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Ambiente

Crescono emissioni gas serra in Italia, +6% nel 2021

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L’Italia a parole si impegna a rispettare gli obiettivi di decarbonizzazione della Ue, ma poi la realta’ e’ un’altra. Nel 2021 le emissioni di gas serra aumenteranno del 6%, l’installazione di nuove rinnovabili e’ quasi ferma, le auto elettriche sono poche. Per questo le aziende italiane della green economy chiedono una legge apposita sul clima. La Relazione annuale sull’economia verde italiana, presentata oggi agli Stati generali della Green Economy, alla fiera Ecomondo di Rimini, lancia l’allarme con la forza dei numeri. A preparare la ricerca e’ stata la Fondazione Sviluppo Sostenibile dell’ex ministro dell’Ambiente Edo Ronchi, per conto del Consiglio nazionale della green economy, la rete delle associazioni di impresa del settore. Le emissioni di gas serra in Italia nel 2021 hanno ripreso a crescere dopo la frenata della pandemia, si stima del 6%. Secondo la Relazione, per recepire gli obiettivi europei l’Italia dovrebbe tagliare le proprie emissioni del 26,2% nei prossimi 10 anni, riducendole del 2,6% all’anno. Negli ultimi cinque anni l’installazione di rinnovabili si e’ quasi fermata. Colpa dei processi autorizzativi troppo lunghi e delle opposizioni popolari ai nuovi impianti, specie le pale eoliche. L’energia del vento e’ stata la piu’ colpita, con un -7,8%. Oggi in Italia si installano solo 0,8 giga di rinnovabili all’anno, quando per raggiungere i target europei ne servirebbero 8. Siamo sempre campioni d’Europa in economia circolare: primi per produttivita’ delle risorse, secondi per tasso di riciclo dei rifiuti e utilizzo di materiale riciclato. Pero’ da noi le auto elettriche sono solo il 4,3% delle nuove immatricolazioni: 60.000 veicoli, ben lontane dall’obiettivo di 6 milioni di auto nuove al 2030. L’Italia e’ al secondo posto in Europa per prelievo pro capite di acqua potabile, e il consumo di suolo nel nostro paese avanza di 15 ettari al giorno, 2 metri quadrati al secondo. L’agricoltura biologica continua ad aumentare, ed e’ arrivata al 15% della superficie coltivata. Ma le emissioni di gas serra dall’agricoltura non scendono da dieci anni. Se l’Italia rallenta nella transizione ecologica, la crisi climatica non si ferma. Nel 2020 gli eventi estremi connessi al clima nel nostro paese sono stati quasi 1.300. Nel 2011 erano meno di 400. Il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, in un videomessaggio inviato agli Stati generali prova a vedere il bicchiere mezzo pieno: “”Nonostante la pandemia, non c’e’ stato in Italia uno stop degli investimenti green. Oltre il 70% delle grandi imprese ha fatto investimenti importanti in questo settore”. Tuttavia, ammette che “sulle rinnovabili e’ necessario uno sforzo enorme”. Le 68 associazioni di impresa del Consiglio nazionale della green economy chiedono ora a governo e parlamento una legge sul clima, come c’e’ in Germania, Francia, Spagna e Gran Bretagna. Un provvedimento che fissi target annuali di decarbonizzazione e impegni vincolanti per singoli territori e settori produttivi, per dare un’accelerazione a una transizione ecologica che arranca. “L’Italia non deve perdere questa occasione – ha concluso Edo Ronchi -. Deve puntare, con piu’ decisione, a far parte delle locomotive europee della green economy”.

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Procida, la Corricella sulla copertina di Lonely Planet

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Una bellissima foto della Marina Corricella, il suggestivo e policromo borgo dei pescatori dell’isola di Procida, è sulla copertina della guida Lonely Planet nella edizione dedicata al Sud Italia appena pubblicata. L’immagine dall’alto dell’anfiteatro di case dipinte di mille colori che si affaccia sul Tirreno è stata scelta dai curatori della guida tustistica più famosa del mondo per rappresentare esaustivamente “Il sud essenziale e sbiancato dal sole dell’Italia è il paese nella sua forma più antica, piena di sentimento e sensuale. Quaggiù le rovine sono più antiche, i pranzi più lunghi, i paesaggi più selvaggi e intensi”. La copertina di Lonely Planet arriva pochi giorni dopo l’annuncio che, sempre la Corricella, è stata scelta dalla Accademia Europea del Cinema presieduta da Juliette Binoche, tra gli otto nuovi “Tesori della cultura cinematografica europea”, luoghi simbolici per il cinema del nostro continente e da preservare per le generazioni a venire.

