Collegati con noi

Cronache

Clara, 35 anni, muore dopo aver messo la mondo il piccolo Mattia: aperta un’inchiesta per capire

Pubblicato

del

Clara Pinto aveva 35 anni. Era di Poggiomarino, nel Nolano. È morta sabato sera all’ospedale di Nola. Arresto cardiaco c’è scritto sul certificato di decesso. È morta due ore dopo aver spedito un messaggio ad una cugina: mi sento distrutta. Forse si riferiva alle doglie, al parto, alle stimolazioni faticose e dolorose per indurlo. Non è mai una passeggiata mettere al mondo un bimbo. Anche per chi è (era) in piena salute come Clara.  Ora questa donna, appena 35 anni, non c’è più. Aveva dato alla luce Mattia Gennaro, il suo primo figlio, dopo quattro giorni di stimolazioni. Doveva essere il momento più bello della sua vita. E invece siamo a parlare di una tragedia. Nessuno intende criminalizzare alcuno, men che meno medici o infermieri. C’è però una donna morta poche ore dopo il parto. Ed è più che legittimo che i familiari vogliano capire che cosa è accaduto, perchè Clara è morta.  Clara, salvo non emerga altro dall’autopsia che è stata disposta, era in ottimo stato di salute. C’è un esposto su questo decesso. I carabinieri hanno acquisito la cartella clinica, la salma è stata trasferita al Policlinico di Napoli per l’autopsia. Clara è stata ricoverata il 30 giugno scorso. Doveva fare una stimolazione per arrivare ad un parto naturale.

Fino a venerdì 3 luglio il bambino non nasceva.
Intorno alle 7 di sabato, si è proceduto con un cesareo. Così è nato Mattia Gennaro. Il bimbo sta bene. Sembrava una storia bella a lieto fine. E invece è solo l’inizio di un incubo. Clara non si sente bene. Dice a tutti di essere sopraffatta dalla stanchezza. Racconta di dolori alla parte superiore dello stomaco. Racconta di essere distrutta. Alle 19,30 sempre di sabato il marito Lorenzo Meo, distrutto dal dolore, viene avvisato dall’ospedale che a seguito di complicazioni la moglie è in rianimazione. In ospedale quest’uomo scopre che la moglie Clara, la donna che le ha regalato un bimbo, è morta. I loro sogni sono spezzati. La vita di questa coppia che pensava di aver raggiunto l’apice della felicità con la nascita di Mattia diventa un incubo. Dalla cartella clinica si capiranno le terapie usate per il parto indotto, conosceremo le modalità del cesareo e altre questioni sanitarie. Clara Pinto non c’è più. Il dolore della sua famiglia, del marito, nessuno può capirlo. La giustizia, se c’è stata qualche responsabilità in questo decesso, farà il suo corso. E quale che sia il corso della giustizia, non riporterà in vita Clara. Lenirà solo qualche dolore.

Advertisement

Cronache

Guida ubriaco, si scontra con 3 moto e muore centauro, arrestato

Pubblicato

del

E’ risultato positivo all’alcol test il conducente della Fiat Punto che oggi si è scontrato con tre moto lungo la statale 108 bis “Silana di Cariati” che porta a Lorica. Nell’urto un centauro 37enne di Settingiano (Catanzaro) è morto, e altri due sono rimasti gravemente feriti. Dopo i risultati, i carabinieri della Compagnia di Cosenza hanno arrestato l’uomo, un 41enne, con l’accusa di omicidio stradale e lo hanno posto ai domiciliari.

Continua a leggere

Cronache

Scossa di terremoto di magnitudo 3.1 fa tremare il Vesuvio, molta paura ma nessun danno

Pubblicato

del

Un terremoto di magnitudo 3.1 della Scala Richter ha colpito alle 5,55 alle pendici del Vesuvio. L’evento sismico, che ha avuto luogo a una profondità di circa 400 metri, è stato distintamente avvertito dagli abitanti delle zone circostanti, in particolare nei piani alti degli edifici.

Gi esperti hanno definito la scossa come un evento “inusuale” e hanno confermato che non ci sono stati segnali di un incremento dell’attività vulcanica. L’epicentro del terremoto è stato localizzato vicino al Monte Somma, una zona storicamente monitorata per la sua vicinanza con il vulcano.

La comunità locale ha reagito con una comprensibile apprensione, ma, fortunatamente, non sono stati segnalati danni a persone o strutture. Le autorità locali nelle prossime ore decideranno se mantenere aperte le scuole. Intanto c’è da rassicurare  la popolazione sulla gestione dell’evento.

Ieri, alle 5,45, dall’altra parte di Napoli, in un’altra area vulcanica, nei Campi Flegrei, c’è stata una scossa di magnitudo 3.9. Anche in quel caso paura tanta ma nessun danno.

Continua a leggere

Cronache

“Due uomini dei servizi segreti vicino l’auto di Giambruno”, le rivelazioni del Domani

Pubblicato

del

Due uomini fuori dalla villetta di Giorgia Meloni, la notte tra il 30 novembre e l’1 dicembre. Armeggiavano attorno all’auto dell’ex compagno, Andrea Giambruno, mentre la premier era in missione a Dubai. Nell’episodio, però, non sono stati coinvolti “appartenenti ai Servizi” e la sicurezza della premier “non è mai stata posta a rischio”. Così il sottosegretario Alfredo Mantovano interviene dopo che un articolo apparso oggi sul Domani ha riferito sull’allarme scattato in quella occasione. Nella ricostruzione del quotidiano, un’auto si avvicina alla villetta nel quartiere Torrino.

Scendono due uomini, accendono una torcia o un telefonino e si mettono a trafficare attorno alla macchina di Giambruno. A sorvegliare la scena c’è però una volante della Polizia appostata in servizio di vigilanza. Un agente scende e chiede conto ai due dei loro movimenti. Gli uomini si identificano come “colleghi” senza però mostrare documenti di riconoscimento e si allontanano. Sull’accaduto viene stilato un rapporto che finisce alla Digos; vengono avvertiti – sempre secondo l’articolo del Domani – il capo del Polizia, Vittorio Pisani, il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, l’Autorità delegata alla sicurezza della Repubblica, Mantovano e la stessa premier.

Sarebbe stata informata anche la procura della Capitale. Inizialmente i sospetti ricadono su due uomini dell’Aisi, l’Agenzia d’intelligence per la sicurezza interna, che fanno parte della scorta di Meloni. I due vengono quindi trasferiti all’Aise, l’agenzia che invece si occupa dell’estero. In seguito però le indagini dell’Aisi scagionano gli 007 che quella notte – e lo testimonierebbero le celle telefoniche – si trovavano altrove.

I due potrebbero essere stati banalmente ladri alla ricerca di qualcosa nell’auto di Giambruno. Il fatto, secondo il quotidiano, avrebbe influito anche sulla nomina del nuovo direttore dell’Aisi, sbarrando la strada ad uno dei papabili, Giuseppe Del Deo, alla guida del gruppo dell’Agenzia che ha investigato sul caso. Mantovano non entra nei dettagli della vicenda, ma si limita a rivelare di averne dato notizia il 4 aprile nella sua audizione al Copasir, dove ha chiarito che “gli accertamenti svolti per la parte di competenza dell’intelligence hanno consentito con certezza di escludere il coinvolgimento di appartenenti ai Servizi, e che la sicurezza del presidente Meloni non è mai stata posta a rischio”.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto