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Corona Virus

Green pass e stato emergenza, l’ipotesi di una proroga fino al 31 marzo 2022

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Con un aumento significativo dei casi di positivita’ di settimana in settimana e con le nuove vaccinazioni ormai in fase di stallo, Green pass e stato di emergenza, con la terza dose, restano i baluardi per arginare l’eventuale nuova ondata. La curva dei contagi continua a crescere facendo registrare un raddoppio di positivita’ nel giro di tre settimane. Mediamente, spiega il fisico Giorgio Sestili, si registra un aumento medio di 1,35 casi al giorno, pari al 35% in piu’ rispetto alla settimana precedente. Numeri simili a quelli di settembre e ottobre di un anno fa – quando l’Italia scopriva le ‘zone a colori’ e il semi-lockdown – e che, inevitabilmente, sono destinati a lievitare durante l’inverno quando, peraltro, bisognera’ fare i conti anche con l’influenza. Ma, sottolinea Sestili, l’aumento, iniziato ad ottobre in tutta Europa, in Italia e’ mitigato dai vaccini “per questo la nostra situaziopne epidemiologica e’ fra le migliori”. Anche per non perdere il vantaggio di una buona copertura vaccinale l’esecutivo sta pensando ad una proroga del Green pass, almeno fino a marzo e, contestualmente, all’estensione dello Stato di emergenza, con il quale confermare struttura commissariale, protocolli di sicurezza, come distanziamneto e mascherine, smart working e tutte quelle norme e agevolazioni collegate all’emergenza pandemia. L’inverno che e’ alle porte potrebbe comunque essere l'”ultima battaglia” per vincere la guerra al virus, come ha detto oggi il virologo dell’Universita’ di Milano, Fabrizio Pregliasco. “A meno che – puntualizza – non arrivi una variante piu’ coraggiosa”. Nel frattempo, pero’, bisognera’ cercare di convincere la platea degli scettici, tra cui una fetta di quasi tre milioni di over 50, ad accedere alla campagna vaccinale in modo da poter raggiungere al piu’ presto il 90% di vaccinati. Obiettivo da sempre nel mirino del governo e del commissario per l’emergenza, Francesco Figliuolo. Contemporaneamente, poi, si lavora alla terza dose. Una volta conclusa la somministrazione per “fragili”, over 80 e operatori sanitari, sara’ la volta dell’estensione del booster per i sessantenni e gli insegnanti. I lavoratori scolastici, in particolare, potrebbero godere di una corsia preferenziale, rispettando comunque i sei mesi dalla seconda dose. Il primo a sollecitare il terzo richiamo per il po’rof e’ stato lo stesso ministro Patrizio Bianchi e oggi lo ha ribadito il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, che ha poi rassicurato sulle feste in arrivo. “Vivremo un Natale libero”, ha spiegato, specificando pero’ che non se ne parla per ora di alleggerire o addirittura abolire il Green pass. Domani, intanto, l’Aifa si riunira’ per decidere non solo per il via libera alla terza dose agli under 60 ma anche per indicare quale vaccino utilizzare come booster per il milione e mezzo di italiani che ha fatto Johnson&Johnson. E mentre il Covid oggi registra 2818 positivi e 20 morti, con un tasso di positivita’ che sale all’1,9% contro l’1,3% di ieri, Trieste fa i conti con i contagi lasciati dalle proteste No Pass dei giorni scorsi. Il tasso di infezione e’ schizzato a 350 casi per 100mila abitanti negli ultimi 7 giorni, il triplo rispetto al resto della regione. Numeri che riportano indietro la citta’ all’autunno del 2020 e che ha costretto il prefetto a vietare le manifestazioni a piazza Unita’ d’Italia almeno fino a fine anno. “Basta idiozie! La gente non si cura perche’ qualche pagliaccio va a raccontare menzogne e a spaventare cittadini – chiosa il governatore del Friuli Venezia-Giulia, Massimiliano Fedriga -. Il vaccino c’e’, funziona e ha pochissime controindicazioni”.

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AstraZeneca ammette: vaccino contro Covid-19 può causare trombosi

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L’azienda biofarmaceutica internazionale AstraZeneca ha ammesso per la prima volta che uno degli effetti collaterali del suo vaccino contro il Covid-19 può essere la sindrome da trombosi con trombocitopenia (TTS). Lo ha scritto il Telegraph, citando documenti di tribunale. È stata presentata un’azione legale collettiva contro l’azienda perché il vaccino, sviluppato insieme all’Università di Oxford, ha causato danni gravi o fatali a diversi pazienti, si legge nel comunicato.

“Il vaccino può causare, in casi molto rari, una sindrome da trombosi con trombocitopenia (Tts). Le cause sono sconosciute”, si legge in un estratto di un documento fornito dall’azienda a un tribunale lo scorso febbraio. Secondo i media, sono state presentate 51 richieste di risarcimento all’Alta Corte di Londra, in cui le vittime e le loro famiglie chiedono danni per circa 125 milioni di dollari. La sindrome da trombosi con trombocitopenia causa coaguli di sangue e un basso numero di piastrine, ha spiegato il quotidiano.

