Collegati con noi

Esteri

Un manager italiano dell’energia fermato a Mosca

Pubblicato

del

Un manager italiano è stato fermato a Mosca, in circostanze ancora tutte da chiarire, nei giorni caotici che sta attraversando la capitale russa in seguito all’ammutinamento di Yevgeny Prigozhin. In base alle informazioni diffuse dai media locali, e solo in parte confermate dalle autorità italiane, il 61enne Giovanni Di Massa, dirigente della compagnia energetica Iss International, è stato fermato per possesso di mefedrone, uno stimolante dagli effetti assimilabili alla cocaina.

In seguito rilasciato, in libertà vigilata, ora è in attesa di processo. “Siamo sorpresi, era in vacanza e non sapevamo dove fosse”, il commento della sua compagnia. Secondo il media russo Baza, Di Massa sarebbe stato bloccato dalla polizia stradale mentre guidava un’auto aziendale in piena notte. Notandolo visibilmente nervoso, gli agenti avrebbero deciso di perquisirlo. Trovando una bustina di polvere bianca, rivelatasi poi mefedrone, precisamente 1,15 grammi. Fonti della Farnesina hanno confermato il fermo, spiegando che il consolato generale si sta occupando del caso, ma senza aggiungere altro. “Stiamo seguendo attentamente la vicenda, vediamo quel che accade”, ha poi commentato il ministro degli Esteri Antonio Tajani. Iss International Spa, compagnia basata a Roma attiva dal 2004 nel mercato dell’energia e dell’oil&gas, ha espresso “stupore” e “incredulità” per la notizia del fermo di Di Massa.

“E’ sempre apparso come persona ligia, attenta e gran lavoratore”, ha fatto sapere il presidente e amministratore delegato Giuseppe Bellantoni. Precisando che l’ingegnere italiano non si trovava a Mosca per conto della compagnia. “Stava godendo di un periodo di ferie e, pertanto, non si trovava” nella capitale russa “per motivi di lavoro, ma personali”, ha aggiunto, specificando che la società non è riuscita a mettersi in contatto col proprio dipendente e si è attivata con il ministero degli Esteri “per avere maggiori chiarimenti”. Di Massa avrebbe dovuto riprendere servizio oggi presso la filiale di Abu Dhabi, la sua sede lavorativa ordinaria.

Il manager fermato in Russia, si legge sul suo profilo Linkedin, si è laureato in Ingegneria Nucleare presso l’Università La Sapienza di Roma e “con le sue competenze ingegneristiche ha portato la sua carriera a coprire quattro continenti, operando nei settori della raffinazione, petrolchimico ed energetico, dalle commesse alle costruzioni, durante i quali ha maturato e mantenuto ottimi rapporti con numerose aziende in tutto il mondo”. Con incarichi anche nella compagnia francese di costruzioni Technip e nella China Petroleum Engineering & Construction Corporation. Da un anno lavora per la Iss International, con il ruolo di country manager per “coordinare le iniziative di sviluppo del business e l’esecuzione dei progetti in Medio Oriente”.

Advertisement

Esteri

Blinken in visita a sorpresa in Ucraina

Pubblicato

del

Il segretario di Stato americano Antony Blinken è arrivato in visita a sorpresa in Ucraina. Il capo della diplomazia Usa è giunto stamattina a Kiev con un treno notturno dalla Polonia. E’ previsto un incontro con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, secondo i giornalisti al seguito di Blinken. Si tratta del quarto viaggio in Ucraina del segretario di stato americano dall’inizio dell’invasione russa nel febbraio 2022. La visita è intesa a rassicurare Kiev sul continuo sostegno degli Stati Uniti e a promettere un flusso di armi in un momento in cui Mosca sta conducendo una pesante offensiva nella regione nordorientale ucraina di Kharkiv.

