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Cronache

L’isola Gallinara venduta a un ricco ucraino per oltre 10 milioni, un pezzo

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L’isola Gallinara passa di mano per una cifra di oltre 10 milioni di euro. È l’unica isola della Liguria. È una riserva naturale ricca di storia, a 1,5 chilometri dalla costa tra Albenga ed Alassio, appartenuta per secoli alla Chiesa e poi, negli ultimi 150 anni, a facoltosi banchieri e industriali. Sarebbe stata acquistata dalla società di diritto monegasco, la “Galinette”. Dietro questa società c’è Olexandr Boguslayev, 42 anni, ucraino residente nel Principato ma con cittadinanza di Grenada, l’isola caraibica. A vendere sono stati i nove gruppi familiari piemontesi e liguri che per oltre 40 anni l’hanno posseduta in comproprietà. Le loro abitazioni in cima all’isola sono state acquistate separatamente da Boguslayev per un valore, secondo alcune fonti, di altri 15/20 milioni di euro. Ma chi è questo Olexandr Boguslayev, uomo d’affari Ucraino?

Secondo quanto si apprende questo imprenditore è figlio di  Vyacheslav Boguslayev, prima politico e poi un industriale di lungo corso. L’uomo ha 82 anni, guida da molto tempo in Ucraina uno dei più grandi produttori mondiali di motori per aerei, missili ed elicotteri, la Motor Sich, storica fornitrice dell’aviazione russa, finita al centro di un caso diplomatico internazionale da quando nel 2017 la cinese Skyrizon Aviation ne rilevò il 41% del capitale per poi arrivare alla maggioranza. Gli Usa sono insorti, un tribunale ucraino ha congelato le azioni cinesi e lo scorso marzo l’ennesimo ricorso della Skyrizon è stato respinto. Ma è proprio con l’investimento di Pechino che probabilmente i manager azionisti, tra cui i Boguslayev, hanno fatto cassa. Al nuovo padrone della Gallinara fanno capo una serie di altre società immobiliari in Costa Azzurra.

L’isola roccaforte inaccessibile ai turisti, ha la forma di una testuggine. Alta fino a 87 metri, lunga 470, larga 450, è stata rifugio di santi (Martino di Tours nel quarto secolo dopo Cristo) e di papi (Alessandro III in fuga da Federico Barbarossa nel 1162). Da allora la Gallinara passò sotto la diretta protezione del Vaticano e divenne sede di una potentissima abbazia benedettina che tra l’ VIII e il XIV secolo ebbe possedimenti fino in Catalogna e Provenza. L’isola, un tempo lontano popolata da galline selvatiche come scrivevano Catone e Varrone (“Gallinaria”), fu poi concessa in uso a famiglie e vescovi di Albenga, il territorio comunale di cui oggi fa parte. Finché a metà ‘800 fu “privatizzata”. Nel 1866 la proprietà dell’isola passa dal vescovo di Albenga al banchiere Leonardo Gastaldi e da quel momento la Gallinara diventa a tutti gli effetti “privata”.  Nella seconda guerra mondiale si insediò un battaglione della Wehrmacht e nel ventre dell’isola i nazisti scavarono gallerie per stivare armi ed esplosivi. Appena finita la Guerra, nel 1947, a 100 metri dalla Gallinara, avvenne una delle più gravi tragedie del mare italiane: la motonave Annamaria carica di bambini milanesi dai 4 ai 13 anni in gita all’isola, colpì un ostacolo e affondò rapidamente, portandosi sott’acqua 44 vite. Quando ad acquistare la “tartaruga” fu nel 1960 l’industriale genovese Riccardo Diana, arrivarono acqua ed elettricità e l’unico approdo tra le rocce si trasformò in un porticciolo. Così Diana potè costruire una splendida villa in cima all’isola con piscina e terrazze sul Tirreno.

Isola Gallinara. Dal 17 luglio è di proprietà di un industriale ucraino

A fine anni ‘70 la proprietà passò di mano per la penultima volta: venne rilevata da un gruppo di famiglie liguri e piemontesi. Tra essi gli Stroppiana di Cuneo proprietari della Mondo, 220 milioni di fatturato, l’azienda che ha fatto le piste di atletica nelle ultime 11 edizioni dei Giochi Olimpici. Oppure i Mogna della Probiotical di Novara e altri imprenditori locali dalle alterne fortune. Del vecchio monastero edificato in epoca longobarda dai monaci di San Colombano non rimane più nulla tranne, da quel che si racconta, il muro a secco innalzato per proteggere il camposanto dove riposano da secoli gli antichi abati. Da Villa Diana sono state poi ricavate le proprietà immobiliari suddivise tra i nove padroni dell’isola. Poteva questo ricco imprenditore ucraino acquisire una isola italiana? O forse i proprietari avrebbero dovuto consentire allo Stato il diritto di prelazione?

