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Guerra Ucraina

Dopo i gay e l’Occidente corrotto, il Patriarca Kirill si scaglia contro la Nato e fa da megafono a Putin

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Il Patriarca di Mosca Kirill non arretra. Nonostante i numerosi appelli dalla Chiesa nel mondo perche’ condanni la guerra e interceda con Vladimir Putin, oggi interviene per ribadire che la Russia e’ dalla parte della ragione. Dice che e’ in atto uno scontro tra Occidente e Russia e che la Nato ha sottovalutato le preoccupazioni di Mosca. “Negli anni ’90 alla Russia era stato promesso che la sua sicurezza e dignita’ sarebbero state rispettate”, scrive in risposta al Consiglio Mondiale delle Chiese, ma “anno dopo anno, mese dopo mese, gli Stati membri della Nato hanno rafforzato la loro presenza militare”. Quindi e’ l’Occidente che ha armato l’Ucraina e l’ha sobillata contro la Russia. “Hanno cercato di rendere nemici popoli fraterni”. Poi torna ad attaccare il Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo perche’, riconoscendo l’autecefala Chiesa ortodossa di Kiev “ha creato lo scisma ecclesiastico” e “ha messo a dura prova la Chiesa ortodossa ucraina”. “La russofobia si sta diffondendo nel mondo occidentale a un ritmo senza precedenti”, conclude Kirill nella sua narrazione totalmente al fianco di Putin. Posizione, quella del Patriarca ortodosso che sembra aver scavato un solco con le altre Chiese ormai difficile da colmare. Il Vaticano prosegue invece la sua opera su vari fronti per essere strumento di dialogo. Da una parte il cardinale Elemosiniere, Konrad Krajewski, continua la sua missione in Ucraina. Parlando ai fedeli di Leopoli ha assicurato: “Il Santo Padre e’ presente in Ucraina. Sebbene sia in Vaticano, sta soffrendo con voi. Il Papa sta sperimentando la via della Croce che voi in Ucraina state percorrendo”. Il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin ha invece convocato tutti gli ambasciatori accreditati presso la Santa Sede per una messa in cui si preghera’ per la pace, mercoledi’ 16 marzo a San Pietro. Il conflitto che preoccupa il mondo fara’ da sfondo anche al tradizionale incontro bilaterale tra la Santa Sede e l’Italia: martedi’ 15 marzo, all’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede, si celebrera’ infatti, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, del Presidente del Consiglio dei Ministri Mario Draghi e delle piu’ alte cariche istituzionali dell’Italia e della Santa Sede, il novantatreesimo anniversario dei Patti Lateranensi e il trentottesimo anniversario dell’Accordo di modificazione del Concordato. Infine da Kiev la drammatica testimonianza del Capo della Chiesa greco-cattolica, mons. Sviatoslav Shevchuk, che oggi avverte: “Questa guerra diventa principalmente la guerra contro la popolazione civile. Persino stando ai dati ufficiali, in questi giorni sono morti piu’ civili – donne, bambini – che i militari”.

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Esteri

Stoltenberg visita Kiev, raid russi su Odessa

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“Un maggior sostegno è in arrivo, gli alleati hanno ascoltato il tuo appello”. Il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg si è rivolto con parole rassicuranti a Volodymyr Zelensky durante una visita a sorpresa a Kiev. Il capo dell’Alleanza ha garantito che i Paesi occidentali forniranno più aiuti militari, e più rapidamente, come chiede il presidente ucraino. E, mentre nell’est del Paese le forze russe continuano ad avanzare, si è dichiarato convinto che “non è troppo tardi perché l’Ucraina vinca”.

Per garantire la sua sicurezza, tuttavia, Kiev punta ora anche ad un accordo bilaterale con gli Stati Uniti, che recentemente hanno sbloccato un nuovo pacchetto di assistenza militare dal valore di 61 miliardi di dollari dopo mesi di diatribe nel Congresso. “Stiamo già lavorando su un testo specifico, il nostro obiettivo è rendere questo accordo il più forte di tutti”, ha annunciato Zelensky. Il riferimento è ad altre intese simili siglate negli ultimi mesi dall’Ucraina con diversi Paesi europei tra cui l’Italia lo scorso febbraio. Tuttavia il patto con Roma, come chiarito dal ministro degli Esteri Antonio Tajani, “non è vincolante dal punto di vista giuridico” e non prevede “garanzie automatiche di sostegno politico o militare a Kiev”.

Con Washington, invece, “l’accordo dovrebbe essere davvero esemplare e riflettere la forza della leadership americana”, ha assicurato Zelensky. Con gli Usa ha insistito il presidente, l’Ucraina sta “discutendo le basi concrete di sicurezza e cooperazione” e “per fissare livelli specifici di sostegno per quest’anno e per i prossimi 10 anni”.

Ciò dovrebbe includere “il sostegno militare, finanziario, politico e la produzione congiunta di armi”. Durante la conferenza stampa con Stoltenberg, Zelensky ha insistito sulla richiesta che “la consegna degli aiuti militari sia più rapida”. Un’urgenza dettata per Kiev dalle drammatiche difficoltà con cui deve confrontarsi sul terreno, dove si trova a corto non solo di munizioni ma anche di uomini. Il capo di Stato maggiore, Oleksandr Syrsky, ha lanciato ieri l’allarme per una situazione che è “peggiorata”, con la Russia che “sta attaccando lungo tutta la linea del fronte”. Mentre il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha affermato che “fra gli ucraini al fronte sta crescendo il panico”. Per il momento l’avanzata russa, ancora limitata, si concentra nell’area del Donbass, nell’est dell’Ucraina. Le forze di Kiev hanno detto di aver respinto nelle ultime ore “55 tentativi di attacco” nella regione di Donetsk, dove nei giorni scorsi i russi si sono impadroniti di tre villaggi nell’area di Avdiivka, cittadina caduta nelle mani delle truppe di Mosca a febbraio. E il ministero della Difesa russo ha detto che oggi è stata conquistato un altro insediamento, quello di Semenivka.

Raid sono stati segnalati anche a Odessa, con frammenti di missile russo caduti sul Castello di Kivalov, dove si è sviluppato un incendio. Il bilancio è di almeno 5 morti. Stoltenberg ha ammesso che Kiev si trova in questa situazione perché negli ultimi tempi “gli Alleati non hanno mantenuto ciò che avevano promesso”, e “gli ucraini ne stanno pagando il prezzo”. Ma con Zelensky il segretario generale ha anche parlato del possibile ingresso di Kiev nel Patto Atlantico.

“Sto lavorando duramente per garantire che l’Ucraina diventi membro della Nato, abbiamo bisogno che tutti gli alleati siano d’accordo”, ha detto Stoltenberg. Per poi ammettere che anche in questo caso rimangono delle difficoltà. “Non mi aspetto che raggiungeremo tale accordo entro il vertice di luglio” a Washington, ha dichiarato. Ma per Zelensky il futuro del suo Paese è nella Nato, perché, ha affermato, “è impossibile immaginare la sicurezza dell’Europa e della comunità euro-atlantica senza l’effettiva partecipazione dell’Ucraina”.

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Guerra Ucraina

Isw, dopo Avdiivka la scelta è tra Pokrovsk o Chasiv Yar

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Le forze russe hanno l’opportunità di scegliere tra molteplici direzioni tattiche per le loro future azioni offensive vicino ad Avdiivka, nella regione orientale del Donetsk, ma non è chiaro dove concentreranno i loro sforzi nel prossimo futuro: lo scrive l’Istituto per lo studio della guerra (Isw). Secondo gli esperti del centro studi statunitense, la stabilizzazione delle loro posizioni a nord-ovest di Avdiivka presenta al comando russo una scelta: continuare a spingersi a ovest verso l’obiettivo operativo dichiarato a Pokrovsk, oppure provare a spingersi a nord per condurre possibili ulteriori operazioni offensive intorno a Chasiv Yar. Nella giornata di ieri, intanto, le forze russe si sono assicurate ulteriori guadagni tattici marginali a nord-ovest e sud-ovest di Avdiivka, si legge inoltre nel rapporto.

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Esteri

‘Da banche Occidente in Russia 800 mln euro in tasse a Cremlino’

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Le maggiori banche occidentali che sono rimaste in Russia hanno pagato lo scorso anno più di 800 milioni di euro in tasse al Cremlino, una cifra quattro volte superiore ai livelli pre-guerra. Lo riporta il Financial Times sottolineando che le imposte pagate, pari allo 0,4% delle entrate russe non legate all’energia per il 2024, sono un esempio di come le aziende straniere che restano nel Paese aiutano il Cremlino a mantenere la stabilità finanziaria nonostante le sanzioni. Secondo quanto riportato dal quotidiano, “le maggiori sette banche europee per asset in Russia – Raiffeisen Bank International, Unicredit, Ing, Commerzbank, Deutsche Bank, OTP e Intesa Sanpaolo – hanno riportato profitti totali per oltre tre miliardi di euro nel 2023. Questi profitti sono stati tre volte maggiori rispetto al 2021 e in parte generati dai fondi che le banche non possono ritirare dal Paese”.

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