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Stop cartelle primo scoglio governo, Draghi media

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La cancellazione delle vecchie cartelle esattoriali: ecco il primo scoglio su cui si infrange la “pax” nella maggioranza del governo Draghi. Su una sanatoria troppo ampia lo stesso presidente del Consiglio avrebbe espresso qualche perplessita’ ai suoi ministri. L’idea di stralciare, con una norma inserita nel decreto Sostegni, tutte le cartelle fino a 5000 euro tra il 2000 e il 2015 fa gridare Leu al “condono” e poco piace a una parte del Pd. Ma e’ imprescindibile per la Lega che porterebbe la soglia fino a 10000 euro e fa asse con Fi, Iv e un parte del M5s. Draghi avrebbe ipotizzato, spiegano alcuni ministri, un tetto attorno ai 3000 euro e si starebbe ragionando anche sulla riduzione del periodo di riferimento. Nel tentativo di arrivare a una mediazione prima del Cdm, per sminare il confronto. Anche perche’ c’e’ ancora da chiudere il non facile pacchetto della proroga del blocco dei licenziamenti. E, nonostante sia gia’ annunciato un altro scostamento per finanziare un nuovo decreto economico ad aprile, i ministri promettono di portare al tavolo del Consiglio altre proposte, come l’estensione del bonus baby sitter a chi lavora in smart working e l’aumento dei fondi al terzo settore. La vigilia del varo del decreto economico da 32 miliardi e’ segnata da qualche mugugno in maggioranza. Il ministro Daniele Franco riunisce con il collega Federico D’Inca’ i capigruppo e poi con Maria Stella Gelmini le Regioni. Fa una illustrazione (“Chiara e contabile”, dice un partecipante) dei capitoli in cui si articolano i Sostegni, ma non da’ bozze. Di qui i primi mugugni. Il tavolo di maggioranza e’ affollatissimo, una quarantina di esponenti di destra, sinistra e centro. I toni sono pacati, ma ciascuno mette a verbale un elenco di proposte tanto lungo, da rendere gia’ troppo pochi i 500 milioni che il governo vorrebbe riservare alle modifiche parlamentari. In nome della “pax” tutti rinviano allo scostamento di bilancio atteso ad aprile, tra i 15 e i 20 miliardi, per finanziare subito un altro decreto. Le risorse per risarcire le aziende, lamenta Stefano Fassina, sono “drammaticamente insufficienti”. Mentre dal fronte opposto Gaetano Quagliariello osserva che il tetto di dieci milioni di fatturato per accedere ai ristori andrebbe rimosso, “a meno che non si voglia far valere un pregiudizio culturale nei confronti del mercato”. Ma gli esponenti del centrodestra, che fino a ieri erano all’opposizione, pongono sopratutto un tema di metodo: “C’e’ troppa continuita’ con i decreti di Conte, al ministro abbiamo detto che le misure vanno condivise e non solo comunicate”, sintetizza un esponente di Fi a fine riunione. Malcontenti a parte, manca ancora una soluzione su quella che Matteo Salvini definisce la “imprescindibile” pace fiscale. E c’e’ chi non esclude che una riunione di Draghi con i ministri possa precedere il Cdm, per fare sintesi sui diversi capitoli di spesa, incluso quello della sanita’ e dei vaccini, le cui cifre sarebbero ancora ballerine. La ministra Elena Bonetti si starebbe inoltre battendo per l’estensione del bonus baby sitter ai genitori in smart working. E al Pd starebbe a cuore il tema degli aiuti, non reputati ancora sufficienti, al terzo settore. Nel confronto con gli esponenti di maggioranza pero’ Franco lascia aperti soprattutto i capitoli del lavoro, a partire del blocco dei licenziamenti, e della sanatoria fiscale: una decisione non e’ presa, avrebbe detto a piu’ riprese, se ne parlera’ in Consiglio dei ministri. Sulla proroga del blocco dei licenziamenti a giugno (ottobre per chi non goda della Cig ordinaria), una intesa di massima sarebbe in realta’ stata raggiunta. Ma resterebbe il nodo della proroga delle misure del decreto Dignita’ (caro ai Cinque stelle) per i contratti a termine e piu’ in generale dell’intreccio con la Naspi e il reddito di emergenza. Piu’ spinoso, il tema della sanatoria fiscale, tanto che in giornata circolano ipotesi – poi smentite – di rinvio del Consiglio dei ministri o di stralcio del capitolo fiscale dal dl Sostegni. Leu gia’ intima al governo di non aprire a “condoni” camuffati, esprimendo timori che emergono anche dal Pd. L’idea, dicono mediando tra le diverse posizioni esponenti come Laura Castelli del M5s e Luigi Marattin di Iv, sarebbe quella di fare pulizia dei crediti inesigibili: nessun condono. Ma a sinistra viene guardato con sospetto il possibile ritorno, sul tema, di un asse tra il Movimento e la Lega (piu’ in generale i partiti del centrodestra). I ministri in Cdm son pronti a tenere la guardia alta. Anche perche’ l’idea di una mediazione piu’ soft, con tetto a 3000 euro e la riduzione dal 2000 al 2011 (non piu’ il 2015) dei termini delle cartelle, rischia di non soddisfare i partiti di centrodestra e la loro base. Stara’ a Draghi fare una mediazione: il premier avrebbe gia’ espresso ai ministri alcune perplessita’ e la volonta’, da qui al Cdm, di approfondire.

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Napoli bello, Roma fortunata: è pari al Maradona

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– Napoli e Roma si annullano nella sfida valevole per la 34 giornata di Serie A. Al Maradona finisce 2-2 una bella sfida, accesa ed emozionante soprattutto nella ripresa: apre Dybala su rigore, Olivera e Osimhen (altro rigore) la ribaltano, poi nel finale il prezioso ritorno al gol di Abraham permette ai giallorossi di tornare a casa con un punto abbastanza importante per la corsa alla Champions League. La squadra di De Rossi sale a 59 punti restando a -4 dal Bologna, ma vede accorciare l’Atalanta che ora e’ dietro di sole due lunghezze e con una gara da recuperare. Amaro in bocca invece per gli uomini di Calzona, che scivolano a -5 dal settimo posto della Lazio.

La prima nitida occasione del match capita al 6′ in favore dei giallorossi (sara’ l’unica del primo tempo), quando da corner del solito Dybala arriva una sponda area di Mancini che pesca Pellegrini, il cui colpo di testa termina di poco alto sopra la traversa. Dopo una prima parte di gara giocata a ritmi bassi da ambo le squadre, i partenopei provano a crescere dalla mezz’ora: Osimhen tenta da posizione defilata trovando la respinta di Svilar, graziato invece poco piu’ tardi da Anguissa che sbaglia tutto a tu per tu.

Al 40′ si fa vedere Kvaratskhelia con il suo classico destro a giro, deviato in tuffo ancora da un attento Svilar, mentre a pochi istanti dal riposo un colpo di testa di Di Lorenzo sfila di poco a lato. Nella ripresa il Napoli continua nella propria produzione offensiva, ma al 56′ e’ ancora decisivo un intervento di Svilar ad evitare il possibile vantaggio di Lobotka. Passano un paio di minuti e, dall’altra parte, e’ invece la Roma a trovare l’episodio per sbloccare: Azmoun va giu’ in area a contatto con Jesus, l’arbitro fischia il penalty e Dybala lo trasforma alla perfezione nell’1-0 ospite.

Gli azzurri non ci stanno e al 64′, grazie ad un pizzico di fortuna, la pareggiano con Olivera: l’esterno calcia di mancino da fuori area, Kristensen devia e di fatto mette fuori causa Svilar che stavolta non puo’ nulla. Il match prende ritmo e i partenopei in particolare ritrovano morale, sfiorando il vantaggio al 73′ con Osimhen, che svernicia Mancini in velocita’ ma trova un miracoloso Svilar davanti a se’. Nel finale succede di tutto: Osimhen porta avanti il Napoli grazie ad un calcio di rigore fischiato dopo un contatto tra Renato Sanches e Kvaratskhelia (decisivo intervento del Var), poi all’88’ la Roma trova il nuovo pari con un colpo di testa di Abraham, che segna dopo una sponda aerea da corner di Ndicka ed esulta dopo un altro intervento del Var (gol inizialmente annullato per offside).

