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Cronache

Greco attacca Storari e va dai pm di Roma, è parte offesa

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Alla vigilia dell’interrogatorio del pm milanese Paolo Storari, indagato dalla Procura di Roma per rivelazione del segreto d’ufficio per il caso dei verbali degli interrogatori resi tra dicembre 2019 e gennaio 2020 dall’avvocato Piero Amara sulla presunta loggia Ungheria, il suo capo, Francesco Greco, da lui accusato di inerzia nelle indagini, dopo aver depositato al pg di Milano Francesca Nanni la sua relazione sulla vicenda, nel tardo pomeriggio e’ comparso a Piazzale Clodio. E’ stato ricevuto dal suo omologo Michele Prestipino e dai sostituti Roberto Tucci e Rosalia Affinito, titolari sia del procedimento nel quale Marcella Contrafatto, l’ex impiegata del Csm accusata di calunnia nei confronti del procuratore milanese per via della lettera anonima che ha accompagnato i verbali finiti nelle redazioni di due quotidiani, sia di quello a carico del pubblico ministero del capoluogo lombardo con cui Greco e’ ai ferri corti. Il colloquio e’ durato circa un’ora: il procuratore e’ parte offesa per essere stato tacciato dalla funzionaria, ora sospesa, di aver insabbiato l’inchiesta sulla loggia segreta. Ora in procura a Roma e’ la volta del pm Storari, atteso per domani mattina il Spieghera’ ai colleghi della Capitale, con una serie di documenti alla mano, la scelta di “autotutelarsi” (richiamandosi a una circolare del Csm del ’94) consegnando a Milano, nell’aprile 2020, quei verbali a Piercamillo Davigo, allora al Consiglio Superiore della Magistratura, perche’, a suo dire, Greco con l’aggiunto Laura Pedio ritardarono di mesi le iscrizioni di indagati, Amara compreso. Raccontera’, per quel che poteva sapere, che Davigo avrebbe riferito del ‘problema Milano’ sia al vice presidente del Csm David Ermini, sia al pg della Cassazione Giovanni Salvi, mettendo in luce che allora nessuno gli ha mai chiesto di fare una relazione scritta. Inoltre, il pm, convinto della sua decisione, ricostruira’ la gestione dell’inchiesta – aperta quattro anni fa e non ancora chiusa – sul cosiddetto ‘falso complotto’ per depistare le indagini sul blocco petrolifero Opl245 e la presunta corruzione internazionale da parte di Eni e Shell in Nigeria (in dibattimento a marzo scorso sono stati tutti assolti) nell’ambito della quale Amara ha sollevato questo nuovo polverone. Poi, non e’ escluso che saranno svelati altri retroscena sull’ex manager Eni e imputato Vincenzo Armanna, che era stato molto ‘valorizzato’ per alcune sue affermazioni, cosi’ come Amara, nel processo sulla ipotizzata – e per il Tribunale inesistente – maxi tangente nigeriana. Tanto che il pm sulle loro dichiarazioni valuto’ profili di calunnia. Dopo questo primo interrogatorio, gli atti dovrebbero essere trasmessi per competenza a Brescia, perche’ la consegna della carte secretate sarebbe avvenuta a Milano, come confermato anche da Davigo nella sua testimonianza a Roma. La versione di Greco e Pedio, invece, e’ stata messa nero su bianco in una relazione, corredata da molti allegati, depositata stamane alla pg Nanni che dovra’ valutarla ed eventualmente trasmetterla al procuratore generale della Cassazione Salvi per una possibile azione disciplinare. Nel rapporto, destinato anche al Csm e probabilmente consegnato pure ai magistrati romani, il procuratore di Milano, da novembre prossimo in pensione, oltre a sostenere la sua linea improntata alla ‘prudenza’, ricostruisce i passaggi di quel fascicolo, trasmesso tra dicembre e gennaio scorsi a Perugia, sette mesi dopo le prime tre iscrizioni e un anno dopo gli interrogatori dell’ex legale esterno dell’Eni. Non senza evidenziare che a danneggiare le indagini sarebbe stato, a suo dire, proprio Storari con la sua decisione di rivolgersi a Davigo, come lui un tempo del pool Mani Pulite e con cui ora ha rotto i ponti.

