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Guerra Ucraina

Raid sugli ospedali, Kiev in ritirata da Severodonetsk

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I combattimenti nei dintorni di Severodonetsk proseguono “ferocemente” ma gli ucraini sono sempre piu’ in difficolta’, e tra le autorita’ locali si inizia a evocare la possibilita’ del ritiro dall’ultimo grande avamposto del Lugansk. I raid russi del resto sono proseguiti in modo incessante in tutto il Donbass, e le bombe sono cadute ancora una volta su edifici civili, come una scuola e due ospedali. Nonostante ci fosse una croce rossa in evidenza sul tetto. La ‘liberazione’ di Severedonetsk, annunciata ieri dal ministro della Difesa russo Serghei Shoigu, non ha spento gli echi della guerra in una citta’ ridotta ad uno scheletro, e non a caso ribattezzata la nuova Mariupol. “Le nostre forze controllano solo la periferia”, ha ammesso il governatore ucraino Sergyi Gaidai, pur assicurando che “continuiamo a difenderci, combattendo per ogni centimetro, e “che nessuno si arrendera’”. La situazione sul campo tuttavia e’ molto difficile, perche’ i russi “bombardano 24 ore su 24”, tanto che lo stesso Gaidai non ha escluso un “ritiro verso zone piu’ fortificate”, in attesa di ritornare alla controffensiva in una fase successiva. Nel frattempo e’ ancora incerta la sorte per i circa 800 civili che si sono rifugiati nella fabbrica chimica della citta’, la Azot. Tra loro, ha riferito la compagnia che gestisce l’impianto, ci sono 200 dipendenti e circa 600 cittadini. Secondo i separatisti che combattono al fianco dei russi, gli ucraini controllano solo una piccola parte della fabbrica. E tra l’altro sono anche stati cacciati dall’aeroporto. Su questo fronte i russi stanno impiegando enormi risorse per bloccare la strada che collega Severodonetsk e la vicina Lysychansk a Bakhmut, piu’ a ovest. Per chiudere i rifornimenti agli ucraini e concentrarsi sull’offensiva per strappare a Kiev gli ultimi centri del Lugansk. La tecnica adottata e’ sempre quella della “terra bruciata” con raid a tappeto, hanno denunciato le autorita’ locali. Proprio Lysychansk e’ “completamente distrutta”, ha affermato Gaidai, affermando che i russi prendono di mira “deliberatamente” ospedali e centri di distribuzione degli aiuti umanitari. Immagini satellitari diffuse dalla Cnn hanno effettivamente mostrato la distruzione di due ospedali nella regione, nonostante una grande croce rossa dipinta sul tetto di una delle strutture, proprio per scongiurare un bombardamento. Strutture civili sono state colpite anche nell’oblast di Donetsk: in particolare un edificio amministrativo e una scuola, che e’ stata “completamente distrutta”, ha fatto sapere il ministero dell’Interno ucraino, aggiungendo che ci sarebbero vittime. In questa meta’ del Donbass l’Armata sta concentrando un’imponente potenza di fuoco per avvicinarsi sempre piu’ al suo prossimo obiettivo, Sloviansk: la citta’ conquistata dai filo-russi durante la secessione del 2014 e poi tornata sotto l’ombrello di Kiev dopo pochi mesi. A sud non si registrano cambiamenti significativi. Gli ucraini hanno continuano a contrattaccare nella regione di Kherson, ottenendo qualche piccolo successo, mentre nelle zone controllate dai russi dell’oblast di Zaporizhzhia si inizia valutare l’ipotesi di indire un referendum per unirsi a Mosca. Per Kiev, al contrario, ogni referendum tenuto sotto l’occupazione sarebbe ovviamente illegale. Gli unici segnali di distensione tra le due parti fino a questo momento si sono visti con lo scambio di prigionieri e dei corpi delle vittime. Kiev ha confermato che 50 soldati ucraini rimasti uccisi nel conflitto sono stati consegnati dai russi. 37 erano morti nell’acciaieria di Mariupol. Mentre invece mille combattenti che avevano difeso Azovstal sono stati trasferiti in Russia: il loro destino e’ incerto, e rischiano una condanna durissima. Persino la pena di morte.

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Guerra Ucraina

I russi avanzano a est. Kiev, ‘la situazione peggiora’

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Il tempo stringe: le truppe di Vladimir Putin continuano ad avanzare sul fronte orientale ucraino e bombardano a tappeto il Paese in quelli che sembrano i preparativi per una nuova offensiva estiva. Kiev avverte che “la situazione è peggiorata” e non può far altro che attendere l’arrivo degli aiuti americani per frenare l’avanzata russa o meglio ancora respingerla.

“Il terrore russo è possibile solo perché abbiamo meno armi e soluzioni per proteggere la vita di quanto la Russia abbia la capacità di distruggere”, ha sintetizzato il presidente Volodymir Zelensky. “Tutti sanno quanto siano efficaci i Petriot e altri moderni sistemi di difesa aerea. Ne abbiamo bisogno qui in Ucraina. Meno il Cremlino ottiene con il terrore, più sarà interessato a trovare la pace. Dobbiamo costringere la Russia a farlo insieme”, ha ribadito. Politico ha rivelato che lo scorso dicembre il leader ucraino, incontrando lo speaker della Camera Usa, Mike Johnson, aveva sottolineato che senza l’aiuto militare Usa gli ucraini sarebbero stati in grado di reggere “fino a marzo o aprile”.

Le lancette corrono, e i russi nel frattempo da settimane strappano vittorie e avanzate, che sebbene si traducano in una manciata di chilometri potrebbero determinare le sorti del conflitto perlomeno nei prossimi mesi. Da ultimo, Mosca ha annunciato di aver preso il controllo dell’insediamento di Novobakhmutovka, nell’autoproclamata repubblica del Donetsk, a una decina di chilometri da Avdiivka. E’ la terza località a cadere in poche settimane, a cui si aggiunge una ulteriore avanzata nella regione settentrionale di Kharkiv, dove prosegue il diluvio di bombardamenti e dove Kiev è corsa ai ripari posizionando tank e pezzi d’artiglieria. Nel complesso “la situazione è peggiorata”, ha ammesso il capo delle Forze armate Oleksandr Syrsky: i russi hanno ottenuto dei “successi tattici”, non rilevanti ma significativi. Nelle ultime 24 ore, riferisce la Difesa ucraina, i russi hanno compiuto “32 attacchi missilistici, 64 aerei e 60 con i razzi Mlrs”.

Più di 110 insediamenti “nelle regioni di Chernihiv, Sumy, Kharkiv, Luhansk, Donetsk, Zaporizhzhia – dove ogni giorno si contano centinaia di colpi e attacchi con sciami di droni -, Dnipropetrovsk, Kherson e Mykolaiv hanno subito il fuoco dell’artiglieria”. Secondo fonti dell’intelligence occidentale rilanciate dai media internazionali, la strategia di Mosca punta a creare le condizioni per una nuova offensiva prevista in estate ma anche, forse soprattutto, a guadagnare posizioni proprio in vista dell’arrivo dei miliardi di dollari di aiuti militari americani, quindi Patriot, munizioni di artiglieria e sistemi anti-droni. Per questo, si sottolinea, nel breve termine i russi potrebbero strappare altro territorio a est nell’area di Avdiivka, e puntare alla conquista di Chasiv Yar, situata più a nord.

“Fra gli ucraini sta crescendo il panico al fronte”, specialmente su quello del Donbass, ha detto provocatoriamente il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov: “Occorre mantenere la pressione sul nemico”. In questo quadro Mosca, rivela ancora Politico citando gli 007 Usa, sta dislocando nuovamente sul campo di battaglia migliaia di militari mercenari inquadrati nel Gruppo Wagner di Yevgeny Prigozhin: “Un gruppo legato alla Guardia nazionale è già in Ucraina e sta subendo perdite. Altri due operano al comando dell’intelligence militare, mentre un quarto gruppo si sta riorganizzando in Africa”.

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Esteri

Russia: chiesto arresto in contumacia del campione di scacchi Kasparov

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Il tribunale cittadino di Syktyvkar in Russia ha arrestato in contumacia il campione mondiale di scacchi e cofondatore del Free Russia Forum (Frf), Garry Kasparov, insieme a diversi altri attivisti, con l’accusa di creare una “comunità terroristica”, di finanziare “attività terroristiche” e di aver pubblicamente incitato al terrorismo.

