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Una maglia per Napoli: asta di solidarietà della Fondazione Cannavaro Ferrara

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Je sto vicino a te: uniti per Napoli.  Un verso della canzone, pura poesia, di Pino Daniele: è il titolo del  progetto di asta solidale promosso dalla Fondazione Cannavaro Ferrara per aiutare le famiglie bisognose di Napoli per il coronavirus.

La Fondazione Cannavaro Ferrara  che in questi 15 anni di attività sul territorio campano ha ottenuto risultati importanti in diversi ambiti, dallo sport, all’educazione, alla riqualificazione degli spazi, alla salute,  si sta adoperando anche in occasione di questa terribile pandemia.

 

Il filo diretto sempre molto vivo tra Ciro Ferrara in Italia e Fabio e Paolo Cannavaro in Cina (sono alla guida tecnica del Guangzhou Evergrande) ha fatto sì che nascesse rapidamente – anche in questa fase di emergenza per il Covid-19 –  una iniziativa utile a sostegno delle persone partenopee in difficoltà.

Ciro, Paolo e Fabio, protagonisti sui campi di calcio di tutto il mondo, ma uniti anche dall’essere napoletani, legati alla loro terra, hanno coinvolto tanti amici, giocatori ed ex giocatori, nati in Campania, felici di donare la loro maglia più cara da mettere all’asta per questa campagna solidale.

Il ricavato della raccolta verrà destinato all’acquisto di beni di prima necessità in collaborazione con alcune associazioni riconosciute sul territorio

Ventisei maglie. Ognuna racconta una storia. E sono gli stessi protagonisti a dirlo attraverso dei video che stanno diventando virali su Instagram dove invitano il pubblico a visitare il link: www.charitystars.com/JeStoVicinoaTe  attivo da oggi e fino al 24 aprile 2020 per aggiudicarsi la maglia preferita.

C’è la maglia del debutto in nazionale di Izzo e Palladino, la maglia con lo stemma dorato indossata da Donnarumma in occasione dei 120 anni del Milan, la maglia del primo campionato vinto in Russia da Criscito, la partita numero 400 di Stendardo, la maglia del gol di Pisacane dedicato ad Astori in occasione di Cagliari – Fiorentina, la maglia del debutto con il Napoli di Quagliarella (Napoli– Livorno 3-1) autore di una doppietta.

 

E ancora la maglia del Pocho Lavezzi custodita da Paolo Cannavaro e quella di Diego Armando Maradona conservata come una reliquia da Ciro Ferrara in occasione della partita in cui il difensore debuttò in nazionale nel 1987 ed ebbe il compito di marcare proprio il pibe de oro. Un momento storico della sua carriera. E c’è anche la maglia di Lorenzo Insigne con cui ha vinto la Coppa Italia (Tim Cup 2013-2014)

 

Hanno aderito inoltre: Ciccio Baiano, Marco Borriello, Danilo D’ambrosio, Antonio Di Natale, Antonio Floro Flores, Pasquale Foggia, Ciro Immobile, Vincenzo Montella,  Luigi Sepe, Pino Taglialatela.

“Lavorando in Cina, dove ha avuto inizio la pandemia e con la rapida diffusione del contagio in Italia e dunque anche a Napoli dove vivono i miei cari, dice Paolo Cannavaro, mi sono sentito molto coinvolto. ritengo che lanciare un’iniziativa per la città tramite la nostra Fondazione è un atto di responsabilità finalizzato al bene. Ogni volta la sensazione è quella di provare a restituire, al territorio e alle persone, ciò che Napoli continua a darci senza chiedere nulla in cambio”.

“Ci troviamo di fronte ad un’emergenza senza precedenti, davanti alla quale siamo tutti uguali e tutti “convocati” per rispondere. Con “Je sto vicino a te”, spiega Fabio Cannavaro, vogliamo dare conforto alle persone di Napoli che hanno veramente bisogno.  Noi siamo presenti: con cuore, forza e impegno e con le nostre “divise che uniscono”.

#JeStoVicinoaTe #DiviseCheUniscono #UnitiPerNapoli #FondazioneCannavaroFerrara #AstaBenefica

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Pioli più lontano, forse è Conte il nuovo allenatore del Napoli

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La panchina del Napoli potrebbe presto vedere un cambio significativo con due grandi nomi del calcio italiano in lizza per il ruolo di allenatore capo: Antonio Conte e Stefano Pioli. Il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, ha un chiaro favorito tra i due: l’ex allenatore di Inter e Juventus, Antonio Conte, considerato l’uomo ideale per avviare un nuovo ciclo vincente al club.

