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Covid, Mattarella ricorda le vittime e sprona a ‘vita rinnovata’

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Lentamente, a passo di corteo, i camion militari carichi di bare di figli, fratelli, madri, nonni, sfilarono sotto l’obiettivo di uno smartphone di fronte a una pizzeria, poi a una pompa di benzina. La telecamera li riprese in silenzio, uno per uno, prima di allargare il campo e rivelare una fila lunghissima. A Bergamo il Covid, un virus che fino a due mesi prima sembrava una minaccia lontana, da giorni faceva strage. Il cimitero cittadino non riusciva piu’ a tenere il passo per cremare i corpi. Fu chiamato l’esercito per trasportarli verso Modena e Bologna. Era la sera del 18 marzo 2020, una data “incisa nella memoria degli italiani” -ha affermato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella- divenuta poi la Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’epidemia per ricordare il giorno in cui il Paese scopri’ che la morte – la morte da virus – camminava tra di noi. Non ha mai smesso, in realta’. Il bollettino del ministero della Salute segna oggi 165 vittime, che portano a 157.607 il totale degli italiani che non ce l’hanno fatta a causa del virus: un capoluogo di provincia che non c’e’ piu’. Ma se oggi bisogna guardare alla “vita rinnovata” ottenuta grazie a sacrifici e restrizioni, non si deve dimenticare quando quella tragedia entro’ nella coscienza di tutti passando, una notte, sulle strade della Lombardia. E fu proprio grazie a quella immagine, “che racchiudeva il dramma dell’intera pandemia – ha aggiunto Mattarella – che ci inchiniamo alla memoria delle vittime. Nel dolore dei loro familiari si riconosce l’intera comunita’ nazionale”. Bergamo, con il presidente della Camera Roberto Fico (“Qui e’ stata cancellata una generazione, le radici di tutti noi” ha detto), e’ stato il centro della commemorazione, ma il ricordo delle vittime e’ stato in tutto il Paese, a Firenze, Piacenza, Bolzano con i loro ‘giardini-memorial’, con i minuti di silenzio e le bandiere a mezz’asta nei luoghi pubblici, ma anche in ogni struttura sanitaria, scientifica e di servizio: “In questa giornata simbolica – ha detto ancora Mattarella – abbiamo l’occasione per ricordare” anche “l’apporto di quanti hanno contribuito alla salvaguardia della salute collettiva, al funzionamento dei servizi essenziali, un caposaldo su cui abbiamo potuto contare”. Ecco perche’, ha voluto mettere l’accento Fico, “l’investimento nella sanita’ pubblica e’ fondamentale, e durante il Covid lo abbiamo compreso ancor di piu'”. Sulla stessa linea la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati: “Ogni italiano che ha perso la vita – ha detto – e’ una ferita che ci portiamo dentro e che non potremo mai dimenticare. Il mio pensiero oggi va a ciascuno di loro, alle loro famiglie, ma anche ai tanti medici, operatori sanitari, volontari e forze dell’ordine”. “Ricordo tutte le persone morte durante la pandemia e i loro cari. A loro la vicinanza del governo e mia personale” ha commentato il premier Mario Draghi, che proprio ieri in Consiglio dei ministri ha ottenuto l’unanimita’ sulla road map che da qui a giugno riportera’ il Paese a qualcosa di molto vicino alla normalita’ pre-virus. Un passaggio che il Quirinale ha voluto sottolineare: “La Repubblica – ha detto ancora Mattarella – e’ fortemente impegnata a garantire i ritmi di una rinnovata vita della nostra comunita’, senza dimenticare la lezione di quanto e’ avvenuto”, perche’ “lo smarrimento dinanzi a una minaccia cosi’ insidiosa ha lasciato in breve tempo spazio a una reazione tenace, fatta di coraggiose scelte collettive e di avveduti comportamenti individuali, che ci ha consentito di affrontare una sfida senza precedenti nella storia recente dell’umanita’”. Nel giorno del ricordo di chi e’ morto in quella terribile prima ondata il sottosegretario alla Salute Andrea Costa ha voluto proprio ricordare l’importanza dei vaccini, arrivati dopo. “Tante vittime probabilmente si sarebbero potute salvare se avessero potuto vaccinarsi – ha detto – ma purtroppo il vaccino non c’era. Faccio fatica a comprendere che ci siano ancora concittadini che non si affidino alla scienza e continuino a non vaccinarsi o a portare avanti teorie negazioniste”. Pochi, per fortuna, perche’ “la stragrande maggioranza dei nostri concittadini ha dimostrato di possedere”, ha affermato ancora il presidente della Repubblica, “spirito di sacrificio e consapevolezza di sentirsi responsabili gli uni degli altri”: e questo e’ un “patrimonio prezioso per le sfide che il Paese si trova ad affrontare, da non disperdere”.

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AstraZeneca ammette: vaccino contro Covid-19 può causare trombosi

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L’azienda biofarmaceutica internazionale AstraZeneca ha ammesso per la prima volta che uno degli effetti collaterali del suo vaccino contro il Covid-19 può essere la sindrome da trombosi con trombocitopenia (TTS). Lo ha scritto il Telegraph, citando documenti di tribunale. È stata presentata un’azione legale collettiva contro l’azienda perché il vaccino, sviluppato insieme all’Università di Oxford, ha causato danni gravi o fatali a diversi pazienti, si legge nel comunicato.

“Il vaccino può causare, in casi molto rari, una sindrome da trombosi con trombocitopenia (Tts). Le cause sono sconosciute”, si legge in un estratto di un documento fornito dall’azienda a un tribunale lo scorso febbraio. Secondo i media, sono state presentate 51 richieste di risarcimento all’Alta Corte di Londra, in cui le vittime e le loro famiglie chiedono danni per circa 125 milioni di dollari. La sindrome da trombosi con trombocitopenia causa coaguli di sangue e un basso numero di piastrine, ha spiegato il quotidiano.

La prima richiesta, spiega l’articolo, è stata presentata l’anno scorso da Jamie Scott, che, dopo la somministrazione del vaccino nell’aprile 2021, ha sviluppato un coagulo di sangue e un’emorragia cerebrale, che avrebbe causato danni permanenti al cervello. Viene citato anche il caso della famiglia di Francesca Tuscano, una donna italiana morta nell’aprile 2021 dopo essere stata vaccinata contro il coronavirus. La famiglia della 32enne si è rivolta a un medico legale e a un ematologo, che hanno stabilito che “la morte della paziente può essere attribuita agli effetti collaterali della somministrazione del vaccino Covid-19”. La donna è deceduta per trombosi vascolare cerebrale il giorno successivo alla somministrazione del farmaco di AstraZeneca.

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Covid, ancora calo dei casi e dei decessi

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Continua il calo dei nuovi casi di Covid in Italia e sono in netta diminuzione i decessi. Nella settimana compresa tra il 18 e il 24 aprile 2024 – secondo il bollettino del ministero della Salute – si registrano 528 nuovi casi positivi con una variazione di -1,9% rispetto alla settimana precedente (538); 7 i deceduti con una variazione di -22,2% rispetto ai 9 della settimana precedente. Sono stati 100.622 i tamponi effettuati con una variazione di -6,4% rispetto alla settimana precedente (107.539) mentre il tasso di positività è invariato e si ferma allo 0,5%. Il tasso di occupazione in area medica al 24 aprile è pari allo 0,9% (570 ricoverati), rispetto all’1,1% (700 ricoverati) del 17 aprile. Il tasso di occupazione in terapia intensiva al 24 aprile è pari allo 0,2% (19 ricoverati), rispetto allo 0,3% (22 ricoverati) del 17 aprile.

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Influenza e Covid, attesa crescita con ritorno a scuola

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La riapertura delle scuole dopo le festività natalizie potrebbe dare un’ulteriore spinta alle infezioni respiratorie: influenza, soprattutto, ma anche Covid-19 e virus respiratorio sinciziale. È il timore espresso da più parti e confermato anche dalla Società Italiana di Pediatria. “Con il rientro dei bambini a scuola ci aspettiamo un aumento dei casi di influenza anche se – c’è da dire – durante il periodo delle vacanze non si è osservato un calo dei contagi, probabilmente per le occasioni di vita sociale durante le festività.

Inoltre, siamo nel momento del clou del virus respiratorio sinciziale”, dice Rino Agostiniani, consigliere nazionale della Società Italiana di Pediatria, che sottolinea che “è importante che i bambini che hanno sintomi influenzali rimangano a casa”. “Ho scritto al ministro della Salute con l’obiettivo di accedere un faro su una malattia che provoca, soprattutto tra i neonati, gravi patologie, anche mortali: la bronchiolite.

La Commissione europea ha autorizzato il vaccino Nirsevimab che ha già passato severissime e rigidissime misure di controllo da parte di Ema. Questo farmaco potrebbe essere uno strumento fondamentale per la lotta alla bronchiolite ed è arrivato il momento che venga adottato anche nel nostro Paese, quanto prima”, ha intanto fatto sapere Orfeo Mazzella, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari Sociali al Senato, citando il caso di una neonata di tre mese morta a fine anno probabilmente proprio a causa di questo virus.

Intanto nelle ultime due settimane, in Italia, l’influenza e le sindromi simil-influenzali hanno fatto registrare numeri da record: due milioni di persone messe a letto solo nelle ultime due settimane dell’anno, con tassi elevati soprattutto nei bambini più piccoli “che sono quelli nel corso degli ultimi anni non hanno sviluppato un patrimonio immunitario per difendersi dall’infezione”, spiega Agostiniani. Covid-19, al contrario, nell’ultima rilevazione del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità ha mostrato un lieve rallentamento.

Tuttavia, nel mondo sembra che i contagi abbiano ripreso a salire: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nelle ultime 4 settimane ci sono stati 850mila casi di Covid nel mondo, con un aumento del 52% rispetto al mese precedente. I numeri reali, tuttavia, potrebbero essere molto più alti.

“Sappiamo che in tutto il mondo le segnalazioni sono diminuite, i centri di sorveglianza sono diminuiti, i centri di vaccinazione sono stati smantellati o chiusi. Questo fornisce un quadro incompleto della situazione e purtroppo dobbiamo aspettarci più casi di quelli che abbiamo dichiarato ufficialmente”, ha detto Christian Lindmeier dell’Oms.

Che la situazione stia peggiorando si intuisce anche dai ricoveri: tra il 13 novembre e il 10 dicembre, nei Paesi che segnalano sistematicamente i dati all’Oms e che sono ormai meno di 60, sono stati registrati più di 118 mila nuovi ricoveri per Covid e più di 1.600 nuovi ricoveri in terapia intensiva, con un aumento rispettivamente del 23% e del 51%.

La ripresa dei contagi potrebbe essere legata alla nuova JN.1 del virus Sars-CoV-2. I dati che arrivano dagli Stati Uniti sembrano confermarlo. Secondo le ultime stime dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) nell’ultima settimana JN.1 è arrivata al 61,6% di prevalenza. JN.1, che ormai è dominante anche in Italia, discende dalla variante BA.2.86 (Pirola) ed è stata isolata proprio negli Stati Uniti lo scorso settembre. Per i Cdc “al momento non vi è alcuna indicazione di un aumento della gravità da JN.1”. Tuttavia, è possibile che “questa variante possa determinare un aumento delle infezioni”.

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