Collegati con noi

Cronache

Unesco, candidatura dell’Archivio storico Fondazione Banco Napoli

Pubblicato

del

 L’Archivio storico della Fondazione Banco di Napoli e’ candidato a diventare Patrimonio Unesco. La proposta d’iscrizione al Registro della Memoria del Mondo e’ stata promossa dalla Fondazione Banco di Napoli ed e’ sostenuta dalla Soprintendenza archivistica e bibliografica della Campania del Ministero della Cultura. La candidatura e’ stata trasmessa dalla Commissione nazionale Italiana per l’Unesco al segretariato del Programma della Memoria del Mondo a Parigi nei giorni scorsi. La presentazione della candidatura e’ stata annunciata da Rossella Paliotto, presidente della Fondazione Banco Napoli. “Arrivare alla candidatura – ha detto Paliotto – e’ stato frutto di un grande lavoro di squadra. Ora e’ necessario che tutti insieme con il sostegno delle istituzioni riusciamo a fare il goal definitivo”.

La candidatura riguarda in particolare il ‘Fondo apodissario’ dell’Archivio Storico della Fondazione Banco di Napoli che raccoglie le transazioni degli otto Banchi pubblici napoletani tra il XVI e l’inizio del XIX secolo e costituisce un patrimonio documentale unico di conoscenza storica di eta’ moderna su scala europea ed oltre. Il particolare valore del Fondo e’ nella testimonianza che esso evidenzia del fondamentale passaggio dall’utilizzo della moneta alla nascita dell’istituzione delle fedi di credito, antesignane dei moderni titoli all’ordine, e delle madrefedi, sorta di primordiale conto corrente. Inoltre, il Fondo ci parla dello sviluppo demografico, urbanistico e culturale della citta’ di Napoli.

”I tempi e la sensibilita’ sono maturi per compiere questo passo – ha affermato Gabriele Capone, soprintendente archivistico e bibliografico della Campania – un passo che ritengo faccia bene a questa Fondazione e a questa citta’ che ha tante eccellenze e fa bene soprattutto al mondo degli archivi e delle biblioteche che spesso e’ trascurato perche’ difficile: non e’ semplice comprendere le carte e capire che in ogni singolo documento c’e’ la storia di una persona. E’ dunque il momento giusto per far comprendere che non una delle carte di questo Archivio merita l’oblio”. A sostegno della candidatura figurano le lettere di ‘sponsorizzazione’ di diversi esponenti istituzionali locali e nazionali. L’Unesco ha istituito il programma nel 1992 per rispondere alla necessita’ e crescente consapevolezza del precario stato di conservazione e accesso al patrimonio documentario in varie parti del mondo.

”Il Fondo apodissario ha la forza di tramandare eventi storici di valore universale – ha sottolineato Rossella Paliotto, presidente della Fondazione Banco di Napoli – e porta in se’ le tracce puntuali di accadimenti epocali. In virtu’ di queste sue caratteristiche costituisce una fonte assolutamente insostituibile per la conoscenza di ogni vicenda della vita cittadina e contribuisce a illuminare la storia di Napoli grande capitale dell’eta’ moderna il cui Centro storico e’ riconosciuto patrimonio Unesco”. L’iter durera’ tra i sei e i sette mesi. ”L’Archivio dei Banchi pubblici napoletani – ha concluso Maria Teresa Iaquinta, coordinatrice del dossier per il registro MOW – e’ unico a livello mondiale. Ora accanto al lavoro che la Fondazione gia’ porta avanti sul fronte della conservazione, sara’ necessario favorire il piu’ possibile l’accesso all’Archivio affinche’ sia sempre piu’ conosciuto e riconosciuto e promuovere attivita’ di sensibilizzazione”. All’iniziativa per annunciare la candidatura hanno partecipato anche Orazio Abbamonte, responsabile Cultura della Fondazione Banco Napoli, Ciro Castaldo, segretario generale della Fondazione Banco Napoli, e in video collegamento Mounir Bouchenaki, gia’ direttore generale Iccrom.

