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Cronache

In Lombardia vuote le terapie intensive per il Covid

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Per la prima volta dal 20 febbraio 2020, giorno in cui è stato scoperto a Codogno il cosiddetto Paziente 1, cioè il primo caso di Coronavirus italiano, oggi in Lombardia nessun letto di terapia intensiva risulta occupato da pazienti Covid “Una splendida notizia – ha commentato l’assessore regionale al Welfare, Guido Bertolaso – che tre anni fa sembrava impossibile da raggiungere”. Esattamente tre anni fa negli ospedali lombardi c’erano 879 persone in terapia intensiva e 6.953 ricoverate negli altri reparti. Secondo Bertolaso, che con il governatore Attilio Fontana ha voluto ringraziare medici e sanitari per l’impegno, il risultato “è sicuramente merito della campagna vaccinale che ci ha permesso di tornare alla vita” ma anche il segno “che sono migliorate le cure contro questo maledetto virus. La prossima fermata sarà la fine dei ricoveri negli ospedali per i malati di Covid”. La notizia arriva nel giorno che precede la ‘Giornata per la commemorazione delle vittime del Covid’, istituita dal Parlamento per conservare la memoria di tutte le persone decedute a causa dell’epidemia.

Una data non casuale, visto che il 18 marzo 2020 fecero il giro del mondo le immagini dei camion militari che uscivano da Bergamo trasportando le bare delle vittime. Per l’occasione il Comune di Bergamo, anche in vista dell’appuntamento 2023 con la Capitale della Culturacondivisa con Brescia, ha costruito un palinsesto fitto di iniziative in diversi luoghi della città inclusa l’inaugurazione del Bosco della Memoria alla quale parteciperà anche il ministro della Difesa Guido Crosetto: il Comune di Bergamo ha deciso di invitarlo per sottolineare l’aiuto concreto che l’esercito Italiano ha prestato alla città durante l’emergenza. I campanili presenti sugli oltre 7.500 chilometri quadrati di territorio bergamasco e bresciano, inoltre, alle 20 suoneranno in un concerto commemorativo simultaneo in tutti i 448 Comuni delle due province e nelle rispettive parrocchie.

A Milano, invece, si terrà una messa celebrativa in Duomo. Il fatto di non avere pazienti di in terapia intensiva “è una bella notizia e dobbiamo ringraziare per questo i vaccini e la scienza”, ha commentato Guido Marinoni, presidente dell’Ordine dei Medici di Bergamo. Come fa sapere Francesco Blasi, docente di malattie respiratorie all’Università degli Studi di Milano che dirige la pneumologia del Policlinico di Milano, “nel nostro ospedale il numero di pazienti ricoverati” non in terapia intensiva “è sceso in maniera importante”. E quelli che ci sono “hanno forme abbastanza tranquille” della malattia, anche perché “sono cambiate diverse cose: il ceppo del virus è differente e la popolazione – ha aggiunto – è vaccinata in maniera estensiva”. Secondo Blasi queste persone non devono accantonare quelle buone pratiche come il lavaggio delle mani o il distanziamento nei luoghi affollati: “Dobbiamo far tesoro di quanto abbiamo imparato anche se oggi la situazione sembra sotto controllo – ha concluso – se fossi una persona con una malattia cronica respiratoria io la mascherina sui mezzi pubblici la terrei”.

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Superenalotto, centra il jackpot da 73 milioni con una giocata online

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Con una giocata online da due euro ha vi to 73 milioni di euro al Superenalotto: quasi impossibile sapere da dove si è collegato per scaricare il biglietto vincente l’anonimo super fortunato. E’ la prima volta che il montepremi viene vinto da una giocata effettuata online. La sestina vincente è 4, 15, 26, 27, 72, 82. Numero Jolly 89. Superstar: 12. A vincere il jackpot è stato un giocatore che ha compilato una scommessa da due euro online.

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All’ospedale Cardarelli ecco il telefono ‘amico’ per le mamme

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Al via un nuovo servizio telefonico per supportare le neomamme e le future mamme, che spesso si trovano ad avere tanti dubbi in un periodo così importante e delicato come la gravidanza e la prima maternità. Le ostetriche del punto nascita del Cardarelli, due volte a settimana il martedì e giovedì dalle 14.30 alle 16.30 saranno pronte a rispondere al numero 081.7472845. Un numero completamente dedicato alla maternità e a tutto ciò che ruota intorno alla nascita, mediante il quale le mamme nuove o future potranno fare domande riguardanti il travaglio, il parto, il post-parto e ricevere consigli sull’allattamento e la cura del neonato. Il servizio non può essere utilizzato per prenotazioni, richiedere prescrizioni o pareri medici.

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Papa, via vescovo tedesco pro-coppie gay e sacerdoti sposati

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Papa Francesco ha accettato oggi la rinuncia al governo pastorale della Diocesi di Osnabrück, in Germania, presentata da mons. Franz-Josef Bode. Il vescovo, che ha 72 anni, e che quindi era ancora ben lontano dall’età del pensionamento, era anche vicepresidente della Conferenza episcopale di Germania. I motivi dell’allontanamento anticipato, come sempre, non vengono spiegati dalla Santa Sede, ma mons. Bode, anche nell’ambito del “cammino sinodale” della Chiesa tedesca, è stato uno dei vescovi più impegnati sulle questioni della morale sessuale, come la benedizione delle coppie gay, sul diaconato femminile e sulla possibilità di avere preti sposati. In passato è incappato comunque in accuse di negligenza sulla gestione di casi di abusi sessuali nella sua diocesi.

Il 20 settembre scorso, la ARD ha riferito di uno studio sui casi di abuso nella diocesi di Osnabrück, commissionato dalla stessa diocesi. In un rapporto provvisorio del settembre 2022, storici e giuristi dell’Università di Osnabrück hanno accusato la diocesi di Osnabrück, due ex vescovi e il vescovo in carica Bode di gravi violazioni dei doveri nell’affrontare casi di violenza sessuale. Fino a poco tempo prima, gli ecclesiastici accusati di gravi abusi sessuali su minori continuavano ad essere impiegati nella pastorale giovanile. Inoltre, “le persone colpite sono state trattate in modo burocratico e sprezzante”. Secondo i casi presi in esame nel rapporto interlocutorio, anche il vescovo Bode è stato coinvolto “a un livello numerico basso”. Lo studio riconosce che Bode e il suo team hanno fatto progressi nel trattare con i sacerdoti accusati, soprattutto negli ultimi anni, ma non nella comunicazione con le vittime o negli aiuti e nei risarcimenti.

Il vescovo Bode ha riconosciuto la responsabilità personale, affermando che in alcuni casi ha agito per negligenza e la sua credibilità è stata “gravemente danneggiata”. Tuttavia, ha dapprima escluso le dimissioni perché le dimissioni e il posto vacante avrebbero ritardato il processo di rivalutazione in corso. Nel dicembre scorso, il Consiglio congiunto per le persone colpite dell’arcidiocesi di Amburgo e delle diocesi di Hildesheim e Osnabrück ha avviato una denuncia di diritto canonico contro Bode tramite l’arcidiocesi responsabile di Amburgo. L’atteggiamento di Bode è ancora più orientato al perpetratore che alla vittima. Bode ha agito “contro le chiare linee guida papali e, ad esempio, quest’anno ha dichiarato la violenza sessualizzata contro i minori come una ‘relazione'”. Per quanto riguarda le sue posizioni riformatrici nella Chiesa, nel gennaio 2018 Bode ha avviato una nuova discussione sull’introduzione della benedizione delle coppie dello stesso sesso. Si è anche espresso a favore di una discussione più forte sul diaconato delle donne.

Nel maggio 2019, Bode ha dichiarato di poter immaginare sacerdoti con famiglia e lavori civili insieme a sacerdoti celibi. Nel novembre 2019, Bode ha dichiarato di poter immaginare che le donne presiedano l’Eucaristia nella sua diocesi negli anni a venire, ma non la considerava una prospettiva realistica poiché la dottrina della Chiesa e il diritto canonico la contraddicevano. Tuttavia, era determinato – ad esempio riguardo al diaconato delle donne – a “sfruttare tutto ciò che è possibile per le donne ora e nel prossimo futuro”. Nella diocesi di Osnabrück, una donna è stata assunta per la prima volta nel 2019 come “addetta parrocchiale” con funzione dirigenziale e dirigenziale in una parrocchia. Nel dicembre 2021, Bode ha espresso il suo sostegno alle esigenze di riforma del cammino sinodale.

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