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Cronache

Carabinieri: on line il nuovo sito e l’App Meteomont

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Sono on line il nuovo sito e l’App Meteomont Carabinieri, rinnovati nei contenuti e nella grafica. Sono strumenti per il monitoraggio e la previsione di neve e valanghe a disposizione dei frequentatori della montagna innevata, istituzioni, esperti, gestori di impianti e organizzatori di competizioni sportive. Attiva anche una funzione che consente agli utenti di inserire foto. Sono stati concepiti per supportare diverse tipologie di utente: dall’escursionista con le ciaspole o a piedi, allo sciatore in pista, dallo sci-alpinista al freerider e al fondista, ai professionisti della montagna, addetti all’allertamento e ai servizi di protezione civile, guide alpine, sindaci e commissioni valanghe. Meteomont carabinieri e’ il Servizio Nazionale di Monitoraggio e Previsione Neve e Valanghe dell’Arma dei Carabinieri che fornisce informazioni meteo-nivometriche, il bollettino quotidiano di pericolo ed elabora altri supporti utili per chi frequenta e vive la montagna innevata.

La nuova app contiene anche informazioni come le regole di comportamento da tenere nell’organizzare le uscite o nell’impegnare un pendio, la bussola e l’altimetro con gps per individuare le esposizioni e le quote dei pendii piu’ critici. Numerose le novita’: dalla pubblicazione delle aree a maggior pericolo valanghe a quella dei profili stratigrafici effettuati in alta quota, dall’aggiornamento puntuale degli incidenti, alla previsione del pericolo con proiezione fino a tre giorni, aggiornata quotidianamente. Temperatura dell’aria e della neve, previsioni meteo, altezza totale del manto nevoso e della neve fresca e di quella cumulata negli ultimi giorni, nonche’ le caratteristiche superficiali del manto nevoso. Attiva anche una funzione Foto che permette agli utenti di inserire le immagini delle localita’ coperte montate visitate.

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Cronache

Telefono Azzurro,+2,5% segnalazioni di casi pedofilia

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Aumentano le richieste di aiuto per abusi sessuali su bambini che arrivano a Telefono Azzurro. Nel 2023 la linea d’ascolto del 114 Emergenza Infanzia ha registrato un aumento del 2,5% di casi gestiti rispetto all’anno precedente. Sono stati in totale 164, con una media di oltre 13 al mese. Un dato nettamente più alto rispetto ai 110 del 2018 (+49%). I numeri sono stati resi noti oggi in occasione dell’evento “La dignità dei bambini nel mondo digitale” promosso dalla Fondazione S.O.S. Telefono Azzurro ETS in collaborazione con l’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede e Fondazione Child, in vista della Giornata nazionale per la lotta alla pedofilia e alla pedopornografia. Un incontro per approfondire le conseguenze dello sfruttamento sessuale sui bambini e adolescenti, con uno sguardo rivolto al panorama internazionale e alle insidie del web. In quasi tre casi su 10 di abusi gestiti da Telefono Azzurro si tratta di situazioni che sorgono e persistono online. Nove volte su 10 i minori risultano coinvolti nel ruolo di vittime, nel 6% di autori e nel 4% in quello di testimoni. Nel 61% dei casi si tratta di bambine. Il primato delle richieste d’aiuto è del Veneto (18%), seguito da Lazio (16%) e Lombardia (16%).

“La pedofilia rappresenta una sfida per tutti noi. È al centro della nostra attenzione fin dall’inizio e abbiamo visto cambiare questo fenomeno” ha affermato il presidente della Fondazione Sos Telefono Azzurro, Ernesto Caffo. “Con l’avvento della tecnologia digitale, gli abusi hanno assunto nuove forme e si sono diffusi su scala globale” ha aggiunto, spiegando che «occorre sviluppare reti di relazione, servono sinergie trasversali». Si stima che circa un bambino su cinque in Europa sia vittima di qualche forma di violenza sessuale e che in circa l’80% dei casi ad abusare è qualcuno che il bambino conosce. Anche l’adescamento di minori a fini sessuali è in crescita a livello mondiale. Dai dati della National Society for the Prevention of Cruelty to Children (NSPCC) emerge che negli ultimi quattro anni sono aumentati dell’80% i crimini di grooming online.

“Nel 2023 viene registrato il record di immagini con abusi sessuali a danni di bambine e bambini. C’è un problema che, nonostante tutti gli sforzi, non si riesce a fermare” ha sottolineato Maria Teresa Bellucci, vice ministro del Lavoro e delle politiche sociali. “Dobbiamo fare sempre meglio. Lo Stato deve esserci” ha aggiunto Bellucci, assicurando: “mai più zone franche della violenza”. Mentre il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, in un messaggio, ha confermato “l’impegno trasversale delle istituzioni a rendere la rete un luogo maggiormente sicuro in cui i minori possano navigare in modo protetto”. Sulla stessa scia la ministra per le Disabilità Alessandra Locatelli: “È importante – ha detto – tenere alta l’attenzione e continuare a lavorare per la prevenzione e per sensibilizzare i minori e le loro famiglie sui rischi a cui sono esposti in rete”. Secondo la ministra della Famiglia Eugenia Roccella, invece, serve “una riflessione alta e approfondita sulle nuove tecnologie, sulle ricadute etiche e antropologiche che hanno e avranno nella nostra vita”.