 

Advertisement

Cronache

Muore a 38 anni dopo intervento estetico in una clinica privata di Caserta

Sabrina Nardella, 38 anni di Gaeta, è morta durante un intervento estetico alla clinica Iatropolis di Caserta. Disposta l’autopsia per chiarire le cause del decesso.

Pubblicato

del

Sarà l’autopsia a stabilire con precisione che cosa ha provocato la morte di Sabrina Nardella (nella foto), 38 anni, madre di due figli piccoli, deceduta giovedì scorso nella clinica privata Iatropolis di Caserta durante un intervento di chirurgia estetica. La donna, residente a Gaeta, si era recata in Campania per sottoporsi a quello che le era stato prospettato come un intervento di routine, in anestesia locale e in day hospital.

Il malore improvviso e le indagini in corso

Durante l’operazione, però, Sabrina ha avuto un improvviso malore che l’ha portata a perdere conoscenza. I medici hanno tentato la rianimazione, ma ogni tentativo è stato vano. I vertici della clinica hanno subito avvertito i carabinieri, che su disposizione della Procura di Santa Maria Capua Vetere hanno sequestrato la cartella clinica e identificato l’équipe medica. I componenti saranno presto iscritti nel registro degli indagati in vista dell’autopsia, che servirà a chiarire cause e responsabilità.

Una comunità sconvolta dal dolore

La città di Gaeta è sotto shock. Il sindaco Cristian Leccese ha ricordato Sabrina con parole di grande commozione: «Era una persona dolce, un’ottima madre, conosciuta e stimata da tutti. La sua improvvisa scomparsa ha lasciato un profondo vuoto nella nostra comunità».

I precedenti inquietanti della clinica

La clinica Iatropolis non è nuova a casi simili. Un anno fa, la pianista Annabella Benincasa è morta dopo 14 anni di stato vegetativo, conseguenza di uno shock anafilattico subito nel 2010 proprio in questa struttura. In quell’occasione, i medici furono condannati per lesioni gravissime. Altri episodi di reazioni avverse all’anestesia si sono verificati negli anni, alimentando polemiche sulla sicurezza degli interventi praticati nella clinica.

Continua a leggere

Cronache

Cadavere nel lago, è un 51enne morto forse per un malore

Pubblicato

del

E’ un 51enne di Calvizzano (Napoli) l’uomo trovato senza vita nel lago di Lucrino a Pozzuoli. La salma è stata sequestrata per esami autoptici. Tra le ipotesi più accreditate c’è quella di un malore.

Continua a leggere

Cronache

Verso Conclave tra suffragio e diplomazia, domani la data

Pubblicato

del

Secondo il testo liturgico che definisce le regole e le modalità di cosa avviene dopo la morte di un Papa – l’Ordo Exsequiarum Romani Pontificis -, il Conclave inizia tra il 15/o e il 20/o giorno dal decesso, quindi tra il 5 e il 10 maggio prossimi. Oppure tra il 6 e l’11 maggio se si conta dal giorno successivo alla morte. Anche questo ‘busillis’ sarà risolto domattina, quando la quinta congregazione generale dei cardinali stabilirà la data definitiva. Il calendario della settimana prevede congregazioni la mattina alle 9.00 e, nel pomeriggio alle 17.00, le messe dei ‘novendiali’ nella Basilica vaticana: il ciclo dei nove giorni di suffragio, iniziato ieri con la messa esequiale presieduta in Piazza San Pietro dal cardinale decano Giovanni Battista Re, si esaurirà domenica 4 maggio.

