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Biden attacca, Trump prepara nuovo assalto a democrazia

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Donald Trump “usa la retorica della Germania nazista”, “abbraccia la violenza politica” e, dopo aver istigato l’assalto al Capitol, prepara un nuovo “assalto alla democrazia” promettendo “vendetta e castigo” per gli anni a venire: a 10 giorni dall’inizio delle primarie repubblicane in Iowa, Joe Biden si toglie i guanti e scalda la campagna elettorale con un attacco senza precedenti, forse il più feroce in questi anni, al suo probabile rivale alla Casa Bianca. Che proprio oggi ha saputo dell’intenzione della procura di Ny di chiedergli un risarcimento di 370 milioni nel processo civile per gli asset gonfiati della sua holding. Incalzato da sondaggi sfavorevoli sui risultati della sua amministrazione, il presidente ha deciso di trasformare le elezioni in un referendum sul tycoon dipingendolo come una minaccia per la democrazia, nella speranza di mobilitare non solo i democratici ma anche gli indipendenti e i repubblicani moderati.

Per questo ha scelto una data e un luogo simbolico, nel cruciale stato in bilico della Pennsylvania: la vigilia del terzo anniversario dell’attacco al Congresso (il comizio è stata anticipato di un giorno per il maltempo) e la storica Valley Forge, sede durante la rivoluzione americana del quartier generale dell’esercito continentale di George Washington, uno generale-statista che ha saputo lasciare il potere e che Biden ha voluto contrapporre al sovversivo Trump. “Oggi ci siamo ritrovati un giorno prima del 6 gennaio, un giorno impresso per sempre nella nostra memoria perché è stato il giorno in cui abbiamo quasi perso l’America”, ha esordito il presidente, accompagnato sul palco dalla first lady Jill. “Oggi – ha proseguito – siamo qui per rispondere alla domande più importante. La democrazia è ancora la causa sacra dell’America? Questa non è una questione retorica, accademica o ipotetica. Se la democrazia sia ancora la causa sacra dell’America è la questione più urgente del nostro tempo”.

Quindi ha accusato l’ex presidente di aver aizzato la folla contro il Congresso, “lasciando il lavoro sporco ad altri e ritirandosi alla Casa Bianca”. “Trump non farà quello che deve fare un presidente americano. Si rifiuta di denunciare la violenza politica”, anzi “lui e i suoi sostenitori Maga la abbracciano e ne ridono”, ha proseguito ricordando che il suo predecessore scherza ai suoi comizi sull’aggressione al marito dell’ex speaker della Camera Nancy Pelosi. “Non puoi essere filo-insurrezionalista e filo-americano”, ha denunciato, ricordando che Trump ha iniziato la sua campagna nel 2024 glorificando gli assalitori del Capitol e ammonendo che “il suo assalto alla democrazia non è solo parte del suo passato ma è ciò che sta promettendo per il futuro”.

“La campagna di Donald Trump riguarda tutta lui, non l’America, lui è ossessionato dal passato e non si preoccupa del vostro futuro, lui è pronto a sacrificare la nostra democrazia per tornare al potere”, ha messo in guardia. Il “sacro impegno” di Biden invece è che “la difesa, la protezione e la preservazione della democrazia americana resteranno una causa centrale della mia presidenza”. “Alle elezioni è in ballo la democrazia, la vostra libertà. L’alternativa alla democrazia è la dittatura”, ha concluso, ricordando che il suo rivale ha già promesso di voler fare il dittatore almeno nel primo giorno. Sui rischi di una seconda presidenza Trump ha lanciato l’allarme anche la candidata repubblicana Nikki Haley, in un dibattito della Cnn: “Genera caos, non possiamo avere un Paese in disordine e un mondo in fiamme e passare altri quattro anni di caos. Non sopravviveremmo”.

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Nyt, ‘piano segreto Kiev contro Russia, Mosca avverte Pentagono’

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Il ministro della Difesa russo Andriy Belousov ha chiamato il capo del Pentagono Lloyd Austin all’inizio di questo mese per avvisarlo di una “operazione segreta” che l’Ucraina stava preparando contro la Russia: lo scrive il New York Times (Nyt), che cita tre funzionari statunitensi. Il 12 luglio Austin ha ricevuto una “richiesta insolita” da Belousov, commenta il giornale. Secondo le fonti, il ministro russo ha avvertito Washington dei preparativi di Kiev per un’operazione segreta contro la Russia, che credeva avesse il nullaosta degli americani. Belousov ha chiesto ad Austin se il Pentagono fosse a conoscenza dell’operazione, avvertendolo che essa avrebbe potuto portare ad un’escalation delle tensioni tra Mosca e Washington.

I funzionari del Pentagono sono rimasti sorpresi dalle affermazioni di Belousov e non erano a conoscenza dell’operazione, scrive il Nyt aggiungendo: “Ma qualsiasi cosa abbia rivelato Belousov… è stata presa abbastanza sul serio perché gli americani hanno contattato gli ucraini e hanno detto, in sostanza, ‘se state pensando di fare qualcosa del genere, non fatelo'”. Il giornale spiega che, nonostante la profonda dipendenza dell’Ucraina dagli Stati Uniti per il sostegno militare, di intelligence e diplomatico, i funzionari ucraini “non sono sempre trasparenti” con le loro controparti americane riguardo alle loro operazioni militari, in particolare quelle dirette contro obiettivi russi dietro le linee nemiche. I funzionari ucraini e il Cremlino si sono rifiutati di commentare l’indiscrezione e il ministero della Difesa russo non ha risposto a una richiesta di commento, riporta il giornale.

