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Orietta Berti da tv a tormentoni, “bella l’allegria”

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Chissa’ se dopo oltre 50 anni di carriera, milioni di dischi venduti, impegni televisivi a ripetizione, Orietta Berti avrebbe mai pensato di diventare anche la regina del tormentone estivo 2021. Eppure, grazie a un’intuizione di Fedez e alla collaborazione con Achille Lauro, l’inusuale trio con il brano Mille, dalle atmosfere anni ’60, spopola al ritmo di milioni di streaming (oltre 51 milioni solo su Youtube), passaggi radio, dischi di platino (gia’ tre quelli conquistati), incoronando l’Orietta nazionale regina. “Ma mica e’ il mio primo tormentone – rivendica lei, raggiunta al telefono nella sua casa in provincia di Reggio Emilia, circondata dai suoi numerosi cani e gatti che in sottofondo richiamano la sua attenzione -: Finche’ la barca va ha venduto 9 milioni di dischi. E poi Via dei Ciclamini, L’Altalena, certo erano altri tempi…”. Tempi che cambiano, ma divertimento – e passione – che restano. Come non viene meno la voglia di mettersi in gioco. Ed e’ questo che l’ha portata a collaborare con Fedez e Achille Lauro. “Devo ringraziare Federico che mi ha coinvolto. Sono contenta di aver portato un po’ di allegria in questa Italia che ha tanto sofferto. E’ bello vedere che Mille e’ cantata da tutti, adulti e ragazzi: trasmette quella voglia di estate e quella leggerezza di stagione di cui abbiamo davvero bisogno”. Il progetto ha preso forma all’ultimo Sanremo, che li ha visti tutti e tre protagonisti (Fedez e Orietta in gara, Achille Lauro ospite fisso). “L’ultimo giorno di festival Fedez mi ha detto che voleva fare qualcosa con me e che aveva un brano per l’estate che pensava fosse perfetto. Se non mi fosse piaciuto, avrebbe potuto pensarne uno per l’autunno. Poi con Achille Lauro, con la sua ironia romana e il suo fare sornione, abbiamo centrato un terno al lotto”. E non era facile nell’estate dei duetti che piu’ non si poteva. “Gia’, sembra che tutti si siano dedicati alle collaborazioni dopo il lungo periodo di stop per la pandemia. Ma noi dovevamo fare di piu’… e allora ci siamo presentati in tre!”, racconta ancora la Berti, che sembra vivere una nuova rinascita. “Mi fa piacere, anche se sarebbe stato bello andare anche in tour”. Il successo e l’amore che riceve dal pubblico, Orietta li deve anche alla presenza fissa ormai da qualche tempo al tavolo di Che tempo che fa di Fabio Fazio. Un impegno confermato anche per la prossima stagione. “Con Fabio, con Frassica, mi diverto. Si fa tutto a braccio: il filo conduttore sono le emozioni che via via vengono fuori. Le prese in giro? Mi vogliono bene e io sto volentieri allo scherzo”. Ma un altro impegno e’ pronta ad attendere l’artista: il suo nome e’ stato fatto per la giuria della nuova edizione di The Voice Senior, al via su Rai1 in autunno. “Se ne sta parlando, ci sono stati degli incontri, ma non ho ancora firmato il contratto”, spiega lei, che prenderebbe il posto di Al Bano e della figlia Jasmine (confermati Loredana Berte’, Clementino e Gigi D’Alessio e la conduzione di Antonella Clerici). “Pensavo che la proposta fosse di aggiungere un giudice. Non voglio prendere il posto di nessuno e mi dispiace un po’ per Al Bano: siamo in confidenza da tanto tempo”. In passato Orietta Berti e’ stata gia’ nella giuria di Ora o Mai piu’, il programma che dava una nuova possibilita’ ad artisti finiti nel dimenticatoio. “L’esperienza ce l’ho, vediamo se avro’ l’orecchio buono per riconoscere i talenti”. Presenza costante sul piccolo schermo, un programma tutto suo, pero’, non lo vorrebbe. “Per carita’, mi piace la tv, ma da ospite. Preferisco il contatto diretto con la gente”. E in attesa di riprenderlo, a settembre e’ pronto il cofanetto con 6 cd che racchiudono i suoi successi, per festeggiare i 55 anni di carriera: “Era previsto dopo Sanremo, ma alla fine anche per l’uscita di Mille, lo abbiamo rimandato. Ora e’ pronto!”.

