Collegati con noi

Esteri

Zelensky spacca i paesi dell’Est del gruppo Visegrad, Orban il, filorusso rimane spiazzato

Pubblicato

del

Il gruppo di Visegrad si spacca: Varsavia e Praga infatti diserteranno la riunione ministeriale prevista per domani a Budapest per protesta contro le posizioni tiepide di Viktor Orban sulle responsabilita’ di Mosca nell’invasione dell’Ucraina. Le parole di Volodymyr Zelensky hanno colpito duro l’alleanza nordica e isolato il piu’ discusso dei leader europei, il premier ungherese Viktor Orban. Nel suo intervento al vertice della scorsa settimana, il capo di Stato ucraino si era rivolto a lui direttamente: “Viktor, sai cosa sta accadendo a Mariupol?”. Poi l’affondo: “Vi chiedete se imporre le sanzioni o meno? Se farci arrivare le armi? Vi chiedete se continuare gli scambi commerciali con la Russia? Non c’e’ tempo per esitare. E’ ora di decidere”. Poche, appassionanti parole, piazzate come una bomba ad orologeria a poco piu’ di una settimana dalle elezioni in Ungheria, in programma domenica prossima. Finora il premier ungherese, considerato il piu’ stretto alleato del Cremlino in Ue, era riuscito a riposizionarsi e a parare i colpi dell’opposizione, riunita per la prima volta attorno ad un unico candidato, Peter Marki-Zay. Alle accuse di complicita’ con Mosca, Orban aveva replicato con la sua “calma strategica”, un modo per allinearsi a Ue e Nato senza arrivare a rompere con Mosca: condanna dell’aggressione russa, sostegno a Kiev per l’adesione ‘accelerata’ all’Ue, autorizzazione al dispiegamento delle truppe dell’Alleanza transatlantica sul territorio ungherese, ma no a sanzioni nel settore energetico e no all’invio e al passaggio diretto di armi verso l’Ucraina. La macchina propagandistica messa in piedi da Orban in questi anni ha fatto il resto: i media filo governativi si sono ben guardati dall’attribuire la responsabilita’ del conflitto a Putin, tanto che secondo un sondaggio del think tank magiaro Publicus Institute, meno di due terzi degli ungheresi e meno della meta’ degli elettori di Fidesz considerano la guerra in Ucraina il risultato di un’aggressione russa. Forte di un sistema mediatico che ha silenziato ogni forma di dissenso e di un sistema elettorale che diluisce il voto delle citta’ (schierate con l’opposizione) in quello delle aree rurali (roccaforti dei conservatori) Orban pregustava gia’ il suo quarto mandato consecutivo. Difficile dire se l’intervento di Zelensky sara’ in grado di mettere in discussione una vittoria per molti versi scontata. Di certo, ha avuto l’effetto di galvanizzare l’opposizione sul piano interno e di far deflagrare il gruppo Visegrad (Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia) sul piano internazionale. Polonia e repubblica ceca, infatti, non manderanno i propri rappresentanti alla riunione ministeriale del V4, in programma domani a Budapest, per protesta contro la posizione ungherese sulla guerra in Ucraina. “Mi dispiace molto vedere che il petrolio russo a buon mercato sia piu’ importante per i politici ungheresi del sangue ucraino”, ha scritto in un tweet la ministra della Difesa ceca, Jana Černochova, spiegando i motivi della protesta. Un vero e proprio terremoto che mette l’Ungheria davanti alle sue contraddizioni. “Siete voi a dover decidere da che parte stare”, aveva scandito Zelensky nel suo discorso. Serviranno pochi giorni ancora per avere una risposta.

Advertisement

Esteri

Trump: la Crimea resterà alla Russia, Zelensky lo sa

Pubblicato

del

Donald Trump torna a parlare della guerra in Ucraina e lo fa con dichiarazioni destinate a far discutere. In un’intervista rilasciata a Time, il presidente degli Stati Uniti ha affermato che “la Crimea resterà con la Russia”, aggiungendo che anche il presidente ucraino Zelensky ne sarebbe consapevole.

“La Crimea è andata ai russi, fu colpa di Obama”

«La Crimea è stata consegnata alla Russia da Barack Hussein Obama, non da me», ha ribadito Trump, sottolineando come la penisola fosse “con i russi” ben prima del suo arrivo alla Casa Bianca. «Lì ci sono sempre stati i russi, ci sono stati i loro sottomarini per molti anni, la popolazione parla in gran parte russo», ha aggiunto. Secondo l’ex presidente, se lui fosse stato alla guida del Paese, “la Crimea non sarebbe mai stata presa”.

“Questa guerra non doveva accadere”

Trump ha definito il conflitto in Ucraina “la guerra che non sarebbe mai dovuta accadere”, lanciando un messaggio implicito al presidente Joe Biden e alla gestione democratica della politica estera. A suo avviso, con lui alla presidenza, la situazione in Ucraina si sarebbe sviluppata in modo del tutto diverso, senza l’invasione da parte delle truppe russe.

Le dichiarazioni si inseriscono in un contesto internazionale già molto teso, mentre si continua a discutere del futuro della Crimea e dei territori occupati.

Continua a leggere

Esteri

Mosca: generale ucciso in attacco terroristico

Pubblicato

del

La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha condannato come “un attacco terroristico” l’attentato in cui è morto oggi vicino a Mosca il generale Yaroslav Moskalik, ucciso dall’esplosione di un ordigno posto sulla sua auto. “La questione principale – ha detto Zakharova, citata dall’agenzia Tass – è come fermare la guerra nel cuore dell’Europa e del mondo. Vediamo così tante vittime ogni giorno. Anche oggi, un militare russo è stato ucciso in un attacco terroristico a Mosca”. (

Continua a leggere

Esteri

‘Usa offriranno pacchetto di armi da 100 miliardi a Riad’

Pubblicato

del

Gli Stati Uniti sono pronti a offrire all’Arabia Saudita un pacchetto di armi del valore di ben oltre 100 miliardi di dollari: lo riferisce la Reuters sul proprio sito citando sei fonti a conoscenza diretta della questione e aggiungendo che la proposta dovrebbe essere annunciata durante la visita di Donald Trump nel regno a maggio. Il pacchetto offerto arriva dopo che l’amministrazione dell’ex presidente Joe Biden ha tentato senza successo di finalizzare un patto di difesa con Riad nell’ambito di un accordo più ampio che prevedeva la normalizzazione dei rapporti tra Arabia Saudita e Israele.

La proposta di Biden offriva l’accesso ad armamenti statunitensi più avanzati in cambio del blocco degli acquisti di armi cinesi e della limitazione degli investimenti di Pechino nel Paese. La Reuters non è riuscita a stabilire se la proposta dell’amministrazione Trump includa requisiti simili.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto