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Carelli aderisce a “Insieme per il futuro”, Di Maio: contributo di Emilio è fondamentale

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Emilio Carelli e Luigi Di Maio sono rimasti amici, anche se l’ex direttore di Sky tg24 e inventore di un canale all news in Italia, un anno e mezzo prima del Ministro degli Esteri aveva lasciato il M5S per la deriva qualunquista e populista in un momento drammatico per il Paese. Di Maio manifestò dispiacere per l’uscita di Carelli dal Movimento, ma erano rimasti amici. Un anno e mezzo dopo, stessi motivi, stessa traumatica rottura, anche Di Maio ha lasciato il Movimento che ha contribuito a fondare e a portare alla straordinaria vittoria elettorale del 2018 per fondare Insieme per il Futuro. Le strade politiche di Carelli e Di Maio tornano a intrecciarsi. Di Maio ha spiegato a Carelli il progetto politico di Insieme per il Futuro e gli ha chiesto di farne parte. In maniera attiva. L’amicizia è un cemento ideale, la condivisione di un progetto politico ha fatto il resto. E questa mattina, dopo un incontro durato un’ora alla Farnesina, Carelli e Di Maio hanno deciso di continuare a lavorare fianco a fianco nelle istituzioni. Il progetto non  è più quello del M5S, che oramai è nel caos e sta mettendo in difficoltà anche l’esistenza del Governo. Questa volta il percorso è quello di una forza politica riformista, liberale, moderata che pensa al futuro del Paese e non ai sondaggi e agli umori del momento. Per Carelli è, come dice spesso lui stesso, un ritorno al presente.

Luigi Di Maio. Ministro degli Esteri e leader di Insieme per il Futuro

“Aderisco con convinzione a “Insieme per il futuro” perché lo ritengo un progetto politico serio ed uno spazio liberale in cui possono avere ancora senso tutte quelle battaglie civili che avevo condiviso ed abbracciato quattro anni fa, accettando l’invito di Luigi Di Maio ad assumere un impegno diretto nel Movimento 5Stelle di allora e candidandomi deputato.” Con queste parole Emilio Carelli ha annunciato la sua adesione al nuovo gruppo politico nato dalla scissione nel M5S. “Nel febbraio 2021 ho detto addio a quel Movimento che secondo me aveva perso la sua anima e la sua identità. Oggi per me è un ritorno a quel disegno di governo dell’Italia che incassò quasi 11 milioni di voti di italiani che volevano, e credo tuttora vogliano, vedere un Paese nuovo, libero, aperto al contributo e alle idee di tutti per risolvere problemi concreti quotidiani della gente, non per assistere a risse ideologiche, intrise di odio inutile. Abbiamo davanti a noi anni difficili, sfide importanti che non possiamo perdere. Con la pandemia ancora in corso, una guerra nel cuore dell’Europa e l’impiego dei fondi del PNRR con progetti di modernizzazione dell’Italia da realizzare in maniera seria e rigorosa, la politica deve occuparsi delle famiglie, dei giovani e delle aziende italiane che hanno enormi difficoltà dovute ai rincari dell’energia e delle materie prime. Deve allo stesso tempo gestire con impegno la transizione ecologica per la difesa dell’ambiente. In questo difficilissimo contesto la stabilità del Governo è una bussola indispensabile affinché non sia una conflittualità fine se stessa a far perdere orientamento e senso di marcia giusto. Ecco perché – continua Carelli-  ho apprezzato la presa di distanza di Luigi Di Maio dal propagandismo e dalla radicalizzazione del Movimento, il quale, pur di inseguire l’ultimo sondaggio, ha rischiato e rischia di mettere in discussione il Governo Draghi e una stabilità proficua per il Paese . Alle campagne d’odio dobbiamo rispondere con la moderazione, la riflessione e i progetti di ricostruzione dell’Italia, un Paese che deve restare fermamente ancorato all’Alleanza Atlantica e all’Unione Europea. Col principio dell’inclusione, aperti al contributo di chiunque voglia impegnarsi con serietà. È questo lo spazio politico in cui prestissimo sono certo si incontreranno e collaboreranno tutte le forze politiche e tutti i moderati e riformisti che hanno a cuore non le prossime elezioni ma il futuro delle prossime generazioni. Tra questi spero ci sarà Luigi Brugnaro, eccellente sindaco e politico di qualità, col quale ho fatto un tratto di strada assieme, strada che richiede oggi nuovi percorsi e nuovi approdi.”

Sulla stessa lunghezza d’onda le dichiarazioni del ministro Di Maio. Che ha dapprima dato il suo “Bentornato ad Emilio!”. E poi ha spiegato che quello che riprende è “un percorso iniziato già nel 2018, dando spazio alle idee e alla concretezza. Insieme per il Futuro è una comunità aperta, che mette al primo posto il bene del Paese. Oggi più che mai serve serietà e maturità per affrontare questa fase
emergenziale” ha detto il ministro degli Esteri Di Maio, fondatore dei gruppi parlamentari Insieme per il Futuro dopo l’adesione di Carelli a IpF. “Il tuo contributo sarà fondamentale. Non possiamo permettere che populismi e sovranismi prendano il sopravvento, generando una crisi di governo. Non si affrontano i problemi dei cittadini minacciando il governo. Con il lavoro, il dialogo e il confronto
si trovano le soluzioni. Noi miriamo solo a quelle” ha concluso Di Maio.

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Esteri

‘Da banche Occidente in Russia 800 mln euro in tasse a Cremlino’

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Le maggiori banche occidentali che sono rimaste in Russia hanno pagato lo scorso anno più di 800 milioni di euro in tasse al Cremlino, una cifra quattro volte superiore ai livelli pre-guerra. Lo riporta il Financial Times sottolineando che le imposte pagate, pari allo 0,4% delle entrate russe non legate all’energia per il 2024, sono un esempio di come le aziende straniere che restano nel Paese aiutano il Cremlino a mantenere la stabilità finanziaria nonostante le sanzioni. Secondo quanto riportato dal quotidiano, “le maggiori sette banche europee per asset in Russia – Raiffeisen Bank International, Unicredit, Ing, Commerzbank, Deutsche Bank, OTP e Intesa Sanpaolo – hanno riportato profitti totali per oltre tre miliardi di euro nel 2023. Questi profitti sono stati tre volte maggiori rispetto al 2021 e in parte generati dai fondi che le banche non possono ritirare dal Paese”.

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Napoli bello, Roma fortunata: è pari al Maradona

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– Napoli e Roma si annullano nella sfida valevole per la 34 giornata di Serie A. Al Maradona finisce 2-2 una bella sfida, accesa ed emozionante soprattutto nella ripresa: apre Dybala su rigore, Olivera e Osimhen (altro rigore) la ribaltano, poi nel finale il prezioso ritorno al gol di Abraham permette ai giallorossi di tornare a casa con un punto abbastanza importante per la corsa alla Champions League. La squadra di De Rossi sale a 59 punti restando a -4 dal Bologna, ma vede accorciare l’Atalanta che ora e’ dietro di sole due lunghezze e con una gara da recuperare. Amaro in bocca invece per gli uomini di Calzona, che scivolano a -5 dal settimo posto della Lazio.

La prima nitida occasione del match capita al 6′ in favore dei giallorossi (sara’ l’unica del primo tempo), quando da corner del solito Dybala arriva una sponda area di Mancini che pesca Pellegrini, il cui colpo di testa termina di poco alto sopra la traversa. Dopo una prima parte di gara giocata a ritmi bassi da ambo le squadre, i partenopei provano a crescere dalla mezz’ora: Osimhen tenta da posizione defilata trovando la respinta di Svilar, graziato invece poco piu’ tardi da Anguissa che sbaglia tutto a tu per tu.

Al 40′ si fa vedere Kvaratskhelia con il suo classico destro a giro, deviato in tuffo ancora da un attento Svilar, mentre a pochi istanti dal riposo un colpo di testa di Di Lorenzo sfila di poco a lato. Nella ripresa il Napoli continua nella propria produzione offensiva, ma al 56′ e’ ancora decisivo un intervento di Svilar ad evitare il possibile vantaggio di Lobotka. Passano un paio di minuti e, dall’altra parte, e’ invece la Roma a trovare l’episodio per sbloccare: Azmoun va giu’ in area a contatto con Jesus, l’arbitro fischia il penalty e Dybala lo trasforma alla perfezione nell’1-0 ospite.

