell’intelligence hanno consentito con certezza di escludere il coinvolgimento di appartenenti ai Servizi, e che la sicurezza del presidente Meloni non è mai stata posta a rischio”.

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