Non sarà facile per il ricco ucraino fare il padrone su questa isola, benchè l’abbia acquistata e pagata bene. Le regole del parco marino, i cavi elettrici e le tubature dell’acqua tranciati dai pescherecci, il divieto d’accesso, l’annegamento nel porticciolo del custode-eremita (unico residente fisso nell’isola dopo secoli), i sigilli alle abitazioni posti (e poi tolti) anni fa dalla Procura di Savona, la privacy e i turisti che premono: tutti fatti e circostanze che hanno reso difficile la gestione di questo piccolo paradiso e conflittuale il rapporto della proprietà con le autorità e con gli enti territoriali. E poi i bilanci sempre in rosso, i debiti consistenti, anche con l’erario, i problemi economici di qualche socio… La vendita era matura. Boguslayev ha intavolato trattative che già a maggio erano a buon punto. Poi ha incaricato un giovane avvocato di Nizza, Yannick Le Maux, e un legale di Torino, Alberto Cortassa, di concludere. E il 17 luglio l’affare si è chiuso. Ora Boguslayev potrà idealmente piantare la bandiera ucraina (o grenadiana) sulla cima dell’isola-tartaruga. Un pezzo d’Italia che Italia non è più. Per ora

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Voto di scambio a Cercola: voti venduti a 30 e 20 euro

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Trenta euro a voto per la prima tornata elettorale e venti per il ballottaggio: questo il tariffario della compravendita delle preferenze a Cercola, in provincia di Napoli, in occasione delle elezioni amministrative del maggio 2023. E’ emerso nell’ambito di una indagine dei carabinieri e della DDA (pm Henry John Woodcock e Stefano Capuano) su una serie di episodi di voto di scambio politico-mafioso documentati nel comune vesuviano.

Tra gli arrestati figurano la figlia di un boss ergastolano, all’epoca dei fatti rappresentante di lista, una candidata legata da vincoli di parentela al clan De Micco, suo fratello, consigliere in una municipalità di Napoli, e anche loro padre. Le elezioni finite al centro delle indagini sono le amministrative del 14 e 15 maggio 2023, quindi del successivo ballottaggio del 25 e 26 maggio dello stesso anno.

Gli indagati (per loro vale il principio costituzionale di non colpevolezza fino a sentenza definitiva) sono accusati di compravendita di voti per essere eletti. Quando scoprono che la tornata elettorale è andata male fanno i moralisti e contestano agli elettori di avere promesso il consenso e intascato denaro da più di un candidato. Emerge anche questo nell’ambito dell’indagine dei carabinieri e della DDA di Napoli sul voto di scambio politico mafioso a Cercola. Nella conversazione intercettata dai militari della Sezione Operativa di Torre del Greco e di Cercola, a parlare sono alcuni indagati che avevano impegnato qualche migliaio di euro per accaparrarsi i voti: si lamentano del fatto che ciononostante per loro era andata male: “Se li sono comprati i voti… hanno i soldi e comprano…”.

Nel comunicato stampa diffusa dai carabinieri si fa rilevare che “il provvedimento eseguito è una misura cautelare disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione e i destinatari della stessa sono persone sottoposte alle indagini e, quindi, presunte innocenti fino a sentenza definitiva”.

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Uomo ucciso a Pavia, sospetti su amico

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E’ stato ucciso probailmente da un amico l’uomo di 36 anni trovato morto stamattina per strada alla periferia di Pavia. Il delitto sarebbe avvenuto in un appartamento vicino al luogo del ritrovamento e il cadavere portato in strada da una persona che la vittima conosceva, da cui era ospitata, ed ora è interrogata. L’omicidio sarebbe accaduto al culmine di una lite. Sul posto i carabinieri. L’allarme è stato dato da alcuni passanti che hanno visto il corpo per strada.

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Donna scomparsa a Lanciano e ritrovata viva a Castelvolturno, volevo farla finita

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La maestra di ballo e fitness di Lanciano, Milena Santirocco, di 54 anni, scomparsa il 28 aprile scorso e ritrovata viva sabato sera a Castel Volturno dopo sei giorni di ricerche sul litorale abruzzese si è allontanata volontariamente da casa con l’intento di suicidarsi: non si è trattato di un sequestro di persona, come dichiarato dalla donna ai primi soccorritori che l’avevano raggiunta nella caffetteria in Campania. La donna avrebbe confessato l’intenzione di uccidersi durante l’interrogatorio di ieri davanti al pm di Lanciano, Silvia di Nunzio. A riportarlo è il quotidiano regionale ‘Il Centro’.

Con questo articolo il racconto di questa storia finisce.

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