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Guerra Ucraina

I russi avanzano a est. Kiev, ‘la situazione peggiora’

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Il tempo stringe: le truppe di Vladimir Putin continuano ad avanzare sul fronte orientale ucraino e bombardano a tappeto il Paese in quelli che sembrano i preparativi per una nuova offensiva estiva. Kiev avverte che “la situazione è peggiorata” e non può far altro che attendere l’arrivo degli aiuti americani per frenare l’avanzata russa o meglio ancora respingerla.

“Il terrore russo è possibile solo perché abbiamo meno armi e soluzioni per proteggere la vita di quanto la Russia abbia la capacità di distruggere”, ha sintetizzato il presidente Volodymir Zelensky. “Tutti sanno quanto siano efficaci i Petriot e altri moderni sistemi di difesa aerea. Ne abbiamo bisogno qui in Ucraina. Meno il Cremlino ottiene con il terrore, più sarà interessato a trovare la pace. Dobbiamo costringere la Russia a farlo insieme”, ha ribadito. Politico ha rivelato che lo scorso dicembre il leader ucraino, incontrando lo speaker della Camera Usa, Mike Johnson, aveva sottolineato che senza l’aiuto militare Usa gli ucraini sarebbero stati in grado di reggere “fino a marzo o aprile”.

Le lancette corrono, e i russi nel frattempo da settimane strappano vittorie e avanzate, che sebbene si traducano in una manciata di chilometri potrebbero determinare le sorti del conflitto perlomeno nei prossimi mesi. Da ultimo, Mosca ha annunciato di aver preso il controllo dell’insediamento di Novobakhmutovka, nell’autoproclamata repubblica del Donetsk, a una decina di chilometri da Avdiivka. E’ la terza località a cadere in poche settimane, a cui si aggiunge una ulteriore avanzata nella regione settentrionale di Kharkiv, dove prosegue il diluvio di bombardamenti e dove Kiev è corsa ai ripari posizionando tank e pezzi d’artiglieria. Nel complesso “la situazione è peggiorata”, ha ammesso il capo delle Forze armate Oleksandr Syrsky: i russi hanno ottenuto dei “successi tattici”, non rilevanti ma significativi. Nelle ultime 24 ore, riferisce la Difesa ucraina, i russi hanno compiuto “32 attacchi missilistici, 64 aerei e 60 con i razzi Mlrs”.

Più di 110 insediamenti “nelle regioni di Chernihiv, Sumy, Kharkiv, Luhansk, Donetsk, Zaporizhzhia – dove ogni giorno si contano centinaia di colpi e attacchi con sciami di droni -, Dnipropetrovsk, Kherson e Mykolaiv hanno subito il fuoco dell’artiglieria”. Secondo fonti dell’intelligence occidentale rilanciate dai media internazionali, la strategia di Mosca punta a creare le condizioni per una nuova offensiva prevista in estate ma anche, forse soprattutto, a guadagnare posizioni proprio in vista dell’arrivo dei miliardi di dollari di aiuti militari americani, quindi Patriot, munizioni di artiglieria e sistemi anti-droni. Per questo, si sottolinea, nel breve termine i russi potrebbero strappare altro territorio a est nell’area di Avdiivka, e puntare alla conquista di Chasiv Yar, situata più a nord.

“Fra gli ucraini sta crescendo il panico al fronte”, specialmente su quello del Donbass, ha detto provocatoriamente il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov: “Occorre mantenere la pressione sul nemico”. In questo quadro Mosca, rivela ancora Politico citando gli 007 Usa, sta dislocando nuovamente sul campo di battaglia migliaia di militari mercenari inquadrati nel Gruppo Wagner di Yevgeny Prigozhin: “Un gruppo legato alla Guardia nazionale è già in Ucraina e sta subendo perdite. Altri due operano al comando dell’intelligence militare, mentre un quarto gruppo si sta riorganizzando in Africa”.

