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Corona Virus

Da nord a sud, tutti fuori ma poche multe

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Tutti fuori, da nord a sud. L’imperativo degli italiani, ragazzi e famiglie, amici e parenti, e’ stato quello di tornare a mordere la vita all’aria aperta. Al mare, in montagna – dove non sono mancati gli incidenti, con quattro vittime in Piemonte e Lombardia – di giorno e di notte, quando i luoghi della movida sono stati presi d’assalto dai giovani e gli assembramenti non sono mancati – a Napoli migliaia di persone si sono riversate sul lungomare fino alle quattro del mattino bloccando il traffico – tanto che i sindaci hanno gia’ minacciato di essere pronti a nuove chiusure. Insomma, un vero ‘liberi tutti’, che le forze di polizia hanno monitorato da vicino, ma senza pugno di ferro. Il Viminale, per bocca del viceministro dell’Interno Matteo Mauri, avverte che “siamo ancora in una fase molto pericolosa” e, dunque, “serve responsabilita’”. I governatori di Lombardia e Campania ribadiscono la linea della fermezza: “Chiedo ai sindaci – afferma Attilio Fontana – rigore per punire non i gestori dei locali, ma i clienti che dimostrano poco rispetto anche nei loro confronti”. “Lo Stato ha il dovere di imporre il rispetto delle regole e di garantire le norme di sicurezza”, tuona Vincenzo De Luca. Nel complesso, comunque, eccetto i casi del capoluogo campano e di Milano, che ha esagerato con aperitivi troppo affollati, o di Bergamo, Brescia e Perugia dove gli assembramenti hanno superato il limite del buon senso e delle regole, la maggior parte delle persone si e’ comportata con assennatezza e le multe sono state contenute. Sulla riviera romagnola, anche se ancora si lavora per sistemare le spiagge, in tanti non hanno rinunciato a passeggiare in riva al mare a piedi nudi, prendendo il sole in ‘verticale’. A Rimini, capitale del divertimento estivo dove il virus ha picchiato duro, vigili e forze dell’ordine hanno avuto molto da fare a far distanziare i gruppi di ragazzi, anche senza mascherine, che affollavano di sera la Vecchia Pescheria, tradizionale luogo di ritrovo. Anche a Bari e nel foggiano c’e’ stato bisogno di interventi con sanzioni, e anche i locali sono stati controllati.

Bella animata la movida triestina ma senza criticita’, e di giorno c’e’ stato il ritorno ai tavoli dei caffe’ di Piazza Unita’ e lunghe le Rive. Controlli anche a Roma, con la chiusura di una piazza nel quartiere trendy di Monti, e poi famiglie e amici sono tornati a pranzare nei ristoranti di Fiumicino con soddisfazione degli esercenti che non pensavano in una ripresa cosi’ ‘vitale’ anche dal punto di vista dei coperti. A Roma e sul litorale si e’ anche registrato un boom di consumo di gelati artigianali: due milioni di coni e coppette. Gestione regolare della vita notturna a Cagliari dove nessuna contravvenzione e’ stata elevata, anche se il lavoro per i vigili non e’ mancato ma e’ stato solo un richiamo ad evitare eccessi. Poetto tutto esaurito, con i cagliaritani che sono stati sotto gli ombrelloni nel rispetto delle distanze, e la stessa cosa e’ avvenuta nelle altre spiagge vicine al capoluogo. Bene nelle Marche e in Veneto, per quanto riguarda il ritorno sui vasti arenili meta scelta per passeggiate e prime tintarelle, ma il governatore Luca Zaia ha avvertito che la linea dei conti si traccia giovedi’ prossimo, con i dati del contagio. A Verona c’e’ stata una certa dose di intemperanza e il sindaco Sboarina non l’ha presa bene, promette il pugno duro contro gli assembramenti e i vandalismi di chi ha lasciato le piazze piene di vetri rotti. Giornata di mare per i liguri, con i lidi a ingressi a turno, dove si preannuncia l’aiuto di steward per regolare il flusso delle persone. Molti piemontesi hanno invece scelto la strada delle montagne, per escursioni e piccole arrampicate con pranzo al sacco, e si sono formate lunghe code al casello di Bruere e sulla tangenziale di Torino verso l’imbocco della Val di Susa. Ancora bagni di mare ed euforia per i palermitani che anche questa domenica hanno riempito la spiaggia di Mondello.

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AstraZeneca ammette: vaccino contro Covid-19 può causare trombosi

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L’azienda biofarmaceutica internazionale AstraZeneca ha ammesso per la prima volta che uno degli effetti collaterali del suo vaccino contro il Covid-19 può essere la sindrome da trombosi con trombocitopenia (TTS). Lo ha scritto il Telegraph, citando documenti di tribunale. È stata presentata un’azione legale collettiva contro l’azienda perché il vaccino, sviluppato insieme all’Università di Oxford, ha causato danni gravi o fatali a diversi pazienti, si legge nel comunicato.

“Il vaccino può causare, in casi molto rari, una sindrome da trombosi con trombocitopenia (Tts). Le cause sono sconosciute”, si legge in un estratto di un documento fornito dall’azienda a un tribunale lo scorso febbraio. Secondo i media, sono state presentate 51 richieste di risarcimento all’Alta Corte di Londra, in cui le vittime e le loro famiglie chiedono danni per circa 125 milioni di dollari. La sindrome da trombosi con trombocitopenia causa coaguli di sangue e un basso numero di piastrine, ha spiegato il quotidiano.

