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Coronavirus, il contagio in Campania: 1.734 positivi su 20.458 tamponi, crescono i ricoveri

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Cresce in maniera lenta ma progressiva, in Campania, il rapporto positivi-tamponi, oggi all’8,47% contro l’8,17 di ieri e il 7,75 %di due giorni fa. Un dato che comunque, nonostante gli incrementi, resta ben al di sotto della media nazionale, oggi al 14,1 per cento. Si allenta la pressione sulle terapie intensive (104 i posti occupati, contro i 113 del bollettino di ieri) mentre si registrano 20 nuove vittime, di cui 17 risalenti ai giorni scorsi e censite solo ora. Il bollettino odierno dell’unita’ di crisi segnala la ripresa significativa del numero dei tamponi (ben 20.458 quelli di ieri) con 1.734 nuovi positivi di cui 203 sintomatici. In questo quadro procede la campagna di vaccinazione per gli operatori sanitari. Anche oggi, malgrado il giorno festivo, le operazioni sono andate avanti per medici, infermieri e oss; da domani si inizia anche nei policlinici universitari Luigi Vanvitelli e Federico II di Napoli dove la campagna includera’ studenti e specializzandi, un modo per diffondere la cultura della vaccinazione. Al Cotugno box aperti per tutta la mattinata e vaccinazione per 96 tra medici, infermieri e operatori sociosanitari dell’Azienda dei Colli e del Pascale, mentre ieri la prima giornata aveva visto 102 vaccinazioni. Tutto prosegue come da programma e domani i tempi di somministrazione si allungheranno al pomeriggio coprendo 192 prenotati. Sono 126 i sanitari vaccinati oggi al Cardarelli che nella prima giornata, il 31 dicembre, ne aveva vaccinati 72. L’ospedale fornisce anche una suddivisione per eta’ dei medici e infermieri vaccinati: nella prima giornata sono stati sottoposti alla somministrazione della fiala 21 tra i 20 e i 29 anni, 18 tra i 30 e i 39 anni, 15 per la fascia d’eta’ 40-45 e altrettanti per la fascia 50-59, mentre tre avevano tra i 60 e i 69 anni. Anche l’Asl Napoli 1 procede all’Ospedale del Mare dove oggi sono stati vaccinati 87 medici e infermieri, sommati ai 104 di ieri. Sul versante della politica sanitaria fa rumore la lettera firmata da 175 tra primari e dirigenti di Ospedale del Mare, Ospedale San Paolo, Pellegrini, Cardarelli, Monaldi, Cotugno, Cto, Santobono a Napoli, del Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli (Na), di Ischia, Giugliano, Frattamaggiore (Na) del San Giovanni di Dio e del Ruggi d’Aragona di Salerno, dell’Asl Salerno 1, del Rummo di Benevento, dell’Ospedale di Avellino. Motivo: dire basta alle “aggressioni mediatiche” cui a loro avviso la Campania viene sottoposta da settimane. “Nessuno nasconde – prosegue il documento – criticita’ legate alla gravita’ della situazione pandemica generale, contrastata con grande efficacia in Campania come dimostrano tutti i numeri nazionali e regionali”, ma in ogni caso gli ospedali campani stanno assicurando “elevati standard di qualita’”. I firmatari infine solidarizzano con il governatore Vincenzo De Luca, per “l’ingeneroso attacco subito dopo aver guidato l’inizio del vax day sottoponendosi alla vaccinazione anti Covid”. (

 

Questo il bollettino dell’Unità di crisi della Regione Campania di oggi:

Positivi del giorno: 1.734
di cui:
Asintomatici: 1.531
Sintomatici: 203
Tamponi del giorno: 20.458

Totale positivi: 191.407
Totale tamponi: 2.055.822

​Deceduti: 20 (*)
Totale deceduti: 2.864

Guariti: 641
Totale guariti: 110.215

* 3 deceduti nelle ultime 48 ore e 17 deceduti in precedenza ma registrati​ ieri​

​Report posti letto su base regionale:

Posti letto di terapia intensiva disponibili: 656
Posti letto di terapia intensiva occupati: 104
Posti letto di degenza disponibili: 3.160 (**)
Posti letto di degenza occupati: 1.359

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Covid, ancora calo dei casi e dei decessi

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Continua il calo dei nuovi casi di Covid in Italia e sono in netta diminuzione i decessi. Nella settimana compresa tra il 18 e il 24 aprile 2024 – secondo il bollettino del ministero della Salute – si registrano 528 nuovi casi positivi con una variazione di -1,9% rispetto alla settimana precedente (538); 7 i deceduti con una variazione di -22,2% rispetto ai 9 della settimana precedente. Sono stati 100.622 i tamponi effettuati con una variazione di -6,4% rispetto alla settimana precedente (107.539) mentre il tasso di positività è invariato e si ferma allo 0,5%. Il tasso di occupazione in area medica al 24 aprile è pari allo 0,9% (570 ricoverati), rispetto all’1,1% (700 ricoverati) del 17 aprile. Il tasso di occupazione in terapia intensiva al 24 aprile è pari allo 0,2% (19 ricoverati), rispetto allo 0,3% (22 ricoverati) del 17 aprile.

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Influenza e Covid, attesa crescita con ritorno a scuola

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La riapertura delle scuole dopo le festività natalizie potrebbe dare un’ulteriore spinta alle infezioni respiratorie: influenza, soprattutto, ma anche Covid-19 e virus respiratorio sinciziale. È il timore espresso da più parti e confermato anche dalla Società Italiana di Pediatria. “Con il rientro dei bambini a scuola ci aspettiamo un aumento dei casi di influenza anche se – c’è da dire – durante il periodo delle vacanze non si è osservato un calo dei contagi, probabilmente per le occasioni di vita sociale durante le festività.

Inoltre, siamo nel momento del clou del virus respiratorio sinciziale”, dice Rino Agostiniani, consigliere nazionale della Società Italiana di Pediatria, che sottolinea che “è importante che i bambini che hanno sintomi influenzali rimangano a casa”. “Ho scritto al ministro della Salute con l’obiettivo di accedere un faro su una malattia che provoca, soprattutto tra i neonati, gravi patologie, anche mortali: la bronchiolite.

La Commissione europea ha autorizzato il vaccino Nirsevimab che ha già passato severissime e rigidissime misure di controllo da parte di Ema. Questo farmaco potrebbe essere uno strumento fondamentale per la lotta alla bronchiolite ed è arrivato il momento che venga adottato anche nel nostro Paese, quanto prima”, ha intanto fatto sapere Orfeo Mazzella, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari Sociali al Senato, citando il caso di una neonata di tre mese morta a fine anno probabilmente proprio a causa di questo virus.

Intanto nelle ultime due settimane, in Italia, l’influenza e le sindromi simil-influenzali hanno fatto registrare numeri da record: due milioni di persone messe a letto solo nelle ultime due settimane dell’anno, con tassi elevati soprattutto nei bambini più piccoli “che sono quelli nel corso degli ultimi anni non hanno sviluppato un patrimonio immunitario per difendersi dall’infezione”, spiega Agostiniani. Covid-19, al contrario, nell’ultima rilevazione del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità ha mostrato un lieve rallentamento.

Tuttavia, nel mondo sembra che i contagi abbiano ripreso a salire: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nelle ultime 4 settimane ci sono stati 850mila casi di Covid nel mondo, con un aumento del 52% rispetto al mese precedente. I numeri reali, tuttavia, potrebbero essere molto più alti.