Gli azzurri non ci stanno e al 64′, grazie ad un pizzico di fortuna, la pareggiano con Olivera: l’esterno calcia di mancino da fuori area, Kristensen devia e di fatto mette fuori causa Svilar che stavolta non puo’ nulla. Il match prende ritmo e i partenopei in particolare ritrovano morale, sfiorando il vantaggio al 73′ con Osimhen, che svernicia Mancini in velocita’ ma trova un miracoloso Svilar davanti a se’. Nel finale succede di tutto: Osimhen porta avanti il Napoli grazie ad un calcio di rigore fischiato dopo un contatto tra Renato Sanches e Kvaratskhelia (decisivo intervento del Var), poi all’88’ la Roma trova il nuovo pari con un colpo di testa di Abraham, che segna dopo una sponda aerea da corner di Ndicka ed esulta dopo un altro intervento del Var (gol inizialmente annullato per offside).

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Guerra Ucraina

I russi avanzano a est. Kiev, ‘la situazione peggiora’

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Il tempo stringe: le truppe di Vladimir Putin continuano ad avanzare sul fronte orientale ucraino e bombardano a tappeto il Paese in quelli che sembrano i preparativi per una nuova offensiva estiva. Kiev avverte che “la situazione è peggiorata” e non può far altro che attendere l’arrivo degli aiuti americani per frenare l’avanzata russa o meglio ancora respingerla.

“Il terrore russo è possibile solo perché abbiamo meno armi e soluzioni per proteggere la vita di quanto la Russia abbia la capacità di distruggere”, ha sintetizzato il presidente Volodymir Zelensky. “Tutti sanno quanto siano efficaci i Petriot e altri moderni sistemi di difesa aerea. Ne abbiamo bisogno qui in Ucraina. Meno il Cremlino ottiene con il terrore, più sarà interessato a trovare la pace. Dobbiamo costringere la Russia a farlo insieme”, ha ribadito. Politico ha rivelato che lo scorso dicembre il leader ucraino, incontrando lo speaker della Camera Usa, Mike Johnson, aveva sottolineato che senza l’aiuto militare Usa gli ucraini sarebbero stati in grado di reggere “fino a marzo o aprile”.

Le lancette corrono, e i russi nel frattempo da settimane strappano vittorie e avanzate, che sebbene si traducano in una manciata di chilometri potrebbero determinare le sorti del conflitto perlomeno nei prossimi mesi. Da ultimo, Mosca ha annunciato di aver preso il controllo dell’insediamento di Novobakhmutovka, nell’autoproclamata repubblica del Donetsk, a una decina di chilometri da Avdiivka. E’ la terza località a cadere in poche settimane, a cui si aggiunge una ulteriore avanzata nella regione settentrionale di Kharkiv, dove prosegue il diluvio di bombardamenti e dove Kiev è corsa ai ripari posizionando tank e pezzi d’artiglieria. Nel complesso “la situazione è peggiorata”, ha ammesso il capo delle Forze armate Oleksandr Syrsky: i russi hanno ottenuto dei “successi tattici”, non rilevanti ma significativi. Nelle ultime 24 ore, riferisce la Difesa ucraina, i russi hanno compiuto “32 attacchi missilistici, 64 aerei e 60 con i razzi Mlrs”.

Più di 110 insediamenti “nelle regioni di Chernihiv, Sumy, Kharkiv, Luhansk, Donetsk, Zaporizhzhia – dove ogni giorno si contano centinaia di colpi e attacchi con sciami di droni -, Dnipropetrovsk, Kherson e Mykolaiv hanno subito il fuoco dell’artiglieria”. Secondo fonti dell’intelligence occidentale rilanciate dai media internazionali, la strategia di Mosca punta a creare le condizioni per una nuova offensiva prevista in estate ma anche, forse soprattutto, a guadagnare posizioni proprio in vista dell’arrivo dei miliardi di dollari di aiuti militari americani, quindi Patriot, munizioni di artiglieria e sistemi anti-droni. Per questo, si sottolinea, nel breve termine i russi potrebbero strappare altro territorio a est nell’area di Avdiivka, e puntare alla conquista di Chasiv Yar, situata più a nord.

“Fra gli ucraini sta crescendo il panico al fronte”, specialmente su quello del Donbass, ha detto provocatoriamente il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov: “Occorre mantenere la pressione sul nemico”. In questo quadro Mosca, rivela ancora Politico citando gli 007 Usa, sta dislocando nuovamente sul campo di battaglia migliaia di militari mercenari inquadrati nel Gruppo Wagner di Yevgeny Prigozhin: “Un gruppo legato alla Guardia nazionale è già in Ucraina e sta subendo perdite. Altri due operano al comando dell’intelligence militare, mentre un quarto gruppo si sta riorganizzando in Africa”.

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