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Da drone su Marte a Soyuz, verso 60 anni volo Gagarin

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Si annunciano memorabili le celebrazioni dei 60 anni dell’uomo nello spazio, con un susseguirsi di avvenimenti che sanno di futuro: mancano pochi giorni al primo volo di un astronauta europeo a bordo di un veicolo privato e pochissimi al debutto su Marte del primo drone-elicottero. Ad aprire le celebrazioni e’ stata la navetta russa Soyuz MS-18, chiamata ‘Yuri Gagarin’, che ora e’ agganciata accanto ad altre due navette russe, autentiche veterane del trasporto spaziale, e alla Crew Dragon della SpaceX, il primo veicolo privato utilizzata dalla Nasa in una missione operativa, arrivato il 17 novembre scorso. In un viaggio durato tre ore 23 minuti, nel quale ha percorso poco piu’ di due orbite, la Soyuz ‘Gagarin’ ha portato su una Stazione Spaziale decisamente affollata i russi Oleg Novitskiy e Pyotr Dubrov, con l’americano Mark Vande Hei. “Un equipaggio di dieci membri!”, ha twittato l’astronauta Luca Parmitano, dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa). Saranno in dieci a bordo fino al 17 aprile, quando i russi Sergey Ryzhikov e Sergey Kud-Sverchkov e l’americana Kate Rubins dovranno rientrare a Terra con la loro Soyuz dopo una missione di 185 giorni. Appena cinque giorni piu’ tardi, il 22 aprile, e’ atteso l’arrivo della seconda navetta Crew Dragon con le americane Shane Kimbrough e Megan McArthur, il giapponese Akihiko Hoshide e il francese Thomas Pesquet, primo astronauta dell’Esa a volare su una navetta costruita e gestita da un’azienda privata per conto della Nasa. Il 28 aprile a tornare sulla Terra sara’ l’equipaggio della SpaceX attualmente a bordo della Stazione Spaziale, composto dagli americani Michael Hopkins, Victor Glover e Shannon Walker e dal giapponese Soichi Noguchi. Dall’inizio dell’era spaziale sono stati piu’ di 570 gli esseri umani che hanno potuto ammirare la Terra dallo spazio. Di questi, le donne sono state appena 70 le donne. Negli ultimi anni il loro numero e’ andato aumentando progressivamente e potrebbe essere di una donna la prossima impronta che un essere umano lascera’ sul suolo lunare. A 60 anni dal volo di Gagarin si guarda al ritorno alla Luna, con il programma Artemis promosso dalla Nasa e alla quale partecipa anche l’Esa e l’Italia promette di avere un ruolo importante. Nuovi equipaggi si stanno preparando in vista delle future missioni sulla Luna e Marte e’ diventato un obiettivo concreto dell’esplorazione. Su Marte, intanto, la notte fra domenica 11 e lunedi’ 12 aprile si annuncia lunga e carica di entusiasmo, nella quale il drone-elicottero Ingenuity affrontera’ il suo primo test di volo, il primo del genere mai affrontato su un pianeta diverso dalla Terra. Un avvenimento epocale e che potrebbe avere conseguenze importanti sulla futura esplorazione di Marte. Non per niente a bordo di Ingenuity c’e’ un pezzetto di tessuto dell’ala del primo aereo dei fratelli Wright. Il test e’ attualmente previsto dalla Nasa alle 12,30 ora di Marte, vale a dire alle 04:54 italiane di lunedi’ mattina. Il test prevede che Ingenuity si sollevi a tre metri dal suolo marziano per circa 30 secondi e i dati sono attesi dal centro di controllo del Jet Propulsion Laboratory (Jpl) della Nasa intorno alle 10.15 italiane di lunedi’ mattina.

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Dita e viso, il futuro della sicurezza senza password

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Intel ha istituto il World Password Day nel 2013. Ogni primo giovedì di maggio, da quell’anno, si ricorda l’importanza delle chiavi alfanumeriche, numeri e parole, per proteggere le nostre vite digitali. Una giornata che potrebbe presto essere un ricordo, con la dismissione delle password tradizionali a favore di metodi più sicuri. Non a caso, l’azienda di sicurezza Sophos vorrebbe ribattezzare l’iniziativa come “Giornata mondiale della password e dell’autenticazione a più fattori”. Per gli esperti del Clusit, l’Associazione Italiana per la Sicurezza Informatica, alle password resta poco da dire: la biometria, ossia la scansione di polpastrelli e del viso, su smartphone, tablet ma anche computer, è l’unica via percorribile per difendere i dati dai criminali informatici.

“Le tecnologie attualmente disponibili consentono di implementare sistemi di protezione decisamente più efficaci rispetto alle sequenze di numeri, lettere e caratteri speciali che, moltiplicate per le decine di servizi digitali che ognuno di noi utilizza, sono oggettivamente impossibili da memorizzare, oltre che facilmente rintracciabili dai cyber criminali” afferma Alessio Pennasilico del Comitato Scientifico del Clusit. La sicurezza digitale può essere oggi garantita, per il Clusit, soltanto da tecnologie moderne di protezione degli account. Tra queste, l’autenticazione multi-fattore, che richiede una doppia validazione, oltre alla password, per verificare l’identità e ottenere il via libera per l’uso di un account, una rete o un’applicazione. Un esempio è la ricezione di un codice temporaneo che arriva sul proprio numero di cellulare.

Oppure i sistemi biometrici, che includono la mappatura delle impronte digitali, il riconoscimento facciale e la scansione della retina, e da altre tecnologie cosiddette “passwordless”, più sicure e meno attaccabili. Dello stesso parere è l’azienda di cybersecurity Kaspersky, che ha ricordato come, negli ultimi mesi a livello globale, quasi otto piccole e medie imprese su dieci (76% delle intervistate) siano cadute sotto i colpi degli hacker spesso a causa di password deboli e ripetute. Il 34% delle Pmi ha riportato fughe di dati riservati, il 23% danni alla reputazione e il 20% perdita di fiducia dei clienti. Circa il 9% ha dovuto sospendere le proprie attività. Per chi usa ancora la combinazione di lettere e numeri, i consigli sembrano ovvi ma ancora necessari: “Non scrivere le password su quaderni o foglietti adesivi” spiegano dalla società di sicurezza Trend Micro “ed evitare nomi e date di nascita. Per noi sono facili da ricordare ma semplificano la vita ai ladri di informazioni digitali”.

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Media, ‘Apple intensifica le trattative con OpenAI’

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Le trattative fra Apple e OpenAI si intensificano dopo mesi di contatti ai minimi. Pur restando in trattative con Google per un possibile uso della sua chatbot Gemini, Cupertino ha iniziato a discutere con OpenAI i termini per un possibile accordo per integrare le sue funzionalità di intelligenza artificiale in iOS18, il prossimo sistema operativo dell’iPhone. Lo riporta l’agenzia Bloomberg citando alcune fonti, secondo le quali Apple non ha ancora deciso con chi collaborerà.

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Apple potrebbe lanciare in autunno l’IA su iPhone

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È ancora una volta Mark Gurman a fornire nuovi dettagli sui progetti di intelligenza artificiale di Apple. Secondo l’informatore di Bloomberg, ed esperto della Mela, il colosso americano starebbe lavorando ad un’IA per iPhone, da lanciare in autunno insieme all’aggiornamento del sistema operativo iOs 18, che mette al centro la privacy degli utenti. Il riferimento è ad un software che non userebbe la connessione internet per rispondere alle domande degli utilizzatori. Il grosso del lavoro sarebbe dunque svolto direttamente sul dispositivo, grazie al database su cui poggerebbe il cosiddetto Llm, large language model.

Anche i concorrenti, da ChatGpt a Copilot e Gemini di Google possono contare sull’archivio di informazioni a disposizione, con la differenza di incrociare dati da internet per fornire risposte più precise e aggiornate. Secondo Gurman, la scelta di Apple porterebbe ad un chatbot con un potenziale minore rispetto a quelli che si connettono al web, e per questo, la compagnia potrebbe colmare il gap inserendo in alcuni contesti del sistema operativo Gemini. Proprio un mese fa, era balzata in rete la notizia di un accordo tra Apple e Google per l’integrazione dell’IA di quest’ultima sugli iPhone. “I principali vantaggi dell’elaborazione sul dispositivo saranno tempi di risposta più rapidi e una privacy superiore rispetto alle soluzioni basate su cloud” scrive Bloomberg. La novità è prevista per l’autunno, con la disponibilità di iOs 18 ma già il 10 giugno, giorno di apertura della conferenza degli sviluppatori Apple Wwdc 2024, sono attese anticipazioni, in modo particolare durante il keynote di apertura di Tim Cook, amministratore delegato dell’azienda.

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