Presentato al ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali il dossier di candidatura de ‘Il caffe’ espresso italiano tra cultura, rito, socialita’ e letteratura nelle comunita’ emblematiche da Venezia a Napoli’ a patrimonio immateriale dell’Umanita’ dell’Unesco. Il dossier di candidatura scaturisce dall’unione di due precedenti dossier, su sollecitazione dalla Commissione Nazionale Unesco, per giungere a una candidatura unitaria che valorizzasse le tradizioni italiane legate ad una delle bevande piu’ popolari del mondo e che da Napoli a Venezia ha sviluppato una storia secolare: ‘il rito e l’Arte del Caffe Espresso Italiano’, promosso dal Consorzio di tutela del caffe espresso italiano tradizionale e ‘La cultura del Caffe’ Napoletano tra Rito e Socialita” proposto dalla Comunita’ emblematica napoletana con il supporto della Regione Campania. Il dossier sara’ esaminato il 29 marzo dalla Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco che dovra’ formalmente decidere se inviare a Parigi la candidatura per ottenere l’iscrizione del sito Unesco entro il 2022.
“Questa candidatura nasce da un percorso virtuoso, che in qualche modo dimostra come e’ possibile superare le differenze: due candidature diverse che si uniscono per arrivare a meta, per il riconoscimento del valore del caffe’ espresso italiano come patrimonio immateriale dell’Unesco. Di fatto riconosciamo il valore della tazzina di caffe’ a tutte le latitudini del nostro Paese. E’ uno di quei momenti importanti per l’Italia perche’ riusciamo a far capire quali sono le nostre eccellenze e proporle alle comunita’ internazionali con serieta’ e credibilita’ forse come nessun altro”, ha sottolineato il ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli, intervenuto alla presentazione del dossier, insieme al sottosegretario Gianmarco Centinaio, al presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca per la parte napoletana e al presidente del Consorzio di tutela del caffe’ espresso italiano tradizionale Giorgio Caballini di Sassoferrato. “Il caffe’ per noi non e’ solo un prodotto, e’ qualcosa che unisce una grande famiglia che e’ l’Italia. Questa candidatura e’ un risultato importante perche’ si e’ riusciti a fare una sintesi lasciando forse per strada un pezzo delle peculiarita’ di ciascuno ma per unire il paese. Sono citate Venezia e Napoli ma avremmo potuto citare tante altre citta’. Il titolo del dossier della candidatura contiene parole che sembrano semplici ma che contengono l’essenza della nostra cultura, della nostra vita e della nostra storia”, ha evidenziato il sottosegretario Gianmarco Centinaio, con delega all’Unesco.
“Il riconoscimento del caffe’ completerebbe per la Regione Campania il trittico con la dieta mediterranea e la pizza. Sono soddisfatto del lavoro unitario fatto, un piccolo miracolo per il nostro paese, sul caffe’ abbiamo trovato una linea d’intesa unificante. Un caffe’ e’ l’Italia nel mondo, c’e’ una filosofia di vita che ci rappresenta”, ha dichiarato il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca. “In questo particolare momento in cui abbiamo bisogno di ritrovare la socialita’ e la convivialita’ confidiamo che questo progetto che sta procedendo da svariati anni speriamo possa arrivare all’aspirato risultato e che la Commissione nazionale italiana dell’Unesco lo possa passare a Parigi”, ha sottoineato il presidente del Consorzio di tutela del caffe’ espresso italiano tradizionale Giorgio Caballini di Sassoferrato. Nel corso della conferenza stampa le comunita’ emblematiche di Torino, Milano, Venezia, Trieste, Bologna, Roma, Napoli, Lecce, Pescara, Palermo e Modica hanno sottoscritto la Carta dei Valori del Rito dell’Espresso italiano che elenca i valori del caffe’ degni di essere condivisi con l’intera umanita’ attraverso l’iscrizione del caffe’ espresso italiano nella Lista Rappresentativa. Il 26 marzo, giornata nazionale del ‘Rito del caffe’ espresso italiano’ partira’ la sottoscrizione pubblica per sostenere la candidatura Unesco. Nel corso della conferenza e’ stato infine proiettato in anteprima il filmato ufficiale di presentazione della candidatura italiana, e che accompagnera’ il dossier di candidatura e in caso di accettazione, la candidatura ufficiale a Parigi.
Un ragazzo di 14 anni è finito in ospedale, all’Aquila, dopo essere stato raggiunto da un colpo di pistola. Il giovane ha una ferita da arma da fuoco alla gamba ed è stato sottoposto ad un intervento chirurgico; le sue condizioni non destano preoccupazione. Poco chiara al momento la dinamica dei fatti, che sono avvenuti attorno alle 18 in località Cese di Preturo. Il ragazzo, ricostruiscono i media locali, avrebbe raccontato che, mentre era con degli amici, da un’automobile, sembra un’Audi nera, che li ha affiancati, sarebbe partito un colpo di pistola. E’ stato lo stesso 14enne, una volta tornato a casa, a raccontare quanto accaduto alla madre, che poi lo ha accompagnato in ospedale. Sull’episodio e sulla versione fornita dal ragazzo sono in corso indagini da parte della polizia.
Anche il torneo di tennis di Madrid si è dovuto arrendere al black out che ha colpito poco dopo le 12.30 di oggi ma l’intera penisola iberica e parte del Sud della Francia. Dopo sole tre partite giocate, il programma è stato sospeso in attesa di un ritorno dell’energia elettrica, lasciando giocatori e pubblico in un limbo fatto di attesa e incertezza, un po’ come in una stazione o in un aeroporto per uno sciopero improvviso. Intorno alle 16.30, gli organizzatori hanno infine deciso di cancellare tutti gli incontri ancora da disputare, nel pomeriggio e in serata, per motivi tecnici e di sicurezza, scombinando i programmi di tante stelle della racchetta già stressate, anche se lautamente ricompensate, dai ritmi infernali del circuito.
Una delle poche eccezioni ha riguardato Matteo Arnaldi. L’azzurro stava portando a casa il secondo set contro il bosniaco Damir Dzumhur quando si sono spenti i tabelloni e tutte le apparecchiature a servizio del match. I due giocatori sono rimasti interdetti e la partita è stata sospesa ma quello che sembrava un inconveniente localizzato alla Caja Magica, sede del torneo, si è rivelato un problema di ben altra dimensione. L’azzurro ha però potuto in qualche modo finire opera, battendo il rivale per 6-3, 6-4 per accedere agli ottavi di finale, ma della sua vittoria non resterà traccia se non nella memoria dei due protagonisti e dello scarso pubblico presente, perchè tutto era andato in tilt. Nel primo set, Arnaldi e Dzumhur hanno faticato mezz’ora per completare i primi sei game, poi l’italiano ha fatto il break per chiudere 6-4.
Nel secondo, Arnaldi non si è fatto distrarre dall’interruzione, guadagnando la sua prima volta agli ottavo in un Masters 1000 e anche qualche ora di riposo in più rispetto al prossimo avversario, che sarà uno tra lo statunitense Tiafoe e il francese Muller. Non è andata altrettanto bene al bulgaro Grigor Dimitrov, che stava avendo la meglio sul britannico Jacob Fearnley: lo stop energetico ha lasciato una telecamera pericolosamente sospesa sul centro del campo, obbligando a sospendere definitivamente l’incontro. Dopo qualche ora di attesa, i giocatori che dovevano scendere in campo hanno avuto la notifica della cancellazione del programma e tra loro ci sono Matteo Berrettini e Lorenzo Musetti, che domani, si presume, dovranno affrontare rispettivamente il britannico Jack Draper e il greco Stefanos Tsitsipas. Nel torneo Wta 1000 hanno potuto completare la partita la statunitense Coco Gauff, che ha battuto la svizzera Belinda Bencic, e la sua prossima avversaria, la russa Mirra Andreeva, che ha eliminato l’ucraina Yuliia Starodubtseva. Tutto rinviato invece per la n.1 e la n.2 al mondo, la bielorussa Aryna Sabalenka e la polacca Iga Swiatek, che è la campionessa uscente. (ANSA). 2025-04-28T18:10:00+02:00 RI ANSA per CAMERA04 NS055 NS055
Le tracce presenti sull’auto di don Nicola D’Onghia, il 54enne sacerdote indagato a Bari per omicidio stradale e omissione di soccorso nel caso della morte della 32enne Fabiana Chiarappa, erano di sangue. Lo dimostrano i primi risultati degli accertamenti svolti sulla Fiat Bravo del prete nei giorni successivi all’incidente. Ora, per gli inquirenti, resta intanto da capire se quel sangue sia quello della 32enne, rugbista e soccorritrice del 118, ma soprattutto se il possibile impatto tra la auto del sacerdote e Chiarappa abbia causato la morte della giovane o se questa, invece, sia avvenuta prima.
Secondo quanto ricostruito finora, la sera del 2 aprile Chiarappa era in sella alla sua moto Suzuki sulla provinciale 172 che collega i comuni di Turi e Putignano quando, per cause ancora da chiarire, avrebbe perso il controllo del mezzo e sarebbe finita fuori strada, colpendo anche un muretto a secco. Compito della pm Ileana Ramundo, che coordina le indagini dei carabinieri, è ora quello di capire – anche grazie ai risultati dell’autopsia, il cui deposito è previsto tra oltre un mese – cosa effettivamente abbia causato la morte della 32enne, se lo schianto contro il muretto o il successivo impatto con l’auto.
Il parroco, agli inquirenti, ha raccontato come quella sera, mentre percorreva quella strada, ha avvertito un rumore provenire dal pianale della propria auto (“come se avessi colpito una pietra”) ma di non essersi accorto né della moto né della ragazza, anche a causa del buio. Poco dopo aver sentito il rumore, intorno alle 20.30, si è quindi fermato in una stazione di servizio per controllare eventuali danni all’auto, prima di rimettersi in macchina e tornare verso casa. Il parroco ha detto di aver appreso dell’incidente dalla stampa il giorno dopo e per questo, dopo aver consultato i propri legali (è assistito dagli avvocati Vita Mansueto e Federico Straziota), ha deciso di raccontare il tutto ai carabinieri.