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Roma, var e rigore nel recupero per piegare Spezia in 10

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 Un lungo assedio, ma alla Roma serve un rigore al decimo minuto di recupero, decretato con l’intervento del Var, per piegare lo Spezia in 10 dalla fine del primo tempo per l’espulsione di Amian (doppio giallo). La squadra di Mourinho torna cosi’ alla vittoria in campionato dopo tre pareggi. Il rigore lo provoca Ferrer, allungando un piede sul volto di Zaniolo nel tentativo di anticipare un colpo di testa. L’arbitro Fabbri e’ richiamato al Var, indica il dischetto e Abraham, che fino ad allora aveva sbagliato quasi tutto, trova l’angolo alla destra di Provedel. Il portiere di casa e’ uno dei grandi protagonisti della partita insieme ai due centrali di Thiago Motta (Erlic e Nikolaou) e all’imprecisione degli attaccanti giallorossi. Gia’ l’inizio era tutto di marca romanista, con Provedel che al 3′ doveva sventare un colpo di testa di Mancini, bravo a trovare il tempo su un calcio d’angolo di Veretout. Al 18′ e’ straordinario: prima devia sul palo un tiro potente di Pellegrini dal limite e sulla respinta mura Abraham che aveva provato il lob. Con lo Spezia alto, Pellegrini e Mikhitarian hanno spazi importanti, ma il problema muscolare di Sala, sostituito da Maggiore gia’ al quarto d’ora, si rivela una scelta che cambia l’inerzia della partita con la squadra di casa che mostra piu’ equilibrio e riesce a portare al tiro Verde che sfiora l’incrocio.

Al 45esimo arriva l’episodio che segna la partita: Amian riceve un secondo giallo in pochi minuti per un fallo tattico, che lo Spezia contesta con forza, e finisce negli spogliatoi. Con la squadra in 10 la strategia di Motta per non soccombere resta quella della difesa. E la Roma lo capisce. Nella ripresa Foti presenta un attaccante in piu’, Zaniolo per Mancini, e Motta uno in meno, Ferrer per Verde. Da qui in poi inizia il monologo degli ospiti. Al 2′ Abraham si divora il gol del vantaggio quando manda sul fondo un cross che lo pesca tutto solo al centro dell’area. Pochi secondi dopo la schiena di Nikolaou salva su un tiro di Veretout e poi e’ il palo a fermare la conseguente conclusione di Cristante. Partita che si fa vorticosa: vola Rui Patricio a salvare su Nzola in una ripartenza d’orgoglio dello Spezia, poi e’ ancora Veretout a sprecare tutto sul ribaltamento di fronte, calciando a lato da posizione defilata un servizio perfetto di Zaniolo. Al minuto 65 i romanisti chiedono il secondo giallo anche per Agudelo, che entra deciso su Zalewski, ma Fabbri non vede piu’ di una punizione. La partita non si sblocca e Foti manda in campo anche El Shaarawy per un impreciso Veretout. La stanchezza si fa sentire: Reca sbaglia il retropassaggio e imbecca Abraham, che a sua volta calcia lento per Pellegrini e si fa intercettare da un monumentale Erlic. Quando si entra nell’ultimo quarto d’ora arriva anche il momento di Shomurodov, ma la porta dello Spezia e’ davvero stregata. Anche quando al novantesimo la palla danza in area piccola, dove ci sono almeno tre calciatori della Roma, ma il rilancio alla fine e’ di Maggiore. Scena che si ripete pochi minuti dopo, quando Abraham e compagni riescono a centrare per due volte la traversa da due passi. Poi il calcio di Ferrer in faccia allo ‘spezzino’ Zaniolo, Fabbri richiamato al var, e il rigore della liberazione.

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Pioli più lontano, forse è Conte il nuovo allenatore del Napoli

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La panchina del Napoli potrebbe presto vedere un cambio significativo con due grandi nomi del calcio italiano in lizza per il ruolo di allenatore capo: Antonio Conte e Stefano Pioli. Il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, ha un chiaro favorito tra i due: l’ex allenatore di Inter e Juventus, Antonio Conte, considerato l’uomo ideale per avviare un nuovo ciclo vincente al club.

Secondo quanto riportato da “La Repubblica”, De Laurentiis è disposto a offrire a Conte un contratto triennale con un compenso sostanzioso e piena libertà di manovra sul mercato, nella speranza di sedurre il tecnico toscano, che sembra attendere offerte da club di maggior prestigio europeo.

