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Yacht e modelle, uno scandalo scuote il voto in Argentina

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Champagne. Modelle. Una vacanza a bordo di uno yacht milionario nel Mediterrano. E regali di lusso. Il nome del protagonista al centro dello scandalo che scuote il peronismo di governo in Argentina, Martin Insaurralde, è pressoché ignoto anche ai connazionali. Ma le foto del capo di gabinetto del governatore della provincia di Buenos Aires (Axel Kicillof) con la modella Sofia Clerici, in vacanza a Marbella, sembrano destinate a lasciare un segno sulle presidenziali del 22 ottobre. Insaurralde, fedelissimo dell’ex capo di Stato Cristina Fernandez de Kirchner, tra i più a sinistra nella galassia peronista, ha cercato di limitare il danno presentando le dimissioni poche ore dopo la comparsa delle foto online, pubblicate peraltro dalla sua accompagnatrice. Ma le immagini, che si sono diffuse alla velocità dei re-post sui social network, hanno scatenato un putiferio politico. E molta, moltissima indignazione tra gli argentini, piegati da un’inflazione schizzata oltre il 124% e col 40% della popolazione sprofondata sotto la soglia di povertà. Un caso esploso comunque come una bomba ad orologeria.

Venerdì un sondaggio elettorale dell’istituto Atlas Intel, aveva mostrato il candidato peronista – il ministro dell’Economia, Sergio Massa (Union por la Patria, Uxp) – in vantaggio sull’ultraliberista Javier Milei (La Libertad Avanza, Lla) col 30,7%. Un risultato che ribalta quello delle primarie di agosto, con Milei ora in affanno al 27,9%, inseguito da vicino dall’esponente del centrodestra Patricia Bullrich (Juntos por el Cambio, Jxc) col 27,7%. Uno scandalo non a caso cavalcato dagli avversari di Massa, in occasione del primo dibattito tra candidati alla presidenza, a tre settimane dalle urne. “Quando i politici vi dicono che la spesa pubblica è sacra e che non si può tagliare nulla, è perché si prendono cura di affari che permettono loro di vivere come monarchi. Gli resta poco tempo per questo scherzo”, ha avvertito Milei, che da settimane si presenta ai comizi elettorali imbracciando una motosega, per ‘fare a pezzi la casta’ dice lui. Alcuni deputati vicini a Bullrich invece, stanno preparando una denuncia contro Insaurralde per presunto arricchimento illecito e riciclaggio di denaro. D’altronde, lo scandalo si somma allo strano caso di ‘Chocolate’ Rigau, l’elettricista e impiegato della camera dei deputati provinciale, pizzicato agli sportelli bancomat della Plata con una busta di plastica traboccante di pesos e 49 carte carte di credito intestate a sconosciuti. Una vicenda – anche questa – che fa tremare il peronismo.

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Trump: la Crimea resterà alla Russia, Zelensky lo sa

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Donald Trump torna a parlare della guerra in Ucraina e lo fa con dichiarazioni destinate a far discutere. In un’intervista rilasciata a Time, il presidente degli Stati Uniti ha affermato che “la Crimea resterà con la Russia”, aggiungendo che anche il presidente ucraino Zelensky ne sarebbe consapevole.

“La Crimea è andata ai russi, fu colpa di Obama”

«La Crimea è stata consegnata alla Russia da Barack Hussein Obama, non da me», ha ribadito Trump, sottolineando come la penisola fosse “con i russi” ben prima del suo arrivo alla Casa Bianca. «Lì ci sono sempre stati i russi, ci sono stati i loro sottomarini per molti anni, la popolazione parla in gran parte russo», ha aggiunto. Secondo l’ex presidente, se lui fosse stato alla guida del Paese, “la Crimea non sarebbe mai stata presa”.

“Questa guerra non doveva accadere”

Trump ha definito il conflitto in Ucraina “la guerra che non sarebbe mai dovuta accadere”, lanciando un messaggio implicito al presidente Joe Biden e alla gestione democratica della politica estera. A suo avviso, con lui alla presidenza, la situazione in Ucraina si sarebbe sviluppata in modo del tutto diverso, senza l’invasione da parte delle truppe russe.

Le dichiarazioni si inseriscono in un contesto internazionale già molto teso, mentre si continua a discutere del futuro della Crimea e dei territori occupati.

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Mosca: generale ucciso in attacco terroristico

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La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha condannato come “un attacco terroristico” l’attentato in cui è morto oggi vicino a Mosca il generale Yaroslav Moskalik, ucciso dall’esplosione di un ordigno posto sulla sua auto. “La questione principale – ha detto Zakharova, citata dall’agenzia Tass – è come fermare la guerra nel cuore dell’Europa e del mondo. Vediamo così tante vittime ogni giorno. Anche oggi, un militare russo è stato ucciso in un attacco terroristico a Mosca”. (

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‘Usa offriranno pacchetto di armi da 100 miliardi a Riad’

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Gli Stati Uniti sono pronti a offrire all’Arabia Saudita un pacchetto di armi del valore di ben oltre 100 miliardi di dollari: lo riferisce la Reuters sul proprio sito citando sei fonti a conoscenza diretta della questione e aggiungendo che la proposta dovrebbe essere annunciata durante la visita di Donald Trump nel regno a maggio. Il pacchetto offerto arriva dopo che l’amministrazione dell’ex presidente Joe Biden ha tentato senza successo di finalizzare un patto di difesa con Riad nell’ambito di un accordo più ampio che prevedeva la normalizzazione dei rapporti tra Arabia Saudita e Israele.

La proposta di Biden offriva l’accesso ad armamenti statunitensi più avanzati in cambio del blocco degli acquisti di armi cinesi e della limitazione degli investimenti di Pechino nel Paese. La Reuters non è riuscita a stabilire se la proposta dell’amministrazione Trump includa requisiti simili.

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