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Macron: se i russi sfondano non escludere le truppe

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Lo spettro delle armi proibite torna ad affacciarsi sulla guerra in Ucraina. La denuncia è arrivata dagli Stati Uniti, secondo cui i russi hanno utilizzato un agente chimico soffocante, la cloropicrina, per ottenere “conquiste sul campo di battaglia”. Le forze di invasione, al di là dei metodi più o meno convenzionali utilizzati, procedono con un’avanzata costante nel Donbass, ingaggiando con il nemico pesanti combattimenti intorno ad Avdiivka. E’ uno scenario che preoccupa gli alleati di Kiev, a partire dalla Francia, tanto che Emmanuel Macron ha evocato ancora una volta la possibilità di inviare truppe, se Mosca sfondasse e gli ucraini lo richiedessero esplicitamente.

L’uso di armi chimiche come “metodo di guerra” è stato segnalato dal Dipartimento di Stato Usa, che ha parlato di casi “non isolati”, in violazione di una convenzione internazionale che ne vieta l’utilizzo, firmata anche dalla Russia. In particolare la cloropicrina, che sarebbe servita per “allontanare le forze ucraine dalle posizioni fortificate”, è una sostanza ampiamente utilizzata durante la prima guerra mondiale, che provoca irritazione ai polmoni, agli occhi e alla pelle e può causare vomito e nausea. Gli ucraini, inoltre, hanno riferito di aver dovuto fronteggiare numerosi attacchi chimici negli ultimi mesi. Secondo un rapporto dell’agenzia Reuters, almeno 500 soldati sono stati curati per l’esposizione a gas tossici e che uno è morto dopo essere soffocato dai gas lacrimogeni. Il Cremlino ha respinto le accuse come “assolutamente infondate e non supportate da nulla” e si è concentrato sui successi delle truppe sul terreno.

Il ministero della Difesa ha rivendicato la conquista del villaggio di Berdichy, nel Donetsk, su una strada strategica per il rifornimento delle truppe ucraine. L’area è quella di Avdiivka, dove i difensori sono costretti a schierare le riserve. Il principale obiettivo in questa direttrice resta Chasiv Yar, ormai carbonizzata dopo mesi di bombardamenti: dalla collina che la domina l’Armata sarebbe in grado di colpire la spina dorsale della difesa ucraina. La potenza di fuoco è impressionante. Solo ad aprile, secondo Volodymyr Zelensky, il nemico ha lanciato “3.800 bombe e missili”. Mentre Human Rights Watch ha denunciato che i russi hanno giustiziato almeno 15 soldati ucraini mentre tentavano di arrendersi, come già evidenziato da altre fonti a fine 2023. Per contenere l’avanzata delle truppe di Putin gli occidentali tentano di aumentare e accelerare la fornitura di armi a Kiev, ma secondo Parigi questo approccio potrebbe non essere più sufficiente.

E’ Macron, in un’intervista all’Economist, a mettere le carte in tavola: “Se i russi sfondassero in prima linea, se ci fosse una richiesta ucraina – cosa che oggi non avviene – dovremmo legittimamente porci la domanda” di un eventuale invio di truppe al fianco degli ucraini. “Escluderlo a priori significa non imparare la lezione degli ultimi due anni”, quando i Paesi della Nato avevano inizialmente escluso l’invio di carri armati e aerei prima di cambiare idea, ha aggiunto il presidente francese. Che già a febbraio, quando aveva tirato fuori questa ipotesi per la prima volta, era stato sconfessato dalla maggior parte degli alleati (inclusi Stati Uniti, Italia e Germania). Mosca ha liquidato le dichiarazioni di Macron con sarcasmo, affermando che “sono in qualche modo legate ai giorni della settimana, e questo è il suo ciclo”.

Ma l’inquilino dell’Eliseo ragiona sul conflitto in Ucraina con uno sguardo all’Europa del futuro, che emergerà dopo il voto di giugno. E la sua ambizione è quella di guidare un processo di rinnovamento che porti l’Ue a diventare una potenza globale. Rafforzata, tra le altre cose, da una difesa comune. La minaccia russa al Vecchio continente è rilanciata anche dalla Nato che si dice “profondamente preoccupata” per le recenti “attività maligne” di natura ibrida, sull’onda dei casi recenti che hanno portato all’indagine e all’incriminazione di più individui in Estonia, Germania, Lettonia, Lituania, Polonia, Regno Unito e Repubblica Ceca: “Una campagna sempre più intensa di attività che Mosca continua a svolgere in tutta l’area euro-atlantica, anche sul territorio dell’Alleanza e attraverso intermediari”. Sul fronte della diplomazia, intanto, la Svizzera ha invitato più di 160 delegazioni al vertice a Lucerna a giugno ma l’invito non è stato esteso alla Russia. Che non a caso ha commentato: “Negoziati di pace senza di noi non hanno senso”.