“Sappiamo che in tutto il mondo le segnalazioni sono diminuite, i centri di sorveglianza sono diminuiti, i centri di vaccinazione sono stati smantellati o chiusi. Questo fornisce un quadro incompleto della situazione e purtroppo dobbiamo aspettarci più casi di quelli che abbiamo dichiarato ufficialmente”, ha detto Christian Lindmeier dell’Oms.

Che la situazione stia peggiorando si intuisce anche dai ricoveri: tra il 13 novembre e il 10 dicembre, nei Paesi che segnalano sistematicamente i dati all’Oms e che sono ormai meno di 60, sono stati registrati più di 118 mila nuovi ricoveri per Covid e più di 1.600 nuovi ricoveri in terapia intensiva, con un aumento rispettivamente del 23% e del 51%.

La ripresa dei contagi potrebbe essere legata alla nuova JN.1 del virus Sars-CoV-2. I dati che arrivano dagli Stati Uniti sembrano confermarlo. Secondo le ultime stime dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) nell’ultima settimana JN.1 è arrivata al 61,6% di prevalenza. JN.1, che ormai è dominante anche in Italia, discende dalla variante BA.2.86 (Pirola) ed è stata isolata proprio negli Stati Uniti lo scorso settembre. Per i Cdc “al momento non vi è alcuna indicazione di un aumento della gravità da JN.1”. Tuttavia, è possibile che “questa variante possa determinare un aumento delle infezioni”.

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Covid, meno ricoveri in ospedale e meno contagi

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L’indice di trasmissibilità per il Covid-19 basato sui casi con ricovero ospedaliero al 26 dicembre si conferma sotto soglia epidemica e sostanzialmente stabile con 0,75; in leggera diminuzione anche i ricoveri sia nei reparti che i terapia intensiva. Anche l’incidenza di casi Covid-19 diagnosticati e segnalati nel periodo 28 dicembre 2023-3 gennaio 2024 è in lieve diminuzione pari a 66 casi per 100.000 abitanti rispetto ai 70 della settimana precedente. Il numero di nuovi contagi segnalati è 38.736 contro i 40.988 della settimana precedente e i 60.556 della settimana ancora prima. Questo quanto emerge dall’ultimo monitoraggio del ministero della Salute-Istituto Superiore di Sanità, in cui viene spiegato che, per l’Rt, i valori potrebbero essere sottostimati “a causa di un ritardo di notifica dei ricoveri durante i giorni festivi” e per l’incidenza “in parte per una ridotta frequenza di diagnosi effettuate durante i giorni festivi”.

Per le ospedalizzazioni, al 3 gennaio l’occupazione dei posti letto in area medica risulta pari al 10,1% (6.320 ricoverati) rispetto all’11,0% rilevato al 27 dicembre 2023. In riduzione anche l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 2,8% (246 ricoverati), rispetto alla settimana precedente (3,2% al 27 dicembre 2023). I tassi di ospedalizzazione e mortalità, viene rilevato nel monitoraggio, aumentano con l’età, presentando i valori più elevati nella fascia d’età 90+ anni; anche il tasso di ricovero in terapia intensiva aumenta con l’età. L’incidenza settimanale dei casi diagnosticati e segnalati risulta in diminuzione nella maggior parte delle Regioni e Province.

L’incidenza più elevata è stata riportata nella Regione Lazio (128 casi per 100.000 abitanti) e la più bassa in Sicilia (6 casi per 100.000 abitanti). Le reinfezioni sono al 43% circa, in lieve diminuzione rispetto alla settimana precedente. Per quanto riguarda le varianti, alla data della più recente indagine rapida condotta dall’11 al 17 dicembre 2023, JN.1 (discendente di BA.2.86) è predominante, con una prevalenza nazionale stimata pari a 38,1%. Si conferma, inoltre, se pur con valori di prevalenza in diminuzione, la co-circolazione di ceppi virali ricombinanti riconducibili a XBB, ed in particolare alla variante d’interesse EG.5 (prevalenza nazionale stimata pari a 30,6%).

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