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Riattivate dopo la morte le cellule della retina

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 Ci puo’ essere vita dopo la morte, almeno per alcune cellule nervose dell’occhio umano. Opportunamente ossigenate e nutrite, possono tornare a percepire la luce e a sparare segnali per comunicare. Lo dimostra l’esperimento condotto su oltre 40 occhi prelevati da donatori appena deceduti. Il risultato e’ pubblicato su Nature dai ricercatori del John A. Moran Eye Center all’Universita’ dello Utah (Usa), in collaborazione con i californiani Scripps Research Institute e Salk Institute for Biological Studies, e l’Universita’ svizzera di Berna. Questo successo, osservano gli autori della ricerca, apre nuove prospettive per la cura delle malattie neurodegenerative (inclusa la degenerazione maculare senile che colpisce la vista con l’avanzare dell’eta’), ma soprattutto pone nuovi interrogativi sul concetto di irreversibilita’ della morte per le cellule del sistema nervoso centrale. Il dibattito era gia’ stato innescato tre anni fa da un altro clamoroso studio pubblicato su Nature, in cui i ricercatori di Yale erano riusciti a riattivare i cervelli prelevati da 32 maiali entro quattro ore dalla loro morte. Allora era stata ripristinata la circolazione del sangue, alcune funzioni cellulari e perfino la formazione di connessioni (sinapsi). Era stata osservata anche una debolissima attivita’ elettrica, legata pero’ alle singole cellule e non globale: l’elettroencefalogramma era piatto, dunque non si poteva parlare di alcun risveglio della coscienza. Le cellule nervose della retina, a loro modo, rappresentano un modello piu’ semplice per studiare da vicino la morte dei neuroni e i metodi per rivitalizzarli. I ricercatori dell’Universita’ dello Utah hanno esaminato sia la retina di topo che quella umana per cercare di ripristinare i fotorecettori, ovvero le cellule nervose sensibili alla luce che permettono la vista. In particolare, hanno scoperto che la privazione di ossigeno dopo la morte sarebbe il fattore chiave che fa perdere ai fotorecettori la capacita’ di comunicare con le altre cellule della retina. Per superare questa difficolta’, i ricercatori hanno sviluppato un’innovativa unita’ di trasporto per gli organi da donatore che fornisce agli occhi la corretta ossigenazione e altri preziosi nutrienti. Grazie all’utilizzo di questo dispositivo “siamo riusciti a far parlare fra loro le cellule della retina proprio come fanno nell’occhio in vita”, spiega l’esperto Frans Vinberg del Moran Eye Center. In particolare, “siamo stati in grado di risvegliare le cellule fotorecettrici della macula, la parte della retina responsabile della nostra visione centrale e della nostra capacita’ di vedere i dettagli e i colori”, precisa Fatima Abbas, prima autrice dello studio. “Negli occhi ottenuti entro cinque ore dal decesso del donatore, queste cellule hanno risposto a luce intensa, luci colorate e persino lampi di luce molto deboli”. “La comunita’ scientifica ora puo’ studiare la visione umana in modi che semplicemente non sono possibili con gli animali da laboratorio”, aggiunge Vinberg. “Ci auguriamo che questo motivera’ le societa’ di donatori di organi, i donatori di organi e le banche degli occhi, aiutandoli a comprendere le nuove entusiasmanti possibilita’ offerte da questo tipo di ricerca”.

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Dramma ad Algeri, 5 bambini annegati in una gita scolastica

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Una gita scolastica in Algeria si è trasformata in dramma: cinque bambini sono morti annegati ad Algeri, mentre altri due sono ancora ricoverati in terapia intensiva. Lo riferisce un comunicato della protezione civile pubblicato nella tarda serata di ieri su Facebook. La stessa fonte ha indicato che le sue squadre sono intervenute intorno alle 19:30 ora locale (20:30 ora di Roma) per recuperare sei bambini sulla spiaggia del Parco Sablette, sulla baia di Algeri. La nota spiega che un bambino è stato recuperato morto sul posto, mentre altri sei sono stati trasferiti all’ospedale universitario Mustapha Pacha nel centro della città, dove quattro di loro sono morti dopo numerosi tentativi di rianimazione . Da parte sua, la radio ufficiale algerina ha riferito che i bambini provenivano dalla provincia di Médéa (100 chilometri a sud di Algeri). I Dati ufficiali della protezione civile algerina mostrano che l’anno scorso più di 200 persone sono annegate al mare, stagni e dighe.

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Morto a 2 mesi dal trapianto l’uomo con un rene di maiale

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E’ morto dopo due mesi dall’intervento il primo uomo che si era sottoposto al trapianto di un rene di maiale geneticamente modificato, l’ospedale ha dichiarato di non avere alcuna indicazione che la causa sia stata proprio il trapianto. Lo riferisce il Guardian. Richard “Rick” Slayman, 62 anni, era stato sottoposto all’impianto di rene di maiale nell’ospedale generale del Massachusetts. I chirurghi avevano affermato di ritenere che l’organo sarebbe durato almeno due anni. Ieri, la sua famiglia e l’ospedale hanno confermato la morte di Slayman.

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Esteri

Idf, avanti con operazione Rafah per portare ostaggi a casa

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“Le Forze di Difesa di Israele stanno continuando la loro operazione mirata contro Hamas a Rafah come parte degli sforzi per ottenere una duratura sconfitta di Hamas e per portare a casa tutti i nostri ostaggi”. Lo ha detto il portavoce dell’Idf, Rear Admiral Daniel Hagari, in un video diffuso sul canale Telegram dell’esercito israeliano. “La nostra guerra – ha aggiunto – è contro Hamas non contro la popolazione di Gaza”.

“Le nostre operazioni contro Hamas a Rafah restano limitate e dirette a progressi tattici, aggiustamenti tattici, progressi militari e ad evitare aree densamente popolate – ha sottolineato il portavoce dell’Idf -. Dall’inizio della nostra azione mirata contro Hamas a Rafah abbiamo eliminato dozzine di terroristi, scoperto tunnel e numerose armi. Prima delle nostre operazioni invitiamo i civili a spostarsi temporaneamente nelle aree umanitarie e ad allontanarsi dal fuoco incrociato in cui li mette Hamas”.

“Negli ultimi giorni – ha spiegato Rear Admiral Daniel Hagari – abbiamo facilitato l’ingresso di 200.000 litri di carburante dal valico di Kerem Shalom, abbiamo facilitato e coordinato l’apertura di un nuovo ospedale da campo a Gaza e ci stiamo adoperando per consentire il flusso di aiuti umanitari verso Rafah attraverso il valico di Salah Al-Din Road. Solo negli ultimi giorni, ci siamo ricordati del perché il nostro attacco contro Hamas sia vitale: Hamas ha lanciato missili da Rafah verso il valico di Kerem Shalom attraverso il quale Israele lascia entrare gli aiuti umanitari per la popolazione di Gaza. E venerdì notte, Hamas ha lanciato 9 missili da Rafah verso la città israeliana di Beer Sheva, colpendo un parco giochi per bambini. Continueremo a compiere la nostra missione per ottenere la sconfitta di Hamas e per riportare a casa i nostri ostaggi”.

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