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Neonata con rara malformazione nata a Salerno e gestita con competenza dai medici

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Parto eccezionale all’ospedale di Salerno. Una donna di 38 anni è stata dimessa dal Reparto di Gravidanza a Rischio dell’Aou San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona, diretto dal dottor Mario Polichetti, dopo aver dato alla luce una neonata con una rarissima malformazione. La paziente era stata trasferita dall’ospedale di Polla al Ruggi dove ha partorito sua figlia che sta bene anche se è tuttora ricoverata nel reparto di Neonatologia, diretto dalla dottoressa Graziella Corbo, per ulteriori controlli. La neonata, di quasi 3 chili, è portatrice di una condizione genetica molto rara, denominata ‘Situs Inversus’, ovvero un collocamento anomalo degli organi del torace e dell’addome con inversione di posizione, rispetto alla loro sede usuale.

La piccola paziente, ha infatti il cuore, lo stomaco e la colecisti a destra ed una malformazione della vena cava, vicariata dalla vena emiazygos. “Il parto in questione – spiega Polichetti – è un evento davvero straordinario e deve essere gestito con estrema competenza, per evitare eventuali complicazioni, ma siamo fieri ed orgogliosi che si sia concluso nel migliore dei modi”.

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Ancora un Commissario: per il granchio blu e per la peste suina

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Parola mantenuta sul decreto di sostegno all’agricoltura preannunciato, a metà marzo a Roma, dal ministro Francesco Lollobrigida alla Conferenza organizzativa della Cia-Agricoltori Italiani, e frutto della collaborazione di più ministeri, – a partire da Difesa, Ambiente, Salute, Turismo – , nonché di ulteriori confronti con tutte le organizzazioni di rappresentanza del settore primario. Oggi ha preso forma in dodici articoli e verrà presentato la prossima settimana in Consiglio dei ministri. Al traguardo di un working in progress reso noto in più occasioni dallo stesso ministro Lollobrigida, ma senza fornire i dettagli sulle misure di aiuto “per rispetto – ha detto – del Cdm dove verrà discusso”. L’obiettivo dichiarato, durante la 75/ma assemblea di Fruitimprese, è quello di affrontare non solo le situazioni critiche ma anche per mettere in campo una strategia volta a migliorare i controlli del settore e altre questioni che riguardano “un mondo che deve essere protetto, salvaguardato e promosso”, ha sottolineato Lollobrigida.

Stando all’ultima bozza del provvedimento, il dl Agricoltura di prossimo varo prevede aiuti alle imprese danneggiate dalla guerra in Ucraina ma anche dal proliferare del granchio blu per cui arriva un commissario straordinario nazionale in carica fino al 2026, o per i produttori colpiti dalla “moria dei kiwi”, oltre a nuovi interventi per arginare la peste suina e il rafforzamento del contrasto alle pratiche sleali. E per limitare l’uso del suolo agricolo si dispone che “le zone classificate agricole dai vigenti piani urbanistici sono aree non idonee all’istallazione degli impianti fotovoltaici con moduli collocati a terra”. La società “Sistema informatico nazionale per lo sviluppo dell’Agricoltura – Sin Spa” viene incorporata nell’Agenzia per le erogazione in Agricoltura, Agea.

Inoltre per far fronte alla complessa situazione epidemiologica derivante dalla diffusione delle Peste suina africana (Psa) i piani di contrasto al proliferare dei cinghiali lungo l’intera Penisola verranno attuati anche mediante il personale delle Forze armate, previa frequenza di specifici corsi di formazione e mediante l’utilizzo di idoneo equipaggiamento. Sarà coinvolto un contingente di massimo 177 unità, e per un periodo non superiore a 12 mesi, con spese a carico, viene precisato nel testo, del Commissario straordinario preposto al contrasto Psa.

Il decreto guarda anche al settore pesca e dell’acquacoltura per contenere gli effetti della crisi economica conseguente alla diffusione del granchio blu. Le imprese della comparto che nel 2023 hanno subito una riduzione del volume d’affari, pari almeno al 20 per cento rispetto all’anno precedente, previa autocertificazione potranno avvalersi della sospensione per 12 mesi delle rate dei mutui e degli altri finanziamenti a rimborso rateale, cambiali agrarie comprese. “In questo provvedimento – ha sottolineato Lollobrigida uscendo da Palazzo Chigi – ci saranno alcune delle cose che avevamo garantito. Sul granchio blu abbiamo fatto molto, e bisogna fare ancora di più: bisogna avere una strategia di carattere italiano ed europeo non solo per arginare i danni che vengono provocati ma anche per trovare una soluzione definitiva”.

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