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‘Una di noi’,lo striscione del parroco per la neosindaca

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“Cristina Ponzanelli sindaco. Una di noi. Parte di noi”. Non lo slogan della campagna elettorale che si è appena conclusa a Sarzana (La Spezia), con la conferma della sindaca Ponzanelli (centrodestra). Ma uno striscione che è stato appeso nei pressi della Chiesa di Santa Caterina e che vede il parroco don Pietro Cattaneo ritratto insieme alla prima cittadina. Il messaggio è firmato con “La tua comunità parrocchiale”, riferendosi al fatto che la sindaca frequenti quella chiesa, e reca il simbolo della parrocchia stessa. Un messaggio di congratulazioni che però non è piaciuto ad alcuni dei sarzanesi e che sta facendo discutere anche all’interno della curia spezzina. Esponenti del centrosinistra e delle forze avversarie, che si sono scontrate con il centrodestra nelle ultime elezioni amministrative, stigmatizzano il gesto. Rimarcando come la propaganda politica dovrebbe stare lontana dai luoghi di culto. Una vicenda che sembra uscita da un libro di Giovannino Guareschi, ma qui il “don Camillo” della situazione fa festa per il sindaco, di colore politico lontano da quello di “Peppone”.

La sindaca Ponzanelli, sui quotidiani locali, ha difeso il parroco spiegando che questo gesto di attenzione è da spiegarsi nella felicità di un sacerdote per il fatto che “una sua parrocchiana sia diventata sindaco. Consiglio alle opposizioni di concentrarsi su temi più importanti”. Ma il post elezioni a Sarzana è reso incandescente anche da alcuni manifesti funebri che sono apparsi sulle saracinesche di quello che era il point elettorale del candidato sindaco del centrosinistra, Renzo Guccinelli. Il nome del “defunto” è il Partito Democratico, a darne notizia gli elettori sarzanesi. Sarzana è stata dalla fine della guerra fino al 2018 una roccaforte “rossa”, fino alla prima elezione della sindaca Ponzanelli. L’ulteriore sconfitta della sinistra ha dunque fomentato questi sfottò. Per qualcuno di pessimo gusto. Anche l’ex consigliere regionale della Liguria Francesco Battistini, oggi Pd, commenta: “Che sciocchi questi manifesti, irrispettosi, tra l’altro, per chi un lutto lo ha subito davvero. Specie guardando cosa sta accadendo in Emilia Romagna”. Per il segretario comunale del Pd Rosolino Vico Ricci “la curia è sempre stata schierata. I manifesti a lutto sono un’azione barbara, spero sia l’opera di un singolo e non di un gruppo, perché sarebbe preoccupante”. Un clima di tensione rimarcato anche dal candidato Guccinelli: “gesti di una destra arrogante, prepotente e fascista. Chiamiamoli per nome e lavoriamo per la liberazione di Sarzana”.

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Guida ubriaco, si scontra con 3 moto e muore centauro, arrestato

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E’ risultato positivo all’alcol test il conducente della Fiat Punto che oggi si è scontrato con tre moto lungo la statale 108 bis “Silana di Cariati” che porta a Lorica. Nell’urto un centauro 37enne di Settingiano (Catanzaro) è morto, e altri due sono rimasti gravemente feriti. Dopo i risultati, i carabinieri della Compagnia di Cosenza hanno arrestato l’uomo, un 41enne, con l’accusa di omicidio stradale e lo hanno posto ai domiciliari.

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Scossa di terremoto di magnitudo 3.1 fa tremare il Vesuvio, molta paura ma nessun danno

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Un terremoto di magnitudo 3.1 della Scala Richter ha colpito alle 5,55 alle pendici del Vesuvio. L’evento sismico, che ha avuto luogo a una profondità di circa 400 metri, è stato distintamente avvertito dagli abitanti delle zone circostanti, in particolare nei piani alti degli edifici.

Gi esperti hanno definito la scossa come un evento “inusuale” e hanno confermato che non ci sono stati segnali di un incremento dell’attività vulcanica. L’epicentro del terremoto è stato localizzato vicino al Monte Somma, una zona storicamente monitorata per la sua vicinanza con il vulcano.

La comunità locale ha reagito con una comprensibile apprensione, ma, fortunatamente, non sono stati segnalati danni a persone o strutture. Le autorità locali nelle prossime ore decideranno se mantenere aperte le scuole. Intanto c’è da rassicurare  la popolazione sulla gestione dell’evento.

Ieri, alle 5,45, dall’altra parte di Napoli, in un’altra area vulcanica, nei Campi Flegrei, c’è stata una scossa di magnitudo 3.9. Anche in quel caso paura tanta ma nessun danno.

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“Due uomini dei servizi segreti vicino l’auto di Giambruno”, le rivelazioni del Domani

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Due uomini fuori dalla villetta di Giorgia Meloni, la notte tra il 30 novembre e l’1 dicembre. Armeggiavano attorno all’auto dell’ex compagno, Andrea Giambruno, mentre la premier era in missione a Dubai. Nell’episodio, però, non sono stati coinvolti “appartenenti ai Servizi” e la sicurezza della premier “non è mai stata posta a rischio”. Così il sottosegretario Alfredo Mantovano interviene dopo che un articolo apparso oggi sul Domani ha riferito sull’allarme scattato in quella occasione. Nella ricostruzione del quotidiano, un’auto si avvicina alla villetta nel quartiere Torrino.

Scendono due uomini, accendono una torcia o un telefonino e si mettono a trafficare attorno alla macchina di Giambruno. A sorvegliare la scena c’è però una volante della Polizia appostata in servizio di vigilanza. Un agente scende e chiede conto ai due dei loro movimenti. Gli uomini si identificano come “colleghi” senza però mostrare documenti di riconoscimento e si allontanano. Sull’accaduto viene stilato un rapporto che finisce alla Digos; vengono avvertiti – sempre secondo l’articolo del Domani – il capo del Polizia, Vittorio Pisani, il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, l’Autorità delegata alla sicurezza della Repubblica, Mantovano e la stessa premier.

Sarebbe stata informata anche la procura della Capitale. Inizialmente i sospetti ricadono su due uomini dell’Aisi, l’Agenzia d’intelligence per la sicurezza interna, che fanno parte della scorta di Meloni. I due vengono quindi trasferiti all’Aise, l’agenzia che invece si occupa dell’estero. In seguito però le indagini dell’Aisi scagionano gli 007 che quella notte – e lo testimonierebbero le celle telefoniche – si trovavano altrove.

I due potrebbero essere stati banalmente ladri alla ricerca di qualcosa nell’auto di Giambruno. Il fatto, secondo il quotidiano, avrebbe influito anche sulla nomina del nuovo direttore dell’Aisi, sbarrando la strada ad uno dei papabili, Giuseppe Del Deo, alla guida del gruppo dell’Agenzia che ha investigato sul caso. Mantovano non entra nei dettagli della vicenda, ma si limita a rivelare di averne dato notizia il 4 aprile nella sua audizione al Copasir, dove ha chiarito che “gli accertamenti svolti per la parte di competenza dell’intelligence hanno consentito con certezza di escludere il coinvolgimento di appartenenti ai Servizi, e che la sicurezza del presidente Meloni non è mai stata posta a rischio”.

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