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Moto GP: duello-show con Marquez, a Jerez capolavoro di Pecco Bagnaia

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La MotoGp spettacolo e Francesco Bagnaia sono tornati. Il tutto in uno dei templi delle due ruote, come Jerez de la Frontera, grazie soprattutto ad un grandissimo e ritrovato Marc Marquez, vicino parente del pilota che un tempo sfidava alla morte un certo Valentino Rossi. Spagnolo del team Gresini che di fronte ai suoi tifosi esultanti è stato capace nel Gran Premio di Spagna di contendere la vittoria al campione del mondo della Ducati ufficiale fino all’ultima curva a suon di ‘temponi’, sorpassi e controsorpassi mozzafiato. Autentico show da cui si è sottratto quasi subito il leader del Mondiale, Jorge Martin, scivolato con la sua Ducati Pramac mentre era in testa e ferocemente in lotta con il rivale degli ultimi anni, ovvero Bagnaia. Festa sul podio anche per Marco Bezzecchi autore di una gara solida e attenta sulla sua Vr46 Racing Team. Quarto Alex Marquez davanti all’altra Ducati ufficiale di Enea Bastianini.

E così grazie alla sua bellissima vittoria in Spagna al termine di un duello epico, Bagnaia recupera 25 punti al pilota Pramac Jorge Martin, portandosi al secondo posto a -17 punti di distanza nella classifica del Mondiale. Per Pecco è la 20/a vittoria in top class (2/a quest’anno, 3/a nel GP di Jerez in top-class): eguagliato Freddie Spencer al 15° posto di tutti i tempi. Un trionfo maturato nel primo giro i cui il due volte campione del mondo è riuscito a passare dalla settima posizione fino a lottare con i primi grazie ad una bella partenza e ad un sorpasso da leggenda al primo giro.

“La cosa più importante è stato il primo giro. Il doppio sorpasso all’esterno in curva 6 è stato importantissimo – ha ricordato Pecco – Poi ho cercato di spingere davanti e Jorge ha commesso un errore frenando troppo forte. Mi sono divertito tanto nella battaglia con Marc, è stata molto bella. Ogni volta che devi lottare con lui sai di dover essere aggressivo. Mi sono divertito tanto, vedere tutto questo pubblico sul circuito è bellissimo, voglio ringraziare tutti loro”.

Felice per la sua gran gara anche Marc Marquez che lo riporta ai bei tempi in cui lottava con Rossi oggi presente a Jerez de la Frontera: “Questa è stata una gara molto importante – ha sottolineato il pilota spagnolo del Team Gresini – All’inizio ero rigido, perché ero caduto ad Austin, ero caduto ieri ed ero un po’ rigido. Con il serbatoio pieno ho perso qualche posizione, ma poi avevo la velocità per tornare sotto e per lottare con Bagnaia. La battaglia è stata molto serrata, come ai vecchi tempi, e questo è il bello delle corse. Ho cercato di passarlo all’interno, ma poi ci siamo toccati. Lui è stato davvero fortissimo negli ultimi giri. Io ho cercato di seguirlo ma lui aveva qualcosa in più. Sono felicissimo di questo podio. Non importa quello che è successo in passato, io lotterò sempre fino alla fine”.

Emblematiche le parole di Valentino Rossi dopo la super sfida vinta da Bagnaia contro il suo vecchio rivale. Dichiarazioni che oltre ad una specie di passaggio di consegne sanno tanto di definitiva consacrazione per il campione del mondo del Ducati Team Lenovo: “Una bellissima vittoria, Pecco è stato bravissimo, ha fatto capire subito che non avrebbe mollato, è stata una grande soddisfazione. Bagnaia è stato più forte di tutti – ha detto Vale – Grandissimo anche Bezzecchi. Bagnaia ci ha messo fantasia talento e un po’ di pazzia, direi che è stato perfetto. Se si può dare dieci, oggi è il caso di dargli dieci”.

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