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Cronache

Camorra, patto tra clan per uccidere i nemici della cosca Tortora ad Acerra: 6 arresti

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Quello che leggete di seguito non è un articolo di giornale ma un resoconto di una operazione di polizia giudiziaria scritto dal Procuratore della Repubblica distrettuale di Napoli e diffuso dai Carabinieri. Ve lo offriamo integralmente.

Nella mattinata odierna, ad Acerra (NA), Napoli e Nuoro, militari del Nucleo Investigativo del Gruppo Carabinieri di Castello di Cisterna hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 6 persone, emessa dal G.i.p. del Tribunale di Napoli su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, a carico di altrettanti indagati gravemente indiziati, a vario titolo, dei reati di concorso in omicidio, detenzione illegale di armi e ricettazione, aggravati dal metodo e dalle finalità mafiose.
L’attività investigativa, svolta dal citato Nucleo e coordinata dalla D.d.a di Napoli, ha consentito, in sintesi, di documentare:
l’esistenza e l’operatività di due gruppi criminali, uno formatosi ad Afragola e coagulatosi intorno a Cosimo Nicolì cl. 77, e l’altro guidato da Bruno Avventurato cl. 75, operante ad Acerra. I due sodalizi in accordo tra loro hanno ideato e organizzato l’omicidio di Pasquale Tortora, elemento di spicco dell’omonimo clan attivo ad Acerra e Casalnuovo di Napoli, avvenuto il 20.05.2020. Nell’occasione il gruppo Avventurato aveva fornito il necessario supporto logistico ai sicari, mentre il Nicolì si era preoccupato di reperire i killer. Per tale assassinio il Nucleo Investigativo CC di Castello di Cisterna ha già arrestato gli esecutori materiali del delitto in conseguenza dell’emissione di una misura cautelare richiesta dalla D.d.a. partenopea ed emessa dal competente Giudice per le indagini preliminari;
il duplice movente dell’omicidio: vendicare l’uccisione di Giuseppe Avventurato, fratello di Bruno e già capo dell’omonimo gruppo, di cui si riteneva responsabile il predetto Tortora, e suggellare un patto tra i due gruppi camorristici finalizzato ad assicurarsi il controllo congiunto dei traffici illeciti nel territorio di Acerra;
che Cosimo Nicolì nel rapportarsi con i propri sodali e alleati ha speso il nome della famiglia Senese originaria di Afragola, ora di stanza a Roma e già in storici rapporti con il clan Moccia.
Tra i coinvolti nell’indagine vi era anche Di Balsamo Pasquale, ucciso il 29 aprile scorso in una sparatoria avvenuta ad Acerra tra lo stesso Di Balsamo e un 21enne, anch’egli deceduto in conseguenza del conflitto a fuoco. Le evidenze investigative hanno dimostrato che Pasquale Di Balsamo si era prodigato in prima persona per fornire “l’appoggio” ai killer di Pasquale Tortora.

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Guida ubriaco, si scontra con 3 moto e muore centauro, arrestato

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E’ risultato positivo all’alcol test il conducente della Fiat Punto che oggi si è scontrato con tre moto lungo la statale 108 bis “Silana di Cariati” che porta a Lorica. Nell’urto un centauro 37enne di Settingiano (Catanzaro) è morto, e altri due sono rimasti gravemente feriti. Dopo i risultati, i carabinieri della Compagnia di Cosenza hanno arrestato l’uomo, un 41enne, con l’accusa di omicidio stradale e lo hanno posto ai domiciliari.

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Scossa di terremoto di magnitudo 3.1 fa tremare il Vesuvio, molta paura ma nessun danno

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Un terremoto di magnitudo 3.1 della Scala Richter ha colpito alle 5,55 alle pendici del Vesuvio. L’evento sismico, che ha avuto luogo a una profondità di circa 400 metri, è stato distintamente avvertito dagli abitanti delle zone circostanti, in particolare nei piani alti degli edifici.

Gi esperti hanno definito la scossa come un evento “inusuale” e hanno confermato che non ci sono stati segnali di un incremento dell’attività vulcanica. L’epicentro del terremoto è stato localizzato vicino al Monte Somma, una zona storicamente monitorata per la sua vicinanza con il vulcano.

La comunità locale ha reagito con una comprensibile apprensione, ma, fortunatamente, non sono stati segnalati danni a persone o strutture. Le autorità locali nelle prossime ore decideranno se mantenere aperte le scuole. Intanto c’è da rassicurare  la popolazione sulla gestione dell’evento.

Ieri, alle 5,45, dall’altra parte di Napoli, in un’altra area vulcanica, nei Campi Flegrei, c’è stata una scossa di magnitudo 3.9. Anche in quel caso paura tanta ma nessun danno.

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“Due uomini dei servizi segreti vicino l’auto di Giambruno”, le rivelazioni del Domani

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Due uomini fuori dalla villetta di Giorgia Meloni, la notte tra il 30 novembre e l’1 dicembre. Armeggiavano attorno all’auto dell’ex compagno, Andrea Giambruno, mentre la premier era in missione a Dubai. Nell’episodio, però, non sono stati coinvolti “appartenenti ai Servizi” e la sicurezza della premier “non è mai stata posta a rischio”. Così il sottosegretario Alfredo Mantovano interviene dopo che un articolo apparso oggi sul Domani ha riferito sull’allarme scattato in quella occasione. Nella ricostruzione del quotidiano, un’auto si avvicina alla villetta nel quartiere Torrino.

Scendono due uomini, accendono una torcia o un telefonino e si mettono a trafficare attorno alla macchina di Giambruno. A sorvegliare la scena c’è però una volante della Polizia appostata in servizio di vigilanza. Un agente scende e chiede conto ai due dei loro movimenti. Gli uomini si identificano come “colleghi” senza però mostrare documenti di riconoscimento e si allontanano. Sull’accaduto viene stilato un rapporto che finisce alla Digos; vengono avvertiti – sempre secondo l’articolo del Domani – il capo del Polizia, Vittorio Pisani, il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, l’Autorità delegata alla sicurezza della Repubblica, Mantovano e la stessa premier.

Sarebbe stata informata anche la procura della Capitale. Inizialmente i sospetti ricadono su due uomini dell’Aisi, l’Agenzia d’intelligence per la sicurezza interna, che fanno parte della scorta di Meloni. I due vengono quindi trasferiti all’Aise, l’agenzia che invece si occupa dell’estero. In seguito però le indagini dell’Aisi scagionano gli 007 che quella notte – e lo testimonierebbero le celle telefoniche – si trovavano altrove.

I due potrebbero essere stati banalmente ladri alla ricerca di qualcosa nell’auto di Giambruno. Il fatto, secondo il quotidiano, avrebbe influito anche sulla nomina del nuovo direttore dell’Aisi, sbarrando la strada ad uno dei papabili, Giuseppe Del Deo, alla guida del gruppo dell’Agenzia che ha investigato sul caso. Mantovano non entra nei dettagli della vicenda, ma si limita a rivelare di averne dato notizia il 4 aprile nella sua audizione al Copasir, dove ha chiarito che “gli accertamenti svolti per la parte di competenza dell’intelligence hanno consentito con certezza di escludere il coinvolgimento di appartenenti ai Servizi, e che la sicurezza del presidente Meloni non è mai stata posta a rischio”.

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