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Cronache

Due indagati per la morte della mamma operaia di 22 anni Luana D’Orazio

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La procura di Prato ha aperto un’inchiesta sulla morte di Luana D’Orazio ed ha iscritto stasera due persone nel registro degli indagati. Le iscrizioni sarebbero legate agli accertamenti tecnici che si stanno concentrando sulla valutazione del funzionamento dei dispositivi di sicurezza del macchinario tessile, un orditoio, in cui e’ rimasta incastrata la giovane operaia di 22 anni, madre di un bambino di 5, in una ditta di Montemurlo il 3 maggio scorso. Grande l’emozione suscitata da questo fatto nel distretto tessile. Incomparabile il dolore della famiglia. “Luana era bella, buona e umile. Era contenta del lavoro che svolgeva anche se poi tutti i lavori possono pesare, anche i piu’ leggeri, ma le piaceva lavorare – la ricorda la madre, Emma Marrazzo – Luana era bella, solare, amava la vita, non litigava. Era solare, si vede dalle foto. Aveva tanta voglia di lavorare per costruirsi un futuro, era fidanzata da due anni, erano innamorati”. La mamma ripete almeno tre volte che Luana era “solare” e usa un aggettivo ricchissimo ma poco in voga adesso: umile. Il ricordo della giovane operaia di 22 anni da parte della madre e’ plastico e fa capire molto. Luana, dice la mamma, aveva studiato all’Einaudi, che e’ un istituto professionale di Pistoia – dove ha vissuto – “poi al terzo anno ha interrotto, e’ nato il bimbo. Luana era ragazza-madre”. Quindi Luana non poteva fermarsi, il bimbo ha 5 anni e mezzo e la famiglia vive di lavoro. Uno stipendio in piu’ serve e a Prato il distretto tessile, anche se accusa le crisi, di lavoro ne offre ancora tanto. Luana cosi’ ha visto il suo spazio in una ditta tessile affermata, a Oste di Montemurlo, ed ha scelto di fare l’operaia. Sono ditte medio-piccole dove i proprietari lavorano a fianco dei dipendenti, e’ un orgoglio per tutti. Emma Marrazzo lo fa capire bene: “La tragedia e’ grande non solo per me, ma anche per i datori di lavoro. La titolare della ditta mi ha chiamato – ha detto – poverina, e’ distrutta. La ditta peraltro si chiama come mia figlia e la proprietaria si chiama come mia figlia. E’ tanto dispiaciuta, ha detto che non sa com’e’ successo, anche lei lavora alle macchine, non e’ una che sta a spasso, si da’ da fare, non si capacita”. “Proprio ieri avevano assunto un ragazzino per stare vicino” a mia figlia “per darle una mano, lo avevano assunto da dipendente”. Ora c’e’ il bimbo, il figlio di Luana. “”Ora il nostro primo pensiero e’ per lui, al quale non faremo mancare nulla, anche se gli manchera’ l’essenziale, l’amore della sua sua mamma”, dice la nonna. Luana e’ morta giovane e anche se lavorava duro sapeva sognare. Un sogno, se si vuole, gia’ realizzato: la comparsa nel film ‘Se son rose’ di Leonardo Pieraccioni, che l’ha ricordata in un post. “Luana – dice sempre la mamma Emma – era contentissima di aver fatto la comparsa in un film di Pieraccioni, era stata contattata tramite una nostra amica, aveva fatto il casting e era stata presa. Le sarebbe piaciuto diventare famosa. Ma non cosi'”. Dunque, l’incidente mortale e l’inchiesta della procura. In ditta c’erano due orditoi, sequestrati. Su quello ‘mortale’ si valutera’ anche se ha funzionato o no una fotocellula di sicurezza. Ci sara’ autopsia, sono stati gia’ sentiti i colleghi. Nessuno ha udito nulla, hanno solo trovato Luana dentro il macchinario, morta. La diocesi di Prato parla di “frutto diabolico del declino del lavoro” e chiede piu’ sicurezza. La politica idem, l’1 Maggio era appena l’altro giorno. Tanti commenti oggi per chiedere piu’ sicurezza. Il 7 maggio i sindacati Cgil, Cisl e Uil faranno uno sciopero a Prato.

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Cronache

Tragedia nel Nolano, ciclista travolto e ucciso da un autocarro

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Una tragedia stradale a Piazzolla, nel Nolano. Possiamo definirla così. Un ciclista di 65 anni è stato coinvolto in un incidente con un autocarro Fiat Iveco. Il tragico evento ha portato alla perdita della vita del ciclista sul colpo, scatenando un’indagine da parte delle autorità locali per comprendere le cause.

Le autorità competenti sono intervenute prontamente sulla scena dopo essere state allertate dal servizio di emergenza medica 118, con i carabinieri della sezione radiomobile della compagnia di Nola che hanno rapidamente avviato le operazioni di soccorso e di indagine.

Le circostanze esatte dell’incidente sono ancora oggetto di indagini, ma sembra che il ciclista, mentre si trovava a bordo della sua bicicletta, sia stato travolto dall’autocarro. La dinamica dell’incidente rimane al momento oggetto di accertamenti da parte delle autorità, che stanno lavorando per ricostruire gli eventi che hanno portato a questa tragica perdita.