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Il prefetto di Napoli riceverà nel pomeriggio don Patriciello

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Il prefetto di Napoli, Michele di Bari, riceverà nel pomeriggio di oggi negli uffici di Palazzo di Governo, il parroco del Parco Verde di Caivano, don Maurizio Patriciello, ed il vescovo di Aversa, Angelo Spinillo.

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Caso Iovino, dubbi su motivi lite tra Fedez e personal trainer

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Non è certo che la lite scoppiata alla discoteca The Club tra Fedez e Cristiano Iovino abbia riguardato una ragazza che era in compagnia del rapper. Anzi, secondo fonti vicine al cantante, ex di Chiara Ferragni, ci sarebbero altre ragioni relative ai dissapori tra lui e il personal trainer romano, poi aggredito, quella notte tra il 21 e il 22 aprile scorso, da un gruppo di 8-9 persone, tra cui ultras rossoneri legati all’artista, fuori dal suo appartamento milanese qualche ora dopo. I motivi che avrebbero originato la lite a cui sarebbe seguita la presunta spedizione punitiva al momento, però, non vengono chiariti. Intanto, stando a quanto riportato oggi da alcuni quotidiani, subito dopo i fatti di quella notte, dopo aver sentito alcuni testimoni, tra cui due guardiani del palazzo di via Marco Ulpio Traiano, abitazione milanese di Iovino, e dopo aver visionato le immagini delle telecamere (sia quelle del locale che quelle fuori dalla casa di Iovino) i carabinieri hanno denunciato in Procura Fedez per rissa. Il fascicolo è coordinato dal pm Michela Bordieri. Fedez, con dichiarazioni di ieri, ha negato di essere stato presente davanti a casa di Iovino, dove è avvenuto il pestaggio (non denunciato dal 37enne), ma sia le testimonianze che le immagini delle telecamere confermerebbero la sua presenza.

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Giubileo: indulgenza anche astenendosi da media e social network

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L’Indulgenza plenaria giubilare potrà essere conseguita anche “astenendosi, in spirito di penitenza, almeno durante un giorno da futili distrazioni, reali ma anche virtuali, indotte ad esempio dai media e dai social network, e da consumi superflui”. È quanto stabiliscono le norme della Penitenzieria apostolica per il Giubileo Ordinario 2025. L’indulgenza giubilare è concessa anche praticando la tradizionale astinenza del venerdì, nonché “devolvendo una proporzionata somma in denaro ai poveri; sostenendo opere di carattere religioso o sociale, in specie a favore della difesa e protezione della vita in ogni sua fase e della qualità stessa della vita, dell’infanzia abbandonata, della gioventù in difficoltà, degli anziani bisognosi o soli, dei migranti dai vari Paesi che abbandonano la loro terra alla ricerca di una vita migliore per se stessi e per le loro famiglie; dedicando una congrua parte del proprio tempo libero ad attività di volontariato, che rivestano interesse per la comunità o ad altre simili forme di personale impegno”.

La Penitenzieria esorta inoltre tutti i sacerdoti ad offrire ai fedeli “la più ampia possibilità” di accedere al Sacramento della Riconciliazione, “adottando e pubblicando fasce d’orario per le confessioni, in accordo con i parroci o i rettori delle chiese limitrofe, facendosi trovare in confessionale, programmando celebrazioni penitenziali a cadenza fissa e frequente, offrendo anche la più ampia disponibilità di sacerdoti che, per raggiunti limiti di età, siano privi di incarichi pastorali definiti”, con la possibilità di confessarsi anche durante le messe.

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