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Scandalo Pegasus, due aziende Israele nella lista nera Usa

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Joe Biden tira un brutto scherzo al governo di Gerusalemme. Il Dipartimento al Commercio americano ha infatti inserito nella sua lista nera due aziende israeliane coinvolte nella produzione del software spia Pegasus, quello al centro dello scandalo svelato dall’organizzazione Forbidden Stories e da Amnesty International attraverso un consorzio di 16 media di tutto il mondo. Almeno 50 mila i telefoni cellulari di attivisti per i diritti umani, personalita’ politiche e leader del calibro di Emmanuel Macron messi sotto controllo. Ora nella black list Usa delle entita’ coinvolte in “attivita’ contrarie agli interessi della politica estera e della sicurezza nazionale degli Stati Uniti” sono finite Nso Group e Candiru, la cui attivita’ negli Usa saranno immediatamente ristrette e limitate. E’ la prima volta che Washington prende di mira aziende israeliane del settore cyber, imprese che hanno ottenuto la licenza di esportazione dei loro software direttamente dal ministero della Difesa israeliano. Una situazione destinata a creare inevitabilmente tensione tra i due Paesi alleati. “Abbiamo ricevuto un preavviso solo di una-due ore prima dell’annuncio”, lamentano da Israele, mentre dalla Nso Group si dicono “dispiaciuti per la decisione”, argomentando che “le nostre tecnologie sostengono gli interessi nazionali degli Stati Uniti ed anche la loro politica, in quanto prevengono terrorismo e crimine. Pertanto – si precisa – agiremo affinche’ questa decisione sia ribaltata”. Ma per l’amministrazione Biden entrambe le aziende israeliane inserite nella black list sono ree di “aver sviluppato e fornito spyware a governi stranieri che poi li hanno utilizzati per prendere di mira funzionari governativi, giornalisti, uomini di affari, attivisti, accademici e personale diplomatico”. E gli spyware come Pegasus, si aggiunge, sono stati utilizzati da alcuni governi autoritari a fini repressivi, a danno di dissidenti e attivisti spiati anche all’estero, in violazione delle norme del diritto internazionale. Tra i Paesi che figurano nella lista dei clienti di Nso Group Ungheria, India, Messico, Marocco e Arabia Saudita. Il presidente francese Emmanuel Macron, uno dei leader sotto osservazione, e il primo ministro israeliano Naftali Bennett hanno deciso nel corso di un bilaterale a Glasgow di accantonare la questione e chiudere il caso.

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‘Da banche Occidente in Russia 800 mln euro in tasse a Cremlino’

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Le maggiori banche occidentali che sono rimaste in Russia hanno pagato lo scorso anno più di 800 milioni di euro in tasse al Cremlino, una cifra quattro volte superiore ai livelli pre-guerra. Lo riporta il Financial Times sottolineando che le imposte pagate, pari allo 0,4% delle entrate russe non legate all’energia per il 2024, sono un esempio di come le aziende straniere che restano nel Paese aiutano il Cremlino a mantenere la stabilità finanziaria nonostante le sanzioni. Secondo quanto riportato dal quotidiano, “le maggiori sette banche europee per asset in Russia – Raiffeisen Bank International, Unicredit, Ing, Commerzbank, Deutsche Bank, OTP e Intesa Sanpaolo – hanno riportato profitti totali per oltre tre miliardi di euro nel 2023. Questi profitti sono stati tre volte maggiori rispetto al 2021 e in parte generati dai fondi che le banche non possono ritirare dal Paese”.

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Sindaco Istanbul Ekrem Imamoglu contro Erdogan: Hamas è un gruppo terroristico

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Il sindaco di Istanbul Ekrem Imamoglu, il principale rivale del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, definisce Hamas “un gruppo terroristico” e afferma che la Turchia è stata “profondamente rattristata” dal massacro del 7 ottobre. Intervistato dalla Cnn, il primo cittadino della metropoli turca spiega che “qualsiasi struttura organizzata che compie atti terroristici e uccide persone in massa è da noi considerata un’organizzazione terroristica”, aggiungendo però che crimini simili stanno colpendo i palestinesi e invita Israele a porre fine alla sua guerra contro Hamas.

