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Cultura

Napoli a Parigi, il Louvre invita Capodimonte in città

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“Napoli a Parigi”: il Museo del Louvre ha annunciato oggi la conclusione di un accordo di partenariato con il museo Capodimonte di Napoli, un evento di respiro europeo, che contribuisce al rilancio delle relazioni franco-italiane sancito con la firma del trattato del Quirinale lo scorso anno a Roma. Dal giugno 2023, una sessantina di capolavori del museo Capodimonte diretto gia’ da qualche anno dal francese Sylvain Bellenger – tra cui il Ritratto di giovane donna (Antea) del Parmigianino, La Crocifissione di Masaccio, la Trasfigurazione di Giovanni Bellini, la Danae di Tiziano, la Flagellazione di Caravaggio – raggiungeranno per sei mesi il museo parigino, il piu’ grande al mondo, per quello che si presenta come un confronto “spettacolare” tra due delle collezioni d’arte italiana piu’ importanti del pianeta: quella di Napoli e quella di Parigi. “Nel 2023 i piu’ bei capolavori del museo di Capodimonte dialogheranno con quelli del Louvre, all’interno del museo, nel quadro di un dispositivo inedito. Una ricca programmazione musicale e cinematografica arricchira’ questo invito, per portare definitivamente per un semestre Napoli a Parigi”, ha annunciato la neo presidente del Louvre, Laurence de Cars, presentando l’evento in conferenza stampa a Parigi al fianco di Bellenger. Le due metropoli sono legate da relazioni profondissime, che affondano le loro radici in secoli di storia comune. Come anche i due musei, entrambi dimore reali trasformate in musei, ricche di collezioni ereditate da grandi sovrani. Il “Louvre e Capodimonte hanno tanto da condividere e da dirsi. Ringrazio sinceramente Sylvain Bellenger, che con fiducia e amicizia ci ha fatto il grande onore di accettare il nostro invito. Questa collaborazione eccezionale ed esclusiva illustra perfettamente lo slancio europeo e internazionale che auspico per il Louvre”, ha continuato De Cars, prima donna da poco nominata al vertice del Louvre. Capodimonte inviera’ le opere a Parigi dal giugno 2023, approfittando di una campagna di restauri dell’ex dimora reale che avrebbe comunque necessitato di di rimuovere i dipinti e la chiusura al pubblico. “Napoli ha sempre avuto la capacita’ di trasformare gli ostacoli in opportunita’”, ha detto Bellenger, parlando di un’iniziativa vincente “per i due musei, per le due citta’, per i nostri due Paesi e per l’Europa”. Per sei mesi, per la gioia di parigini, turisti e magari anche qualche napoletano in visita a Parigi, una sessantina di opere di Capodimonte, tra cui 33 dipinti, verranno messi in relazione con le collezioni del Louvre (Tiziano, Caravaggio, Carracci, Guido Reni, per citarne solo alcuni) quando non andranno a completarle. Tra i capolavori in prestito, anche scuole poco o per nulla rappresentate nella capitale di Francia, come i maestri della scuola napoletana: De Ribera, Francesco Guarino o Mattia Preti. “La notizia del partenariato tra il Louvre e il Museo Capodimonte di Napoli per il 2023 riempie di orgoglio il mondo della cultura e l’Italia intera. La scelta compiuta qualche anno fa di riconoscere completa autonomia di gestione ai grandi musei italiani si dimostra, ancora una volta, vincente perche’ offre grandissime opportunita’ come quella che aprira’ ‘una vera stagione napoletana a Parigi'”: e’ stato il commento del ministro della Cultura Dario Franceschini. L’ambiziosa programmazione culturale di ‘Naples a’ Paris. Le Louvre invite le Muse’e de Capodimonte’ prevede, oltre ai prestiti partenopei, anche concerti, film e spettacoli. A Parigi verra’ ad esibirsi, tra l’altro, l’orchestra dei giovani cantanti del Teatro San Carlo, ma sono attesi anche scrittori, registi e attori, in occasione di un festival cinematografico dedicato a Napoli, tra le destinazioni da sempre piu’ amate dai francesi. A cominciare dall’attuale presidente, Emmanuel Macron, che ha piu’ volte espresso pubblicamente il suo amore per il capoluogo campano che considera tra le citta’ piu’ belle al mondo.