La prima richiesta, spiega l’articolo, è stata presentata l’anno scorso da Jamie Scott, che, dopo la somministrazione del vaccino nell’aprile 2021, ha sviluppato un coagulo di sangue e un’emorragia cerebrale, che avrebbe causato danni permanenti al cervello. Viene citato anche il caso della famiglia di Francesca Tuscano, una donna italiana morta nell’aprile 2021 dopo essere stata vaccinata contro il coronavirus. La famiglia della 32enne si è rivolta a un medico legale e a un ematologo, che hanno stabilito che “la morte della paziente può essere attribuita agli effetti collaterali della somministrazione del vaccino Covid-19”. La donna è deceduta per trombosi vascolare cerebrale il giorno successivo alla somministrazione del farmaco di AstraZeneca.

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Covid, ancora calo dei casi e dei decessi

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Continua il calo dei nuovi casi di Covid in Italia e sono in netta diminuzione i decessi. Nella settimana compresa tra il 18 e il 24 aprile 2024 – secondo il bollettino del ministero della Salute – si registrano 528 nuovi casi positivi con una variazione di -1,9% rispetto alla settimana precedente (538); 7 i deceduti con una variazione di -22,2% rispetto ai 9 della settimana precedente. Sono stati 100.622 i tamponi effettuati con una variazione di -6,4% rispetto alla settimana precedente (107.539) mentre il tasso di positività è invariato e si ferma allo 0,5%. Il tasso di occupazione in area medica al 24 aprile è pari allo 0,9% (570 ricoverati), rispetto all’1,1% (700 ricoverati) del 17 aprile. Il tasso di occupazione in terapia intensiva al 24 aprile è pari allo 0,2% (19 ricoverati), rispetto allo 0,3% (22 ricoverati) del 17 aprile.

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Influenza e Covid, attesa crescita con ritorno a scuola

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La riapertura delle scuole dopo le festività natalizie potrebbe dare un’ulteriore spinta alle infezioni respiratorie: influenza, soprattutto, ma anche Covid-19 e virus respiratorio sinciziale. È il timore espresso da più parti e confermato anche dalla Società Italiana di Pediatria. “Con il rientro dei bambini a scuola ci aspettiamo un aumento dei casi di influenza anche se – c’è da dire – durante il periodo delle vacanze non si è osservato un calo dei contagi, probabilmente per le occasioni di vita sociale durante le festività.

Inoltre, siamo nel momento del clou del virus respiratorio sinciziale”, dice Rino Agostiniani, consigliere nazionale della Società Italiana di Pediatria, che sottolinea che “è importante che i bambini che hanno sintomi influenzali rimangano a casa”. “Ho scritto al ministro della Salute con l’obiettivo di accedere un faro su una malattia che provoca, soprattutto tra i neonati, gravi patologie, anche mortali: la bronchiolite.

La Commissione europea ha autorizzato il vaccino Nirsevimab che ha già passato severissime e rigidissime misure di controllo da parte di Ema. Questo farmaco potrebbe essere uno strumento fondamentale per la lotta alla bronchiolite ed è arrivato il momento che venga adottato anche nel nostro Paese, quanto prima”, ha intanto fatto sapere Orfeo Mazzella, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari Sociali al Senato, citando il caso di una neonata di tre mese morta a fine anno probabilmente proprio a causa di questo virus.

Intanto nelle ultime due settimane, in Italia, l’influenza e le sindromi simil-influenzali hanno fatto registrare numeri da record: due milioni di persone messe a letto solo nelle ultime due settimane dell’anno, con tassi elevati soprattutto nei bambini più piccoli “che sono quelli nel corso degli ultimi anni non hanno sviluppato un patrimonio immunitario per difendersi dall’infezione”, spiega Agostiniani. Covid-19, al contrario, nell’ultima rilevazione del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità ha mostrato un lieve rallentamento.

Tuttavia, nel mondo sembra che i contagi abbiano ripreso a salire: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nelle ultime 4 settimane ci sono stati 850mila casi di Covid nel mondo, con un aumento del 52% rispetto al mese precedente. I numeri reali, tuttavia, potrebbero essere molto più alti.

“Sappiamo che in tutto il mondo le segnalazioni sono diminuite, i centri di sorveglianza sono diminuiti, i centri di vaccinazione sono stati smantellati o chiusi. Questo fornisce un quadro incompleto della situazione e purtroppo dobbiamo aspettarci più casi di quelli che abbiamo dichiarato ufficialmente”, ha detto Christian Lindmeier dell’Oms.

Che la situazione stia peggiorando si intuisce anche dai ricoveri: tra il 13 novembre e il 10 dicembre, nei Paesi che segnalano sistematicamente i dati all’Oms e che sono ormai meno di 60, sono stati registrati più di 118 mila nuovi ricoveri per Covid e più di 1.600 nuovi ricoveri in terapia intensiva, con un aumento rispettivamente del 23% e del 51%.

La ripresa dei contagi potrebbe essere legata alla nuova JN.1 del virus Sars-CoV-2. I dati che arrivano dagli Stati Uniti sembrano confermarlo. Secondo le ultime stime dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) nell’ultima settimana JN.1 è arrivata al 61,6% di prevalenza. JN.1, che ormai è dominante anche in Italia, discende dalla variante BA.2.86 (Pirola) ed è stata isolata proprio negli Stati Uniti lo scorso settembre. Per i Cdc “al momento non vi è alcuna indicazione di un aumento della gravità da JN.1”. Tuttavia, è possibile che “questa variante possa determinare un aumento delle infezioni”.

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