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Al lavoro con mascherine raccomandate e smartworking

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Siglato il nuovo protocollo per lemisure anticovid nei luoghi di lavoro che non prevede l’obbligo di mascherine ma le raccomanda in particolari contesti. Nel caso dei lavoratori fragili si puo’ anche configurare una specifica prescrizione del medico competente proprio all’uso della mascherina FFp2 ritenuto “un presidio importante per la tutela della salute dei lavoratori ai fini della prevenzione del contagio nei contesti di lavoro in ambienti chiusi e condivisi da piu’ lavoratori o aperti al pubblico o dove comunque non sia possibile il distanziamento interpersonale di un metro per le specificita’ delle attivita’ lavorative”. L’attuale Protocollo, tiene a sottolineare il ministero del Lavoro e’ “piu’ snello e contiene una serie di misure di prevenzione che tengono conto dell’evoluzione della situazione pandemica: e’ una semplificazione importante del quadro di regole ma non e’ un liberi tutti, considerata l’impennata dei contagi di questi giorni”. E’ previsto che il datore di lavoro assicuri la disponibilita’ di FFP2 al fine di consentirne a tutti i lavoratori l’utilizzo. Inoltre l’azienda, su specifica indicazione del medico competente o del responsabile del servizio di prevenzione e protezione, sulla base delle specifiche mansioni e dei contesti lavorativi sopra richiamati, individua particolari gruppi di lavoratori ai quali fornire adeguati dispositivi di protezione individuali (FFP2), che dovranno essere indossati, avendo particolare attenzione ai soggetti fragili. E’ Prevista poi la sanificazione periodica dei locali e delle postazioni di lavoro. Stabilita inoltre nelle misure che resteranno in vigore fino alla fine di ottobre prossimo, la necessita’ di ingresso e uscite scaglionate se possibile e la ventilazione continua dei locali. Nessun cambiamento per le norme contro il Covid e la tutela dei lavoratori fragili nella pubblica amministrazione. “Le indicazioni delle Funzione Pubblica non sono infatti cambiate”, ha fatto sapere in una nota il ministero guidato da Renato Brunetta. E per il futuro il ministro del lavoro Andrea Orlando, ha spiegato di ritenere che “lo smart working non sara’ usato come nei mesi del lockdown”, ma che comunque sara’ utilizzato piu’ di quanto avveniva prima. Le misure aggiornate, s’inseriscono in un contesto profondamente mutato rispetto a qualche settimana fa, che non interessa solo l’Italia. Tanto che l’Organizzazione Mondiale della Sanita’ (Oms) si aspetta “alti livelli” di Covid-19 quest’estate in Europa e ha chiesto un attento monitoraggio del virus dopo che i casi giornalieri sono triplicati nell’ultimo mese. Nel nostro Paese molti degli indici sono in rialzo. Il nuovo monitoraggio della Fondazione Gimbe rileva “un’impennata” di nuovi casi settimanali, che in 7 giorni, e’ stata del 50,4%, andata di pari passo a una crescita del 24% dei tamponi effettuati, quasi 55mila casi al giorno mentre sono oltre 770mila gli attualmente positivi, un numero “largamente sottostimato per il massiccio utilizzo dei tamponi fai-da-te”, sottolinea il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta. Una crescita che si riflette sul fronte ospedaliero, facendo segnare un rialzo settimanale del 25,7% dei ricoveri in area medica e del 15% in terapia intensiva. Ma a crescere, del 16,3%, sono anche i decessi. Salgono di un punto in 24 ore e tornano al 10% i posti letto nei reparti ospedalieri di area medica, occupati da pazienti con Covid-19, toccando il 24% in Umbria, secondi i dati dell’Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) relativi al 29 giugno 2022. Resta ferma al 3% l’occupazione nelle terapie intensive, ampiamente sotto il livello d’allerta. E resta elevato anche il numero dei casi giornalieri: 83.274 in 24 ore (ieri 94.165) rilevati per mezzo di 296.030 tamponi, tra antigenici e molecolari, con il tasso di positivita’ al 28,1%, rispetto al 26,36% di ieri. Le vittime sono 59, una in meno. I pazienti in terapia intensiva sono 261, 13 in piu’. I ricoverati nei reparti ordinari sono 6.592, in aumento di 338.Intanto sul fronte dei vaccini BioNtech e Pfizer avvieranno nella seconda meta’ dell’anno sperimentazioni su un nuovo vaccino pan-coronavirus contro piu’ coronavirus o diverse varianti. Inoltre e’ stato documentato il primo caso di trasmissione del virus SarsCoV2 da un gatto a un essere umano nel sud della Thailandia, dove il felino di una famiglia positiva al Covid avrebbe contagiato la veterinaria starnutendole in faccia.

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AstraZeneca ammette: vaccino contro Covid-19 può causare trombosi

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L’azienda biofarmaceutica internazionale AstraZeneca ha ammesso per la prima volta che uno degli effetti collaterali del suo vaccino contro il Covid-19 può essere la sindrome da trombosi con trombocitopenia (TTS). Lo ha scritto il Telegraph, citando documenti di tribunale. È stata presentata un’azione legale collettiva contro l’azienda perché il vaccino, sviluppato insieme all’Università di Oxford, ha causato danni gravi o fatali a diversi pazienti, si legge nel comunicato.

“Il vaccino può causare, in casi molto rari, una sindrome da trombosi con trombocitopenia (Tts). Le cause sono sconosciute”, si legge in un estratto di un documento fornito dall’azienda a un tribunale lo scorso febbraio. Secondo i media, sono state presentate 51 richieste di risarcimento all’Alta Corte di Londra, in cui le vittime e le loro famiglie chiedono danni per circa 125 milioni di dollari. La sindrome da trombosi con trombocitopenia causa coaguli di sangue e un basso numero di piastrine, ha spiegato il quotidiano.

La prima richiesta, spiega l’articolo, è stata presentata l’anno scorso da Jamie Scott, che, dopo la somministrazione del vaccino nell’aprile 2021, ha sviluppato un coagulo di sangue e un’emorragia cerebrale, che avrebbe causato danni permanenti al cervello. Viene citato anche il caso della famiglia di Francesca Tuscano, una donna italiana morta nell’aprile 2021 dopo essere stata vaccinata contro il coronavirus. La famiglia della 32enne si è rivolta a un medico legale e a un ematologo, che hanno stabilito che “la morte della paziente può essere attribuita agli effetti collaterali della somministrazione del vaccino Covid-19”. La donna è deceduta per trombosi vascolare cerebrale il giorno successivo alla somministrazione del farmaco di AstraZeneca.

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Covid, ancora calo dei casi e dei decessi

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Continua il calo dei nuovi casi di Covid in Italia e sono in netta diminuzione i decessi. Nella settimana compresa tra il 18 e il 24 aprile 2024 – secondo il bollettino del ministero della Salute – si registrano 528 nuovi casi positivi con una variazione di -1,9% rispetto alla settimana precedente (538); 7 i deceduti con una variazione di -22,2% rispetto ai 9 della settimana precedente. Sono stati 100.622 i tamponi effettuati con una variazione di -6,4% rispetto alla settimana precedente (107.539) mentre il tasso di positività è invariato e si ferma allo 0,5%. Il tasso di occupazione in area medica al 24 aprile è pari allo 0,9% (570 ricoverati), rispetto all’1,1% (700 ricoverati) del 17 aprile. Il tasso di occupazione in terapia intensiva al 24 aprile è pari allo 0,2% (19 ricoverati), rispetto allo 0,3% (22 ricoverati) del 17 aprile.

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Influenza e Covid, attesa crescita con ritorno a scuola

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La riapertura delle scuole dopo le festività natalizie potrebbe dare un’ulteriore spinta alle infezioni respiratorie: influenza, soprattutto, ma anche Covid-19 e virus respiratorio sinciziale. È il timore espresso da più parti e confermato anche dalla Società Italiana di Pediatria. “Con il rientro dei bambini a scuola ci aspettiamo un aumento dei casi di influenza anche se – c’è da dire – durante il periodo delle vacanze non si è osservato un calo dei contagi, probabilmente per le occasioni di vita sociale durante le festività.

Inoltre, siamo nel momento del clou del virus respiratorio sinciziale”, dice Rino Agostiniani, consigliere nazionale della Società Italiana di Pediatria, che sottolinea che “è importante che i bambini che hanno sintomi influenzali rimangano a casa”. “Ho scritto al ministro della Salute con l’obiettivo di accedere un faro su una malattia che provoca, soprattutto tra i neonati, gravi patologie, anche mortali: la bronchiolite.

La Commissione europea ha autorizzato il vaccino Nirsevimab che ha già passato severissime e rigidissime misure di controllo da parte di Ema. Questo farmaco potrebbe essere uno strumento fondamentale per la lotta alla bronchiolite ed è arrivato il momento che venga adottato anche nel nostro Paese, quanto prima”, ha intanto fatto sapere Orfeo Mazzella, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari Sociali al Senato, citando il caso di una neonata di tre mese morta a fine anno probabilmente proprio a causa di questo virus.

Intanto nelle ultime due settimane, in Italia, l’influenza e le sindromi simil-influenzali hanno fatto registrare numeri da record: due milioni di persone messe a letto solo nelle ultime due settimane dell’anno, con tassi elevati soprattutto nei bambini più piccoli “che sono quelli nel corso degli ultimi anni non hanno sviluppato un patrimonio immunitario per difendersi dall’infezione”, spiega Agostiniani. Covid-19, al contrario, nell’ultima rilevazione del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità ha mostrato un lieve rallentamento.

Tuttavia, nel mondo sembra che i contagi abbiano ripreso a salire: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nelle ultime 4 settimane ci sono stati 850mila casi di Covid nel mondo, con un aumento del 52% rispetto al mese precedente. I numeri reali, tuttavia, potrebbero essere molto più alti.

“Sappiamo che in tutto il mondo le segnalazioni sono diminuite, i centri di sorveglianza sono diminuiti, i centri di vaccinazione sono stati smantellati o chiusi. Questo fornisce un quadro incompleto della situazione e purtroppo dobbiamo aspettarci più casi di quelli che abbiamo dichiarato ufficialmente”, ha detto Christian Lindmeier dell’Oms.

Che la situazione stia peggiorando si intuisce anche dai ricoveri: tra il 13 novembre e il 10 dicembre, nei Paesi che segnalano sistematicamente i dati all’Oms e che sono ormai meno di 60, sono stati registrati più di 118 mila nuovi ricoveri per Covid e più di 1.600 nuovi ricoveri in terapia intensiva, con un aumento rispettivamente del 23% e del 51%.

La ripresa dei contagi potrebbe essere legata alla nuova JN.1 del virus Sars-CoV-2. I dati che arrivano dagli Stati Uniti sembrano confermarlo. Secondo le ultime stime dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) nell’ultima settimana JN.1 è arrivata al 61,6% di prevalenza. JN.1, che ormai è dominante anche in Italia, discende dalla variante BA.2.86 (Pirola) ed è stata isolata proprio negli Stati Uniti lo scorso settembre. Per i Cdc “al momento non vi è alcuna indicazione di un aumento della gravità da JN.1”. Tuttavia, è possibile che “questa variante possa determinare un aumento delle infezioni”.

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