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Covid, il contagio corre in Campania: 2.046 nuovi positivi e 36 decessi

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Resta una situazione molto difficile quella del contagio in Campania. Nella giornata di oggi si registrano 2046 nuovi casi di positività e 36 decessi.Dei casi di positività molti sono pazienti covid asintomatici per fortuna che non necessitano di cure in ospedale.   I 2.046 positivi, 420 dei qual identificati da test antigenici rapidi, su un totale di 15.260 tamponi, ci dicono che il tasso è del 13,4%. Ieri era del 12,96, il giorno precedente del 10,5. Dei 36 deceduti, 7 dei quali nelle ultime 48 ore e 29 morti in precedenza ma registrati ieri, per un totale di 4.334. Intanto, l’Asl di Caserta ha diramato, tramite i propri distretti territoriali, un alert per 27 comuni del Casertano in cui i contagi da Covid, nella settimana 22-28 febbraio, sono aumentati in modo sensibile superando il tasso di incidenza settimanale previsto dall’ultimo Dpcm (piu’ di 250 contagi ogni 100mila abitanti), tanto da poter finire nella fascia di contenimento rossa;. Si tratta per la massima parte di comuni di poche migliaia di abitanti, con l’eccezione di Maddaloni e Santa Maria Capua Vetere Per tutti i centri della fascia rossa, l’Asl raccomanda l’adozione di prescrizioni piu’ stringenti di quelle previste attualmente a livello regionale (la Campania e’ zona arancione) come la chiusura degli esercizi non essenziali o la riduzione degli orari, e la sospensione dell’attivita’ scolastica in presenza (gia’ sospesa dal presidente della Regione Vincenzo De Luca). Le misure di contenimento dovranno essere adottate dai sindaci. Si rafforzano i controlli da parte delle forze dell’ordine: stavano festeggiando un compleanno nel chiuso di un garage privato di via Grimaldi le nove persone sanzionate dai carabinieri a Casalnuovo (Napoli). Attirati dalla musica ad alto volume, i militari hanno controllato il locale e scoperto l’assembramento. Ad ognuno di loro e’ stata notificata una multa per violazione della normativa anticontagio. Non calano i contagi e il sindaco tiene chiusi i luoghi a rischio assembramento. Accade a Torre Annunziata (Napoli), dove nelle ultime 24 ore sono stati registrati 40 nuovi casi di positivita’ al Covid-19 e un decesso. E cosi’ il primo cittadino, Vincenzo Ascione, ha stabilito con un’apposita ordinanza che da domani, mercoledi’ 3 marzo, e fino al prossimo 15 marzo dalle 11 alle 22, saranno chiuse al pubblico alcune strade.
In ogni caso, quella che segue è la situazione così come descritta analiticamente dall’Unità di Crisi della Regione.
Positivi del giorno: 2.046 (di cui 420 casi identificati da test antigenici rapidi)
di cui
Asintomatici: 1.515
Sintomatici: 111
* Sintomatici e Asintomatici si riferiscono ai soli positivi al tampone molecolare
Tamponi del giorno: 15.260 (di cui 2.625 antigenici)
Totale positivi: 271.561 (di cui 6.627 antigenici)
Totale tamponi: 2.965.331 (di cui 111.845 antigenici)​
​Deceduti: 36 (*)​
Totale deceduti: 4.334
 
Guariti: 678
Totale guariti: 187.942
* 7 deceduti nelle ultime 48 ore, 29 deceduti in precedenza ma registrati ieri​
​Report posti letto su base regionale:
 
Posti letto di terapia intensiva disponibili: 656
Posti letto di terapia intensiva occupati: 133
Posti letto di degenza disponibili: 3.160 (**)
Posti letto di degenza occupati: 1.360
 
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Covid, ancora calo dei casi e dei decessi

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Continua il calo dei nuovi casi di Covid in Italia e sono in netta diminuzione i decessi. Nella settimana compresa tra il 18 e il 24 aprile 2024 – secondo il bollettino del ministero della Salute – si registrano 528 nuovi casi positivi con una variazione di -1,9% rispetto alla settimana precedente (538); 7 i deceduti con una variazione di -22,2% rispetto ai 9 della settimana precedente. Sono stati 100.622 i tamponi effettuati con una variazione di -6,4% rispetto alla settimana precedente (107.539) mentre il tasso di positività è invariato e si ferma allo 0,5%. Il tasso di occupazione in area medica al 24 aprile è pari allo 0,9% (570 ricoverati), rispetto all’1,1% (700 ricoverati) del 17 aprile. Il tasso di occupazione in terapia intensiva al 24 aprile è pari allo 0,2% (19 ricoverati), rispetto allo 0,3% (22 ricoverati) del 17 aprile.

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Influenza e Covid, attesa crescita con ritorno a scuola

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La riapertura delle scuole dopo le festività natalizie potrebbe dare un’ulteriore spinta alle infezioni respiratorie: influenza, soprattutto, ma anche Covid-19 e virus respiratorio sinciziale. È il timore espresso da più parti e confermato anche dalla Società Italiana di Pediatria. “Con il rientro dei bambini a scuola ci aspettiamo un aumento dei casi di influenza anche se – c’è da dire – durante il periodo delle vacanze non si è osservato un calo dei contagi, probabilmente per le occasioni di vita sociale durante le festività.

Inoltre, siamo nel momento del clou del virus respiratorio sinciziale”, dice Rino Agostiniani, consigliere nazionale della Società Italiana di Pediatria, che sottolinea che “è importante che i bambini che hanno sintomi influenzali rimangano a casa”. “Ho scritto al ministro della Salute con l’obiettivo di accedere un faro su una malattia che provoca, soprattutto tra i neonati, gravi patologie, anche mortali: la bronchiolite.

