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L’immigrazione inarrestabile tra disperazione, incertezza ed ipocrisia: l’Europa è la grande assente

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Continuano gli sbarchi di irregolari dall’Africa verso il nostro Paese, circa 34000 nel 2020, il triplo rispetto al 2019 ed il 50% in più rispetto all’anno precedente. Cosa è cambiato è di certo il fragore mediatico. Forse a causa del Covid19 che ha rubato la scena un po’ a tutto, o magari si sono abbassati i toni dopo il mandato di Salvini, che della lotta all’immigrazione clandestina e non, ne aveva fatto un cavallo di battaglia, sicuramente avvantaggiato dal nulla delle precedenti politiche nostrane e soprattutto comunitarie, approfittando così di un lassismo generale che aveva toccato livelli sconcertanti. Ma la novità, se così si può dire, è rappresentata in questi giorni anche dall’arrembaggio alle coste della Spagna, sempre da parte di disperati provenienti dall’Africa, gente disposta a farsi inghiottire per sempre dal Mediterraneo sognando un domani migliore, piuttosto che morire di fame, di sete e di stenti, in una dimensione assurda, incapace di dare loro alcuna speranza, mentre magari guardano dal web che a decine di miglia dal confine africano, c’è un mondo dove in un solo giorno si butta tanto cibo da poterli sfamare per tutta la vita.

Tra tanti proclami e tanta ipocrisia, “accogliamo” così queste anime in pena, ma solo dopo aver atteso che vincano alla roulette russa del mare. Chi non muore nel tragitto a piedi o annegato, e raggiunge miracolosamente le Coste del vicino e ricco continente, tuttavia molto spesso si ritrova rinchiuso per mesi in un ghetto recintato come un campo di concentramento, oppure a lavorare come un moderno schiavo per qualche euro al giorno, genuflesso o piegato in due a raccogliere pomodori per anche dodici ore di fila, sotto il sole cocente. Quando non finiscono direttamente nelle mani delle Mafie. Intanto qualcuno griderà che ci tolgono il lavoro ed avvierà un’altra campagna mediatica per andare a scaldare un posto in parlamento, con stipendio d’oro e tanti benefit. E oggi apprendiamo dunque che ha avuto ragione Salvini, come ha avuto ragione Carola Rackete, hanno ragione le ONG ed i populisti, tutti insomma tranne loro, gli irregolari che continuano a morire o subiscono un calvario senza fine, anche quando approdano in quel territorio che per loro doveva essere il paradiso. Riprende allora a crescere l’incertezza, l’impossibilità di comprendere cause e ragioni di ognuno, e quando regna il caos tutto il peggio può accadere, anche che la paura e l’ignoranza diano vita ad una stagione di rinnovato odio e rancore che non ha ragion d’essere, alimentata dalla perdurante crisi economica che ha reso tutti più tesi e angosciati. Passata la pandemia da Covid, ci attende anche questa bomba sociale già innescata, e mai davvero affrontata.

Di certo, l’unica costante che possiamo sempre registrare, è rappresentata dall’assenza roboante dell’Europa, incapace o volutamente restia a voler ricoprire alcun significativo ruolo o assumere un   definitivo peso nell’adozione di scelte certe e coraggiose, che rendano omaggio al sodalizio comunitario che deve andare oltre gli interventi di natura finanziaria. Perché in questi giorni, dove anche la Spagna sperimenta l’insostenibile peso morale delle scelte sull’immigrazione irregolare, fenomeni di indotto rancore possono continuare ad insediarsi in uno scenario Europeo ancora più vasto, e creare alleanze ideologiche basate solo su errati quanto artefatti pregiudizi, alimentati e non di certo smorzati, dall’impotenza di una Comunità che per definirsi tale, non può più voltarsi dall’altra parte e continuare a non decidere. 

