Un’infezione potrebbe essere stata la causa scatenante che ha portato ad un’aggravarsi delle condizioni di Andrea Purgatori, una pericardite settica che, innestatasi su un quadro di fragilità fisica, avrebbe contribuito al decesso del giornalista. Anche su questo dovranno fare luce gli accertamenti autoptici affidati ieri dalla Procura di Roma e che saranno svolti martedì e mercoledì dal professore Luigi Marsella dell’Università di Tor Vergata.
La pericardite è un’infiammazione della membrana del cuore che può avere tra le tante cause anche i tumori e i trattamenti radianti e Purgatori, paziente oncologico, è stato sottoposto ad una radioterapia massiccia al cervello dopo che una prima diagnosi alla clinica Pio XI aveva rilevato un tumore ai polmoni con metastasi al cervello. Sul registro degli indagati sono per ora finiti due medici della Pio XI, il professor Gianfranco Gualdi, direttore della Radiologia d’urgenza del policlinico universitario Umberto I di Roma e responsabile della radiologia della clinica Pio XI, e il dottor Claudio di Biasi, membro della sua équipe: i due, attraverso i loro legali, si sono detti certi della correttezza del loro operato. Gualdi è un luminare: è consulente del Vaticano dal 1981 e sotto le sue mani è passato anche papa Wojtyla, dal 1977 al 2000 è stato il responsabile del servizio di Radiodiagnostica per la Roma Calcio.
Anche il legale della Pio XI ha voluto precisare che presso la clinica Purgatori ha svolto “solo accertamenti di diagnostica per immagini e una biopsia”. Dunque nessuna radioterapia che potrebbe essere ricollegata all’ipotetica pericardite. Martedì con la Tac potrebbero arrivare le prime risposte su l’eventuale presenza o meno di metastasi al cervello mentre l’autopsia, in programma mercoledì, mirerà a stabilire se “vi sia stato un errore di esecuzione nella concreta pratica sanitaria”, ovvero se ci sia stato un errore di diagnosi e se le conseguenti cure sbagliate abbiano inciso sulle aspettative di vita del paziente.
Quesiti ampi quelli posti dai magistrati Sergio Colaiocco e Giorgio Orano nell’affidamento dell’autopsia che potrebbero richiedere approfondimenti aggiuntivi da affidare a specialisti. Agli esami assisterà anche il perito di fiducia della famiglia di Purgatori, assistita dagli avvocati Alessandro e Michele Gentiloni Silveri: Vincenzo Pascali, direttore dell’Istituto di medicina legale della Cattolica. L’inchiesta dovrà anche ricostruire gli ultimi tre mesi di vita di Purgatori passati tra strutture sanitarie e consulti medici contrastanti tanto che -riferiscono i familiari del giornalista autori dell’esposto in Procura – ci fu una lite sull’interpretazione della Tac tra il professor Gualdi, che aveva diagnosticato le metastasi, e il professor Alessandro Bozzao -ordinario di Neuroradiologia alla Sapienza-, che invece sosteneva la presenza di tracce di ischemia. Anche in un centro clinico di Rozzano, a cui Purgatori si era rivolto, avevano sostenuto che dalla Tac non emergevano evidenze di metastasi.