La Commissione europea ha autorizzato il vaccino Nirsevimab che ha già passato severissime e rigidissime misure di controllo da parte di Ema. Questo farmaco potrebbe essere uno strumento fondamentale per la lotta alla bronchiolite ed è arrivato il momento che venga adottato anche nel nostro Paese, quanto prima”, ha intanto fatto sapere Orfeo Mazzella, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari Sociali al Senato, citando il caso di una neonata di tre mese morta a fine anno probabilmente proprio a causa di questo virus.

Intanto nelle ultime due settimane, in Italia, l’influenza e le sindromi simil-influenzali hanno fatto registrare numeri da record: due milioni di persone messe a letto solo nelle ultime due settimane dell’anno, con tassi elevati soprattutto nei bambini più piccoli “che sono quelli nel corso degli ultimi anni non hanno sviluppato un patrimonio immunitario per difendersi dall’infezione”, spiega Agostiniani. Covid-19, al contrario, nell’ultima rilevazione del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità ha mostrato un lieve rallentamento.

Tuttavia, nel mondo sembra che i contagi abbiano ripreso a salire: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nelle ultime 4 settimane ci sono stati 850mila casi di Covid nel mondo, con un aumento del 52% rispetto al mese precedente. I numeri reali, tuttavia, potrebbero essere molto più alti.

“Sappiamo che in tutto il mondo le segnalazioni sono diminuite, i centri di sorveglianza sono diminuiti, i centri di vaccinazione sono stati smantellati o chiusi. Questo fornisce un quadro incompleto della situazione e purtroppo dobbiamo aspettarci più casi di quelli che abbiamo dichiarato ufficialmente”, ha detto Christian Lindmeier dell’Oms.

Che la situazione stia peggiorando si intuisce anche dai ricoveri: tra il 13 novembre e il 10 dicembre, nei Paesi che segnalano sistematicamente i dati all’Oms e che sono ormai meno di 60, sono stati registrati più di 118 mila nuovi ricoveri per Covid e più di 1.600 nuovi ricoveri in terapia intensiva, con un aumento rispettivamente del 23% e del 51%.

La ripresa dei contagi potrebbe essere legata alla nuova JN.1 del virus Sars-CoV-2. I dati che arrivano dagli Stati Uniti sembrano confermarlo. Secondo le ultime stime dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) nell’ultima settimana JN.1 è arrivata al 61,6% di prevalenza. JN.1, che ormai è dominante anche in Italia, discende dalla variante BA.2.86 (Pirola) ed è stata isolata proprio negli Stati Uniti lo scorso settembre. Per i Cdc “al momento non vi è alcuna indicazione di un aumento della gravità da JN.1”. Tuttavia, è possibile che “questa variante possa determinare un aumento delle infezioni”.

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Covid, meno ricoveri in ospedale e meno contagi

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L’indice di trasmissibilità per il Covid-19 basato sui casi con ricovero ospedaliero al 26 dicembre si conferma sotto soglia epidemica e sostanzialmente stabile con 0,75; in leggera diminuzione anche i ricoveri sia nei reparti che i terapia intensiva. Anche l’incidenza di casi Covid-19 diagnosticati e segnalati nel periodo 28 dicembre 2023-3 gennaio 2024 è in lieve diminuzione pari a 66 casi per 100.000 abitanti rispetto ai 70 della settimana precedente. Il numero di nuovi contagi segnalati è 38.736 contro i 40.988 della settimana precedente e i 60.556 della settimana ancora prima. Questo quanto emerge dall’ultimo monitoraggio del ministero della Salute-Istituto Superiore di Sanità, in cui viene spiegato che, per l’Rt, i valori potrebbero essere sottostimati “a causa di un ritardo di notifica dei ricoveri durante i giorni festivi” e per l’incidenza “in parte per una ridotta frequenza di diagnosi effettuate durante i giorni festivi”.

Per le ospedalizzazioni, al 3 gennaio l’occupazione dei posti letto in area medica risulta pari al 10,1% (6.320 ricoverati) rispetto all’11,0% rilevato al 27 dicembre 2023. In riduzione anche l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 2,8% (246 ricoverati), rispetto alla settimana precedente (3,2% al 27 dicembre 2023). I tassi di ospedalizzazione e mortalità, viene rilevato nel monitoraggio, aumentano con l’età, presentando i valori più elevati nella fascia d’età 90+ anni; anche il tasso di ricovero in terapia intensiva aumenta con l’età. L’incidenza settimanale dei casi diagnosticati e segnalati risulta in diminuzione nella maggior parte delle Regioni e Province.

L’incidenza più elevata è stata riportata nella Regione Lazio (128 casi per 100.000 abitanti) e la più bassa in Sicilia (6 casi per 100.000 abitanti). Le reinfezioni sono al 43% circa, in lieve diminuzione rispetto alla settimana precedente. Per quanto riguarda le varianti, alla data della più recente indagine rapida condotta dall’11 al 17 dicembre 2023, JN.1 (discendente di BA.2.86) è predominante, con una prevalenza nazionale stimata pari a 38,1%. Si conferma, inoltre, se pur con valori di prevalenza in diminuzione, la co-circolazione di ceppi virali ricombinanti riconducibili a XBB, ed in particolare alla variante d’interesse EG.5 (prevalenza nazionale stimata pari a 30,6%).

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