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Cronache

Falsi vaccini covid, decine tra condanne e rinvii

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C’è anche Alberto Ferrero, consigliere comunale e coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia, tra le persone che sono state condannate a Ravenna per falso in concorso per le false vaccinazioni Covid. Ferrero (condannato a nove mesi, pensa sospesa) risultava infatti fra le persone imputate che si erano rivolte al medico Mauro Passarini per una vaccinazione fasulla per ottenere il Green pass. L’udienza preliminare sulle decine di green pass fasulli scoperti, a partire da una verifica della polizia, in un ambulatorio di Marina di Ravenna dove operava il medico Mauro Passarini, Si è chiusa davanti al Gup Andrea Galanti: delle 226 persone imputate per falso in concorso con il medico che le aveva vaccinate, 24 sono state condannate in abbreviato a pene tra gli 8 e i 12 mesi; 98 sono state rinviate a giudizio (il processo partirà a fine gennaio); 17 sono state prosciolte e le altre hanno scelto di patteggiare pene più lievi.

Secondo quanto emerso, e in larga parte confermato dal medico, le iniezioni del vaccino contro il covid19 a molti degli indagati, non erano state fatte oppure erano state fatte in maniera estremamente diluita. Il principale indagato, il 67enne medico di base e ginecologo Mauro Passarini, originario di Bologna ma da tempo residente a Marina di Ravenna, in passato aveva già patteggiato due anni per falso; peculato per via della contestata appropriazione di fiale Pfizer; ed evasione per avere parlato il 17 novembre 2021 a un giornalista uscendo di casa mentre si trovava ai domiciliari. La corruzione, contestatagli inizialmente e che avrebbe fatto lievitare la pena, era invece stata esclusa.

Per lui l’arresto era arrivato il 10 novembre 2021: dopo qualche giorno di cella era andato ai domiciliari per infine tornare completamente libero. La condanna più alta (un anno, pena sospesa) è stata inflitta al guaritore di Padova a cui Passarini si era in passato avvicinato e che per l’accusa avrebbe fatto da collettore tra il vaccinatore e diversi no vax di città del nord Italia. L’indagine della squadra Mobile ravennate – coordinata dal Pm Angela Scorza – era partita da una vaccinazione fasulla su una minore accompagnata apposta a Marina di Ravenna dal padre da Belluno: era stata la madre della ragazzina a presentare il primo esposto. Le perquisizioni avevano poi portato al sequestro a Passarini di 13 fiale Pfizer ormai compromesse perché abbandonate a temperatura ambiente. Tra gli imputati figurano anche alcuni infermieri e medici dell’Ausl Romagna (che si è costituita parte civile) i quali hanno perlopiù scelto di difendersi in dibattimento.

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Ambiente

Sulle spiagge italiane 705 rifiuti ogni 100 metri

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Settecentocinque rifiuti ogni 100 metri di spiaggia, il 79% di plastica: bottiglie e tappi, sigarette, stoviglie monouso e anche reti da pesca. Sugli arenili si trova di tutto. Lo rivela l’indagine “Beach litter” di Legambiente, basata sul monitoraggio di 33 lidi in 12 regioni italiane. Gli attivisti dell’associazione ambientalista hanno contato 23.259 pezzi di spazzatura su 179.000 metri quadri di spiagge. Tra i rifiuti rinvenuti, quasi la metà (il 40,2%) appartiene a cinque tipologie di oggetti. In pole position ci sono i mozziconi di sigarette: 101 ogni 100 metri.

A seguire pezzi di plastica, tappi e coperchi, ma anche materiale da costruzione. Quinta posizione invece per le intramontabili stoviglie usa e getta, nonostante la direttiva europea che bandisce prodotti in plastica monouso (Single use plastics, Sup) sia in vigore in Italia dal 2022. I prodotti in Sup insieme a reti e attrezzi da pesca e acquacoltura rappresentano ancora il 56,3% del totale dei rifiuti monitorati. Un andamento che negli ultimi anni non ha mostrato segni di riduzione importanti, rappresentando in media circa il 50% del totale. Un dato che preoccupa l’associazione. La plastica, si legge ancora nel rapporto, è onnipresente sulle nostre spiagge, con quasi l’80% degli oggetti recuperati.

Tra i prodotti monouso, quasi tutti appartengono al gruppo di reti e attrezzi da pesca e acquacoltura abbandonati: i volontari ne hanno contati 4.589. Bottiglie e recipienti sono il 20% della plastica sulle nostre spiagge. Su 100 rifiuti, 4 sono sacchetti e altrettanti sono contenitori per alimenti. I bicchieri, invece, sono 3 ogni 100. Non mancano poi i cotton fioc, il 3% dei rifiuti in plastica, seguiti da cannucce e agitatori per cocktail (il 2%).

Secondo l’indicatore che definisce la pulizia delle spiagge, il Clean coast index, solo il 6,6% dei 33 lidi italiani ha una valutazione particolarmente negativa, pari a “spiaggia sporca” o “molto sporca”. Un dato in miglioramento, ma che non fa fermare l’allarme inquinamento dei nostri mari. Dal 10 al 12 maggio i volontari di Legambiente torneranno sulle spiagge italiane per pulirle dai rifiuti. Un appuntamento annuale che prende il nome di “Spiagge e Fondali Puliti”. La tre giorni nazionale si aprirà a Napoli. Poi ci saranno una serie di incontri in tutto lo stivale, da Cagliari a Bari e Maratea, passando anche da Messina e Genova. Negli stessi giorni Legambiente organizza anche una versione internazionale dell’evento, “Clean up the med”, in 12 Paesi del Mediterraneo.

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