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Avvistata in Italia una nuova specie di uccelli

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Piccoli migratori con piumaggio fra il marrone e il grigio, finora mai visti in Italia, sono stati avvistati per la prima volta in Campania. Si allunga così l’elenco delle specie di uccelli presenti nel nostro Paese- Il risultato. annunciato in occasione della Giornata della Terra, è pubblicato sulla rivista Dutch Birding da Marco del Bene, Alessia Addeo e Rosario Balestrieri ,della Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli. La specie avvistata per la prima volta in Italia si chiama Monachella dal cappuccio (Oenanthe monacha) ed è stata vista durante rilievi ambientali nei pressi di Bacoli (Napoli), il 24 maggio 2023. Per Balestrieri è la “prima testimonianza del passaggio della specie nel Mediterraneo Centrale”. Finora, infatti, la Monachella dal cappuccio era nota in Egitto, Israele, Penisola Arabica e Pakistan.

“L’esemplare osservato a Bacoli – dicono i ricercatori – si trovava su un muro di contenimento degli argini di un canale, vicino al mare. Presentava un piumaggio marrone camoscio/grigio chiaro, con coda marrone, sottocoda camoscio e timoniere scure”. La scoperta, osservano ancora i ricercatori, sottolinea l’importanza di monitorare costantemente la biodiversità e proteggere gli ambienti che l’accolgono, ma anche l’importanza di documentare quel che si vede e di confrontarsi fra specialisti del settore”. Del Bene rileva che si conferma “l’importanza dei monitoraggi ai fini della conservazione e gestione delle specie” e per Addeo questa scoperta permette di “ampliare sempre di più le reti di conoscenze che ci permettono di comprendere al meglio le rotte migratorie”.

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Rifiuti, planet contro plastic: obiettivo è il – 60% entro il 2040

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Ridurre il 60% delle plastiche sul pianeta entro il 2040, sensibilizzando i cittadini del mondo sui danni arrecati dalla plastica alla salute umana, animale e alla biodiversità; eliminare la plastica monouso entro il 2030, investire in tecnologie e materiali innovativi per costruire un mondo senza plastica: questi gli obiettivi della 54esima Giornata mondiale della terra sul tema Planet Vs Plastics. “Una Giornata e insieme una richiesta pressante per agire subito a salvaguardia della salute di ogni essere vivente sul pianeta non solo per limitare il più possibile l’uso della plastica, ma anche per chiedere iniziative e politiche di sensibilizzazione. Prendere consapevolezza è il primo passo”, spiega il direttore scientifico dell’Osservatorio Waste Watcher International Andrea Segrè, fondatore della campagna Spreco Zero.

I dati dell’indagine Waste Watcher, realizzata su monitoraggio Ipsos ed elaborazione dell’Università di Bologna-Distal, segnalano che in Italia oltre otto cittadini su 10, l’85%, sono disposti a ridurre l’acquisto di prodotti con packaging plastico, malgrado il consumatore italiano riconosca al packaging un’importante funzione per la conservazione del cibo e quindi per la prevenzione e riduzione degli sprechi. E quasi un terzo dei consumatori italiani è disposto a rinunciare all’acquisto di un prodotto di cui ha bisogno, qualora fosse contenuto in un packaging non riciclabile. Sempre secondo Waste Watcher, quasi il 75% dei consumatori nella scelta di un prodotto considera la tipologia dell’imballaggio e l’impatto che quest’ultimo ha sull’ambiente grazie alla sua potenziale riciclabilità. “Un piccolo passo avanti nella sensibilità diffusa sul tema delle plastiche, anche se molto resta da fare”, per Segrè.

Planet Vs Plastics ci ricorda che non c’è un’altra Terra: dalla prima edizione della Giornata Mondiale, il 22 aprile 1970, nostro pianeta non ha certo migliorato il suo stato di salute. Fra meno di 30 anni, ai ritmi attuali, negli oceani ci sarà il quadruplo della plastica e uno degli hotspot globali per le microplastiche è il Mediterraneo. Nelle sue acque si trova la più alta concentrazione di microplastiche mai misurata nelle profondità di un ambiente marino, ben 1,9 milioni di frammenti per metro quadrato, secondo l’ultimo rapporto Wwf. Ogni anno il Mediterraneo ingurgita 229.000 tonnellate di rifiuti di plastica, come se ogni giorno 500 container scaricassero in acqua il proprio contenuto.

Di queste, ben il 15% arriva dall’Italia. Se i mari del pianeta sono invasi dalle plastiche, non sta meglio la Superficie Agricola Utilizzata (SAU), quella su cui si producono gli alimenti: la perdita di terreni coltivati determina un deterioramento degli ecosistemi, che porta a dissesti ambientali e sociali. Waste Watcher International ha calcolato quanti terreni coltivabili stanno producendo rifiuti alimentari domestici: in Italia lo spreco medio pro capite pari a 566.3 g secondo le rilevazioni del “Caso Italia” Waste Watcher (febbraio 2024), vanifica e ‘brucia’ il raccolto di una Superficie Agricola Utilizzata (SAU) pari a 1,643 milioni di ettari e quindi quasi come l’estensione agricola di Belgio + Slovenia (1,833 milioni di ettari).

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