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Esteri

Un jet russo bombarda per errore Belgorod in patria

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In oltre un anno di conflitto la città russa di Belgorod, vicino alla frontiera ucraina, si è quasi abituata ai colpi di artiglieria e ai droni ucraini che arrivano da oltre confine. Ma nessuno si aspettava che a portare distruzione sarebbe stato un ordigno sganciato per errore da un aereo di Mosca. Eppure è quanto avvenuto ieri sera vicino a una strada trafficata in un quartiere residenziale. Un episodio sul quale indagano ora le autorità russe e che si è risolto con un bilancio tutto sommato contenuto: tre feriti e quattro appartamenti gravemente danneggiati. Le immagini registrate da telecamere di videosorveglianza mostrano l’ordigno, ‘perso’ da un Sukhoi Su-34, cadere sollevando una nuvola di polvere accanto a un’arteria di intenso scorrimento. Il traffico si ferma e poi, dopo 15 secondi, avviene l’esplosione, che ha provocato un cratere largo 20 metri.

L’incidente ha fatto esultare gli ucraini. “Il cane – ha scritto su Twitter il consigliere presidenziale Mykhailo Podolyak – si è morso la coda. Perseguendo la distruzione dell’Ucraina, la Russia potrebbe autodistruggersi”. Ma le forze di Mosca continuano i bombardamenti sugli obiettivi in Ucraina, mentre a Bakhmut, città nell’est del Paese, prosegue l’avanzata delle truppe russe tra combattimenti feroci che sembrano non avere fine. Dopo quasi un mese, secondo quanto riferito da fonti ucraine, anche la capitale Kiev ha subito la scorsa notte un attacco con droni, in cui sarebbe stato probabilmente utilizzato un nuovo lotto proveniente dall’Iran. Le stesse fonti affermano che sono stati abbattuti “otto bersagli nemici” e non si registrano vittime o danni. Ma altri droni kamikaze hanno colpito infrastrutture critiche nelle regioni di Vinnitsa e Poltava. Sul fronte della propaganda si erge ancora a protagonista Dmitry Medvedev, che si è lanciato nell’ennesimo attacco alla Gran Bretagna, definendola “una sfacciata e disgustosamente umida isola” che “si inabisserà nelle profondità del mare per l’onda creata dagli ultimi sistemi d’arma russi”. Ma l’ex presidente ne ha avuto anche per la Germania, dopo che il ministro della Difesa Boris Pistorius ha giudicato accettabili anche bombardamenti ucraini sul territorio russo, purché non mettano in pericolo i civili.

“I tedeschi che vogliono attaccare la Russia devono essere pronti per una nostra parata a Berlino”, ha tuonato Medvedev, imputando quindi agli stessi tedeschi mire aggressive contro Mosca. Per il ministero degli Esteri russo, del resto, non c’è dubbio che vi sia “un coinvolgimento diretto” degli Usa e di altri Paesi Nato nella pianificazione delle operazioni militari ucraine. E a testimonianza di ciò, il dicastero ha citato i file segreti americani divulgati nei giorni scorsi che indicherebbero anche la data esatta, il 30 aprile, per l’inizio della tanto attesa controffensiva di Kiev. Per il momento però il fronte rimane praticamente congelato, nonostante la faticosa avanzata russa nei quartieri occidentali di Bakhmut, l’ultimo bastione rimasto sotto il controllo ucraino. Progressi ammessi anche dalla vice ministra della Difesa ucraina Hanna Maliar, secondo la quale i russi “stanno avanzando in alcuni punti” mentre continuano “intensi combattimenti”. Una Corte di Mosca ha intanto emesso un mandato di cattura con l’accusa di terrorismo per Kirill Budanov, il capo dell’intelligence militare ucraina (Gur), per l’attentato al Ponte di Crimea che unisce la penisola alla Federazione russa in cui, l’8 ottobre dell’anno scorso, furono uccise quattro persone. Nei mesi scorsi i servizi d’intelligence interni russi (Fsb) avevano accusato proprio il Gur di aver pianificato l’attentato, compiuto con l’esplosione di un camion-bomba. “Sono contento – ha detto Budanov -. Questo è un buon segnale del nostro lavoro, prometto di lavorare ancora meglio”.

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Zelensky: situazione difficile ma resistiamo nel Kursk

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“Il Comandante in Capo Oleksandr Syrskyi ha fornito un aggiornamento sulla situazione in prima linea. In molte direzioni la situazione rimane difficile”. Lo scrive Volodymyr Zelensky su X. “Solo a mezzogiorno, si sono già verificati quasi 70 attacchi russi. Gli scontri si concentrano nelle direzioni di Pokrovsk, Kramatorsk, Lyman e Kursk”. E “le nostre forze continuano le operazioni difensive in aree specifiche delle regioni di Kursk e Belgorod”, ha assicurato, dopo che ieri Mosca aveva annunciato la completa riconquista del Kursk. Zelensky ha chiesto una rinnovata pressione sulla Russia ad accettare la tregua proposta dagli Usa.

Secondo Zelensky “la situazione in prima linea e l’azione dell’esercito russo dimostrano che l’attuale pressione globale sulla Russia non è sufficiente a porre fine a questa guerra. Presto saranno passati cinquanta giorni da quando la Russia ha iniziato a ignorare la proposta degli Stati Uniti di un cessate il fuoco completo e incondizionato, una proposta che l’Ucraina aveva accettato l’11 marzo”. Per questo motivo, “è necessaria una pressione più tangibile sulla Russia per creare maggiori opportunità per una vera diplomazia”, ha avvertito, ringraziando “tutti coloro che sono al fianco dell’Ucraina”.

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Tragedia al festival Lapu Lapu a Vancouver: suv travolge la folla, morti e feriti

Durante il festival filippino Lapu Lapu a Vancouver, un suv ha investito la folla causando diversi morti e feriti. Arrestato il conducente. La città è sconvolta.

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Diverse persone sono morte e molte altre sono rimaste ferite durante il festival del “Giorno di Lapu Lapu” a Vancouver, nell’ovest del Canada, quando un suv ha investito la folla. La polizia locale ha confermato che il conducente è stato arrestato subito dopo l’incidente, avvenuto intorno alle 20 ora locale (le 5 del mattino in Italia).

Il cordoglio della città e della comunità filippina

La tragedia ha sconvolto l’intera città e, in particolare, la comunità filippina di Vancouver, che ogni anno organizza il festival in onore di Lapu Lapu, eroe della resistenza contro la colonizzazione spagnola nel XVI secolo. Il sindaco Ken Sim ha espresso il proprio dolore: «I nostri pensieri sono con tutte le persone colpite e con la comunità filippina di Vancouver in questo momento incredibilmente difficile», ha scritto su X.

Le drammatiche immagini dell’incidente

Secondo quanto riferito dalla polizia e riportato dalla Canadian Press, il suv ha travolto la folla all’incrocio tra East 41st Avenue e Fraser Street, nel quartiere di South Vancouver. I video e le immagini diffusi sui social mostrano scene drammatiche: corpi a terra, detriti lungo la strada e un suv nero gravemente danneggiato nella parte anteriore. Testimoni parlano di almeno sette persone rimaste immobili sull’asfalto.

Il dolore delle autorità

Anche il premier della Columbia Britannica, David Eby, ha commentato la tragedia: «Sono scioccato e con il cuore spezzato nell’apprendere delle vite perse e dei feriti al festival». La comunità è ora unita nel cordoglio, mentre proseguono le indagini per chiarire le cause dell’accaduto.

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Trump spinge per il cessate il fuoco in Ucraina: “Ora Putin deve aprire ai colloqui diretti”

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Donald Trump ha deciso di accelerare i tempi. Dopo mesi di logoramento sul fronte, ora il presidente americano punta a ottenere da Vladimir Putin un’apertura concreta ai colloqui diretti, oltre a una tregua immediata e “senza condizioni” che apra la strada ai negoziati di pace. A dirlo chiaramente è stato lo stesso Trump, mentre da Mosca il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha dichiarato che la Russia è pronta a negoziare.

Il piano di Trump e la controproposta di Kiev

Mentre la Russia rivendica la completa riconquista della regione di Kursk, l’Ucraina propone come contromossa uno schieramento internazionale che impedisca futuri attacchi russi. Una misura di garanzia per evitare che la tregua si trasformi in una nuova aggressione. Nonostante le difficoltà militari, Volodymyr Zelensky sembra disposto a valutare un compromesso “dignitoso” per salvaguardare l’indipendenza ucraina dopo tre anni di guerra.

Il compromesso proposto da Kiev prevede:

  • La difesa della sovranità nazionale senza limitazioni sull’esercito.

  • L’utilizzo degli asset russi congelati in Occidente per il risarcimento dei danni di guerra.

L’ombra della resa dei conti e la pressione di Trump su Putin

Trump, incontrando Zelensky a Roma all’ombra della Cupola di San Pietro, ha fatto capire che il tempo stringe. Ammette apertamente il sospetto che Putin voglia “continuare la guerra” per logorare la situazione e far perdere tempo agli Stati Uniti. Una strategia che Trump non intende subire, rilanciando l’obiettivo di concludere la guerra nei primi 100 giorni della sua presidenza.

L’annuncio della riconquista russa della regione di Kursk, accompagnato dal primo riconoscimento ufficiale dell’uso di truppe nordcoreane da parte di Mosca, alimenta le preoccupazioni. Ma allo stesso tempo, la Russia continua a mostrare difficoltà economiche profonde nonostante il regime autarchico tenti di nascondere la crisi.

Il difficile equilibrio: salvare l’onore per tutti

Per Trump, per Putin e per Zelensky l’obiettivo è quello di poter dichiarare una vittoria:

  • Trump vuole essere il presidente che ha portato la pace.

  • Putin vuole presentarsi come il difensore della “Madre Russia” contro l’Occidente.

  • Zelensky vuole salvaguardare la sovranità e l’onore nazionale.

Il 9 maggio, data simbolica della vittoria sovietica sul nazismo, si avvicina. Putin punta a presentarsi come vincitore, ma senza un vero accordo, la guerra rischia di continuare nel logoramento reciproco.

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