Nonostante l’interesse per Conte, il Napoli non ha escluso altre opzioni. Stefano Pioli, che recentemente sembrava perdere terreno, rimane una valida alternativa. Anche Gian Piero Gasperini è stato menzionato come possibile candidato, sebbene per ora rimanga solo un’ipotesi.

Il Napoli, dopo una stagione al di sotto delle aspettative, è alla ricerca di un rinascimento che possa rinvigorire la squadra e riacquistare la fiducia dei tifosi. La rosa attuale è considerata competitiva, e Conte, se dovesse accettare l’incarico, ha richiesto di mantenere i giocatori chiave, ad eccezione di quelli in partenza come Zielinski e Osimhen.

Il futuro allenatore del Napoli avrà il compito di ripristinare il morale e ottimizzare le prestazioni di una squadra che, nonostante le difficoltà, lotta ancora per un posto nelle competizioni europee. La decisione finale sull’allenatore sarà probabilmente annunciata al termine della stagione, quando il club avrà un quadro più chiaro delle sue prospettive europee e potrà pianificare con maggiore certezza il futuro.

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Tennis, Masters 1000 di Madrid: Sinner troppo forte per l’amico Sonego

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Esordio vincente per Jannik Sinner al Masters 1000 di Madrid. L’altoatesino, n.2 del ranking e testa di serie n.1, nel derby azzurro con Lorenzo Sonego, si è imposto con un perentorio 6-0 6-3 in un’ora e otto minuti di gioco. Al terzo turno Sinner affronterà il vincente del match tra il russo Pavel Kotov e l’australiano Jordan Thompson.

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Cambi panchine e stagione no, la Salernitana saluta la A

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La retrocessione in serie B della Salernitana, sancita dalla sconfitta di questa sera per 3-0 a Frosinone, era sembrata, da tempo, un film dal finale già scritto. Ma ora che anche la matematica ha spazzato via le ultime speranze, l’amarezza e lo sconforto hanno preso il sopravvento perfino sulla rassegnazione. Dopo tre stagioni consecutive, Salerno saluta l’olimpo del calcio e si prepara a ripartire dalla cadetteria. Un epilogo che è diretta conseguenza di un’annata in cui nulla ha funzionato, e nella quale non è servito nemmeno cambiare quattro allenatori e due direttori sportivi per ritrovare la retta via. In difficoltà praticamente dall’inizio, la Salernitana ha probabilmente pagato (anche) il clima di grande confusione che si è creato sin dagli albori di una stagione sportivamente maledetta.

A giugno i contatti tra Paulo Sousa e il Napoli avevano acceso un primo focolaio, disinnescato a fatica e i cui strascichi si sono protratti nel tempo tra frecciate e veleni per un mercato che non è mai realmente decollato; a fine agosto, poi, i mal di pancia di Dia per la mancata cessione hanno lasciato intendere che qualcosa si stava per rompere. Il presidente Danilo Iervolino ha provato a rimescolare continuamente le carte ma senza riuscire a cambiare l’esito della partita. Gli avvicendamenti in panchina tra Paulo Sousa, Filippo Inzaghi, Fabio Liverani e Stefano Colantuono e il passaggio di consegue tra Morgan De Sanctis e Walter Sabatini non sono bastati per evitare la retrocessione.

A pesare è stato sopratutto il rendimento disastroso avuto nel 2024. Al giro di boa, infatti, i campani erano a soli due punti dalla zona salvezza. Ma la rivoluzione di mercato targata Sabatini (11 acquisti, tra cui gli esperti Boateng e Manolas) stavolta non è servita ad evitare il tracollo. Anzi. Nel nuovo anno la Salernitana non è mai riuscita a conquistare i tre punti, sprofondando all’ultimo posto e perdendo sempre più contatto dalla zona salvezza.

Fino ad arrivare all’epilogo di oggi allo ‘Stirpe’: Salerno torna in serie B. Alla proprietà, adesso, spetterà il compito di provare a rimettere insieme i cocci d’un vaso che è andato in frantumi, distruggendo un progetto sportivo che, soprattutto dopo lo scorso campionato (salvezza centrata con tre turni d’anticipo), sembrava destinato ad avere ben altre prospettive. Serviranno, adesso, nuova linfa e nuove idee, anche per onorare la passione di una piazza che è stata tra le poche note liete di questa annata fallimentare.

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