Continua a leggere

Esteri

‘Chora è una moschea’, scintille Erdogan-Mitsotakis

Pubblicato

del

La moschea di Kariye a Istanbul, un tempo chiesa ortodossa di San Salvatore in Chora e tesoro del patrimonio bizantino, diventa tempio della discordia tra il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e il premier greco Kyriakos Mitsotakis, nel giorno della visita del leader ellenico ad Ankara proprio per confermare la stagione di buon vicinato tra i due Paesi dopo decenni di tensioni. Le divergenze sulla moschea si sono riaccese nei giorni scorsi, dopo che il 6 maggio scorso San Salvatore in Chora, chiesa risalente al V secolo e tra i più importanti esempi dell’architettura bizantina di Istanbul, è stata riaperta dopo lavori di restauro durati quattro anni.

Convertita in moschea mezzo secolo dopo la conquista di Costantinopoli da parte dei turchi ottomani del 1453, Chora è stata trasformata in un museo dopo la Seconda guerra mondiale, quando la Turchia cercò di creare una repubblica laica dalle ceneri dell’Impero Ottomano. Ma nel 2020 è nuovamente diventata una moschea su impulso di Erdogan, poco dopo la decisione del presidente di riconvertire in moschea anche Santa Sofia, che come Chora era stata trasformata in un museo. La riapertura aveva suscitato malcontento ad Atene, con Mitsotakis che aveva definito la conversione della chiesa come “un messaggio negativo” e promesso alla vigilia del suo viaggio ad Ankara di chiedere a Erdogan di tornare sui suoi passi in merito. Una richiesta respinta al mittente: “La moschea Kariye nella sua nuova identità resta aperta a tutti”, ha confermato Erdogan in conferenza stampa accanto a Mitsotakis.

“Come ho detto al premier greco, abbiamo aperto al culto e alle visite la nostra moschea dopo un attento lavoro di restauro in conformità con la decisione che abbiamo preso nel 2020”, ha sottolineato. “Ho discusso con Erdogan della conversione della chiesa di San Salvatore in Chora e gli ho espresso la mia insoddisfazione”, ha indicato in risposta il leader greco, aggiungendo che questo “tesoro culturale” deve “rimanere accessibile a tutti i visitatori”. Nulla di fatto dunque sul tentativo di Atene di riscrivere il destino del luogo di culto. Ma nonostante le divergenze in merito, la visita di Mitsotakis ad Ankara segna un nuovo passo nel cammino di normalizzazione intrapreso dai due Paesi, contrapposti sulla questione cipriota e rivali nel Mediterraneo orientale. A dicembre i due leader hanno firmato una dichiarazione di “buon vicinato” per sancire una fase di calma nei rapporti iniziata dopo il terremoto che ha ucciso più di 50.000 persone nel sud-est della Turchia, all’inizio del 2023. “Oggi abbiamo dimostrato che accanto ai nostri disaccordi possiamo scrivere una pagina parallela su ciò che ci trova d’accordo”, ha sottolineato Mitsotakis accanto a Erdogan, confermando la volontà di “intensificare i contatti bilaterali”. Perché “l’oggi non deve rimanere prigioniero del passato”.

Continua a leggere

Esteri

Kiev, più di 30 località sotto il fuoco russo nel Kharkiv

Pubblicato

del

Sono ancora in corso i combattimenti nella regione di Kharkiv, nel nord-est dell’Ucraina, dove più di 30 località sono sotto il fuoco russo e quasi 6.000 residenti sono stati evacuati, secondo il governatore regionale. “Più di 30 località nella regione di Kharkiv sono state colpite dall’artiglieria nemica e dai colpi di mortaio”, ha scritto Oleg Synegoubov sui social network.

Il governatore ha aggiunto che dall’inizio dei combattimenti sono stati evacuati da queste zone un totale di 5.762 residenti. Le forze russe hanno attraversato il confine da venerdì per condurre un’offensiva in direzione di Lyptsi e Vovchansk, due città situate rispettivamente a circa venti e cinquanta chilometri a nord-est di Kharkiv, la seconda città del Paese.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto