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Corona Virus

Coronavirus, i pazienti ricoverati nelle terapie intensive scendono sotto 1.000

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Per la prima volta dal lockdown i ricoverati in terapia intensiva per coronavirus sono meno di mille: per l’esattezza 999. Un altro dato positivo dopo quello registrato ieri con il minor numero di vittime giornaliere in quasi due mesi: 165. Oggi l’aumento dei decessi e’ rimasto per il terzo giorno consecutivo sotto la soglia psicologica dei 200, toccando quota 179, anche se cinque regioni (Umbria, Sardegna, Valle d’Aosta, Basilicata e Molise) e la provincia autonoma di Bolzano non hanno registrato alcuna vittima. Torna invece a salire il numero di contagi in Lombardia, dopo un trend negativo che durava ormai da tre giorni. Nelle ultime 24 ore sono stati rilevati 221 nuovi positivi, cosa che non succedeva da venerdi’ scorso. Superano i 15.000, inoltre, i morti a causa della pandemia nella regione. Con i 68 delle ultime 24 ore, la Lombardia sale a 15.054 decessi dall’inizio dell’emergenza sanitaria, quasi il 50% del bilancio nazionale. Il nuovo bollettino diffuso dalla Protezione Civile conferma il calo dei contagi che dura ormai da 29 giorni. I positivi in Italia sono 82.488 (piu’ della meta’ in Lombardia e Piemonte), 836 in piu’ di ieri. Continua anche l’aumento dei guariti, che hanno raggiunto quota 106.587 (+1.401 rispetto a ieri). La percentuale dei positivi sui tamponi effettuati (40.740) e’ dell’1,8%, contro l’1,6% di ieri. Dati che fanno ben sperare anche in vista delle “pagelle” alle regioni che saranno stilate a partire da giovedi’ prossimo, quando sara’ passata una settimana dall’avvio della fase 2. Da tenere comunque sotto osservazione la situazione nelle regioni piu’ colpite, Lombardia e Piemonte su tutte, dove la curva stenta a stabilizzarsi. Si tratta di dati “incoraggianti” su tutti i fronti, secondo gli esperti, ma da considerare con cautela perche’ stanno fotografando la situazione nei giorni in cui vigeva ancora il lockdown. “Per avere un’idea di quanto sta accadendo nella Fase 2 bisognera’ attendere almeno dieci giorni”, ha detto il fisico Giorgio Sestili, fondatore e tra i curatori della pagina Facebook “Coronavirus-Dati e analisi scientifiche”. A eccezione dei decessi, che sono leggermente risaliti, con 179 in piu’ in 24 ore, tutti gli altri dati presentati dalla protezione civile sono soddisfacenti a partire da quello relativo ai positivi. “Sono soltanto 744, un numero che non vedevamo dal 5 marzo”, quando ne erano stati registrati 795, ha aggiunto Sestili. “Senza dubbio le cose stanno migliorando, ma come sappiamo – ha osservato il fisico -, quelli che stiamo vedendo non sono ancora i dati della Fase 2: non siamo in grado di vedere se e dove sono ripartiti eventuali contagi”. Per avere i primi dati in proposito e’ infatti necessario aspettare i ‘tempi tecnici’ relativi al periodo di incubazione, variabile da cinque a 14 giorni, perche’ si manifestino i sintomi, quindi il tempo per somministrare il tampone e per analizzarlo. “Nel migliore dei casi – ha concluso Sestili – potremo avere i primi dati sulla Fase 2 alla fine della prossima settimana”. Non e’ escluso, quindi, che il 18 maggio, qualora i dati si confermassero in discesa, il governo possa varare nuove riaperture , come ormai chiesto a gran voce da quasi tutte le regioni. Intanto l’Italia scende ancora nella classifica dei Paesi piu’ colpiti dal coronavirus e si assesta al quinto posto, dopo Russia, Regno Unito, Spagna e Stati Uniti. In particolare, a pesare e’ stato il sorpasso della Russia, che ha censito 11.656 contagi in sole 24 ore arrivando a un totale di 221.344 positivi contro i 219.814 dell’Italia.

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AstraZeneca ammette: vaccino contro Covid-19 può causare trombosi

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L’azienda biofarmaceutica internazionale AstraZeneca ha ammesso per la prima volta che uno degli effetti collaterali del suo vaccino contro il Covid-19 può essere la sindrome da trombosi con trombocitopenia (TTS). Lo ha scritto il Telegraph, citando documenti di tribunale. È stata presentata un’azione legale collettiva contro l’azienda perché il vaccino, sviluppato insieme all’Università di Oxford, ha causato danni gravi o fatali a diversi pazienti, si legge nel comunicato.

“Il vaccino può causare, in casi molto rari, una sindrome da trombosi con trombocitopenia (Tts). Le cause sono sconosciute”, si legge in un estratto di un documento fornito dall’azienda a un tribunale lo scorso febbraio. Secondo i media, sono state presentate 51 richieste di risarcimento all’Alta Corte di Londra, in cui le vittime e le loro famiglie chiedono danni per circa 125 milioni di dollari. La sindrome da trombosi con trombocitopenia causa coaguli di sangue e un basso numero di piastrine, ha spiegato il quotidiano.

La prima richiesta, spiega l’articolo, è stata presentata l’anno scorso da Jamie Scott, che, dopo la somministrazione del vaccino nell’aprile 2021, ha sviluppato un coagulo di sangue e un’emorragia cerebrale, che avrebbe causato danni permanenti al cervello. Viene citato anche il caso della famiglia di Francesca Tuscano, una donna italiana morta nell’aprile 2021 dopo essere stata vaccinata contro il coronavirus. La famiglia della 32enne si è rivolta a un medico legale e a un ematologo, che hanno stabilito che “la morte della paziente può essere attribuita agli effetti collaterali della somministrazione del vaccino Covid-19”. La donna è deceduta per trombosi vascolare cerebrale il giorno successivo alla somministrazione del farmaco di AstraZeneca.

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Covid, ancora calo dei casi e dei decessi

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Continua il calo dei nuovi casi di Covid in Italia e sono in netta diminuzione i decessi. Nella settimana compresa tra il 18 e il 24 aprile 2024 – secondo il bollettino del ministero della Salute – si registrano 528 nuovi casi positivi con una variazione di -1,9% rispetto alla settimana precedente (538); 7 i deceduti con una variazione di -22,2% rispetto ai 9 della settimana precedente. Sono stati 100.622 i tamponi effettuati con una variazione di -6,4% rispetto alla settimana precedente (107.539) mentre il tasso di positività è invariato e si ferma allo 0,5%. Il tasso di occupazione in area medica al 24 aprile è pari allo 0,9% (570 ricoverati), rispetto all’1,1% (700 ricoverati) del 17 aprile. Il tasso di occupazione in terapia intensiva al 24 aprile è pari allo 0,2% (19 ricoverati), rispetto allo 0,3% (22 ricoverati) del 17 aprile.

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Influenza e Covid, attesa crescita con ritorno a scuola

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La riapertura delle scuole dopo le festività natalizie potrebbe dare un’ulteriore spinta alle infezioni respiratorie: influenza, soprattutto, ma anche Covid-19 e virus respiratorio sinciziale. È il timore espresso da più parti e confermato anche dalla Società Italiana di Pediatria. “Con il rientro dei bambini a scuola ci aspettiamo un aumento dei casi di influenza anche se – c’è da dire – durante il periodo delle vacanze non si è osservato un calo dei contagi, probabilmente per le occasioni di vita sociale durante le festività.

Inoltre, siamo nel momento del clou del virus respiratorio sinciziale”, dice Rino Agostiniani, consigliere nazionale della Società Italiana di Pediatria, che sottolinea che “è importante che i bambini che hanno sintomi influenzali rimangano a casa”. “Ho scritto al ministro della Salute con l’obiettivo di accedere un faro su una malattia che provoca, soprattutto tra i neonati, gravi patologie, anche mortali: la bronchiolite.

La Commissione europea ha autorizzato il vaccino Nirsevimab che ha già passato severissime e rigidissime misure di controllo da parte di Ema. Questo farmaco potrebbe essere uno strumento fondamentale per la lotta alla bronchiolite ed è arrivato il momento che venga adottato anche nel nostro Paese, quanto prima”, ha intanto fatto sapere Orfeo Mazzella, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari Sociali al Senato, citando il caso di una neonata di tre mese morta a fine anno probabilmente proprio a causa di questo virus.

Intanto nelle ultime due settimane, in Italia, l’influenza e le sindromi simil-influenzali hanno fatto registrare numeri da record: due milioni di persone messe a letto solo nelle ultime due settimane dell’anno, con tassi elevati soprattutto nei bambini più piccoli “che sono quelli nel corso degli ultimi anni non hanno sviluppato un patrimonio immunitario per difendersi dall’infezione”, spiega Agostiniani. Covid-19, al contrario, nell’ultima rilevazione del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità ha mostrato un lieve rallentamento.

Tuttavia, nel mondo sembra che i contagi abbiano ripreso a salire: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nelle ultime 4 settimane ci sono stati 850mila casi di Covid nel mondo, con un aumento del 52% rispetto al mese precedente. I numeri reali, tuttavia, potrebbero essere molto più alti.

“Sappiamo che in tutto il mondo le segnalazioni sono diminuite, i centri di sorveglianza sono diminuiti, i centri di vaccinazione sono stati smantellati o chiusi. Questo fornisce un quadro incompleto della situazione e purtroppo dobbiamo aspettarci più casi di quelli che abbiamo dichiarato ufficialmente”, ha detto Christian Lindmeier dell’Oms.

Che la situazione stia peggiorando si intuisce anche dai ricoveri: tra il 13 novembre e il 10 dicembre, nei Paesi che segnalano sistematicamente i dati all’Oms e che sono ormai meno di 60, sono stati registrati più di 118 mila nuovi ricoveri per Covid e più di 1.600 nuovi ricoveri in terapia intensiva, con un aumento rispettivamente del 23% e del 51%.

La ripresa dei contagi potrebbe essere legata alla nuova JN.1 del virus Sars-CoV-2. I dati che arrivano dagli Stati Uniti sembrano confermarlo. Secondo le ultime stime dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) nell’ultima settimana JN.1 è arrivata al 61,6% di prevalenza. JN.1, che ormai è dominante anche in Italia, discende dalla variante BA.2.86 (Pirola) ed è stata isolata proprio negli Stati Uniti lo scorso settembre. Per i Cdc “al momento non vi è alcuna indicazione di un aumento della gravità da JN.1”. Tuttavia, è possibile che “questa variante possa determinare un aumento delle infezioni”.

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