Lo riportano media russi e ucraini. Sono stati arrestati anche l’attivista Yevgeniya Chirikova, l’ex direttore esecutivo del movimento di solidarietà russo Ivan Tyutrin e l’ex deputato Gennady Gudkov. Un procedimento penale è stato avviato nella Repubblica dei Komi, secondo fonti del Servizio di sicurezza federale russo (Fsb). Kasparov è fuggito dalla Russia nel 2013 e attualmente vive a New York. Ha co-fondato l’Frf insieme all’attivista Ivan Tyutrin nel 2016. Il Forum si propone come un’alternativa intellettuale all’attuale regime politico in Russia. All’inizio di quest’anno Kasparov è stato aggiunto da Mosca a una lista di “terroristi ed estremisti”.

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Esteri

Il vice del ministro della Difesa russo Shoigu arrestato per tradimento

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E’ uno scandalo dai contorni oscuri quello che in queste ore scuote le forze armate russe nel pieno del conflitto in Ucraina, con Mosca impegnata in una sfida cruciale con il campo occidentale. Una Corte della capitale ha confermato l’arresto del vice ministro della Difesa Timur Ivanov, responsabile delle costruzioni e della manutenzione delle strutture militari. L’accusa di aver ricevuto una tangente appare tutto sommato lieve in un ambiente in cui la corruzione, secondo le denunce delle opposizioni, è diffusa. Normale dunque che qualcuno sollevi dubbi sui reali motivi di una simile iniziativa in un momento tanto delicato, al punto da arrivare a parlare di una accusa di tradimento. Il sito d’inchieste Vazhnye Istorii (‘Storie importanti’) afferma di avere saputo da due fonti dei servizi d’intelligence interni Fsb che la versione della corruzione è stata creata “solo per l’opinione pubblica”. “Nessuno lo avrebbe arrestato per questo”, ha affermato una delle fonti, secondo la quale al Cremlino i veri risvolti della vicenda erano “noti da molto tempo”.

Ivanov, insomma, sarebbe sospettato proprio di tradimento, ma le autorità avrebbero preferito non renderlo noto per non rischiare un danno d’immagine dalle conseguenze imprevedibili. L’avvocato del vice ministro, Murad Musayev, ha recisamente smentito e il portavoce del Cremlino ha parlato di pure “speculazioni”. “Ci sono un sacco di voci differenti su questa faccenda, ma ovviamente dobbiamo affidarci alle informazioni delle autorità investigative e alla fine, ovviamente, alla decisione dei giudici”, è stato l’invito di Dmitry Peskov. La Corte del distretto di Basmanny che ha confermato l’arresto per Ivanov e per un imprenditore suo amico, Serghei Borodin, ha disposto che i due rimangano in custodia cautelare almeno fino al 23 giugno.

Il vice ministro è stato già trasferito nel carcere di Lefortovo. Per l’accusa di corruzione Ivanov, che si è presentato in aula indossando la divisa militare e proclamandosi innocente, rischia fino a 15 anni di reclusione. L’avvocato Musayev, preannunciando che presenterà ricorso per chiederne il rilascio, sostiene che non si parla di denaro, bensì di lavori gratuiti realizzati da aziende edili nelle proprietà immobiliari del vice ministro in cambio di favori. Ivanov, che ha 48 anni e ricopre l’incarico dal 2016, era stato tra l’altro tirato in ballo nel 2022 in un’inchiesta della Fondazione anticorruzione dell’oppositore Alexei Navalny. Sul fronte del conflitto ucraino si registra intanto una importante novità. Per la prima volta in oltre due anni una delegazione russa e una ucraina hanno avuto un incontro faccia a faccia in Qatar, dove hanno concordato lo scambio di 48 bambini, 29 che torneranno in Ucraina e 19 in Russia.

Ad annunciarlo è stata Maria Llova-Belova, la commissaria russa per i diritti dell’infanzia. Mosca ha sempre respinto le accuse di avere deportato minori ucraini contro il volere dei familiari, un’accusa che è costata alla stessa Llova-Belova e al presidente Vladimir Putin un ordine di arresto della Corte penale internazionale. Il sito dell’opposizione Meduza ha intanto denunciato che il Patriarca Kirill, capo della Chiesa ortodossa russa e sostenitore delle politiche di Putin, ha imposto una sospensione di tre anni a un sacerdote che ha tenuto una funzione commemorativa sulla tomba di Alexei Navalny alla fine di marzo, 40 giorni dopo la morte. Il religioso è Dmitri Safronov, chierico della chiesa dell’Intercessione della Santa Vergine sulla collina di Lyschikova a Mosca. Meduza precisa che nell’ordine del Patriarca non sono spiegate ufficialmente le motivazioni della decisione.

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