La prima richiesta, spiega l’articolo, è stata presentata l’anno scorso da Jamie Scott, che, dopo la somministrazione del vaccino nell’aprile 2021, ha sviluppato un coagulo di sangue e un’emorragia cerebrale, che avrebbe causato danni permanenti al cervello. Viene citato anche il caso della famiglia di Francesca Tuscano, una donna italiana morta nell’aprile 2021 dopo essere stata vaccinata contro il coronavirus. La famiglia della 32enne si è rivolta a un medico legale e a un ematologo, che hanno stabilito che “la morte della paziente può essere attribuita agli effetti collaterali della somministrazione del vaccino Covid-19”. La donna è deceduta per trombosi vascolare cerebrale il giorno successivo alla somministrazione del farmaco di AstraZeneca.

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Covid, ancora calo dei casi e dei decessi

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Continua il calo dei nuovi casi di Covid in Italia e sono in netta diminuzione i decessi. Nella settimana compresa tra il 18 e il 24 aprile 2024 – secondo il bollettino del ministero della Salute – si registrano 528 nuovi casi positivi con una variazione di -1,9% rispetto alla settimana precedente (538); 7 i deceduti con una variazione di -22,2% rispetto ai 9 della settimana precedente. Sono stati 100.622 i tamponi effettuati con una variazione di -6,4% rispetto alla settimana precedente (107.539) mentre il tasso di positività è invariato e si ferma allo 0,5%. Il tasso di occupazione in area medica al 24 aprile è pari allo 0,9% (570 ricoverati), rispetto all’1,1% (700 ricoverati) del 17 aprile. Il tasso di occupazione in terapia intensiva al 24 aprile è pari allo 0,2% (19 ricoverati), rispetto allo 0,3% (22 ricoverati) del 17 aprile.

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Influenza e Covid, attesa crescita con ritorno a scuola

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La riapertura delle scuole dopo le festività natalizie potrebbe dare un’ulteriore spinta alle infezioni respiratorie: influenza, soprattutto, ma anche Covid-19 e virus respiratorio sinciziale. È il timore espresso da più parti e confermato anche dalla Società Italiana di Pediatria. “Con il rientro dei bambini a scuola ci aspettiamo un aumento dei casi di influenza anche se – c’è da dire – durante il periodo delle vacanze non si è osservato un calo dei contagi, probabilmente per le occasioni di vita sociale durante le festività.

Inoltre, siamo nel momento del clou del virus respiratorio sinciziale”, dice Rino Agostiniani, consigliere nazionale della Società Italiana di Pediatria, che sottolinea che “è importante che i bambini che hanno sintomi influenzali rimangano a casa”. “Ho scritto al ministro della Salute con l’obiettivo di accedere un faro su una malattia che provoca, soprattutto tra i neonati, gravi patologie, anche mortali: la bronchiolite.

La Commissione europea ha autorizzato il vaccino Nirsevimab che ha già passato severissime e rigidissime misure di controllo da parte di Ema. Questo farmaco potrebbe essere uno strumento fondamentale per la lotta alla bronchiolite ed è arrivato il momento che venga adottato anche nel nostro Paese, quanto prima”, ha intanto fatto sapere Orfeo Mazzella, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari Sociali al Senato, citando il caso di una neonata di tre mese morta a fine anno probabilmente proprio a causa di questo virus.

Intanto nelle ultime due settimane, in Italia, l’influenza e le sindromi simil-influenzali hanno fatto registrare numeri da record: due milioni di persone messe a letto solo nelle ultime due settimane dell’anno, con tassi elevati soprattutto nei bambini più piccoli “che sono quelli nel corso degli ultimi anni non hanno sviluppato un patrimonio immunitario per difendersi dall’infezione”, spiega Agostiniani. Covid-19, al contrario, nell’ultima rilevazione del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità ha mostrato un lieve rallentamento.

Tuttavia, nel mondo sembra che i contagi abbiano ripreso a salire: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nelle ultime 4 settimane ci sono stati 850mila casi di Covid nel mondo, con un aumento del 52% rispetto al mese precedente. I numeri reali, tuttavia, potrebbero essere molto più alti.

“Sappiamo che in tutto il mondo le segnalazioni sono diminuite, i centri di sorveglianza sono diminuiti, i centri di vaccinazione sono stati smantellati o chiusi. Questo fornisce un quadro incompleto della situazione e purtroppo dobbiamo aspettarci più casi di quelli che abbiamo dichiarato ufficialmente”, ha detto Christian Lindmeier dell’Oms.

Che la situazione stia peggiorando si intuisce anche dai ricoveri: tra il 13 novembre e il 10 dicembre, nei Paesi che segnalano sistematicamente i dati all’Oms e che sono ormai meno di 60, sono stati registrati più di 118 mila nuovi ricoveri per Covid e più di 1.600 nuovi ricoveri in terapia intensiva, con un aumento rispettivamente del 23% e del 51%.

La ripresa dei contagi potrebbe essere legata alla nuova JN.1 del virus Sars-CoV-2. I dati che arrivano dagli Stati Uniti sembrano confermarlo. Secondo le ultime stime dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) nell’ultima settimana JN.1 è arrivata al 61,6% di prevalenza. JN.1, che ormai è dominante anche in Italia, discende dalla variante BA.2.86 (Pirola) ed è stata isolata proprio negli Stati Uniti lo scorso settembre. Per i Cdc “al momento non vi è alcuna indicazione di un aumento della gravità da JN.1”. Tuttavia, è possibile che “questa variante possa determinare un aumento delle infezioni”.

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