L’autorità giudiziaria ha disposto il sequestro della salma del ciclista per consentire l’esecuzione di un’autopsia, al fine di chiarire le cause esatte del decesso. La salma è stata trasferita presso il II Policlinico di Napoli per gli esami necessari.

L’inchiesta è in corso e viene condotta dai carabinieri della stazione di Piazzolla di Nola, che stanno collaborando con i militari della sezione radiomobile per raccogliere prove e testimonianze utili alla ricostruzione dei fatti. Al momento, l’autocarro coinvolto nell’incidente è stato sottoposto a sequestro nell’ambito delle indagini in corso.

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A processo per stalking, sfregia la ex e uccide il padre

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Ha atteso che uscisse dalla palazzina motivato ad aggredirla a tutti i costi. Per questo un ex avvocato, Marco Manfratti, di 40 anni, si è appostato intorno alle 13 di ieri in via Ciro Menotti a Varese armato di coltello. Ha aspettato che la ex, Lavinia, di 37 anni, uscisse dallo studio del padre, Fabio Limido, geologo di 71 anni, per la pausa pranzo. E lì l’ha aggredita sfregiandola con il coltello. Colpendola ripetutamente al viso e al collo, sino a quando, mentre la 37enne cadeva ferita sotto i suoi colpi, in suo soccorso non è intervenuto l’anziano padre. Manfratti non ha avuto alcuna remora accoltellando ripetutamente al torace il geologo, poi deceduto, sotto gli occhi della moglie e madre.

Dopo aver gridato chiedendo disperatamente aiuto, la donna ha avuto un malore mentre in via Menotti, a due passi dalla Questura, arrivavano le volanti della Polizia di Stato, gli investigatori della Squadra mobile e i mezzi del 118. Manfratti è stato arrestato in flagranza di reato, anche lui leggermente rimasto ferito nell’aggressione, coperto di sangue e stralunato. Le condizioni di Fabio Limido sono immediatamente apparse gravissime. L’anziano era in fin di vita ed è morto poco dopo il ricovero al Pronto soccorso dell’Ospedale di Circolo di Varese. La figlia è ricoverata in prognosi riservata: le lesioni causate dalle coltellate sono importanti, la 37enne dovrà essere sottoposta a un delicato intervento chirurgico. Manfratti è stato portato in Questura, è accusato di omicidio e tentato omicidio. Non è escluso, vista la ricostruzione dell’accaduto, che all’uomo venga contestata l’aggravante della premeditazione.

La tragedia di via Menotti non è stata un fulmine a ciel sereno. Certo nessuno poteva immaginare un fatto di sangue simile, ma le avvisaglie che il 40enne fosse violento e motivato a impedire che la ex vivesse libera la propria vita dopo averlo lasciato c’erano tutte. Anche perché ci sarebbe una causa di separazione difficilissima dietro l’odio che l’ex avvocato covava nei confronti di tutta la famiglia Limido. Oggetto del contendere, o meglio della furia omicida dell’uomo, il figlio di tre anni avuto dal matrimonio con Lavinia. C’erano inoltre le denunce presentate a più riprese sia dalla donna che dalla madre di lei. Denunce per stalking che si erano già tradotte in un processo davanti al giudice del Tribunale di Varese Luciano Lucarelli a carico di Manfratti. Un processo ancora in corso.

La tenacia del 40enne nel distruggere la vita della ex e della sua famiglia aveva già portato all’emissione di un provvedimento di divieto di avvicinamento a carico dell’ex avvocato. Ex avvocato Manfratti lo era diventato per scelta cancellandosi dall’Ordine degli avvocati di Busto Arsizio (Varese) dopo le denunce della ex probabilmente per evitare un procedimento disciplinare. Quello di Varese non è stato purtroppo l’unico caso di violenza contro le donne registrato oggi. Una donna di 50 anni è stata accoltellata sotto casa a Sassoferrato (Ancona), in via Bramante dal marito da cui si stava separando. Erano in auto, quando l’uomo ha estratto un coltello e l’ha colpita più volte e in più parti del corpo. La donna è grave, ma non in pericolo di vita, mentre l’ex marito è stato arrestato dai carabinieri per tentato omicidio dopo una breve fuga. E’ di omicidio, invece, l’accusa nei confronti di un 69enne che a Pavia ha ucciso il coinquilino di 36 anni trascinandone poi il cadavere per strada.

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Israele: 2 soldati uccisi da un attacco con droni di Hezbollah al nord

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L’esercito israeliano ha annunciato la morte di due soldati riservisti uccisi ieri a Metulla, nel nord del Paese, da un drone esplosivo degli Hezbollah. Lo ha fatto sapere il portavoce militare aggiungendo che si tratta di Dan Kamkagi (31 anni) e Nahman Natan Hertz (31) della 551/esima Brigata. Il bilancio dei soldati caduti da ottobre scorso sul fronte nord è ora salito a 13. A questi vanno aggiunti anche nove civili uccisi negli attacchi Hezbollah.

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