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Cultura

Il caffè simbolo di Napoli, una due giorni per celebrarlo

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Non c’è giornata dei napoletani che non inizi con un caffè: che sia tradizionale, macchiato, schiumato, freddo o caldo, in tazza o in vetro, ma il buongiorno è sempre accompagnato da un caffè. E per celebrare questo legame imprescindibile tra la città e la sua bevanda, il Comune di Napoli propone una due giorni, il 7 e 8 maggio, dedicata interamente al caffè con la manifestazione ‘Nu bbellu ccafè’ in programma al Maschio Angioino. “Parlare del caffè a Napoli è parlare di noi – ha detto il sindaco, Gaetano Manfredi – il senso del caffè è socialità, cultura, storia, è stare insieme. Il grande valore di Napoli oggi è essere una grande capitale in cui le persone stanno insieme ed è importante soprattutto in un momento fatto di grandi divisioni, sofferenze e guerre e il caffè è anche momento di pace”.

Un legame che è celebrato e raccontato da sempre anche dalla musica, dal teatro, dalla letteratura. “Il caffè, insieme alla pizza, è uno degli emblemi della nostra città – ha detto l’assessora al Turismo, Teresa Armato – vogliamo fare in modo che le nostre tradizioni enogastronomiche diventino sempre più attrattori turistici perché a Napoli vengono per tante ragioni e una di queste sono sicuramente il mangiare e il bere le nostre prelibatezze”. L’idea della manifestazione è nata da un ordine del giorno proposto dalla vicepresidente del Consiglio comunale, Flavia Sorrentino, e approvato all’unanimità, con cui si chiedeva di istituire la Giornata del caffè in città.

Al Maschio Angioino, napoletani e turisti potranno partecipare a incontri che spiegheranno il caffè, le sue varianti e come si è arrivati al rito del caffè, potranno partecipare a workshop, a cui si affiancheranno momenti di assaggio, competizioni e contest. Alla manifestazione parteciperanno esperti di caffè, tutte le torrefazioni napoletane, molti bar napoletani fra cui lo storico Gambrinus. Un’iniziativa che si pone anche nel solco del percorso che la città di Napoli, insieme ad altre città italiane, ha messo in campo affinché il caffè sia riconosciuto patrimonio Unesco.

“Con questa manifestazione proviamo a diffondere questa dipendenza – ha sottolineato lo scrittore Maurizio De Giovanni – cerchiamo di fare da ‘pusher’ di una dipendenza fondamentale per i napoletani per cui il caffè è una modalità di incontro sociale”. Il logo della manifestazione è stato realizzato dagli allievi dell’Accademia di Belle Arti di Napoli.

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Cronache

Strasburgo: Getty restituisca la statua dell’Atleta di Lisippo all’Italia

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L’Italia ha tutto il diritto di confiscare e chiedere la restituzione della statua greca in bronzo dell’Atleta vittorioso attribuita a Lisippo che si trova attualmente nel museo della la villa Getty a Malibu, in California. Lo ha stabilito oggi all’unanimità la Corte europea dei diritti umani respingendo il ricorso presentato dalla fondazione Paul Getty per violazione della protezione della proprietà.