Secondo quanto riportato da “La Repubblica”, De Laurentiis è disposto a offrire a Conte un contratto triennale con un compenso sostanzioso e piena libertà di manovra sul mercato, nella speranza di sedurre il tecnico toscano, che sembra attendere offerte da club di maggior prestigio europeo.

Nonostante l’interesse per Conte, il Napoli non ha escluso altre opzioni. Stefano Pioli, che recentemente sembrava perdere terreno, rimane una valida alternativa. Anche Gian Piero Gasperini è stato menzionato come possibile candidato, sebbene per ora rimanga solo un’ipotesi.

Il Napoli, dopo una stagione al di sotto delle aspettative, è alla ricerca di un rinascimento che possa rinvigorire la squadra e riacquistare la fiducia dei tifosi. La rosa attuale è considerata competitiva, e Conte, se dovesse accettare l’incarico, ha richiesto di mantenere i giocatori chiave, ad eccezione di quelli in partenza come Zielinski e Osimhen.

Il futuro allenatore del Napoli avrà il compito di ripristinare il morale e ottimizzare le prestazioni di una squadra che, nonostante le difficoltà, lotta ancora per un posto nelle competizioni europee. La decisione finale sull’allenatore sarà probabilmente annunciata al termine della stagione, quando il club avrà un quadro più chiaro delle sue prospettive europee e potrà pianificare con maggiore certezza il futuro.

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Tennis, Masters 1000 di Madrid: Sinner troppo forte per l’amico Sonego

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Esordio vincente per Jannik Sinner al Masters 1000 di Madrid. L’altoatesino, n.2 del ranking e testa di serie n.1, nel derby azzurro con Lorenzo Sonego, si è imposto con un perentorio 6-0 6-3 in un’ora e otto minuti di gioco. Al terzo turno Sinner affronterà il vincente del match tra il russo Pavel Kotov e l’australiano Jordan Thompson.

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Cambi panchine e stagione no, la Salernitana saluta la A

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La retrocessione in serie B della Salernitana, sancita dalla sconfitta di questa sera per 3-0 a Frosinone, era sembrata, da tempo, un film dal finale già scritto. Ma ora che anche la matematica ha spazzato via le ultime speranze, l’amarezza e lo sconforto hanno preso il sopravvento perfino sulla rassegnazione. Dopo tre stagioni consecutive, Salerno saluta l’olimpo del calcio e si prepara a ripartire dalla cadetteria. Un epilogo che è diretta conseguenza di un’annata in cui nulla ha funzionato, e nella quale non è servito nemmeno cambiare quattro allenatori e due direttori sportivi per ritrovare la retta via. In difficoltà praticamente dall’inizio, la Salernitana ha probabilmente pagato (anche) il clima di grande confusione che si è creato sin dagli albori di una stagione sportivamente maledetta.

A giugno i contatti tra Paulo Sousa e il Napoli avevano acceso un primo focolaio, disinnescato a fatica e i cui strascichi si sono protratti nel tempo tra frecciate e veleni per un mercato che non è mai realmente decollato; a fine agosto, poi, i mal di pancia di Dia per la mancata cessione hanno lasciato intendere che qualcosa si stava per rompere. Il presidente Danilo Iervolino ha provato a rimescolare continuamente le carte ma senza riuscire a cambiare l’esito della partita. Gli avvicendamenti in panchina tra Paulo Sousa, Filippo Inzaghi, Fabio Liverani e Stefano Colantuono e il passaggio di consegue tra Morgan De Sanctis e Walter Sabatini non sono bastati per evitare la retrocessione.

A pesare è stato sopratutto il rendimento disastroso avuto nel 2024. Al giro di boa, infatti, i campani erano a soli due punti dalla zona salvezza. Ma la rivoluzione di mercato targata Sabatini (11 acquisti, tra cui gli esperti Boateng e Manolas) stavolta non è servita ad evitare il tracollo. Anzi. Nel nuovo anno la Salernitana non è mai riuscita a conquistare i tre punti, sprofondando all’ultimo posto e perdendo sempre più contatto dalla zona salvezza.

Fino ad arrivare all’epilogo di oggi allo ‘Stirpe’: Salerno torna in serie B. Alla proprietà, adesso, spetterà il compito di provare a rimettere insieme i cocci d’un vaso che è andato in frantumi, distruggendo un progetto sportivo che, soprattutto dopo lo scorso campionato (salvezza centrata con tre turni d’anticipo), sembrava destinato ad avere ben altre prospettive. Serviranno, adesso, nuova linfa e nuove idee, anche per onorare la passione di una piazza che è stata tra le poche note liete di questa annata fallimentare.

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