Collegati con noi

Cronache

Il Csm “assolve” Maresca e Di Matteo “condanna” l’ipocrisia dei magistrati detrattori

Pubblicato

del

Il pm anticamorra Catello Maresca ha “pieno diritto di candidarsi” alle amministrative in Campania e alle elezioni per il sindaco di Napoli, città nella quale esercita le sue funzioni di magistrato, come sostituto procuratore generale. E i contatti che ha avuto con personalità politiche per valutare la sua discesa in campo, non sono “illeciti” nè tali da pregiudicare la sua “indipendenza e imparzialità”. Lo sancisce il plenum del Csm, che con questa motivazione archivia il fascicolo sul magistrato, aperto dopo una segnalazione del Pg di Napoli Luigi Riello, per verificare se vi fossero gli estremi per l’avvio di una procedura di trasferimento d’ufficio per incompatibilità ambientale, anche alla luce delle “critiche pubbliche” rivolte da Maresca al governatore della Campania per la gestione dell’emergenza Covid.

Il Csm.

La decisione, al termine di un dibattito lungo e acceso, spacca pero’ i consiglieri: 12 i voti a favore, 9 i contrari, e un’astensione, dopo la bocciatura sul filo di lana della richiesta di un ritorno in Commissione della pratica per ascoltare Riello e il presidente dell’Ordine degli avvocati. Il diretto interessato, Maresca, non commenta le decisioni del CSm. Si limita a dire che “ha rispetto sacro per le istituzioni” e che la toga è la sua “seconda pelle”. Chi invece parla in politichese e non  ha un grande rispetto per la Costituzione e per le decisioni del Csm è il Pg di Napoli, Riello, che in maniera scorretta istituzionalmente, prima del voto del Csm, fa sapere attraverso i giornalisti che lui è contrario “ai treni andata e ritorno tra magistratura e politica, con i pm super-star che frequentano i talk-show. Un magistrato non puo’ candidarsi nel luogo dove esercita l’azione inquirente”. Potrebbe anche essere un discorso serio quello di Riello, ma avrebbe dovuto farlo in altri giorni e in altri luoghi istituzionali, certamente non con uno show davanti ai giornalisti in conferenza stampa dove avrebbe dovuto parlare dell’anno giudiziario. Ma Riello, se crede nelle cose che dice, e se non aspira a fare anche lui il politico, potrà portare avanti queste sue tesi proprio negli organismi istituzionali dell’ordine giudiziario. Al momento dovrebbe arrendersi all’idea che esiste una Costituzione che non proibisce ai magistrati di candidarsi e non c’è alcuna legge che limita i diritti politici dei magistrati. Insomma, Riello che è persona seria ed equilibrata non deve confondersi con quei magistrati della sinistra giustizialista italiana che s’inquietano solo quando si occupano delle cose di chi non è loro amico. Sono quelli che seguono una sola regola,  quella che le regole si interpretano per gli amici e si applicano agli altri. Non  parliamo di Giuseppe Cascini, ovviamente. Il magistrato che per 4 anni è stato assieme a Luca Palamara ai vertici dell’Anm e che si è visto dedicare una parte del libro del suo ex amico indagato a Perugia per corruzione. Nel libro di Palamara non ne se fuori una bella figura di Cascini. Anzi, diciamo che Palamara dipinge tutto fuorché un magistrato integerrimo. Ma siccome noi pensiamo che Cascini sia persona perbene fino a prova contrario, non temiamo conto dei veleni di Palamara. Intanto, Cascini, sulla base delle cose che scrive Palamara, si è visto notificare un documento di 27 magistrati che chiedono la sua testa o la sua smentita delle propalazioni di Palamara. Vedremo. Tornando a quello che alcuni hanno voluto far diventare un caso Maresca, la bolla enorme creata ad arte s’è sgonfiata.

Luca Palamara e Giuseppe Cascini. Per anni presidente e segretario dell’Anm

“La possibile candidatura di Maresca e la vicinanza all’uno o all’altro degli schieramenti politici ha destato imbarazzo nella collettività” ha detto tale Elisabetta Chinaglia, un magistrato di una corrente politica,  Area, che anche in Commissione si era schierata contro l’archiviazione. “Il Csm sta commettendo un grave errore, affermando il principio che il magistrato è libero di fare campagna elettorale nel territorio in cui lavora” si è inquietato ed infervorato un altro esponente di Area, corrente politica di sinistra della magistratura, Giuseppe Cascini.