Nella sua sentenza, la Corte di Strasburgo ha quindi riconosciuto la legittimità dell’azione intrapresa dalle autorità italiane per recuperare l’opera d’arte che venne rinvenuta nelle acque dell’Adriatico, al largo delle Marche, nel 1964. E che, dopo varie vicissitudini, venne acquistata dalla fondazioni Getty nel 1977 per approdare infine al museo di Malibu. I giudici, in particolare, hanno sottolineato che la protezione del patrimonio culturale e artistico di un Paese rappresenta una priorità anche dal punto di vista giuridico. Inoltre, diverse norme internazionali sanciscono il diritto di contrastare l’acquisto, l’importazione e l’esportazione illecita di beni appartenenti al patrimonio culturale di una nazione.

La fondazione Getty, sottolinea inoltre la Corte, si è comportata “in maniera negligente o non in buona fede nel comprare la statua nonostante fosse a conoscenza delle richieste avanzate dallo Stato italiano e degli sforzi intrapresi per il suo recupero”. Da qui la constatazione che la decisione dei giudici italiani di procedere alla confisca del bene conteso “è stata proporzionata all’obiettivo di garantirne la restituzione”.

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Cultura

“L’avvocato del D10S”: Angelo Pisani e la battaglia giudiziaria per Maradona

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Il libro “L’avvocato del D10S” di Angelo Pisani non è solo un tributo a Diego Armando Maradona, ma anche una narrazione intensa e appassionata delle battaglie legali che hanno segnato la vita del leggendario calciatore. L’opera, pubblicata da LOG edizioni e lunga 159 pagine, è disponibile al prezzo di 14,90 euro e si rivela un testo cruciale per chi desidera comprendere a fondo le vicende giuridiche e umane del “pibe de oro”.

Angelo Pisani, che ha rappresentato Maradona nelle aule di giustizia, descrive con fervore la sua lotta per dimostrare l’innocenza del calciatore di fronte alle accuse di evasione fiscale e altri gravi addebiti mossi dalla giustizia italiana. Attraverso un lavoro legale che si è esteso per decenni, Pisani è riuscito a infrangere il “muro di titanio” di Equitalia, sancendo giuridicamente l’innocenza di Diego.

Il titolo del libro, “L’avvocato del D10S”, è una chiara dichiarazione di stima e devozione verso Maradona, e il sottotitolo “Un’arringa in difesa di Diego Armando Maradona” stabilisce inequivocabilmente il tono dell’opera. Le prefazioni e le postfazioni scritte da noti esponenti del tifo calcistico partenopeo e figure chiave dell’ambiente sociale latino, come Maurizio de Giovanni, Gianni Minà e Nicola Graziano, arricchiscono ulteriormente il testo, aggiungendo diverse prospettive sulla figura di Maradona.

Il libro offre un ritratto inedito di Maradona, non solo come sportivo eccezionale ma anche come eroe umano e difensore dei più deboli, costantemente in lotta contro figure potenti come i presidenti della FIFA, Joao Havelange e Sepp Blatter. Inoltre, evidenzia il supporto di Maradona ai governi di sinistra in America Latina, una posizione che lo ha reso un bersaglio politico tanto quanto una stella del calcio.

Pisani non manca di ricordare il sostegno di Fidel Castro a Maradona durante i suoi momenti più bui, come la lotta contro la tossicodipendenza, un periodo durante il quale Maradona stesso riconoscerà il suo debito verso il leader cubano tatuandosi l’immagine del Che Guevara.

Il culmine del libro si raggiunge nel racconto del 25 maggio 2014, quando la giustizia italiana, dopo una lunga serie di battaglie legali, ha finalmente scagionato Maradona da ogni accusa di evasione fiscale. Questo evento non solo ha rappresentato una vittoria legale, ma ha anche simboleggiato la riscossa di un uomo contro un sistema che sembrava schiacciarlo.

“L’avvocato del D10S” di Angelo Pisani è quindi molto più di un semplice racconto giuridico; è un’affascinante biografia che intreccia diritto, sport e politica, mostrando come la vita di uno dei più grandi calciatori di tutti i tempi sia stata incessantemente intrecciata con le dinamiche del potere a livello mondiale.

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