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Corona Virus

Italia in lockdown se non scendono i contagi

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Una manciata di giorni per attendere gli effetti delle misure del Dpcm. Solo dopo il premier Giuseppe Conte valutera’ se, anche in Italia, sara’ il tempo del lockdown. Nel giorni in cui Emmanuel Macron e Angela Merkel corrono i ripari “sbarrando” Francia e Germania il capo del governo, forte di una curva dei contagi non sui livelli transalpini, prende tempo. E chiede una tregua di 15 giorni alla stessa maggioranza, a partire da quell’Italia Viva che, in una direzione opposta, quella delle apertura, chiedeva con insistenza di modificare il Dpcm. Ma non e’ tempo di apertura nell’Italia che vede, solo in Lombardia, 7mila casi in 24 ore. Nel pomeriggio, dentro e fuori i palazzi del potere comincia perfino a circolare la voce di un lockdown imminente gia’ dalla settimana prossima. Voci che il premier si affretta a smentire, nel corso dell’incontro con i sindacati. “Diamo il tempo alle misure restrittive appena approvate di dispiegare appieno i loro effetti”, sottolinea il premier. Attendere quindi, con l’obiettivo di riportare la curva “sotto controllo” e provare a riaprire, cautamente, entro Natale. E’ questa la strategia del governo. Una strategia che non esclude lockdown locali ma che potrebbe scontrarsi con la necessita’ di una chiusura totale. Palazzo Chigi, per ora, tiene lontana l’ipotesi. Gli effetti sulla tenuta sociale del Paese, spiega una fonte di governo, potrebbero essere imprevedibili. Si procede con passo felpato, quindi, tenendo presente che l’ordine “cronologico” della pandemia in Europa rispetto a marzo, quando l’Italia fu per cosi’ dire capofila, e’ ben diverso. Ma tutto dipendera’ dai prossimi giorni. Il momento, si ribadisce a Palazzo Chigi “e’ complesso”. E, anche per questo, l’attenzione del Quirinale e’ altissima. Piu’ volte, in queste ore, dal presidente Sergio Mattarella e’ arrivata un invito al dialogo, sia con le Regioni sia con le opposizioni. Ed e’ sul dialogo con le opposizioni che il governo e la maggioranza sono chiamati a fare di piu’. “E’ il virus il nemico comune, smettete di dilaniarvi, di litigare”, avverte da giorni il presidente Mattarella. Un invito forte dal Quirinale, che resta tuttavia fermo di fronte a chi, continuamente, da giorni, chiama in causa il capo dello Stato. “Mattarella non si fa dettare l’agenda da chi urla di piu'”, e’ il ragionamento che si fa sul colle piu’ alto. Sulla scia del monito quirinalizio, governo, maggioranza e opposizioni si muovono. Iv, con Davide Faraone, spiega che, nel corso del vertice della notte a Palazzo Chigi, Conte avrebbe concesso ai renziani il tavolo politico della maggioranza prima degli Stati Generali. E, in serata, arriva il si’ del M5S. “Se rafforza l’unita’, non e’ un problema”, spiegano fonti pentastellate. Ma ogni tavolo ha i suoi spigoli. E gli spigoli, in questo caso, conducono tutti al rimpasto. Che nella maggioranza non si esclude piu’ a priori. E sul quale Conte, forse, potrebbe concedersi un supplemento di riflessione se servisse a lasciarlo meno solo rispetto a questi ultimi giorni. Certo, l’ipotesi ha i suoi rischi, che il premier conosce bene: muovere anche solo una pedina del governo potrebbe far crollare il castello, soprattutto in peina pandemia. E non dovrebbe certo riguardare i ministeri chiavi, sui quali la maggioranza potrebbe andare incontro allo stop del Quirinale. Che il momento sia fluido lo si evince anche dalla chiamata alle opposizioni di Nicola Zingaretti dalle pagine di Repubblica. “E’ una fase critica, serve uno spirito unitario”, spiega il segretario Pd. E alla sua chiamata, di fatto, arriva l’ok di FI laddove Fdi e Lega restano gelide. Ma, non a caso, nel pomeriggio alla Camera Renata Polverini e Renato Brunetta, due degli azzurri piu’ “dialoganti”, vedono Conte. Ribadendogli, secondo alcune fonti parlamentari, la volonto’ di collaborare. Il come e’ tutto da vedere ma gli zoppicanti numeri della maggioranza- ultimo caso le votazioni in commissioni bilancio nel pomeriggio – con un qualche appoggio di FI tornerebbero a respirare. E, non caso, la settimana prossima Conte potrebbe recarsi in Parlamento per delle nuove comunicazioni, con tanto di voto sulle risoluzioni di maggioranza e opposizione. (ANSA). ESP 28-OTT-20 21:04 NNNN

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AstraZeneca ammette: vaccino contro Covid-19 può causare trombosi

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L’azienda biofarmaceutica internazionale AstraZeneca ha ammesso per la prima volta che uno degli effetti collaterali del suo vaccino contro il Covid-19 può essere la sindrome da trombosi con trombocitopenia (TTS). Lo ha scritto il Telegraph, citando documenti di tribunale. È stata presentata un’azione legale collettiva contro l’azienda perché il vaccino, sviluppato insieme all’Università di Oxford, ha causato danni gravi o fatali a diversi pazienti, si legge nel comunicato.

“Il vaccino può causare, in casi molto rari, una sindrome da trombosi con trombocitopenia (Tts). Le cause sono sconosciute”, si legge in un estratto di un documento fornito dall’azienda a un tribunale lo scorso febbraio. Secondo i media, sono state presentate 51 richieste di risarcimento all’Alta Corte di Londra, in cui le vittime e le loro famiglie chiedono danni per circa 125 milioni di dollari. La sindrome da trombosi con trombocitopenia causa coaguli di sangue e un basso numero di piastrine, ha spiegato il quotidiano.