 

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Travolto e ucciso da un’auto pirata

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Sono in corso le indagini dei carabinieri per risalire al conducente dell’auto pirata che questa notte ha travolto e ucciso un uomo di 57 anni a Carpaneto, in provincia di Piacenza. L’uomo, come spiega il quotidiano online Il Piacenza, è stato trovato riverso a terra in fin di vita poco prima di mezzanotte da un passante, a pochi metri dalla sua abitazione. Trasportato di urgenza all’ospedale di Piacenza è morto nel corso della notte a causa dei traumi. Stanno indagando i carabinieri che sono intervenuti.

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“Due uomini dei servizi segreti vicino l’auto di Giambruno”, le rivelazioni del Domani

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Due persone, lo scorso novembre, si sarebbero avvicinate nel corso della notte a Roma all’auto di Andrea Giambruno, l’ex compagno della premier Giorgia Meloni, ma sono stati fermati da un agente che era di sorveglianza all’esterno della abitazione della presidente del Consiglio. Lo scrive il quotidiano ‘Domani’ secondo il quale i due avrebbe riferito al poliziotto di essere ‘colleghi’, mostrando anche un tesserino prima di risalire a bordo della loro auto ed andare via senza essere identificati. Della vicenda, sostiene il quotidiano, è stata informata la Digos e la scala gerarchica fino al capo della Polizia Vittorio Pisani e al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.

Dalle indagini svolte sarebbe emerso in un primo momento che i due uomini, che avevano con loro una torcia, erano due agenti dell’Aisi, l’Agenzia dei servizi segreti interna, e in particolare della scorta di Meloni. Del fatto, sempre in base a quanto riferisce il quotidiano, sarebbe stata informata anche al Procura della Capitale. Dall’indagine dei servizi, alcuni mesi dopo, si sarebbe però arrivati ad una altra conclusione: i due uomini che quella notte si sarebbero avvicinati all’auto di Giambruno sarebbero stati in realtà due ricettatori forse interessati a quanto c’era di valore in quella macchina e non agenti intenti a piazzare cimici o altro.

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Coldiretti, 30 aprile agricoltori in assemblea in tutta Italia

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Il prossimo 30 aprile almeno 50mila agricoltori della Coldiretti si preparano a riunirsi in 96 assemblee nelle province di tutta Italia in vista delle elezioni europee e nell’ambito delle celebrazioni degli 80 anni dell’organizzazione agricola. Fra i temi della “giornata dell’orgoglio Coldiretti”, la raccolta firme europea per l’origine obbligatoria su tutti gli alimenti, la fauna selvatica, la moratoria dei debiti a favore delle aziende agricole “che hanno investito e che in questi ultimi due anni hanno subito l’aumento dei tassi di interesse e forti problemi reddituali”.

Lo rende noto la stessa organizzazione agricola in un comunicato. Fra gli altri temi, le “importazioni sleali”, il “falso made in Italy” e “la richiesta di un piano invasi che, soprattutto in questo periodo storico, può e deve diventare un valido alleato contro i cambiamenti climatici”. Al centro degli incontri ci sarà la raccolta di firme “per una legge popolare europea per garantire trasparenza sulle etichette di tutti gli alimenti” e “l’abolizione del codice doganale per l’origine dei cibi, che deve diventare una priorità”. Per la Coldiretti “il 30 aprile sarà l’occasione per rilanciare l’impegno a denunciare alle istituzioni e ai cittadini consumatori, che non si può non stare dalla parte dei produttori agricoli che si impegnano ogni giorno a portare sulle tavole degli italiani le eccellenze dei nostri territori e a fermare l’arrivo incontrollato di prodotti dall’estero”.

Sulla fauna selvatica incontrollata, definita “un’emergenza nazionale dal punto di vista agricolo e della sicurezza”, l’organizzazione agricola rileva che “mancano i piani regionali straordinari di controllo” e “strumenti normativi efficaci per difendere il territorio da una vera e propria invasione che sta mettendo a rischio un comparto”. In particolare, la Coldiretti dice di avere chiesto “un intervento immediato per fermare la diffusione della peste suina”.

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