Il governo turco di Erdogan sostiene apertamente Hamas, ha duramente criticato l’offensiva israeliana nella Striscia di Gaza e ha chiesto un cessate il fuoco immediato. Il leader turco ha paragonato le tattiche del primo ministro Benyamin Netanyahu a quelle di Adolf Hitler e ha definito Israele uno “stato terrorista” a causa della sua offensiva contro Hamas a Gaza.

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Usa: sondaggio “Cnn”, Trump in vantaggio su Biden di 6 punti a livello nazionale

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A poco meno di sei mesi dalle elezioni negli Stati Uniti, l’ex presidente Donald Trump gode del sostegno del 49 per cento degli elettori, in vantaggio di sei punti percentuali sul suo successore Joe Biden, fermo al 43 per cento. Lo indica l’ultimo sondaggio pubblicato dall’emittente “Cnn” ed effettuato dall’istituto Ssrs. Rispetto alla precedente rilevazione condotta lo scorso gennaio, il candidato repubblicano e’ rimasto stabile, mentre l’attuale presidente ha perso il due per cento del proprio consenso. Soprattutto, e’ in miglioramento l’idea che gli elettori hanno degli anni della presidenza Trump. Ora il 55 per cento degli statunitensi considera “un successo” la sua amministrazione, contro il 44 per cento che la definisce “un fallimento”.

Nel gennaio del 2021, pochi giorni dopo l’insediamento di Biden, era il 55 per cento a considerare un fallimento la presidenza di Trump. Al contrario, il 61 per cento ritiene che la presidenza Biden sia stata un fallimento, mentre il 39 per cento la definisce “un successo”. Il sondaggio mostra anche come i repubblicani siano piu’ convinti dell’idea che la presidenza Trump sia stata un successo (92 per cento) rispetto a quanto gli elettori democratici abbiano la stessa opinione della presidenza Biden (solo il 73 per cento). Tra gli indipendenti, l’amministrazione Trump e’ guardata con favore dal 51 per cento, contro il 37 per cento che ha opinione positiva dell’attuale presidenza. Poi vi e’ un 14 per cento che considera un fallimento entrambe le esperienze, e un 8 per cento che invece ritiene un successo sia la presidenza di Donald Trump che quella di Joe Biden.

Il sondaggio rileva anche come il 60 per cento degli elettori disapprovi l’operato dell’attuale presidente e come il tasso di approvazione, attualmente al 40 per cento, sia al di sotto del 50 per cento anche su materie quali le politiche sanitarie (45 per cento) e la gestione del debito studentesco (44 per cento). A pesare sull’opinione che i cittadini Usa hanno di Biden e’ soprattutto la gestione della crisi a Gaza (il 71 per cento disapprova), in particolare nel caso degli under 35 (tra questi e’ l’81 per cento a esprimere valutazione negativa). Non molto meglio il giudizio degli elettori sull’operato della Casa Bianca in economia (solo il 34 per cento approva), tema che il 65 per cento degli intervistati considera “estremamente importante” per il voto di novembre.

Tra questi ultimi, il 62 per cento ha intenzione di votare Trump, il 30 per cento Biden. In generale, il 70 per cento degli elettori si lamenta delle attuali condizioni economiche del Paese, e il 53 per cento si dice insoddisfatto della propria situazione finanziaria. Tale insoddisfazione sale soprattutto tra gli elettori a basso reddito, tra le persone di colore e tra i piu’ giovani. L’impressione per entrambi i candidati resta per lo piu’ negativa (il 58 per cento ha opinione negativa di Biden, il 55 per cento di Trump) e il 53 per cento e’ insoddisfatto delle opzioni a disposizione sulla scheda elettorale il prossimo novembre.

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