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Fonti, Modi potrebbe offrire mediazione per risolvere conflitto

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Il primo ministro indiano Narendra Modi potrebbe offrire la mediazione di New Delhi per porre fine al conflitto in Ucraina durante la sua visita a Kiev prevista per agosto: lo ha detto alla Tass una fonte del Parlamento indiano, riporta l’agenzia di stampa russa. “L’India potrebbe offrire la sua mediazione per risolvere la crisi ucraina. Tale proposta può essere avanzata durante la visita di Modi in Ucraina, con la possibilità che venga discussa al momento – ha detto la fonte -. L’India ha relazioni amichevoli di lunga data con la Russia e il primo ministro ha instaurato buoni rapporti con il presidente Vladimir Putin”. “Allo stesso tempo, l’India ha buone relazioni anche con l’Ucraina. Entrambe le parti hanno fiducia nell’India”, ha sottolineato. La fonte ha poi ricordato che “l’India ha ripetutamente dichiarato di essere pronta a contribuire alla risoluzione del conflitto. Tuttavia – ha osservato -, ciò è possibile solo con il consenso di entrambe le parti”.

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Gli Obama con Harris, ‘sarai una presidente fantastica’

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Last but not least: ultimo, ma non certo per importanza, a dare l’endorsement a Kamala Harris per la Casa Bianca è Barack Obama con la moglie Michelle. Un sostegno ben coreografato anche nei tempi. Quasi a serrare definitivamente le fila del partito dopo aver evitato un abbraccio immediato per apparire al di sopra delle parti e non oscurare né la nuova ribalta per Kamala né il sofferto addio di Joe Biden alla corsa. Nell’aria da giorni, l’endorsement è arrivato con un video che immortala la telefonata dell’ex coppia presidenziale alla Harris, sullo sfondo di un Suv nero. Una chiamata che evidenzia una amicizia lunga oltre 20 anni e un potenziale legame storico tra il primo presidente afroamericano e quella che potrebbe diventare la prima donna di colore alla Casa Bianca. Con uno slogan apparso tra i fan dei primi comizi che già li unisce: ‘Yes, we Kam’ (le iniziali di Kamala, ndr), un richiamo al vincente slogan obamiamo ‘Yes, we can’.

“Non posso fare questa telefonata senza dire alla mia ragazza, Kamala, che sono orgogliosa di te. Sarà storico”, ha esordito l’ex first lady. “Michelle e io non potremmo essere più orgogliosi di sostenerti e di fare tutto il possibile per farti vincere queste elezioni e arrivare allo Studio Ovale”, le ha fatto eco Barack, che poi su X si è detto sicuro che sarà “una fantastica presidente”. Kamala ha ringraziato, con malcelata sorpresa: “Oh mio Dio. Michelle, Barack, questo significa così tanto per me. Non vediamo l’ora di compiere questa impresa con voi due, Doug e io…”, ha affermato la vicepresidente Usa. “Ma più di tutto, voglio solo dirvi che le parole che avete detto e l’amicizia che ci avete dato in tutti questi anni significano più di quanto io possa esprimere, quindi grazie a entrambi… E ci divertiremo anche in questo, non è vero?” ha aggiunto. Gli Obama hanno diffuso anche una dichiarazione.

“Non potremmo essere più entusiasti ed eccitati di sostenere Kamala Harris come candidata democratica alla presidenza degli Stati Uniti. Siamo d’accordo con il presidente Biden: scegliere Kamala è stata una delle migliori decisioni che abbia mai preso. Ha il curriculum per dimostrarlo”, scrivono, ricordandone l’impegno come procuratrice generale in California, senatrice e vicepresidente. “Ma Kamala – sottolineano – ha più di un curriculum. Ha la visione, il carattere e la forza che questo momento critico richiede. Non abbiamo dubbi che abbia esattamente ciò che serve per vincere queste elezioni… In un momento in cui la posta in gioco non è mai stata così alta, ci dà a tutti motivo di sperare”. Quindi l’impegno a fare “tutto il possibile” per farla eleggere. Già si parla di comizi ed eventi insieme, capaci sicuramente di mobilitare grandi folle. Come quelle che Harris sta attirando sui social: il suo nuovo account su TikTok ha conquistato 100 mila follower in 30 minuti. Prosegue intanto il braccio di ferro sul duello tv tra lei e Trump.

Domenica il tycoon si era detto disponibile a mantenere il confronto del 10 settembre – concordato in precedenza con Biden – ma spostandolo dalla “fake” Abc a Fox News, l’emittente dei conservatori dove lui è di casa. Quindi martedì aveva ribadito di essere “assolutamente” pronto a dibattere con il probabile nominee dem, aggiungendo però di non aver concordato nulla, se non il duello con Biden. Giovedì l’ultima correzione di tiro: la sua campagna ha precisato che non ci sarà alcun dibattito finchè i dem non avranno nominato formalmente il candidato. “Che cosa è successo al ‘quando vuoi, dove vuoi’?”, lo ha provocato Kamala rinfacciandogli le parole che il tycoon aveva usato per sfidare Biden e accusandolo di fare marcia indietro. Probabilmente Trump sta cercando di minare la credibilità di Abc, sperando che la tv spinga il confronto a suo favore o come alibi nel caso Harris se la cavasse bene. Oppure, secondo altri, lui e il suo team hanno semplicemente paura della sua performance contro l’ex procuratrice che lo paragona a truffatori e predatori sessuali.

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