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Cultura

Franceschini “la cultura per un Mediterraneo di pace”

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“Partire dalla cultura per incontrarci significa costruire ponti contro muri e fossati, la cultura e’ un veicolo di pace”. Dario Franceschini chiama a raccolta a Napoli i ministri della Cultura di tutto il Mediterraneo ed e’ la parola ‘pace’ quella che risuona di piu’ nelle fastose sale di Palazzo Reale, scelto per ospitare la due giorni di summit per “trovare strumenti comuni” su temi pressanti per il settore e non solo, dal traffico di opere d’arte alle calamita’ naturali, dai cambiamenti climatici che mettono a rischio il patrimonio delle nostre citta’ alle guerre che lasciano ferite anche sui gioielli dell’arte, che devastano opere identitarie patrimonio di tutti. Parla di pace anche il presidente del Consiglio Draghi , che secondo i programmi doveva essere qui oggi e che invece la guerra ha portato in missione in Ucraina.”Il dialogo tra culture diverse e’ piu’ importante che mai in questo momento storico di crescenti tensioni internazionali”, sottolinea il premier nel suo messaggio. Pace e coesione, come ricorda il ministro degli esteri Luigi Di Maio, che rivolto alla platea di ministri e delegazioni sottolinea come la cultura sia “essenziale per l’Unione Europea”, importante “bussola per riavvicinare le sponde del Mediterraneo”, una componente “sostanziale”, ripete, “dell’azione e delle politiche europee”. Poco prima, accompagnato dalle note della banda dei Carabinieri, Franceschini, completo scuro e cravatta azzurra, aveva accolto uno ad uno ministri e delegati nel maestoso cortile d’onore attraversato per l’occasione da un lungo tappeto rosso. Per ognuno una stretta di mano, uno scambio di battute, una foto a due. Divisi in tre sale del primo piano, esperti, tecnici, delegati erano in realta’ al lavoro gia’ dal mattino e hanno continuato per tutto il giorno, mentre dalla vicinissima piazza Plebiscito arrivava forte la musica delle prove per il concertone di Gigi D’Alessio, in tre sessioni preparatorie dedicate alla cultura come fattore di pace e di sicurezza, elemento per la crescita sostenibile e la transizione verde. Tutti a discutere e scambiarsi esperienze in tante lingue diverse di arte da proteggere, di traffici da fermare, di problemi e possibili soluzioni. Ma anche della formazione degli artisti, di circolazione dell’arte, di aiuti alle piu’ giovani generazioni. Un altro tema caro a Franceschini che nel suo discorso cita Giorgio La Pira e Fernard Braudel per il loro interesse al dialogo nel Mediterraneo, ma poi invita ad attualizzarne l’insegnamento, a guardare al futuro, ad unire gli intenti “aumentare la circolazione dei talenti, la mobilita’ di artisti e professionisti della cultura. Mentre lancia l’idea di indire “una capitale della cultura del Mediterraneo” e chiama a parlare la curatrice della Biennale d’arte di Venezia 2022 Cecilia Alemani, convinto che il contemporaneo meriti la stessa attenzione dell’antico. “L’esperienza della bellezza non e’ fondata sul riconoscere una forma, piuttosto sul riconoscere se stessi come parte di una comunita’ che condivide gli stessi gusti, valori e tradizioni”, spiega lei, “L’arte, come il nostro amato Mar Mediterraneo, e’ un tessuto connettivo, il luogo in cui l’individualita’ diventa collettivita’”. In un’altra piazza a poca distanza, comitati culturali protestavano per il temuto trasloco della storica biblioteca nazionale di Napoli, attualmente ospitata a Palazzo Reale nell’Albergo dei poveri. I cronisti ne chiedono conto al ministro, lui scuote le spalle: “e’ un’ipotesi su cui stiamo ragionando”, sottolinea facendo capire che per lui sarebbe una buona soluzione, che permetterebbe anche di musealizzare l’intero Palazzo Reale. I tempi pero’ sono stretti, ministri e delegazioni sono chiamati sulla straordinaria terrazza per la foto di rito davanti al mare e al Vesuvio. Subito dopo tra stucchi e velluti del San Carlo si scatenera’ l’entusiasmo per il concerto dedicato al bel canto italiano, tutti in piedi con i cellulari quando arriva All’alba vincero’. Domani l’incontro entrera’ nel vivo con l’obiettivo di arrivare ad intese concrete da affidare alla dichiarazione finale, come gia’ fu a Roma un anno fa per i ministri della cultura del G20. Intanto, assicura Franceschini, questo summit non rimarra’ un episodio isolato. “Dovremo dare una consuetudine alle nostre occasioni di incontro e dialogo”, ripete. Per costruire ponti e trasformare il Mediterraneo in un laboratorio di pace, la cultura “ha bisogno di strumenti comuni”

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Cultura

Sangiuliano e Manfredi non lo vogliono ma Lissner farà lo stesso il soprintendente del San Carlo

Nella vertenza Fondazioni Liriche, è stato stabilito che è illegittimo pensionare i 70enni. Lo ha deciso la Consulta trattando il caso del San Carlo. Il Ministero della Cultura dice che mancano solo necessità e urgenza. La verità è che Lissner farà il soprintendente nonostante i no del ministro Sangiuliano e del sindaco di Napoli Manfredi.

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Con la sentenza della Corte Costituzionale cala definitivamente il sipario sul caso del Teatro di San Carlo più di un anno dopo il decreto legge che pensionava i sovrintendenti settantenni dagli Enti lirici e che portò alla cessazione dell’incarico del solo Stephan Lissner (contrattualizzato dal Massimo napoletano fino all’aprile 2025) poi reintegrato nel settembre del 2023 dal Tribunale del Lavoro di Napoli. È stata dichiarata (sentenza n. 146 depositata oggi) l’illegittimità costituzionale dell’articolo 2, comma 3, del decreto-legge 10 maggio 2023, n. 51 (Disposizioni urgenti in materia di amministrazione di enti pubblici, di termini legislativi e di iniziative di solidarietà sociale), convertito, con modificazioni, nella legge 3 luglio 2023, n. 87.

“La Consulta – precisano fonti del ministero della Cultura sulla vicenda – ha evidenziato solo la mancanza dei presupposti di necessità e urgenza di provvedere tramite decreto-legge, senza entrare nel merito della decisione di fissare un’età massima per i sovrintendenti delle fondazioni lirico-sinfoniche, che è evidentemente lasciata alle scelte discrezionali del governo”. La vicenda del San Carlo tenne banco la scorsa estate per il susseguirsi di ricorsi e colpi di scena: Lissner infatti era l’unico dei 14 sovrintendenti italiani ad avere già compiuto 70 anni (il 23 gennaio 2023) e per effetto del decreto il suo incarico cessò il 1 giugno.

Il manager francese però decise di combattere ed azionò subito le vie legali. Intanto il 1 agosto il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, accoglieva la proposta del Consiglio di Indirizzo della Fondazione presieduta dal sindaco di Napoli Gaetano Manfredi e nominava soprintendente Carlo Fuortes, che a maggio si era dimesso dal ruolo di Ad della Rai e che ai primi di settembre sarebbe stato presentato ufficialmente. Ma la sua esperienza napoletana sarebbe durata pochissimo: Lissner è stato reintegrato dal Tribunale di Napoli il 12 settembre. E lo stesso tribunale il mese successivo non ha accolto il ricorso del CdI della Fondazione contro quel reintegro, ritenendo che il decreto legge sul tetto dei 70 anni d’età violasse diversi principi della Costituzione e, tra gli altri, l’articolo 3, sull’uguaglianza dei cittadini davanti alla legge.

Era la seconda vittoria di Lissner. A quel punto la palla è passata alla Corte Costituzionale. Si è arrivati quindi all’ultimo atto odierno con il deposito della sentenza che ribadisce come il ricorso allo strumento della decretazione d’urgenza, “pur affidato all’autonoma scelta politica del governo, è assoggettato a precisi limiti costituzionali e a regole giuridiche indisponibili da parte della maggioranza, a garanzia della opzione costituzionale per la democrazia parlamentare e della tutela delle minoranze politiche”. Tale potere normativo “non può giustificare lo svuotamento del ruolo politico e legislativo del Parlamento, che resta la sede della rappresentanza della Nazione (articolo 67 della Costituzione)” e dev’essere esercitato “nel rispetto degli equilibri costituzionalmente necessari”.

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Cultura

A Aurora Tamigio il Bancarella per ‘Il cognome delle donne’

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Aurora Tamigio ha vinto il premio Bancarella 2024 con ‘Il cognome delle donne’ (Feltrinelli): la proclamazione nella serata di ieri a Pontremoli (Massa Carrara), con lo scrutinio in piazza: 185 voti sui 188 possibili i voti assegnati. Un “plebiscito”, spiegano i promotori del premio, alla sua 72/a edizione, che “bissa la vittoria di un’altra donna, Francesca Giannone, autrice de ‘La portalettere’ vincitrice dell’edizione 2023. “Molto vicini ma distanti”, invece, gli altri finalisti: Valeria Galante (Diana e Dario Lama) con ‘La casa delle sirene’ (Mondadori), con 88 preferenze, 84 per Marilù Oliva e la sua ‘L’Iliade cantata dalle dee’ (Solferino), 81 voti per ‘L’inventario delle nuvole’ di Franco Faggiani (Fazi editore), a seguire Emanuela Anechoum con ‘Tangerinn (Edizioni e/o), 66 voti e infine Daniele Pasquini 60, con ‘Selvaggio Ovest’ (Nne).

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Cultura

Giffoni torna capitale dei film e dei giovani

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Sarà che il vero carburante di Giffoni sono proprio i piccoli e i giovani, con le loro menti veloci, l’aria meravigliosamente scanzonata e la smisurata fame di vita, ma anche questa 54/a edizione di quello che Francois Truffaut definì il “Festival più necessario”, dal 19 al 28 luglio, si preannuncia ricca e densa di contenuti ed ospiti importanti. Ma appunto i veri protagonisti saranno ancora loro: i 5mila giffoner da 33 Paesi del mondo con le loro magliette e cappellini colorate dalla tenerezza dei 3 anni fino alla voglia di cambiare il mondo della maggiore età, già arrivati dall’estero e dall’Italia, la maggior parte ospite delle famiglie del territorio. Alle 16.30 verrà tagliato il nastro della nuova sala del Museo Testimoni del Tempo, riservata alle bambine e i bambini di Elements +10 e subito dopo arriverà Vincenzo De Luca, il presidente della regione Campania, principale partner di Giffoni, che sarà accolto dall’ideatore e fondatore Claudio Gubitosi, assieme al sindaco della cittadina campana Antonio Giuliano, al presidente del Festival Pietro Rinaldi e al direttore generale Jacopo Gubitosi.

“Un’emozione che conosciamo bene – spiega il dg Jacopo Gubitosi – ma che ogni anno è sempre diversa, più intensa. È stato un anno molto particolare ma ci siamo e siamo già innamorati di questo bellissimo programma che si svilupperà nei prossimi dieci giorni. Lo abbiamo preparato con cura, con amore, avendo sempre a riferimento quello che è il nostro obiettivo primario, il benessere dei nostri ragazzi, dei nostri giffoner”. L’illusione della distanza è il tema di questa edizione (visibile in streaming attraverso il sito giffoni.it e sui canali social ufficiali), a cui il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella ha concesso il suo alto patronato, declinato in tutte le sue forme, in ogni suo spazio, scelto per indicare i pericoli del senso di isolamento che si insinua nella vita delle nuove generazioni con la paura dell’altro, del diverso, del lontano, con l’inganno di sentirsi separati. Molto ricco il programma della prima giornata. Anteprima di apertura “L’ultima settimana di settembre”, l’opera prima di Gianni De Blasi, al cinema dal 12 settembre e distribuita da Medusa Film. Nel cast Biagio Venditti che, assieme al regista, incontrerà i juror.

La produzione è Tramp Limited, in associazione con Passo Uno Cinema e Medusa Film e in collaborazione con Prime Video. E ancora, la seconda stagione di Tutto chiede salvezza, l’attesa serie Netflix prodotta da Picomedia, in piattaforma dal 26 settembre. A raccontarsi saranno il regista Francesco Bruni, lo sceneggiatore e autore del romanzo Daniele Mencarelli, insieme ai protagonisti Federico Cesari, Fotinì Peluso e Drusilla Foer. I tantissimi incontri dei talent con i juror partono con Rosa Diletta Rossi e la giovanissima doppiatrice Arianna Craviotto. Attesi anche Paolo Bonolis, Paolo Celata (La7) e l’illustratore e vignettista Fabio Magnasciutti. Nel corso della prima giornata di festival sarà presentato il progetto Impatto giovani, seconda edizione dell’iniziativa co-finanziata dal Dipartimento per le Politiche Giovanili ed il Servizio Civile Universale e poi il nuovo capitolo della collaborazione tra Giffoni ed il Parco Archeologico di Paestum e Velia: la presentazione del cortometraggio Elea – La rinascita con il contributo della regione Campania e alla presenza di Filippo Ungaro, responsabile della comunicazione e portavoce Unhcr Italia. Torna infine Vivo Giffoni StreetFest, il festival diffuso di arte, teatro, laboratori, realizzato in collaborazione con Casa del contemporaneo e le nuvole – Teatro, Arte, Scienza con oltre 100 eventi. E dalle 21, nella Piazza della Cittadella, sarà possibile osservare la luna e le stelle grazie al Centro Astronomico “Neil Armstrong” di Salerno.

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