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Ambiente

Con Malagrotta chiusa e il Tmb Salario incendiato, Roma è sull’orlo di una drammatica emergenza rifiuti nei giorni delle feste di Natale

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Mentre le criticità sul fronte della raccolta rifiuti di Roma si spostano dall’area est della citta’ a quella piu’ a nord, continua la corsa contro il tempo di Campidoglio, Regione e Ministero per scongiurare l’emergenza. “E’ in corso una cabina di regia e una task force dopo l’incendio al Tmb che ci vede impegnati a tempo pieno. Siamo fiduciosi che questa sia la strada giusta per superare la criticita’”, spiega il ministro Sergio Costa. “Preoccupata” la sindaca Virginia Raggi che vuole “Roma pulita nel piu’ breve tempo possibile”. E la municipalizzata dell’Ambiente Ama indica in una zona vicino alla ex megadiscarica di Malagrotta, ormai chiusa, il sito temporaneo in cui mezzi adibiti alla raccolta potranno scaricare l’immondizia da trasportare poi “immediatamente” agli impianti. Ad innescare la crisi, che rischia di mandare in tilt sotto Natale il gia’ fragile ciclo dei rifiuti della capitale, e’ stato il maxi rogo che martedi’ scorso ha messo ko uno dei quattro impianti di trattamento cittadini. Il Tmb di via Salaria, ora inservibile, “gestiva un quarto dei rifiuti indifferenziati di Roma – ricorda Raggi -. Bisogna risolvere il problema. Si sta lavorando anche oggi per gestire le tonnellate che fino a poco tempo fa erano di fatto lavorate all’interno dell’impianto”. Sos dal municipio III, proprio quello del Salario: “Ci sono tanti problemi sulla raccolta della carta e della plastica e sacchetti per strada in zona Talenti. La situazione purtroppo è destinata a peggiorare tra domani e dopodomani”. Ed anche in altre zone della citta’ i cassonetti sono stracolmi e i sacchetti finiscono in strada. L’Ama nel frattempo indica per un periodo di massimo sei mesi Ponte Malnome, appunto nella zona di Malagrotta, come punto “di scarico e carico immediato” di rifiuti “su altri mezzi, che devono raggiungere velocemente gli impianti di trattamento di destinazione”. La cosiddetta ‘trasferenza’ sara’ consentita per un massimo di 300 tonnellate di rifiuti al giorno. “Ogni sera l’area sara’ libera di rifiuti e completamente ripulita con lavaggi ad hoc. Non vi e’ quindi alcun motivo di preoccupazione”, precisa la societa’. Che in tal modo vuol prevenire eventuali proteste degli abitanti della zona, dove gia’ sono presenti altri impianti per rifiuti e che per decenni ha ospitato la mega discarica di Malagrotta ormai chiusa. Anche il Campidoglio, che ha elaborato una memoria per individuare le aree di trasferenza in citta’, spiega che Ponte Malnome e’ stata “l’unica area di immediato utilizzo” trovata dopo la crisi innescata dal maxi rogo del Tmb Salario. Essa – rassicurano anche da Palazzo Senatorio – verra’ usata “per un periodo comunque inderogabile di massimo 180 giorni. Entro 6 mesi Ama dovra’ mettere in esercizio almeno un’area alternativa”. Presso il sito, che dovrebbe essere attivato la prossima settimana come soluzione si “obbliga Ama Spa a attivare un servizio di sorveglianza specifico”. La memoria impegna anche l’azienda a mettere in esercizio, entro un anno, almeno un’area di scarico temporaneo per ciascuno dei quattro quadranti in cui e’ divisa operativamente la citta’, ed entro due anni a realizzare l’intero sistema integrato delle aree di trasferenza secondo bacini costituiti al massimo da 300.000 abitanti.

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Qualità dell’aria in Italia, allarme inquinamento: superati i limiti UE e OMS già nel primo trimestre 2025

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I dati raccolti nei primi tre mesi del 2025 confermano una situazione drammatica per la qualità dell’aria nelle città italiane. Secondo l’Osservatorio Mobilità Urbana Sostenibile, promosso da Clean Cities Campaign e Kyoto Club, in molti capoluoghi i livelli di PM2,5 (polveri sottili) e biossido di azoto (NO₂) hanno superato abbondantemente i limitifissati dalla Direttiva europea e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

In alcune zone urbane, come Torino Rebaudengo, non si è registrato neanche un giorno sotto i limiti dall’inizio dell’anno, evidenziando un’emergenza ormai strutturale.

Le città più colpite: Padova, Milano, Napoli, Torino e Palermo

Per quanto riguarda il PM2,5, i superamenti dei limiti sono stati registrati già nel primo trimestre nelle città di Padova, Milano, Brescia, Torino, Vicenza, Modena, Bergamo, Parma, Terni, Trento e Bologna.
La maglia nera per il biossido di azoto (NO₂) va invece a Palermo, Napoli, Messina, Genova, Torino, Catania, Milano, Vicenza, Venezia e Trento.

L’inquinamento come emergenza sanitaria

«L’inquinamento atmosferico è una vera emergenza sanitaria», afferma Roberto Romizi, presidente dell’Associazione Italiana Medici per l’Ambiente (ISDE Italia). «Le evidenze scientifiche dimostrano l’aumento di malattie respiratorie, cardiovascolari, neurodegenerative, problemi riproduttivi e disturbi dello sviluppo nei bambini. Non possiamo più permetterci esitazioni. Servono politiche urgenti e coraggiose, in linea con le indicazioni dell’OMS».

Le richieste di Kyoto Club: mobilità sostenibile e transizione energetica

Per Francesco Ferrante, vicepresidente del Kyoto Club, è essenziale «procedere rapidamente verso la decarbonizzazione, investendo in efficienza energetica, fonti rinnovabili e soprattutto mobilità sostenibile».
Una critica netta viene rivolta al Governo per la Legge di Bilancio 2025, che avrebbe dirottato risorse verso il Ponte di Messina, sottraendole a trasporto pubblico locale e mobilità attiva: «Così si aggrava l’emergenza climatica e sanitaria».

I numeri che preoccupano l’Europa

Secondo l’OMS, oltre 7 milioni di persone muoiono ogni anno nel mondo a causa dell’inquinamento atmosferico. L’Agenzia Europea dell’Ambiente stima decine di migliaia di morti premature ogni anno solo in Italia per esposizione a inquinanti.

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Istituito dal ministro Gilberto Pichetto il 25/o Parco nazionale, è quello del Matese

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Nasce il 25/o parco nazionale italiano, è quello del Matese, area protetta tra Campania e Molise per 87.897,7 ettari. Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto, ha firmato il decreto che individua “la perimetrazione, la zonizzazione e le misure di salvaguardia del Parco Nazionale del Matese”. Lo rende noto un comunicato del Mase. Il provvedimento, in ottemperanza alla pronuncia del Tar del Lazio dell’ottobre 2024, spiega la nota, “è il frutto del lavoro e della concertazione che ha coinvolto, oltre il Mase, l’Ispra e numerosi enti territoriali interessati: 52 amministrazioni comunali, quattro province e due Regioni. Viene così ampliato il vecchio Parco Regionale, entrato in funzione solamente nel 2002, a causa della mancata approvazione delle norme attuative della legge regionale, e che si estendeva su una superficie di oltre 33mila ettari”.
“La firma di oggi, nella Giornata della Terra – ha dichiarato il ministro Gilberto Pichetto – afferma in concreto il valore della biodiversità del nostro Paese: il Matese è uno scrigno di natura e cultura, che entra formalmente nella lista dei Parchi nazionali, aprendosi a una visione di sviluppo nuova che vogliamo costruire con la forte condivisione di istituzioni e comunità locali”. “Da oggi il territorio acquisirà – ha aggiunto il sottosegretario Claudio Barbaro a cui il Mase ha attribuito la delega alle aree protette – una visibilità nazionale e il trasferimento di notevoli risorse, al fine di rendere il Parco anche un’occasione, tra le altre cose, di rilancio turistico.
Il Mase, con il nuovo Governo, ha costituito l’Area marina protetta di Capospartivento, il Parco Ambientale di Orbetello e adesso il Parco Nazionale del Matese, a dimostrazione che esiste una strategia e una visione precisa sullo sviluppo delle aree da tutelare, pur nel convincimento che fra l’uomo e il territorio occorra consolidare un equilibrio che sappia preservare sia la natura che lo sviluppo” ha rilevato Barbaro. L’ultimo Parco nazionale istituito in Italia è stato quello dell’Isola di Pantelleria, nel 2016.

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Efficienza energetica e valore degli immobili: in Italia cresce la consapevolezza, ma resta indietro il 75% del patrimonio edilizio

Ristrutturare conviene: +43% di valore per gli immobili efficienti. Risparmi per le famiglie fino a 19 miliardi l’anno.

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In Italia, tre edifici su quattro restano in classi energetiche basse, nonostante il miglioramento registrato tra il 2018 e il 2023, con un aumento degli immobili in classe A dal 8% al 15%. Lo rivela l’ultima analisi della Community Smart Building di Teha Group, che mette in luce le gravi conseguenze in termini economici, ambientali e sociali legate al ritardo del Paese nell’efficientamento del parco immobiliare.

Gli immobili efficienti conquistano il mercato

Il mercato immobiliare premia sempre di più l’efficienza energetica. Le compravendite di edifici nuovi in classe A o B sono passate dal 49% al 70% in dieci anni, mentre quelle di immobili ristrutturati ad alta efficienza sono salite dal 7% al 38%. Di conseguenza, anche il valore medio di mercato cresce:

  • 2.316 euro/m² per edifici ristrutturati

  • 1.615 euro/m² per edifici abitabili

  • 1.290 euro/m² per edifici da ristrutturare

Un divario che evidenzia la valorizzazione degli immobili smart e sostenibili, capaci di coniugare risparmio energetico e riduzione dell’impatto ambientale.

Povertà energetica: 5,3 milioni di italiani in difficoltà

Nonostante gli sforzi, l’Italia resta tra i Paesi UE più colpiti dalla povertà energetica, con l’8,8% delle famiglie che non riesce a riscaldare adeguatamente la propria abitazione. Un dato preoccupante, legato all’elevata percentuale di edifici inefficienti e ai costi energetici crescenti, aggravati da redditi insufficienti.

L’efficienza come opportunità economica

Secondo l’analisi del Teha Group, l’efficientamento energetico degli edifici può ridurre i consumi energetici fino al 29% e quelli idrici fino al 5%, generando un risparmio netto stimato tra i 17 e i 19 miliardi di euro annui per famiglie e sistema economico.

Benedetta Brioschi, responsabile della Community Smart Building, sottolinea:
“Il rinnovamento green e smart degli edifici è una necessità, ma anche una grande opportunità. Il Real Estate si sta già muovendo, ma servono ulteriori investimenti pubblici e privati per accelerare il cambiamento”.

Serve un’azione condivisa tra istituzioni, imprese e cittadini

Il report invita a superare il modello del solo pensiero (“think tank”) e diventare un “act tank”, in grado di influenzare concretamente le scelte dei policy maker. La collaborazione tra governo, aziende e cittadini è essenziale per trasformare il patrimonio immobiliare italiano in una leva di sostenibilità e benessere diffuso.

(La foto in evidenza è stata realizzata con sistemi di intelligenza artificiale)

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