La prima richiesta, spiega l’articolo, è stata presentata l’anno scorso da Jamie Scott, che, dopo la somministrazione del vaccino nell’aprile 2021, ha sviluppato un coagulo di sangue e un’emorragia cerebrale, che avrebbe causato danni permanenti al cervello. Viene citato anche il caso della famiglia di Francesca Tuscano, una donna italiana morta nell’aprile 2021 dopo essere stata vaccinata contro il coronavirus. La famiglia della 32enne si è rivolta a un medico legale e a un ematologo, che hanno stabilito che “la morte della paziente può essere attribuita agli effetti collaterali della somministrazione del vaccino Covid-19”. La donna è deceduta per trombosi vascolare cerebrale il giorno successivo alla somministrazione del farmaco di AstraZeneca.

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Covid, ancora calo dei casi e dei decessi

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Continua il calo dei nuovi casi di Covid in Italia e sono in netta diminuzione i decessi. Nella settimana compresa tra il 18 e il 24 aprile 2024 – secondo il bollettino del ministero della Salute – si registrano 528 nuovi casi positivi con una variazione di -1,9% rispetto alla settimana precedente (538); 7 i deceduti con una variazione di -22,2% rispetto ai 9 della settimana precedente. Sono stati 100.622 i tamponi effettuati con una variazione di -6,4% rispetto alla settimana precedente (107.539) mentre il tasso di positività è invariato e si ferma allo 0,5%. Il tasso di occupazione in area medica al 24 aprile è pari allo 0,9% (570 ricoverati), rispetto all’1,1% (700 ricoverati) del 17 aprile. Il tasso di occupazione in terapia intensiva al 24 aprile è pari allo 0,2% (19 ricoverati), rispetto allo 0,3% (22 ricoverati) del 17 aprile.

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Influenza e Covid, attesa crescita con ritorno a scuola

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La riapertura delle scuole dopo le festività natalizie potrebbe dare un’ulteriore spinta alle infezioni respiratorie: influenza, soprattutto, ma anche Covid-19 e virus respiratorio sinciziale. È il timore espresso da più parti e confermato anche dalla Società Italiana di Pediatria. “Con il rientro dei bambini a scuola ci aspettiamo un aumento dei casi di influenza anche se – c’è da dire – durante il periodo delle vacanze non si è osservato un calo dei contagi, probabilmente per le occasioni di vita sociale durante le festività.

Inoltre, siamo nel momento del clou del virus respiratorio sinciziale”, dice Rino Agostiniani, consigliere nazionale della Società Italiana di Pediatria, che sottolinea che “è importante che i bambini che hanno sintomi influenzali rimangano a casa”. “Ho scritto al ministro della Salute con l’obiettivo di accedere un faro su una malattia che provoca, soprattutto tra i neonati, gravi patologie, anche mortali: la bronchiolite.

La Commissione europea ha autorizzato il vaccino Nirsevimab che ha già passato severissime e rigidissime misure di controllo da parte di Ema. Questo farmaco potrebbe essere uno strumento fondamentale per la lotta alla bronchiolite ed è arrivato il momento che venga adottato anche nel nostro Paese, quanto prima”, ha intanto fatto sapere Orfeo Mazzella, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari Sociali al Senato, citando il caso di una neonata di tre mese morta a fine anno probabilmente proprio a causa di questo virus.

Intanto nelle ultime due settimane, in Italia, l’influenza e le sindromi simil-influenzali hanno fatto registrare numeri da record: due milioni di persone messe a letto solo nelle ultime due settimane dell’anno, con tassi elevati soprattutto nei bambini più piccoli “che sono quelli nel corso degli ultimi anni non hanno sviluppato un patrimonio immunitario per difendersi dall’infezione”, spiega Agostiniani. Covid-19, al contrario, nell’ultima rilevazione del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità ha mostrato un lieve rallentamento.

Tuttavia, nel mondo sembra che i contagi abbiano ripreso a salire: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nelle ultime 4 settimane ci sono stati 850mila casi di Covid nel mondo, con un aumento del 52% rispetto al mese precedente. I numeri reali, tuttavia, potrebbero essere molto più alti.

“Sappiamo che in tutto il mondo le segnalazioni sono diminuite, i centri di sorveglianza sono diminuiti, i centri di vaccinazione sono stati smantellati o chiusi. Questo fornisce un quadro incompleto della situazione e purtroppo dobbiamo aspettarci più casi di quelli che abbiamo dichiarato ufficialmente”, ha detto Christian Lindmeier dell’Oms.

Che la situazione stia peggiorando si intuisce anche dai ricoveri: tra il 13 novembre e il 10 dicembre, nei Paesi che segnalano sistematicamente i dati all’Oms e che sono ormai meno di 60, sono stati registrati più di 118 mila nuovi ricoveri per Covid e più di 1.600 nuovi ricoveri in terapia intensiva, con un aumento rispettivamente del 23% e del 51%.

La ripresa dei contagi potrebbe essere legata alla nuova JN.1 del virus Sars-CoV-2. I dati che arrivano dagli Stati Uniti sembrano confermarlo. Secondo le ultime stime dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) nell’ultima settimana JN.1 è arrivata al 61,6% di prevalenza. JN.1, che ormai è dominante anche in Italia, discende dalla variante BA.2.86 (Pirola) ed è stata isolata proprio negli Stati Uniti lo scorso settembre. Per i Cdc “al momento non vi è alcuna indicazione di un aumento della gravità da JN.1”. Tuttavia, è possibile che “questa variante possa determinare un aumento delle infezioni”.

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