Dopo di che il possibile ingresso in Sistina e l'”extra omnes” che apre il Conclave. I 135 ‘elettori’ (134 considerando il forfait per motivi di salute del cardinale di Valencia Antonio Canizares Llovera) stanno convergendo a Roma. Molti si conosceranno direttamente nelle congregazioni, dove, in tema di strategie che porteranno all’elezione del nuovo Papa, conterà molto anche il peso di non-elettori, cioè i cardinali ‘over-80’, che mantengono la loro capacità di influenza e di orientare consensi. Una sorta di ‘grandi elettori’, insomma, anche se poi nel chiuso della Sistina ognuno risponde a sé stesso e, secondo quello che è il metro cattolico, allo Spirito Santo. Tra questi ‘grandi vecchi’ c’è sicuramente il 91/enne decano Re, mentre non si sa tra gli italiani quanto potranno esercitare un ruolo di indirizzo ex presidenti Cei come Camillo Ruini e Angelo Bagnasco.

Fra gli stranieri con capacità di spostare voti, e non presenti in Conclave, ci sono il cardinale di Boston Sean Patrick O’Malley, il più attivo promotore della lotta agli abusi sessuali, quello di Vienna Christoph Schoenborn, fine teologo ex allievo di Joseph Ratzinger e fiduciario di papa Bergoglio in ruoli-guida di vari Sinodi come quelli sulla famiglia, o l’ex prefetto dei vescovi, il canadese Marc Ouellet, influente anche in America Latina, da ex presidente della Pontificia Commissione competente. Intanto oggi, la scena tra i ‘papabili’ è stata tutta per Pietro Parolin, già segretario di Stato, che ha presieduto in Piazza San Pietro la seconda messa dei ‘novendiali’, davanti ai 200 mila partecipanti al Giubileo degli adolescenti.

Da stretto collaboratore di papa Bergoglio, la sobrietà, il piglio sicuro ma anche affabile e umano con cui ha portato avanti la celebrazione ha ricordato quelli dell’allora prefetto per la Dottrina della fede e decano del Collegio cardinalizio Joseph Ratzinger nell’officiare venti anni fa i funerali di Giovanni Paolo II, uscendone come l’unico vero candidato alla successione. Nella messa di oggi, in cui ha assimilato la tristezza, il turbamento e lo smarrimento per la morte di Francesco a quelli degli “apostoli addolorati per la morte di Gesù”, Parolin è come se avesse esposto sinteticamente una sorta di suo ‘programma’, sulla scia del grande pontificato appena concluso. Ha spiegato che l'”eredità” del Pontefice “dobbiamo accoglierla e farla diventare vita vissuta, aprendoci alla misericordia di Dio e diventando anche noi misericordiosi gli uni verso gli altri”.

“Solo la misericordia guarisce e crea un mondo nuovo, spegnendo i fuochi della diffidenza, dell’odio e della violenza: questo è il grande insegnamento di Papa Francesco”, ha sottolineato, a proposito di un Pontefice che alla misericordia dedicò anche un Anno Santo straordinario. Papa Francesco “ci ha ricordato che non può esserci pace senza il riconoscimento dell’altro, senza l’attenzione a chi è più debole e, soprattutto, non può esserci mai la pace se non impariamo a perdonarci reciprocamente, usando tra di noi la stessa misericordia che Dio ha verso la nostra vita”. Una misericordia che è guida anche nell’azione diplomatica della Santa Sede, come si è visto ancora ieri nell’incontro in Basilica tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky, in una foto che ha fatto il giro del mondo ed è rimasta l’emblema della giornata: non pochi l’hanno definita “l’ultimo miracolo di papa Francesco”.

Zelensky ieri ha anche incontrato proprio Parolin, capo della diplomazia d’Otretevere, ringraziando poi su X “per il sostegno al diritto dell’Ucraina all’autodifesa e al principio secondo cui le condizioni di pace non possono essere imposte al Paese vittima”. E oggi, per l’incontro in Basilica, l’ambasciatore ucraino Andrii Yurash ha riconosciuto con l’ANSA “il grande sostegno della Santa Sede”.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto