I vini che nascono da terreni vulcanici riportano la nostra mente a sensazioni primordiali, a profumi e sapori di antiche origini, a colori intensi di terre brune e sfumature di ocra, rosso rubino e giallo dorato. I vulcani ci ricordano quanto sia dirompente la forza della natura, una forza ancestrale, che ci connette alla terra, e alla sua creazione. Nei tempi antichi un vulcano attivo indicava la rotta ai marinai, di notte col suo getto luminoso, colorato di accese tonalità di amaranto, giallo e arancione, e di giorno col denso fumo nero e grigio che assecondava la direzione del vento. Un’eruzione è manifestazione pirotecnica della natura, che esprime potenza, attrazione e timore reverenziale.
Nel corso dei secoli l’attività eruttiva dei vulcani ha plasmato il paesaggio italiano in modo originale e peculiare. Basti pensare ai crateri divenuti bacini di laghi, come Bolsena, Bracciano, Averno e Monticchio, oppure al Vesuvio o all’Etna, stati d’animo per napoletani e catanesi. Esistono ancora oggi vulcani in attività: Etna, Stromboli e Vulcano; zone attive di bradisismo: Campi Flegrei e vulcani dormienti: Colli Albani, Vesuvio, Ischia, Vulcano, Pantelleria. Tutti assieme contribuiscono ad arricchire l’unicità del paesaggio naturalistico italiano. Un paesaggio, quello vulcanico, che affascina Gianpaolo Girardi, fondatore di Proposta Vini, che, grazie alla sua passione per la riscoperta e la valorizzazione di giacimenti enologici rari e autentici e alla ricerca continua e attenta del patrimonio di biodiversità vitivinicola presente in Italia, ha dato vita a progetti che portano alla luce vini e vitigni di alta qualità che sfuggono alle regole dell’omologazione, come il progetto Vini Vulcanici. Infatti, per ragioni legate alla composizione geologica del terreno, all’esposizione e alla stessa ubicazione geografica, i vini provenienti da uve coltivate su terreni vulcanici esprimono caratteristiche uniche e i lapilli, formati principalmente da composti di silice, ferro e magnesio, esaltano la mineralità dei vini.
Le rocce che si formano in seguito ad attività vulcaniche rappresentano un mondo affascinante. Questi tipi di rocce, infatti, sono incredibilmente variabili per colore, composizione chimica e modalità di formazione. La prima distinzione si ha tra rocce magmatiche effusive e rocce magmatiche intrusive. Le prime si formano quando il magma, fuoriuscendo dalle profondità della terra, si raffredda velocemente, a contatto con l’aria o con l’acqua, creando rocce dai cristalli molto piccoli. Classici esempi sono le ossidiane. Al contrario, le rocce magmatiche intrusive si formano da un magma che raffredda lentamente all’interno della crosta terrestre, lasciando così ai cristalli il tempo di crescere. Il granito è sicuramente la più famosa tra questi tipi di rocce. A volte il magma può cristallizzare all’interno della terra, ma a bassissime profondità, dando vita alle cosiddette rocce subvulcaniche. Esiste poi un ultimo tipo di rocce, che si formano in seguito a eruzioni vulcaniche estremamente violente, e sono dette piroclastiche. Queste ultime nascono da frammenti di roccia, ceneri vulcaniche, lapilli e bombe vulcaniche, scagliati in aria dal vulcano durante l’eruzione: quando la colata piroclastica si solidifica forma la roccia volgarmente detta tufo.
La seconda distinzione si basa invece sulla composizione chimica. Le rocce magmatiche sono formate per lo più da silice. A seconda della percentuale di silicio presente, le rocce si differenziano in acide (65% di silice) e basiche (45% di silice). La quantità di silice controlla il tipo di eruzione e la forma del vulcano. Un magma acido è molto vischioso e non riesce a fluire quindi solidifica già all’interno del vulcano, intrappolando il gas al suo interno. Questo crea un tappo che accumula una grande quantità di pressione. Quando il tappo cede si ha un’eruzione estremamente violenta con l’emissione di grandi quantità di materiale piroclastico incandescente che scende ad alta velocità dalle pareti del vulcano. L’esempio più famoso in Italia è quello del Vesuvio. Un magma intermedio tra acido e basico invece fluisce più facilmente e rilascia in maniera più controllata i gas dando vita a fenomeni esplosivi poco violenti o a colate di lava molto viscose. È il caso, ad esempio, dell’Etna o dello Stromboli. Tutti i precedenti tipi di eruzioni tendono a formare vulcani molto elevati e con pendenze accentuate. Quando invece il magma è povero in silice, e quindi basico, scorre con estrema facilità formando colate di lava fluide che si muovono per diversi chilometri dando vita a vulcani con pendenze molto basse. In Italia essi erano presenti nella zona dei Lessini, in Veneto.
I vari tipi di rocce ed eruzioni vulcaniche rendono l’idea dell’estrema variabilità che caratterizza le rocce magmatiche, differenze che si riflettono nei suoli che si formano dalla loro erosione e, naturalmente, nelle caratteristiche delle uve che vi vengono coltivate e dunque nei vini che vi vengono prodotti. Le diverse tipologie di rocce magmatiche e di suoli che ne derivano, sono ben osservabili in Italia, la quale, durante la sua lunga e complessa storia geologica è stata interessata da molte eruzioni, alcune delle quali si sono protratte anche per milioni di anni.
In Italia, i vulcani attualmente in eruzione o attivi sono diversi. Quelli in eruzione sono l’Etna, lo Stromboli e Vulcano. Quelli dormienti (potenzialmente attivi) invece, sono molti di più e sono: Vesuvio, Colli Albani, Campi Flegrei, Ponza, Ventotene, Ischia, Lipari, Panarea e Pantelleria. Anche in un lontano passato però, l’Italia è stata interessata da un’intensa attività vulcanica che ha modellato il paesaggio e ha portato alla formazione di diversi vulcani ora estinti e quindi non più attivi. Nonostante questo, il paesaggio porta ancora le evidenze della presenza del vulcano ed essi sono ancora ben riconoscibili: è il caso dei vulcani che formano la provincia magmatica Romana (Vulsini, Cimini, Vico, Sabatini), di Roccamonfina (Campania), il Vulture (Basilicata), delle zone vulcaniche dei Lessini e Colli Euganei (Veneto), dei vulcani Salina (Eolie) e Amiata (Toscana) e degli antichi vulcani sparsi per la Sardegna solo per citare i più importanti. Ognuno racconta la propria storia.
Grazie alle particolarità e alla fertilità dei terreni che derivano dall’erosione di rocce vulcaniche queste aree sono divenute luoghi importanti per la coltivazione della vite. Nei vigneti posti all’ombra dei vulcani, attivi o dormienti, la presenza del vulcano dà vita a paesaggi spettacolari, dove si uniscono i colori della terra, delle vigne e dei grappoli delle uve, in un connubio che ricorda quanto la natura possa essere distruttiva ma allo stesso tempo fonte di vita. Dove i vigneti si adagiano su terreni di antiche eruzioni, invece, il vecchio vulcano è spesso nascosto da altri elementi naturali, come i laghi che si sono formati all’interno dei crateri, regalando scorci in cui si fondono l’azzurro del cielo e delle acque con le sfumature stagionali che colorano la vegetazione circostante. A volte, invece, il tempo e gli agenti atmosferici hanno rimodellato il paesaggio così profondamente che del vulcano non è rimasto più nulla, se non i profumi e gli aromi che ritroviamo nelle uve e nei vini che vi hanno origine, regalando nel bicchiere avvolgenti tonalità di colore, che spaziano dal giallo paglierino all’oro e dal rosso rubino ai riflessi granati, note olfattive e sapori d’incomparabile intensità.
“Coltivare uve su terreni vulcanici significa essere custodi di conoscenze ancestrali e possedere una fisicità dinamica, necessaria a sopportare il duro lavoro. Queste uve – racconta Salvo Foti – sono figlie di viti coltivate su terreni affascinanti, dai quali assorbono, umori, colori e aromi, affondando le loro caparbie radici nelle profondità di suoli scuri, vergini, primordiali, ricchi di minerali, complessi”. Il progetto Vini Vulcanici, insieme a Vini Estremi, Vini dell’Angelo, Bollicine da Uve Italiane, Vini delle isole minori e Vini delle Abbazie, è frutto del lavoro di ricerca che Proposta Vini svolge al fine di valorizzare vitigni e vini unici, specificità territoriali e tradizioni enologiche della viticoltura italiana. Proposta Vini è un’azienda specializzata nella selezione e distribuzione di vini e distillati italiani ed esteri. Una realtà commerciale con sede a Pergine, in provincia di Trento, che opera in Italia da oltre trent’anni e si caratterizza per la particolare attenzione verso aziende che operano nel rispetto e nel mantenimento delle tradizioni dei loro territori d’origine.
Scenari diversi denotano caratteristiche differenti con le proprie sfide e le proprie peculiarità. Il comune di Serrara Fontana è viva espressione di questa territorialità eterogenea e il suo Sindaco ne coordina le vicende con intenzioni unitarie. “Occorre un brand Ischia”, una sana comunicazione ed un tavolo di intenti. Sono queste alcune delle ricette nella visione di rilancio della prima cittadina, Irene Iacono. Ascoltiamola.
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Dall’inverno difficile alla riprogrammazione turistica toccando l’occupazione giovani e la necessita’ di fare impresa cosciente: ascoltiamo le lucide parole di Pascale nell’intervista che segue.
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