Nino Di Matteo. Il magistrato della Trattativa Stato-mafia

A loro ha replicato Nino Di Matteo, il Pm della trattativa Stato-Mafia. Li ha invitati a non cadere “nell’ipocrisia di fondo di prospettare che le commistioni tra magistratura e politica si realizzino con la candidatura a una carica politica”. In ogni caso qui “non c’è nessuna commistione. Il pg di Napoli non ha segnalato nessun procedimento che riguardi amministratori locali o politici, assegnato a Maresca, nè vi sono segnalazioni su impropri comportamenti” del pm napoletano. Insomma Di Matteo ha toccato il nervo scoperto delle ipocrisie dei togati. Di certi giudici politicizzati che hanno sempre vissuto a braccetto con i politici ed hanno fatto incetta di incarichi politici ma che vogliono fare pure la morale a quelli che invece osservano lo spirito e la lettera di leggi e Costituzione.

Advertisement

Cronache

A New York si commemorano Giovanni Falcone e Paolo Borsellino

Pubblicato

del

Una giornata speciale per i ragazzi delle medie e delle superiori per commemorare due simboli della lotta alla mafia: Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, nel triste anniversario della Strage di Capaci. L’appuntamento si è svolto presso la Scuola d’Italia di New York Guglielmo Marconi, guidata da Michael Cascianelli. Giovanni Falcone e Paolo Borsellino non sono solamente nomi nella storia italiana, ma incarnano valori di coraggio, integrità e impegno civico. Per far comprendere appieno il significato di queste figure agli studenti della Scuola d’Italia Guglielmo Marconi, è stato organizzato un incontro con due esperti del campo: il Professore Antonio Nicaso e il Professore Rosario G. Scalia.

Il Professore Nicaso, storico delle mafie e autore di varie opere sull’argomento, ha condiviso con gli studenti la sua vasta esperienza e aneddoti privati, invitandoli a guardare al futuro con ambizioni elevate e a non scendere mai a compromessi di fronte alle mafie. L’incontro è stato condotto dal Professore Scalia, professore del dipartimento di Italiano alla Rutgers – State University of New Jersey, che ha moderato l’evento e ha portato anche una testimonianza personale, ricordando la sua infanzia a Catania e l’ombra costante della mafia che aleggiava sulla città. Ha evidenziato come frasi dette dai genitori come “stai tranquillo che i mafiosi si uccidono solo tra loro” per tranquillizzare i propri figli, o “ci si uccide solo al sud” o “solo in Italia” abbiano contribuito a creare una distanza emotiva e fisica dalle persone nei confronti della mafia. Ha invitato gli studenti a non voltare le spalle alla realtà, ma ad affrontarla con coraggio e determinazione, senza mai fare un passo indietro.

L’incontro, coordinato dalla Professoressa Cristiana Grassi, ha suscitato grande interesse e partecipazione da parte degli studenti, dimostrando l’importanza di educare le giovani menti alla consapevolezza civica e alla lotta contro ogni forma di criminalità. La morte di Falcone e Borsellino ha avuto un impatto profondo non solo in Italia, ma anche oltre confine. Negli Stati Uniti, Giovanni Falcone è ricordato come un eroe, anche dall’FBI. Una statua eretta a Quantico, sede dell’FBI, testimonia il rispetto e l’ammirazione che gli americani nutrono per il giudice italiano. La relazione tra Stati Uniti e Falcone si consolidò durante il celebre caso “Pizza Connection” durante gli anni del Maxiprocesso di Palermo. Oggi, la collaborazione tra Italia e Stati Uniti nel campo della lotta alla criminalità organizzata prosegue su queste solide basi, dimostrando che l’eredità di Falcone e Borsellino continua a essere una fonte di ispirazione nel cammino verso una giustizia globale e una cooperazione internazionale più stretta.

Continua a leggere

Cronache

Carabinieri: prima confisca e conversione in euro di monete digitali sottratte a napoletani

Pubblicato

del

La Sezione Criptovalute del Comando Carabinieri Antifalsificazione Monetaria ha completato con successo la prima operazione di conversione in euro di beni confiscati in monete digitali. L’attività è conseguente al sequestro di Bitcoin e Monero, per un controvalore di circa 11mila euro, avvenuto a gennaio 2023, quando la Prima Sezione Operativa di Roma e la Sezione Criptovalute hanno eseguito otto misure cautelari nei confronti di individui, tutti residenti a Napoli, sospettati di appartenere ad un gruppo criminale dedito alla contraffazione valutaria. Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Napoli e condotte con la collaborazione di Eurojust ed Europol, fanno parte di un ampio contesto investigativo iniziato nel 2018, mirato a smantellare una rete di distribuzione di banconote contraffatte attraverso il Darkweb, canali Telegram e il trasferimento di criptovalute come Bitcoin e Monero su wallet dedicati. Lo rende noto un comunicato dell’Arma.

“Nel corso delle operazioni le criptovalute sequestrate – in particolare Monero e Bitcoin, spiega la nota – erano state trasferite dalla Sezione Criptovalute su portafogli dedicati, attraverso l’uso di tecniche e software sviluppati direttamente dal Reparto Specializzato dell’Arma che consentono la creazione dei wallet garantendo, oltre ad una elevata sicurezza, anche una gestione particolare delle chiavi private e/o seed phrase. L’approccio utilizzato dalla Sezione Criptovalute assicura che nessun singolo operatore possieda la conoscenza completa della chiave privata, eliminando così un punto critico di vulnerabilità e aumentando significativamente la protezione contro gli attacchi informatici”.

“Le criptovalute, oggetto di sequestro, sono state confiscate con decreto emesso dall’Autorità Giudiziaria di Napoli la quale – prosegue la nota – ha disposto la conversione e il trasferimento al Fondo Unico di Giustizia. Pertanto, i Carabinieri della Sezione Criptovalute unitamente a personale dell’Exchange italiano Young Platform nominato appositamente ausiliario di polizia giudiziaria per procedere alla conversione, hanno provveduto al trasferimento e cambio in euro per il successivo deposito al Fug delle somme oggetto della confisca”. “La peculiarità di questa operazione non risiede solo nel suo successo e nella sua natura pionieristica, ma anche nel modo in cui dimostra l’efficacia dell’Arma dei Carabinieri nello svolgere operazioni altamente specializzate anche con le nuove tecnologie finanziarie. L’Arma dei Carabinieri, sempre attenta e vigile nelle indagini sul sensibile tema del Cybercrime, ha svolto recentemente il primo corso di perquisizione e sequestri di valute digitali presso l’Istituto Superiore Tecniche Investigative di Velletri, con il quale ha formato 25 operatori già specializzati in indagini telematiche”, conclude la nota.

Continua a leggere

Cronache

Reddito cittadinanza, presi altri 63 beneficiari e denunciati per truffa

Pubblicato

del

Sono 63 le persone che in provincia di Foggia sono state denunciate per aver indebitamente conseguito il reddito di cittadinanza, per un ammontare complessivo di 691 mila euro. Tra quelle individuate dai finanzieri del comando provinciale di Foggia negli ultimi due mesi ci sono i componenti di un intero nucleo familiare, che vive sul Gargano, e che avrebbero presentato istanze per ottenere il reddito di cittadinanza, allegando una dichiarazione sostitutiva mancante dell’indicazione dell’esatta composizione del nucleo familiare, che ha consentito loro di ricevere indebitamente oltre 21.400 euro. I controlli hanno interessato tutto il territorio provinciale, in particolare Cerignola, San Severo, Vieste e San Nicandro Garganico. I 63 beneficiari sono stati segnalati alla direzione provinciale Inps per la sospensione del sussidio. Numerose le irregolarita’ riscontrate dalle Fiamme gialle: dalla mancanza del requisito della residenza effettiva nel territorio nazionale alle mendaci dichiarazioni inerenti alla composizione del nucleo familiare, dall’omessa dichiarazione dello svolgimento di attivita’ lavorative, in diversi casi anche esercitate in nero, alla perdita del diritto al beneficio in conseguenza dello stato di detenzione.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto